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IGNORED

identificazione follis


Edoal85

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@inperconst Grazie! direi che si tratta proprio di lui! ? sopra la I sembrerebbe esserci qualcosa tipo una stella (?? - perdonatemi l'ignoranza) che la renderebbe simile alla SB175.

OT: cercando qualche info in più mi sono imbattuto nella particolare storia di questa moneta (di cui sarete ovviamente a conoscenza ma mi ha attirato molto). ?

https://ojs.lib.uom.gr/index.php/BalkanStudies/article/viewFile/422/429

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  • 2 settimane dopo...
Supporter

Non ne ero a conoscenza a dire il vero, grazie per averlo condiviso. Tuttavia non ho capito il punto. la moneta da 16 nummi di tessalonica era parificata ai 40 di costantinopoli? per cui vi era la serietta 16, 8 , 4 e 2 nummi parificata ai 40, 20, 10 e 5 nummi. Non ho compreso da dove sia nata questa diversificazione.

Modificato da azaad
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No il 16 non Era parificato al 40.. Tessalonica e Alessandria avevano sistemi a se... 

Da cellulare fatico a scrivere ma domani provo a dare un quadro della cosa

Saluti

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Supporter

Ti ringrazio, 

interessante approfondire la questione. A rigore fino alla riforma di Anastasio l'unica moneta spiccia circolante era il nummo, per cui risulta poco chiaro perché si svilupparono sistemi diversi a cosi poca distanza da Costantinopoli. Capisco l'Egitto, cje in epoca Romana ha sempre fatto storia a se, ma Tessalonica era poco distante dalla capitale. 

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caro @azaad

provo  a rispondere  alla tua domanda che in poche righe include diverse complessità che provo a separare....

partiamo dal "sistema bizantino standard" ... 1 - 5 - 10 - 20 - 40 .... già qua va detto che il penta (5) nella prima riforma di Anastasio non esiste e viene creato con la seconda riforma (c. 512).  poiché in quel momento le monete raddoppiano il proprio peso, qualcuno (tra cui Carlà), ha sollevato l'ipotesi che il "nummo", prima di quella data valesse "5 nummi"

introduco quindi il tema "nummo" su cui si è detto molto...ma si fatica a trovare una soluzione....

chiamiamo AE4 la monetina con il monogramma, così da non confondere la forma con la sostanza...perché se lo chiamo nummo , lo identifico con l'unità monetaria, la qual cosa non è certa.. e se è avvenuta, non si sa quando....

un forte argomento rispetto alla teoria che il valore dell'AE4 pre riforma del 512 fosse di 5 nummi sta proprio nella moltiplicazione dei pesi che porta all'introduzione del pentanummo

in un prossimo articolo, argomento ulteriormente questa ipotesi basandomi sulle successive emissioni di Giustino I

quale fosse il valore dell'AE4 in effetti non è dato saperlo, e le elucubrazioni in merito sono infinite e danno valori di 1, 2, 2,5, 4, 5 e chi più ne ha più ne metta, anche se a mio avviso la domanda dovrebbe essere non solo "quanto valeva l'AE4", ma "Quando"...nel senso che è probabile che il "valore" sia mutato nella sua "vita " di più di un secolo....

 

POI i sistemi paralleli... che sono 3 almeno e non 2

1 - Alessandria, che ha e continua ad avere un SUO sistema,  probabilmente storicizzato, basato sul numero 3

abbiamo infatti emissioni da 1, 3, 6, 12, 33 nummi, con il 12 IB come moneta più diffusa.... emessa fino agli albori del VII secolo durante l'occupazione persiana...

2 - Tessalonica che come noto ha un sistema basato sul numero 4 ..... 1, 2, 4, 8, 16 ... che poi la moneta da 16, IS, fosse detto "follis" per me va dimostrato.... certamente a un certo punto la moneta da 16 viene sostituita dalla moneta da 20 (K), con un peso praticamente identico, e il sistema va scemando.... nel volume "tresor" della Morrisson le IS di Tessalonica sono  computate insieme alle K... per capirci...

3 - Cherson, che è meno nota, ma ha un sistema basato sul 5...con radici che forse partono dagli AE2 di Teodosio II e passano quasi certamente per Leone I e Verina, monete che esprimono sempre una epsilon...forse di valore...ma tant'è che i follis di Cherson riportano il numero 8 (H) ovvero 8 pentanummi.... = 40 e i mezzi follis il numero Delta = 4 = 4 pentanummi = 20

 

tutto questo era possibile grazie a una circolazione "chiusa" come quella di Cherson e Alessandria, e a una circolazione che principalmente rimaneva  nei territori limitrofi alle zecche come per Tessalonica...su questo, ovvero sulla mobilità della circolazione del bronzo, consiglio di leggere proprio "Tresor" del 2006 della Morrisson, che prendendo in esame una valanga di ritrovamenti dimostra che la maggioranza delle monete nell'area di Tessalonica erano coniate A Tessalonica... mi pare di ricordare un numero superiore al 50%... e comunque le pezzature tipo il 16 in giro per il mediterraneo  si trovano raramente o in numeri limitati mischiati al resto

poi il pragmatismo che fu tipico romano, favorì certamente il mantenimento di usi che erano fortissimamente radicati, soprattutto in territori con una economia "forte"...vedi Cherson, porta per l'oriente, e Alessandria...

mamma mi sono dilungato...scusate... spero di non avervi annoiati... come vedete con il cellulare sarei impazzito a scrivere questa cosa  :D

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