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Il “riposo” dei Volterrani


Legio II Italica

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Volterra romana , l’ antica Velathri etrusca , fu in origine una potente citta’ etrusca posta in cima ad una collina ad oltre 500 metri di altitudine , circondata da possenti mura che la rendevano praticamente inespugnabile da parte di un esercito nemico . Intorno al 290 a.C. Volterra fu costretta a riconoscere la supremazia di Roma e da allora mantenne buoni rapporti con Roma che la considerava un avamposto militare contro i Liguri e i Celti ; nel corso della seconda guerra punica Volterra forni aiuti a Cornelio Scipione , il futuro Africano , per la sua campagna in Spagna contro Asdrubale . In epoca imperiale la Citta’ inizio’ a declinare , anche perche’ lontana dalle principali Vie di comunicazione e con la caduta dell’ Impero divenne sede di Longobardi e Franchi . Nell’ anno 1737 scavi occasionali nei terreni del Presbitero Franceschini , portarono alla scoperta della Necropoli etrusca del Portone , ricca di circa 40 urne cinerarie , alcune lavorate in Tufo , altre in Alabastro , entrambe pietre locali della zona volterrana .

Il Franceschini conservava nella sua abitazione diversi reperti funerari etruschi provenienti dai suoi terreni , ma la collezione di urne piu’ ricca apparteneva al Monsignor Mario Guarnacci ; il Guarnacci comunque non prosegui’ nella carriera ecclesiastica dalla quale si allontano’ definitivamente per dedicarsi completamente alla ricerca storica archeologica del territorio di Volterra . Nel decennio 1733 , 1743 , il Guarnacci incremento’ la sua raccolta archeologica di urne funerarie trovate nel corso di campagne di scavi , oltre a questi scavi si dedico’ anche alla stesura di un’ opera erudita sugli Etruschi in generale , dal titolo : “Le origini italiche” , che racchiudeva le conoscenze dell’ epoca sugli Etruschi ; in questa epoca l’ opinione comune circa l’ origine degli Etruschi si allineava con lo storico antico Dionigi di Alicarnasso che riteneva gli Etruschi un popolo autoctono italico .

Tutta la collezione antiquaria personale del Guarnacci che conservava nella sua casa , venne donata magnanimamente , come un Mecenate , al Comune di Volterra e che divenne in seguito il nucleo archeologico principale dell’ attuale Museo Etrusco Guarnacci , di Volterra , uno dei piu’ antichi Musei d’ Europa .

Vero scandalo e preoccupazione dell’ epoca del XVIII secolo , fu il fatto che con l’ inizio delle campagne di scavo a Volterra , iniziarono a fiorire anche i falsari di oggetti vari etruschi , anche numismatici e di urne funerarie etrusche , riproduzioni che veramente “angosciavano” gli acquirenti di queste antichita’ in quanto difficilmente riuscivano a distinguere con sicurezza il reperto antico dall’ attuale ; questo non tanto per il rischio dell’ acquirente volterrano di comprare una riproduzione , quanto piuttosto per il pericolo di acquisto da parte di qualche acquirente straniero che venisse in tal modo gabbato nell’ acquisto con una riproduzione , arrecando cosi’ un danno di immagine all’ estero di Volterra ; questo era l’ amore e il rispetto civico verso la propria Citta' o la terra di origine , di quella eta’ .

Tutte le urne raffigurate furono realizzate in pietra , Tufo o Alabastro e risalgono a quel periodo che in gergo si chiama Ellenistico , risalente al III secolo a.C.

In foto una piccolissima selezione delle urne funerarie conservate nel Museo Guarnacci , in alcune foto si notano dei particolari dei bassorilievi della cassa dell’ urna e alcune scritture incise in lingua etrusca con il nome del personaggio raffigurato nel coperchio .

 

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1 ora fa, adelchi dice:

Quando visitai il museo Guarnacci mi colpì la rappresentazione di alcune urne raffiguranti un eroe mitico che combatteva armato di un aratro,si conoscono ulteriori particolari su questa figura sconosciuta ai più?

Difficile ritracciare il particolare dell' urna contenente questa allegoria mitica senza avere altri dati identificativi .

Guardate quest' altra urna probabilmente appartenuta ad un cavaliere etrusco , cosa vi ricorda a distanza di parecchi secoli ?

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Sono passati molti anni  da quando mi posi per la prima volta la domanda:chi era costui? E allora non c'era internet ,cosi non approfondii la questione.

Oggi grazie al tuo post ci sono tornato su e...oplà  si tratta di Echetlo un eroe greco comparso durante la battaglia di Maratona,armato di un aratro fece strage di persiani per poi scomparire a scontro terminato.

Resta da scoprire cosa c'entrano gli etruschi con un semidio dell'Attica.

Ah...l'urna da te postata mi ricorda o S.Giorgio o una GLORIA ROMANORUM.

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Ciao @adelchi, molte delle urne conservate al Museo sono ispirate nelle loro allegorie a miti di origine greca , compaiono infatti i miti di : Patroclo , Proserpina , Mirtilo , Atalanta , Paride , Filottete , Elena , Meleagro , ecc. . Urne lavorate da maestranze della Magna Grecia su ispirazione di miti greci .

Non mancano pero' miti ed eroi locali , come : i fratelli Vibenna , l' italico indovino Cacu , lotte in generale tra Etruschi e Galli , ecc.

Quell' urna con il cavaliere che uccide un nemico a terra ricorda , ancor prima di quello che hai descritto , una allegoria della guerra germanica di Domiziano e poco dopo un' altra di Traiano .  

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