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IGNORED

Vecchio gettone di rame "Vulcano".


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Gettone di Hans Krauwinckel II, figlio di Damianus e master nel 1586, di tipologia Pietate et Iustitia/Vulcano.

D/ Scudo francese coronato (che porta tre gigli) tra due colonne incoronate: il tutto accostato da fasci di alloro che sorgono da una coppia di cornucopie: sotto in etichetta: H. KRAV

PIETATE – ET – IUSTITIA

R/ Vulcano seduto nella fucina che martella un elmo sull’incudine. Un piccolo Cupido, con l’arco, sta dietro di lui sulla destra. Marte, dietro con le sue armi al suolo, è in piedi a sinistra; a fianco la figura centrale di Venere: in esergo: H . K .

VOLCANVS

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Modificato da apollonia

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Gettone di particolare interesse per quanto riguarda la ‘cronaca rosa’ dell’Olimpo, in quanto raffigura le divinità protagoniste del ‘triangolo’ moglie-marito-amante più famoso della mitologia. Efesto (Vulcano), il fabbro degli dei, era per concessione di Zeus (Giove) il marito di Afrodite (Venere), dea della bellezza e dell’amore, che però lo tradiva sfrontatamente con Ares (Marte), il dio della guerra. Tutti gli dei dell’Olimpo erano al corrente della tresca tranne Efesto, che quando ne fu informato da Elio, il dio del Sole, progettò una sottile vendetta grazie alla sua straordinaria abilità nella lavorazione dei metalli. Forgiò una rete di bronzo sottile come un velo ma solidissima, e la assicurò segretamente ai lati del suo talamo; poi disse alla moglie che doveva recarsi per una breve vacanza a Lemno, la sua isola favorita. Non appena fu partito, Afrodite mandò a chiamare Ares che si precipitò al palazzo. Ambedue si coricarono nel talamo di Efesto, ma all'alba si trovarono imprigionati nella rete, completamente nudi e senza possibilità di scampo. Efesto, ritornato dal suo viaggio, li colse sul fatto e invitò tutti gli dèi a far da testimoni al suo disonore. Annunciò poi che non avrebbe liberato la moglie finché non gli fosse stata restituita la preziosa dote che aveva dovuto pagare a Zeus, padre adottivo della sposa. Gli dèi accorsero subito per vedere Afrodite nell'imbarazzo, ma le dee, per un delicato senso di pudore, rimasero a casa. Apollo, Ermete e tutti gli dèi scoppiarono in una gran risata, ma Zeus era così disgustato che rifiutò di restituire la dote o di intromettersi in un litigio tanto volgare tra moglie e marito, dichiarando che Efesto era stato uno sciocco a mettere in piazza gli affari suoi. Poseidone si offrì di pagare il valore equivalente alla dote qualora Ares avesse rifiutato di pagare il debito, e così Ares fu rimesso in libertà e ritornò in Tracia, mentre Afrodite andò a Pafo, dove ricuperò la propria verginità bagnandosi nel mare.

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