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Risposte migliori

Salve ragazzi!

ci tenevo a mostrarvi il mio ultimo arrivo nonché subito divenuto pezzo speciale della mia collezione! :)

Che ne pensate? pareri sulla conservazione?

Saluti

Gasp

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2.thumb.jpg.dc28c54f64c173bb35faf1f0d25f56b8.jpg

 

 

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Modificato da Gasp
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Ciao @Gasp,  complimenti vivissimi per il prestigio che hai dato alla tua collezione!    Non se ne vedono piastre in questa conservazione.......potresti postare anche il taglio?

Cosi' controlliamo la forma dei quadratini e delle sferette?

Saluti, Rocco.

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Grazie ragazzi,

trovo che la qualitâ del metallo e delle incisioni siano decisamente superiore alla media solita del qBB! 

vi mostro il taglio, @Rocco68 niente sferette e quadrati, ma cordonato:

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Supporter

Complimenti, davvero una bella moneta. Però  è una "firmata secutitas" non la "fecunditas".

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Ovviamente FIRMATA SECURITAS... chiedo scusa, l'emozione del post mi ha confuso eheh

esistono informazioni inerenti al taglio? Quale variante si può ritenere più rara o ricercata tra quadrato/cerchio e cordonato?

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7 minuti fa, Gasp dice:

Ovviamente FIRMATA SECURITAS... chiedo scusa, l'emozione del post mi ha confuso eheh

esistono informazioni inerenti al taglio? Quale variante si può ritenere più rara o ricercata tra quadrato/cerchio e cordonato?

Questo è normalmente il decoro del taglio nelle piastre di Carlo III firmata securitas, quello a treccia è la prima volta che io lo vedo.

IMG_20170319_074435.png

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1 hour ago, Rocco68 said:

Questo è normalmente il decoro del taglio nelle piastre di Carlo III firmata securitas, quello a treccia è la prima volta che io lo vedo.

IMG_20170319_074435.png

Molto interessante @Rocco68, effettivamente ho avuto modo di vederne dal vivo tre, tutte con lo stesso decoro cerchio/quadrato.

Il Gigante riporta l'esistenza di contorni vari: treccia in rilievo ( presumo come nel mio caso) foglie in rilievo, cerchio/quadrato, in alcuni cadi incluso e addirittura LISCIO

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Le foglie in rilievo penso come nei tagli degli 8 Reali di Carlo III per la Spagna.....

Dovrebbe essere cosi'

( preso dal post di @nikita_)'

IMG_20170519_205533.png

Modificato da Rocco68
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Il 19/5/2017 at 18:03, Gasp dice:

Salve ragazzi!

ci tenevo a mostrarvi il mio ultimo arrivo nonché subito divenuto pezzo speciale della mia collezione! :)

Che ne pensate? pareri sulla conservazione?

Saluti

Gasp

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Buon pomeriggio. Innanzitutto complimenti per l'acquisto. Il nummo ha circolato ma non fino al punto di far scomparire tutti i rilievi dei tipi, con particolare riferimento al D. È privo di graffi e di colpetti, dunque gran bel pezzo! Per la conservazione azzardo un qSpl per il D, un BB+ per il R. Per la cordonatura del taglio azzardo una ipotesi: da quel che vedo dalle foto, il perimetro del D e del R ha una geometria irregolare, che per me è indice che il taglio sia stato in origine liscio, successivamente, durante il regno di Ferdinando IV, sottoposto a cordonatura con treccia in rilievo, al fine di scongiurare la tonsura della moneta. Stessa cosa che è stata disposta a Napoli per i ducatoni da 132 grana di Carlo II d'Asburgo inizialmente con taglio liscio. Ovviamente è una mia ipotesi...

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Ringrazio tutti per i complimenti! 

@MezzaPiastraPupillare la tua teoria é decisamente affascinante e molto interessante. Purtroppo pur ricercando non son riuscito a trovare documenti o articoli al riguardo... il Gigante riporta comunque tutte le varianti, dal bordo liscio fino all'ortamento trecciato, presumo tutti coevi alla coniatura altrimenti vi sarebbero delle note al riguardo.

Mi permetto di taggare @francesco77 , autore di molti articoli sulla monetazione e medaglistica napoletana, magari potrá illuminarci al riguardo :)

 

intanto allego ulteriori foto, si percepisce che parte del dritto, al confine con il taglio, sia stato "schiacciato", molto probabilmente (ma é una mia teoria) dallo stesso torchio che ha prodotto il decoro del contorno.

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57 minuti fa, Gasp dice:

Ringrazio tutti per i complimenti! 

@MezzaPiastraPupillare la tua teoria é decisamente affascinante e molto interessante. Purtroppo pur ricercando non son riuscito a trovare documenti o articoli al riguardo... il Gigante riporta comunque tutte le varianti, dal bordo liscio fino all'ortamento trecciato, presumo tutti coevi alla coniatura altrimenti vi sarebbero delle note al riguardo.

Mi permetto di taggare @francesco77 , autore di molti articoli sulla monetazione e medaglistica napoletana, magari potrá illuminarci al riguardo :)

 

intanto allego ulteriori foto, si percepisce che parte del dritto, al confine con il taglio, sia stato "schiacciato", molto probabilmente (ma é una mia teoria) dallo stesso torchio che ha prodotto il decoro del contorno.

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Buona sera. Mi permetto di affermare che il catalogo Gigante non può essere assunto come riferimento bibliografico per approfondire simili argomenti. A mio parere è indispensabile, anche in questo caso in tema di cordonatura del taglio, risalire alle fonti. E quale fonte è più autorevole e fondata su documenti originali ritrovati negli archivi napoletani se non la penna del Dr. Giovanni Bovi?

Mi riferisco, in particolare, all'importante saggio boviano "Le monete napoletane di Carlo II 1665-1700 - NUovi studi e documenti" pubblicato sul BCNN gennaio-dicembre 1959. Alla pag.21 il grande Studioso della monetazione napoletana affronta il tema della cordonatura del taglio delle monete napoletane di Carlo II d'Asburgo e riporta testualmente, alla pag. successiva, una lettera della Giunta dei Banchi al Re (Ferdinando IV) datata 12.08.1796 (Archivio di Stato di NA - Ministero delle Finanze, Zecca, fascio 2148). Nella parte iniziale di questa lettera, fondamentale per il nostro argomento, si fa menzione ad una disposta ed eseguita cordonatura delle monete da 12 carlini e 6 carlini "non viziati per malizia...", ovvero non tosate.

Dunque prima di disporre la cordonatura dei pezzi da 132 grana (ducatoni di Carlo II) e da 66 grana (mezzi ducatoni sempre di Carlo II), esistenti nei Banchi, non tosati, ed aventi il taglio liscio, il re aveva ordinato la cordonatura dei tagli dei pezzi da 120 grana e da 60 grana "di epoca antica" esistenti nei Banchi e non tosati.

E' appena il caso, a mio parere, di sottolineare che i pezzi da 120 grana appena menzionati non potessero che essere che i ducatoni di Carlo II millesimo 1689 (il cui nominale fu aumentato a 120 grana con la prammatica 49 dell'11 dicembre 1688; fu la nascita del nominale da 120 grana che ebbe, poi, come sappiamo, grande successo nel Regno di Napoli) ed anche le piastre col taglio liscio coniate a nome del predecessore di Ferdinando IV Borbone, appunto Carlo di Borbone.

A ben vedere, dunque, la mia ipotesi è...forse più di una ipotesi...che, a mio modo di vedere, è ulteriormente confermata dalla prima foto di questa seconda serie che Lei ha pubblicato, peraltro molto ben fatta: la parte perimetrale del D è sollevata in modo irregolare. Secondo me è una conferma della cordonatura postuma. INfatti se la cordonatura fosse stata coeva con la coniazione della moneta, le irregolarità del perimetro non ci sarebbero dovute essere, per il fatto che il taglio veniva cordonato prima della coniazione delle facce della moneta...la pressione dei conii, infatti, avrebbe appiattito le irregolarità perimetrali delle facce del tondello.

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Cari Amici, rileggendo le parole dell'esergo del R, constato ancora una volta come e quanto il destino possa essere crudele, anche nei confronti di gente potente come i reali di Napoli...l'Infante Filippo, definito Speranza dei Popoli, purtroppo fu affetto da grave disabilita' psichica...nelle cronache dell'epoca è definito demente e affetto da crisi epilettiche...morì in giovane età e ciò, più che addolorare la Corte reale, piuttosto fu un sollievo da una scomoda realtà....

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31 minutes ago, MezzaPiastraPupillare said:

Buona sera. Mi permetto di affermare che il catalogo Gigante non può essere assunto come riferimento bibliografico per approfondire simili argomenti. A mio parere è indispensabile, anche in questo caso in tema di cordonatura del taglio, risalire alle fonti. E quale fonte è più autorevole e fondata su documenti originali ritrovati negli archivi napoletani se non la penna del Dr. Giovanni Bovi?

Mi riferisco, in particolare, all'importante saggio boviano "Le monete napoletane di Carlo II 1665-1700 - NUovi studi e documenti" pubblicato sul BCNN gennaio-dicembre 1959. Alla pag.21 il grande Studioso della monetazione napoletana affronta il tema della cordonatura del taglio delle monete napoletane di Carlo II d'Asburgo e riporta testualmente, alla pag. successiva, una lettera della Giunta dei Banchi al Re (Ferdinando IV) datata 12.08.1796 (Archivio di Stato di NA - Ministero delle Finanze, Zecca, fascio 2148). Nella parte iniziale di questa lettera, fondamentale per il nostro argomento, si fa menzione ad una disposta ed eseguita cordonatura delle monete da 12 carlini e 6 carlini "non viziati per malizia...", ovvero non tosate.

Dunque prima di disporre la cordonatura dei pezzi da 132 grana (ducatoni di Carlo II) e da 66 grana (mezzi ducatoni sempre di Carlo II), esistenti nei Banchi, non tosati, ed aventi il taglio liscio, il re aveva ordinato la cordonatura dei tagli dei pezzi da 120 grana e da 60 grana "di epoca antica" esistenti nei Banchi e non tosati.

E' appena il caso, a mio parere, di sottolineare che i pezzi da 120 grana appena menzionati non potessero che essere che i ducatoni di Carlo II millesimo 1689 (il cui nominale fu aumentato a 120 grana con la prammatica 49 dell'11 dicembre 1688; fu la nascita del nominale da 120 grana che ebbe, poi, come sappiamo, grande successo nel Regno di Napoli) ed anche le piastre col taglio liscio coniate a nome del predecessore di Ferdinando IV Borbone, appunto Carlo di Borbone.

A ben vedere, dunque, la mia ipotesi è...forse più di una ipotesi...che, a mio modo di vedere, è ulteriormente confermata dalla prima foto di questa seconda serie che Lei ha pubblicato, peraltro molto ben fatta: la parte perimetrale del D è sollevata in modo irregolare. Secondo me è una conferma della cordonatura postuma. INfatti se la cordonatura fosse stata coeva con la coniazione della moneta, le irregolarità del perimetro non ci sarebbero dovute essere, per il fatto che il taglio veniva cordonato prima della coniazione delle facce della moneta...la pressione dei conii, infatti, avrebbe appiattito le irregolarità perimetrali delle facce del tondello.

Il suo ragionamento non fa una piega, la ringrazio infinitivamente per le informazioni fornite. Topic come questi confermano e accrescono la mia passione verso la monetazione Napoletana. :) 

Ora mi chiedo, da un punto di vista Numismatico, un caso come questo influirebbe sulla valutazione della moneta? 

 

Ancora grazie

Gasp 

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9 minuti fa, Gasp dice:

Il suo ragionamento non fa una piega, la ringrazio infinitivamente per le informazioni fornite. Topic come questi confermano e accrescono la mia passione verso la monetazione Napoletana. :) 

Ora mi chiedo, da un punto di vista Numismatico, un caso come questo influirebbe sulla valutazione della moneta? 

 

Ancora grazie

Gasp 

Mi permetto di dire che la Numismatica ha poco a che vedere col valore venale delle monete. La Numismatica è studio, applicazione, analisi del documento moneta dai punti di vista artistico, storico, economico, tecnologico ecc.. I discorsi appena fatto accrescono il fascino, la storia della moneta e forniscono conferme su quanto detto da altri studiosi in altre epoche...ci fanno riflettere sui metodi e sulle tecniche di coniazione della Zecca di Napoli...ci inducono ad ampliare le nostre conoscenze...tutti fattori molto più importanti del mero valore venale del nummo.

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