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Officine imitativi a Milano?


JammaNMR

Risposte migliori

Non Salve a tutti,

sto scrivendo un racconto lungo o romanzo (dipende da quanto materiale riesco a reperire) ambientato al tempo di Massimino il trace. Mi chiedevo se è mai stata trovata una officina di coniazione illegale a Milano.

se no, sarebbe credibile immaginarne una tra la fine del I secolo e iniziò II secolo? Se non a Milano dove?

grazie a tutti in anticipo per la cortese risposta

(se avete dritte da darmi riguardo al periodo sono tutte ben accette)

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Non Salve a tutti? 

Mi sembra un incipit originale...?

Non credo di apportare molto alla discussione e soprattutto nulla di troppo attendibile, mi limito alle varie discussione qui sul forum dove non mi sembra di averne mai sentito parlare.  Vuoi, però,  che con tutta la frenesia di fare che c'è da queste parti non ci sia stato qualche "imprenditore" un po' sopra le righe?

M.

 

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2 ore fa, Filippo il bello dice:

Non Salve a tutti? 

Mi sembra un incipit originale...?

Non credo di apportare molto alla discussione e soprattutto nulla di troppo attendibile, mi limito alle varie discussione qui sul forum dove non mi sembra di averne mai sentito parlare.  Vuoi, però,  che con tutta la frenesia di fare che c'è da queste parti non ci sia stato qualche "imprenditore" un po' sopra le righe?

M.

 

Il non è li per sbaglio hehehe 

comunque anch’io spulciando tra i post nelle varie sezioni non ho trovato nulla..

speravo nell’intervento di qualche esperto di imitative per fugare i dubbi o un esperto di impero come @Legio II Italica (non volermene se ti cito).

è vero che si tratta di un racconto di finzione ma volevo che più particolari possibili corrispondessero al reale e laddove ci sono vuoti storici o più interpretazioni riempirli in maniera “verosimile”.

facendo un paragone cinematografico non vorrei un Massimo meridio con tanto di orologio da polso hehehe 

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7 ore fa, JammaNMR dice:

Il non è li per sbaglio hehehe 

comunque anch’io spulciando tra i post nelle varie sezioni non ho trovato nulla..

speravo nell’intervento di qualche esperto di imitative per fugare i dubbi o un esperto di impero come @Legio II Italica (non volermene se ti cito).

è vero che si tratta di un racconto di finzione ma volevo che più particolari possibili corrispondessero al reale e laddove ci sono vuoti storici o più interpretazioni riempirli in maniera “verosimile”.

facendo un paragone cinematografico non vorrei un Massimo meridio con tanto di orologio da polso hehehe 

Salve e grazie della citazione @JammaNMR , premetto che non sono esperto di monete imitative romane , ma credo che storicamente questa produzione di monete si possa datare , come inizio , dalla seconda meta' circa del III secolo che coincise con la grande "crisi dell' Impero" , fino alle barbariche .

Per quanto riguarda le zecche che produssero queste monete , penso che non risiedessero nelle citta' , ma che fossero zecche di emergenza di confine , di limes , oppure di zecche mobili o itineranti al seguito di spostamenti di intere Legioni da un capo all' altro dell' Impero per soddisfare le esigenze dei soldati , del tipo per capirci delle monete repubblicane emesse al seguito delle Legioni , ad esempio , di Marco Antonio .

E' anche possibile , ma non dimostrabile , che queste monete chiamate oggi "imitative" fossero prodotte anche da zecche cittadine ufficiali , specialmente galliche , che a partire dal III secolo e successivamente subirono saccheggi ad opera dei Germani invasori e morti o dispersi i maestri ufficiali di officina , le produzioni fossero affidate per emergenza a personaggi appunto di emergenza e quindi professionalmente scadenti .

Tutto questo in un modo o nell' altro andava a scapito della qualita' dei conii imperiali essendo di "emergenza" , ma non e' detto che tutte queste emissioni fossero di basso livello qualitativo .

Modificato da Legio II Italica
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4 ore fa, Legio II Italica dice:

Salve e grazie della citazione @JammaNMR , premetto che non sono esperto di monete imitative romane , ma credo che storicamente questa produzione di monete si possa datare , come inizio , dalla seconda meta' circa del III secolo che coincise con la grande "crisi dell' Impero" , fino alle barbariche .

Per quanto riguarda le zecche che produssero queste monete , penso che non risiedessero nelle citta' , ma che fossero zecche di emergenza di confine , di limes , oppure di zecche mobili o itineranti al seguito di spostamenti di intere Legioni da un capo all' altro dell' Impero per soddisfare le esigenze dei soldati , del tipo per capirci delle monete repubblicane emesse al seguito delle Legioni , ad esempio , di Marco Antonio .

E' anche possibile , ma non dimostrabile , che queste monete chiamate oggi "imitative" fossero prodotte anche da zecche cittadine ufficiali , specialmente galliche , che a partire dal III secolo e successivamente subirono saccheggi ad opera dei Germani invasori e morti o dispersi i maestri ufficiali di officina , le produzioni fossero affidate per emergenza a personaggi appunto di emergenza e quindi professionalmente scadenti .

Tutto questo in un modo o nell' altro andava a scapito della qualita' dei conii imperiali essendo di "emergenza" , ma non e' detto che tutte queste emissioni fossero di basso livello qualitativo .

Grazie per la risposta :)

dagli altri post avevo intuito che non eri esperto di imitative ma ti ho citato per la tua immensa conoscenza riguardo allimpero in genere.

quindi se ho capito bene le imitative hanno iniziò nel 250 circa e sono conseguenza delle invasioni che, o trucidavano i mastri coniatori o, data l’insicurezza generale, favorivano lo sviluppo delle zecche clandestine.

in questo caso sono fuori periodo rispetto al mio racconto purtroppo e non vorrei creare una forzatura temporale.

fortunatamente non è un punto cardine anche se mi sarebbe piaciuto inserire i problemi legati alle monete false. 

Forse @grigioviola può dare qualche dritta in più a riguardo visto, che se non erro, è il suo campo 

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Ciao @JammaNMR , considera comunque che al tempo di Massimino il Trace , Mediolanum non aveva una zecca ufficiale di Stato , fatto che si realizzo' solo ad iniziare dal regno di Valeriano / Gallieno , cioe' non prima del 253 .

Purtroppo poni delle domande a cui credo nessuno puo' darti risposte certe , sarebbe come chiedere se oggi a Roma , a Milano o in qualsiasi altro posto in Italia esistessero dei falsari di euro e in quale luogo , se si sapesse con certezza di conseguenza non esisterebbero i falsari . 

Inoltre perché pensi che le "imitative" siano state prodotte da falsari ? credo invece che tutte siano state coniate in determinate circostanze socio militari .

Modificato da Legio II Italica
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1 minuto fa, Legio II Italica dice:

Ciao @JammaNMR , considera comunque che al tempo di Massimino il Trace , Mediolanum non aveva una zecca ufficiale di Stato , fatto che si realizzo' solo ad iniziare dal regno di Valeriano / Gallieno , cioe' non prima del 253 .

Purtroppo poni delle domande a cui credo nessuno puo' darti risposte certe , sarebbe come chiedere se oggi a Roma , a Milano o in qualsiasi altro posto in Italia esistessero dei falsari di euro e in quale luogo , se si sapesse con certezza di conseguenza non esisterebbero i falsari . 

Good point hehehe

però a mia discolpa c’è avevo letto un trade su un villaggio francese (fontainbleu se rammento con esattezza) con tre officine di falsari e quindi mi sono azzardato a chiedere se ci fossero notizie a riguardo di officine simili in Italia :)

oltre a una più generica informazione su la circolazione di falsi precedenti a Massimino che mi permetterebbe di avere mano libera a riguardo proprio per le motivazioni che hai portato.

riflettendo sul tuo post precedente ora mi appare lampante l’impossibilità di avere una officina dentro o fuori le mura della città a causa dei rumori e dei fumi dovuti all’attività della zecca clandestina. 

L’unica possibilità sarebbe agire sotto copertura (dentro l’officina di qualche fabbro già esistente ad esempio) ma la vedo tirata un po’ per i capelli.

 

 

Approfitto per ringraziare tutti i partecipanti di questo forum e in particolare modo lo staff.

La lettura dei trade nelle varie sezioni e le discussioni sempre costruttive sono uno stimolo che ha risvegliato la mia fame di storia e la mia voglia di scrivere sopita ormai da tempo.

numismaticamente sono ancora agli inizi, posseggo solo due monete e nessun libro, ma trovo che sia una materia davvero affascinante che permette di approfondire aspetti poco noti e/o poco trattati.

per questi motivi mi sento di ringraziarvi con tutto il cuore.

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DE GREGE EPICURI

Come è già stato detto, le monete imitative sono una cosa, le falsificazioni un'altra. Queste ultime sono rappresentate, ad esempio, dai denari suberati del periodo imperiale  (nucleo di rame e sottile strato di Ag); non sappiamo dove fossero eseguite le coniazioni, ma c'erano sicuramente un po' dappertutto, anche in Italia.

Le imitative esistono anche in età repubblicana, e venivano prodotte probabilmente per mancanza di circolante: bronzi in Spagna, denari repubblicani in Pannonia/regione danubiana, e anche più ad oriente.

Ci sono imitative in rame di Augusto e di Claudio, soprattutto in Gallia.

Poi c'è il "trionfo" delle imitative nel Regno delle Gallie dopo la metà del 3° secolo, soprattutto per i Tetrici ma (meno) anche per Postumo, Claudio 2° ecc.

Infine, le imitative costantiniane (e post-costantiniane) nel 4° secolo, prodotte (pare) sia in zone della Gallia che in Pannonia, territori danubiani, e probabilmente anche in Africa.

Modificato da gpittini
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@gpittini ti ha risposto magnificamente con un'ottima sintesi.

Il sito francese è Chateaubleau :) da quel che mi risulta in Italia non sono stati identificati siti di produzione locale analoghi.

Forse una situazione interessante e per certi versi attinente si verificò a Roma durante il periodo di Felicissimo e la rivolta della zecca contro Aureliano. A questo episodio, forse, sono riconducibili le imitative italiche della serie DIVO CLAUDIO, le emissioni di bassa qualità e ridotto diametro della serie di Gallieno con lo zoo al rovescio (che si distinguono dalle sorelle migliori dotate di diametro e peso superiori a parità di impronta) e la serie ibrida di DIVO CLAUDIO/Rovescio "lifetime".

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1 ora fa, gpittini dice:

DE GREGE EPICURI

Come è già stato detto, le monete imitative sono una cosa, le falsificazioni un'altra. Queste ultime sono rappresentate, ad esempio, dai denari suberati del periodo imperiale  (nucleo di rame e sottile strato di Ag); non sappiamo dove fossero eseguite le coniazioni, ma c'erano sicuramente un po' dappertutto, anche in Italia.

Le imitative esistono anche in età repubblicana, e venivano prodotte probabilmente per mancanza di circolante: bronzi in Spagna, denari repubblicani in Pannonia/regione danubiana, e anche più ad oriente.

Ci sono imitative in rame di Augusto e di Claudio, soprattutto in Gallia.

Poi c'è il "trionfo" delle imitative nel Regno delle Gallie dopo la metà del 3° secolo, soprattutto per i Tetrici ma (meno) anche per Posrtumo, Claudio 2° ecc.

Infine, le imitative costantiniane (e post-costantiniane) nel 4° secolo, prodotte (pare) sia in zone della Gallia che in Pannonia, territori danubiani, e probabilmente anche in Africa.

Viva Orazio!

Grazie mille per la delucidazione :) purtroppo essendo agli inizi ho le idee poco chiare su molte questioni..

Quindi volendo trattare di falsari ho mano libera 

grazie anche a @grigioviola per le info aggiuntive :) 

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