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Stemma bianco


sandokan

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Caro Corbiniano,

nello sfogliare un tomo di 900 pagine dal titolo "MONUMENTI CESENATI" di F. Zarletti a cura di A. Pistocchi, fra le tante illustrazioni contenute ho trovato una stemmario delle famiglie nobili del luogo.

Mi scuso per la bruttissima fotocopia, ma il mio scanner è del tutto inadatto a copiare l'immagine da un libro così voluminoso.

Vi è uno stemma indicato come "fig. 369" sul quale per evidenziarlo ho tracciato uno scarabocchio di colore rosso.

E' indicato come "Stemma bianco" e non contiene nulla, a differenza degli altri che sono appunto stemmi gentilizi.

La mia domanda è questa : in Araldica esiste, può essere concepito uno "Stemma bianco" ?

Capisco che se si deve riempire uno spazio circoscritto con un tot di stemmi e rimane lo spazio per uno, chi è incaricato dell'opera piuttosto che lasciare un buco, uno spazio vuoto abbia inserito uno "Stemma bianco" che non significa alcunché ma, semplicemente e come diremmo oggi, "è in bianco", cioè non contiene nulla, non è uno stemma.  

Qualche dubbio però mi resta : che senso avrebbe avuto inserire questo oggetto tra gli stemmi delle famiglie nobili ?

Magari tu ne sai qualcosa…...Un saluto cordiale e grazie ancora.1785826750_stemmabianco.thumb.jpg.9a3dda6b183f817322b3748bca2a2f2c.jpg

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Sembra che però non sia legato a nessuna famiglia. Che sia la base comune di partenza?

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25 minuti fa, stefanoforum dice:

Sembra che però non sia legato a nessuna famiglia. Che sia la base comune di partenza?

Ipotesi interessante…..Grazie.

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Carissimo @sandokan, non dispongo del volumone che dici, ma qualche ragionamento penso di poterlo fare.

A quel che mi risulta, dovrebbe trattarsi di un'edizione del 2011 curata dal Pistocchi e riproducente un manoscritto del XIX dello Zarletti, conservato in Biblioteca comunale a Forlì.

Se fosse così, allora credo proprio che al 99% le pagine da te scansionate riproducano i disegni originali presenti nel manoscritto.

Me lo fa supporre l'indicazione del foglio (es. 494v, 495r, ecc.) che accompagna ognuno di essi.

Quindi, per logica, devo supporre che a f.494v (ossia al verso del foglio 494 del manoscritto) lo Zarletti abbia disegnato uno scudo che poi non ha riempito con uno stemma, lasciandolo quindi vuoto.

O "bianco", come pare lo abbia definito il Pistocchi se (com'è intuibile) le diciture fra parentesi quadre siano sue.

?

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18 ore fa, Corbiniano dice:

Carissimo @sandokan, non dispongo del volumone che dici, ma qualche ragionamento penso di poterlo fare.

A quel che mi risulta, dovrebbe trattarsi di un'edizione del 2011 curata dal Pistocchi e riproducente un manoscritto del XIX dello Zarletti, conservato in Biblioteca comunale a Forlì.

Se fosse così, allora credo proprio che al 99% le pagine da te scansionate riproducano i disegni originali presenti nel manoscritto.

Me lo fa supporre l'indicazione del foglio (es. 494v, 495r, ecc.) che accompagna ognuno di essi.

Quindi, per logica, devo supporre che a f.494v (ossia al verso del foglio 494 del manoscritto) lo Zarletti abbia disegnato uno scudo che poi non ha riempito con uno stemma, lasciandolo quindi vuoto.

O "bianco", come pare lo abbia definito il Pistocchi se (com'è intuibile) le diciture fra parentesi quadre siano sue.



?

Tutto esatto, Corbiniano. 

Questo ponderoso volume è stato finanziato dalla Cassa di Risparmio di Cesena e il manoscritto originale dello Zarletti fa parte delle Raccolte Piancastelli della Biblioteca comunale Aurelio Saffi di Forlì.

Il volume ha per titolo "Monumenti Cesenati", e tra le loro immagini c'è anche lo stemmario di cui stiamo parlando. Tu mi confermi che si tratta di uno stemma vuoto, in bianco, e forse per completezza il Pistocchi lo ha elencato tra gli altri.

Un'altra cosa che mi ha colpito è che tutti gli stemmi  siano contenuti nello stesso tipo di scudo, ma non credo che nella realtà la cosa sia verosimile : il tuo parere ?

Grazie !

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5 ore fa, sandokan dice:

(...)

Un'altra cosa che mi ha colpito è che tutti gli stemmi  siano contenuti nello stesso tipo di scudo, ma non credo che nella realtà la cosa sia verosimile : il tuo parere ?

Grazie !

Beh, questa è una cosa frequente nei manoscritti, specialmente quelli dei secoli più vicini a noi.

Spesso l'artista disegnava per prima cosa una serie di scudi, facendoli tutti uguali per questioni di armonia e di praticità: in certi casi, poteva usare uno stampo o un analogo mezzo tipografico.

Così facendo, di solito occupava ogni pagina del manoscritto con un numero fisso di scudi.

Poi, uno alla volta, li riempiva con altrettanti stemmi.

E, se il riempimento seguiva criteri specifici, di scudi vuoti potevano rimanerne non pochi.

Ad esempio, se l'artista li disegnava seguendo l'ordine alfabetico dei titolari, alla fine di ogni lettera spesso qualche "buco" ci rimaneva (oppure l'artista ce ne lasciava, prevedendo di poterli riempire in seguito).

Lo stesso accadeva alla fine di ogni località, nel caso seguisse un criterio geografico.

 

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