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Grosso Ferdinando Gonzaga (1612-1626)


piergi00

Risposte migliori

Per la Zecca di Casale :

Grosso Ferdinando Gonzaga (1612-1626)

Mir Piemonte 338

D/ FER DVX MAN EMF  in ghirlanda d'alloro

R/ Anepigrafo , grande croce con croci nei quarti , entro ghirlanda.

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Modificato da piergi00
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@piergi00

Mi sa che dovrai aprire una parentesi mantovana nella tua colelzione, visto che questa tipologia è con ogni probabilità un'emissione della zecca di Mantova e non di quella di Casale! ?

(leggiti Fine di una Dinastia, fine di uno Stato. La scomparsa dei Ducati di Mantova e di Monferrato dallo scacchiere europeo del buon Luca Gianazza, a pag. 98 e 99)

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Aggiungo una considerazione: questa e altre tipologie mantovane sono state spesso assegnate a Casale solo per la presenza della croce di Gerusalemme, che non è affatto un simbolo di Casale, ma una blasonatura che i Gonzaga ereditarono dai Paleologi. Un pò come se si volessero assegnare a Mantova tutte le monete che presnetano blasonature come il monte Olimpo, il motto FIDES ed altro ancora (ben presenti anche su monete emesse da Casale), che appartengono alla famiglia, e non alle città o alla zecca.

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52 minuti fa, Paolino67 dice:

@piergi00

Mi sa che dovrai aprire una parentesi mantovana nella tua colelzione, visto che questa tipologia è con ogni probabilità un'emissione della zecca di Mantova e non di quella di Casale! ?

(leggiti Fine di una Dinastia, fine di uno Stato. La scomparsa dei Ducati di Mantova e di Monferrato dallo scacchiere europeo del buon Luca Gianazza, a pag. 98 e 99)

Si ho letto .  Purtroppo L - Gianazza come spesso ha fatto con la monetazione sabauda pone dei dubbi sulle affermazioni fatte da autori precedenti ma non porta elementi e prove concrete di quello che sostiene.  Mi viene in mente la critica fatta al Biaggi su Panorama Numismatico e le risposte che gli sono state date.

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26 minuti fa, piergi00 dice:

Si ho letto .  Purtroppo L - Gianazza come spesso ha fatto con la monetazione sabauda pone dei dubbi sulle affermazioni fatte da autori precedenti ma non porta elementi e prove concrete di quello che sostiene.  Mi viene in mente la critica fatta al Biaggi su Panorama Numismatico e le risposte che gli sono state date.

Devo dire invece che trovo le sue obiezioni (almeno in questo caso, non ho le conoscenze per mettere bocca sulla monetazione sabauda) più che sensate. La realtà dei fatti è che sono gli autori precedenti che non hanno mai portato prove concrete sulle loro affermazioni, che sono sempre state prese per buone. A meno che si voglia prendere per buona una classificazione operata semplicemente per una lettura delle simbologie riportate sulla moneta!

Chi segue assiduamente la monetazione gonzaghesca riesce a rendersi conto che al di là delle doverose ricerche storiche alcune monete semplicemente non possono essere di Casale, perchè non ne hanno alcuna caratteristica. Sul mercato antiquario mantovano è facilissimo reperire tipologie come questo grosso o come il quattrino FDMM (da tutti assegnate a Casale), mentre al contrario le parpagliole/cavallotti col San Francesco, piuttosto che i quarti con Santa Caterina o i grossi con la croce ornata, si reperiscono quasi esclusivamente sul mercato piemontese o tuttalpiù francese. E questo senza contare altre considerazioni di carattere stilistico, come la somiglianza di questo grosso con il grossetto con l'aquila coronata (emissione certamente mantovana) la corona d'alloro spesso ricorrente nella monetazione mantovana di questo periodo, l'assenza di millesimo tipica della monetazione mantovana e non certo di quella casalese, lo stile dei tondelli che rappresenta la norma per Mantova, molto meno per Casale dove i piccoli nominali sono sempre coniati tu tondelli molto grezzi e malfatti.

Per quanto non possano essere prese come prove decisive, qualcosa vorrà pur dire, soprattutto quando vanno a compendio di evidenze storiche che puntano decisamente dalla stessa parte, con buona pace di chi si basa su un certo conservatorismo storico.

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