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IGNORED

Uno dei principali miti greci su un medaglione di piombo


apollonia

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Il medaglione, di piombo con residui di doratura, è datato attorno al secondo sec. a. C. e proviene da Nicea, in Bitinia (NIKAIΩN sul rovescio). Il mito è quello del rapimento di Persefone da parte di Ade.

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10367. BITHYNIA, NIKAIA. EXTREMELY RARE GREEK MEDALLION OF PERSEPHONE IN HADES, Asia Minor, c. 2nd century BC. Pb27, 12.52 g. Obverse: Hades seated three quarter facing on his throne in the underworld holding his scepter, the abducted Persephone standing to his right facing left; traces of an unknown legend around. Reverse: NIKAIΩN; Triptolemos naked driving a chariot pulled by two giant winged serpents left. Good F. Extremely rare, possibly unique. Remnants of gold plating. A wonderful depiction of one of the major Greek myths.

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Il diritto del medaglione raffigura Ade, il dio dell’Erebo, seduto sul trono del suo mondo sotterraneo dove dimorano i morti con in mano lo scettro e alla sua destra, in piedi, Persefone, la sposa da lui rapita.

 

Persefone, figlia di Zeus e di Demetra, era una giovane fanciulla semplice e obbediente alla madre che non la lasciava mai. Un giorno di primavera però, mentre era con le sue amiche, sotto la vigilanza di Demetra, correndo in una vallata nei pressi di Enna, in Sicilia, Persefone si perse e nonostante chiedesse aiuto nessuno riuscì a sentirla; improvvisamente la terra si aprì sotto i suoi piedi, e dal baratro che si formò uscì un carro tirato da quattro cavalli neri come la pece. Era il carro dell'oscuro dio dell'Erebo, Ade, che afferrò la fanciulla, la portò sul carro e la trascinò nell'abisso; nessuno poté sentire le urla e i pianti della fanciulla spaventata. Demetra cercò inutilmente sua figlia e quando si accorse che era sparita fu presa dall'ansia. Si mise subito a cercarla nei dintorni, nella vallata, nei boschi, con la disperazione nell'anima; quando si accorse che stava calando la notte le venne in mente di invocare Ecate, che della notte era la signora. Ecate, che aveva sentito le urla di Persefone, fu molto ambigua nella sua risposta ma le consigliò di recarsi dal Sole al cui sguardo nulla può sfuggire. Dopo un lungo vagare durato nove giorni e nove notti, si trovò dinanzi al palazzo del Sole che l'accolse col rispetto dovuto. Il Sole le spiegò che per volere di Zeus, Persefone era stata rapita da Ade che l'aveva portata giù nel regno tenebroso. Afflitta per la terribile notizia e arrabbiata con Zeus che aveva disposto di sua figlia senza dirle niente, Demetra si rifiutò di tornare sull'Olimpo e abbandonò il suo aspetto di dea; assunse le sembianze di una vecchia decrepita, vestita di cenci e riprese il suo lungo cammino, sperando di consumare il suo dolore, quando dalla Sicilia si ritrovò finalmente in Grecia, nell'Attica in Eleusi. Esausta si accasciò a terra, accanto a un pozzo e scoppiò a piangere. Passava di lì una donna che ebbe pietà della vecchia e la condusse a casa sua. Era una casa molto povera, un capanna da pastore dove abitavano infatti il pastore Celeo e sua moglie. Metanira. Da essi erano nati due figli, Trittolemo e Demofoonte. I due pastori furono molto buoni e vicini a Demetra, che aveva raccontato della perdita della sua giovane figlia e la dea, per ricambiare il bene che quelle umili persone le avevano dato, una notte cercò di guarire il piccolo Demofoonte, gravemente malato: mentre i genitori erano in camera a dormire, prese il bambino e gli fece bere un decotto e poi, secondo il rito a lei noto, mise il piccolo tra le fiamme mentre pronunciava delle formule magiche; Metanira appena vide quella scena, spaventata, strappò dalle fiamme il suo bambino e credendo che la donna fosse una pazza che voleva far del male ai suoi figli si infuriò. Demetra allora riprese le sue sembianze di dea e spiegò a Metanira che voleva rendere il piccolo immortale, ma avendo lei interrotto il rito, non poteva più continuare anche se il bambino presto sarebbe guarito. Demofoonte infatti guarì. Negli Eleusi, Demetra fece innalzare un tempio e come sacerdote scelse Celeo a cui avrebbe dovuto succedere il figlio Trittolemo.

Da http://mitologiagreca.blogspot.com/2007/07/persefone.html

Ma qui dobbiamo passare alla raffigurazione sul rovescio del medaglione.

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Appena divenne grande, Demetra insegnò a Trittolemo tutti i riti del proprio culto e dell'arte della coltivazione. Trittolemo fu il primo uomo a costruire un aratro e a lui si attribuisce la diffusione dell'agricoltura in quanto Demetra gli diede un carro tirato da draghi alati, con cui doveva percorrere il mondo seminando il grano. Più tardi Trittolemo divenne giudice dei morti agli Inferi, dove figura talvolta a fianco di Eaco, Minosse e Radamanto.

 

Nel seguito della vicenda Demetra riprese il proprio vagabondare, con il cuore e il pensiero sempre rivolti all'amata figlia e al suo triste destino. A un certo punto trovò il modo di risolvere il problema: con il semplice tocco delle mani rese la terra infruttuosa, tanto che gli uomini stavano morendo tutti. Zeus allora le mandò Iris, che però non riuscì a placare la sua ira. Per salvare il genere umano fu Zeus a dover scendere a patti. Mandò Ermes da Ade per ottenere che Persefone tornasse a rivedere la luce del sole. Il dio del regno oscuro obbedì purché poi sua moglie potesse tornare da lui, e per maggior sicurezza di questo ritorno, fece mangiare alla sua sposa alcuni chicchi di melagrana, simbolo del matrimonio, poiché una eterna legge del Destino stabiliva che chi avesse mangiato nella casa del marito alcuni chicchi di questo frutto presto vi avrebbe fatto ritorno. Persefone tornò alla luce del sole e la madre festeggiò questo evento ricoprendo la terra di fiori e frutta. Zeus poi, per conciliare l'amore materno con le esigenze del marito, stabilì che Persefone avrebbe vissuto due terzi dell'anno con la madre e l'altro terzo con Ade nell'Erebo.

Questo mito nasconde un significato simbolico: Persefone, che deve scendere ogni anno nella dimora dei morti, non è che la figura del seme, del chicco del grano che viene seminato sotto terra e vi rimane appunto un terzo dell'anno, fino a primavera, quando Persefone ritorna da sua madre e il grano germoglia alla luce del sole.

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Modificato da apollonia
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Monete con la raffigurazione di personaggi del mito: Ade (NAC 55).

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LOKRIS
LOKRI OPUNTII
Bronze, third quarter of 1st century BC. Æ 11.37 g., 6¢. Diademed head of Hades r., to l., poppy head. Rev. The Dioscuri galloping r. with spears [stars above their heads], below, OΠOYNTIΩN, the whole in laurel wreath. Corpus group 36, 1d. RPC 1338. BMC 88, pl. II, 12. Mionnet, Suppl. 3, p. 490, 36.
The only one in private hands (but see note below), the others in the BM (2),
Berlin, Vienna, the ANS (2), Thebes and Athens. Nice chocolate patina and fine to good fine.

During the time that the text of this catalogue was given its final review, one more of these coins appeared in CNG’s e-sale 235, lot 345. The stars above the heads of the Dioscuri are clear on that specimen but the wheatear below the head on the obverse is not. The RPC mentions an “ear of corn(?)” below the head (surely wheat and not corn that came to Europe from the Americas) but the corpus does not. However, if the CNG cataloguer mentioned a “grain ear” in his description, he must have seen something that does not show on the web photograph. Finally, while the RPC and the corpus describe Hades as wreathed, he is clearly just diademed.

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Monete con la raffigurazione di personaggi del mito: teste di Ade e della suocera accoppiate (LAC 42).

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Lydia, Nysa, c. 1st century BC. Æ (15mm, 3.62g, 12h). Jugate heads of Hades and Demeter r. R/ Dionysos standing l., holding kantharos and thyrsus. Regling Nysa 15a. Green patina, VF

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Monete con la raffigurazione di personaggi del mito: testa di Ade sul diritto e consorte in piedi sul rovescio (Künker 133).

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GRIECHISCHE MÜNZEN (GREEK COINS)
LYDIA - NYSA.
Æs, 1. Jahrhundet v. Chr., Magistrat Lykophron; 3,37 g. Hadeskopf r. mit Lorbeerkranz//Kore steht r. SNG München 352. R Braune Patina, fast vorzüglich

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Monete con la raffigurazione di personaggi del mito: testa di Persefone (NAC 110).

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Greek coins
Syracuse. Tetradrachm circa 310-305, AR 17.04 g. KOPAΣ Head of Kore-Persephone r., wearing barley wreath, earring with drop pendant and necklace; hair flowing freely over neck in loose curls. Rev. AΓAΘOKΛEOΣ Nike, naked to hips standing r. holding nail in l. hand and hammer in lowered r., about to affix conical helmet to top of trophy of arms consisting of cuirass, shield and greaves. In field, monogram AI and in r. field, triskeles. Gulbenkian 334 (this obverse die). SNG München 1267 (this reverse die). Ierardi 91. A portrait of superb style struck on a very broad flan and exceptionally well-centred. Lovely light iridescent tone, minor area of weakness on obverse, otherwise extremely fine Ex NAC 4, 1991, 75 and NAC 82, 2015, M.L., 65 sales. When Agathocles began to issue his tetradrachms it was a novel act, as no such coins had been produced at Syracuse for around seventy years. Prior to about 385 B.C. they had been struck in enormous quantities, which apparently had been sufficient to service the local economy ever since. With his Arethusa/quadriga type, Agathocles not only re-introduced large denomination silver coinage at Syracuse, but he also revived the familiar Arethusa-quadriga design type using a portrait of the goddess that was modelled after the renowned composition of Euainetos. He did, however, update some aspects of the style and fabric, perhaps most significantly in moving the portrait from the reverse to the obverse, just as he eventually did with his Corinthian-style staters. The subsequent issue, to which this coin belongs, bears an innovative type. The portrait of Kore-Persephone is of a decidedly 'modern' style, and is accompanied by the epithet KOPAΣ, identifying her as Kore ('the Maiden'). The reverse composition of Nike erecting a trophy must be seen as an allusion to victory– either achieved or anticipated. Of interest both visually and academically is the development in style and fabric within this series, which quickly erodes from a small group of exceptional dies to a much larger selection of 'barbarous' ones. The present coin was struck by two of the earliest dies in the series, which clearly were the work of gifted Greek artist(s). Not long afterward the series devolves into a coinage that scarcely resembles the inspired artworks of the early strikings, even though the design composition had not changed. The quality differential is so great that it often has been suggested that they were struck at different mints, with the fine-style pieces being produced in Syracuse and the poor style coins emanating from a mint that travelled with Agathocles' army during his North African invasion of 310-307 B.C. The preliminary die-study of Michael Ierardi (AJN 7-8) does not preclude the idea that the fine-style and barbarous issues were separated by time, minting location, or both, as he was unable to find a die link between the two issues. However, if the barbarous examples had been struck in Africa, it would be difficult to explain why they are found principally – if not exclusively – in Sicily, especially since Agathocles had left his army to fend for itself in Africa when he secretly returned to Syracuse in 307 B.C. Thus, it seems more likely that both issues were struck at Syracuse, perhaps in response to different needs.

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Monete con la raffigurazione di personaggi del mito: testa di Persefone (NAC 110).

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Lot 17. Syracuse. Tetradrachm circa 310-305, AR 17.12 g. Head of Kore-Persephone l., wearing barley wreath, triple-pendant earring and necklace; beneath neck truncation, ΝΙ. Around, three dolphins. Rev. ΣΥΡΑΚΟΣΙΩΝ Fast quadriga driven l. by charioteer, holding reins in l. hand and kentron in outstretched r.; above, triskeles. In exergue, ΑΙ ligate. SNG Fitzwilliam 1331. SNG ANS 633. Ierardi 15 (O3/R7).
Extremely fine
Ex CNG mail bid 46, 1988, 109 and Gorny & Mosch 190, 2010, 72 sales.

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Monete con la raffigurazione di personaggi del mito: testa di Persefone sull’elettro (Lanz 148).

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GREEK COINS 
LESBOS 
MYTILENE
Electrum hecte, circa 377 - 326 BC. Head of Persephone with disc earring and wreath of grain right. Rv: Bull butting to left in linear square. Bodenstedt 88. 2,54g. Almost extremely fine.
Persephone, the daughter of Demeter and Zeus, was the wife of Hades and the Queen of the underworld.

 

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Monete con la raffigurazione di personaggi del mito: Trittolemo (CNG 173).

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ATTICA, Athens. Circa 340-335 BC. Æ 17mm (3.47 g). Eleusis mint. Triptolemos, holding grain ear, seated left in winged chariot being drawn by two serpents / Pig standing right on mystic staff; fly below. Kroll 38 var (unlisted control mark); cf. Svoronos, Monnaies pl. 103, 7 (control mark uncertain). VF, brown surfaces.


From the Christopher Morcom Collection. Ex Edward P. Warren Collection.


This statue of Triptolemos was presumably still in its temple when Pausanias (I. 38, 6) visited Eleusis in about AD 160: " The Eleusians have a temple to Triptolemos... They say that the plain called Rharion was the first to be sown and the first to grow crops... Here is shown a threshing floor and altar. My dream forbade the description of the things within the wall of the sanctuary, and the uninitiated are of course not permitted to learn that which they are prevented from seeing."

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Monete con la raffigurazione di personaggi del mito: Trittolemo (The New York Sale 25).

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GREEK COINS
ITALY
MYSIA
CYZICUS
Stater, electrum, about 430-400 B.C. EL 16.05 g. Unbearded Triptolemus, chlamys over shoulders and lower body, r. in car drawn by two winged serpents, holding two ears in his l. hand, his r. hand rests on wing of nearer serpent; below, tunny l. Rev. Four-part incuse square. Von Fritze, Kyzikos 12, 163 and pl. V, 11. SNG BN Paris 314. Very rare type .
Good very fine
Ex The New York Sale VII (2004), 192.

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Monete con la raffigurazione di personaggi del mito: testa di Trittolemo (Künker 89).

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GRIECHISCHE MÜNZEN (GREEK COINS)
ZENTRAL-ITALIEN
ZENTRAL-ITALIEN
UNBESTIMMTE MÜNZSTÄTTE UNTER HANNIBAL. 
Õ-1/2 Schekel, 215/205 v. Chr.; 3.42 g. Triptolemoskopf l.//Pferd r., darüber strahlende Scheibe, flankiert von Uraei. SNG Cop. 359; SNG München 1761. R Sehr schön/vorzüglich
Mögliche Münzstätten sind Meles oder Marmoreae, siehe Robinson, Carthaginian and other South Italian Coinages of the Second Punic War, in: NC 1964, S. 46.

 

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Monete con la raffigurazione di personaggi del mito: testa di Trittolemo (Künker 89).

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GRIECHISCHE MÜNZEN (GREEK COINS)
SICILIA
SICILIA
PUNIER. 
Õ-1/4 Schekel, 213/211 v. Chr., unbekannte Münzstätte; 1.83 g. Triptolemoskopf r.//Pferd r. SNG Cop. 379. R Feine Patina, vorzüglich

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Monete con la raffigurazione di personaggi del mito: testa di Demetra (NAC 84).

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Greek Coins 
Lucania, Metapontum 
Nomos circa 330-290, 7.96 g. Head of Demeter l., wearing barley wreath. Rev. META Ear of barley with stalk and leaf to l.; above and below which, hayfork / [A]Δ. SNG ANS 454. Johnston C 5.5 Historia Numorum Italy 1582. 
A wonderful portrait of fine style struck in high relief, an absolutely unobtrusive.
die-break on reverse, otherwise good extremely fine
Ex LHS sale 100, 2007, 116.

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Monete con la raffigurazione di personaggi del mito: testa di Demetra (LEU WEB AUCTION 8).

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Lot 448. CILICIA. Adana. 164-27 BC. AE (Bronze, 25 mm, 13.86 g, 12 h). Veiled bust of Demeter to right; behind, eagle standing left, head to right; on neck, countermark: radiate head to right within circular incuse. Rev. AΔANEΩN Zeus seated left, holding Nike in his right hand and scepter in his left; in field to left, monograms. Levante, Adana 11 = SNG Levante 1202 (this coin). SNG Paris -. Rare. The reverse a bit rough, otherwise, very fine.

From the collection of Dr. P. Vogl, ex Vecchi 2, 12 September 1996, 506 (with original ticket) and from the collection of E. Levante.
From the collections of Dr. P. Vogl and E. Levante.

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Monete con la raffigurazione di personaggi del mito: testa di Demetra (LEU WEB AUCTION 8).

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Lot 90. LUCANIA. Metapontion. Circa 340-330 BC. Didrachm or Nomos (Silver, 21 mm, 7.81 g, 6 h). Head of Demeter to right, wearing wreath of grain ears, triple-pendant earring and simple necklace, and with a light veil at the back of her head. Rev. META Barley ear with leaf to right; above leaf, oinochoe; below leaf, ΦI. HN Italy 1568. Johnston A8.3. Struck from a somewhat worn obverse die, otherwise, good very fine.

From a European collection, formed before 2005.

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Monete con la raffigurazione di personaggi del mito: testa di Demetra (LEU WEB AUCTION 8).

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Lot 96. LUCANIA. Metapontion. Circa 330-290 BC. Didrachm or Nomos (Silver, 21 mm, 7.89 g, 11 h). Head of Demeter to right, wearing wreath of grain ears, triple pendant earring and pearl necklace; before, [ΔAI]. Rev. META Ear of barley with leaf to right; to right above leaf, plow; below, MAX. HN Italy 1581. Johnston Class C1.2. Struck from somewhat worn dies, otherwise, very fine.

From a European collection, formed before 2005.

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Monete con la raffigurazione di personaggi del mito: testa di Demetra (NAC 78).

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Greek Coins 
Lampsacus 
Stater circa 360, EL 8.42 g. Veiled head of Demeter l., wearing lotus flower wreath, earring and necklace. Rev. Forepart of Pegaus r. All within partially incuse square. Baldwin Lampsacus 16. SNG France 1157. Extremely rare. A wonderful representation of the goddess and work of a very talented master-engraver struck in very high relief, minor marks, otherwise extremely fine Ex Nomos sale I, 2009, 94. In terms of variety and beauty of engraving, no other series of ancient coinage can claim to exceed the gold staters of Lampsacus. Except for the terminal issue of staters, on which the artistry is clumsy, all other Lampsacus stater dies are of exceptional workmanship, and the range and treatment of their subjects is astonishing. Cyzicene electrum is its only peer among large-denomination coinages, and, considering the proximity of the two mints and their rivalry in regional and international trade, one can easily imagine that they competed to outshine each other with their numismatic masterpieces. Though the Cyzicene series is more substantial, the calibre of engraving often falls short, perhaps due to the number of dies that had to be created for such a voluminous series. The same cannot be said of Lampsacene gold, which seemingly was issued over a period of only 50 or 60 years. In all, Baldwin documents 41 issues of Lampsacene staters, of which eight bore figural types and the balance had portraits. Both of these series have much in common with the electrum hectai of Mytilene and Phocaea, which also contain a remarkable variety of designs that often are engraved with great skill. If coinage is any measure, Demeter was among the most venerated deities at Lampsacus. She appears on staters three times: as a portrait with rolled hair and a wreath of grain (Baldwin 9), as a veiled portrait with a wreath of lotus (?) (Baldwin 16 – the present issue), and, seemingly, as a half-figure rising from the earth, holding three stalks of grain (Baldwin 25). The latter type could easily be confused for the primordial Mother goddess Gaia (Ge), the identification preferred by Baldwin. However, it is equally likely to represent Demeter; if so, this type illustrates a core aspect of the Eleusinian Mysteries in which the goddess emerges from her annual stay in Hades, by which her return to the terrestrial world brings an end to winter and allows again for the planting and growth of crops.

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Monete con la raffigurazione di personaggi del mito: testa di Demetra (Roma Numismatics 43).

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Greek 
Lucania, Metapontion AR Stater. Circa 330-290 BC. Wreathed head of Demeter left, wearing triple-pendant earring and necklace / Ear of barley with leaf to left; META upwards to right, griffin right above leaf, AV below. Johnston Class C6.15 (same dies); HN Italy 1589. 7.86g, 21mm, 9h.
About Good Very Fine. Attractive portrait of Demeter.

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Monete con la raffigurazione di personaggi del mito: testa di Demetra (Roma Numismatics 2).

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Greek 
Lucania, Metapontion AR Quarter Shekel. Punic occupation. Circa 215-207 BC. Wreathed head of Demeter right / Two barley ears with leaves to right; META upwards to left, crossed torch above leaf to right. Robinson, Second, pl. VI, 9; SNG ANS 551; SNG Lloyd 405-6; HN Italy 1636. 1.45g, 14mm, 3h.
Near Extremely Fine. Rev. slightly off-centre. Struck from dies of fine style, lightly toned and lustrous. Very Rare.
Sometime after the defeat of Pyrrhos of Epeiros by Rome, Metapontion came under Roman domination. We do not know precisely when this occurred or the circumstances of the event, but the city was amongst the first to defect to Hannibal after the battle of Cannae in 216 BC. However, it was still occupied by a Roman garrison sometime afterwards, and only in 212 when Hannibal captured nearby Tarentum did the Metapontines expel the Roman garrison and fully declare for the Carthaginian cause. Hannibal quickly utilised the city as a supply depot, garrisoning the town with his troops.
It was during the Punic occupation of Metapontion that this coin was struck, and like other Punic issues minted at this time in southern Italy, the fabric and execution of strike are neat and precise with thin flans and competent engraving. The coin retains the portrait of Demeter on the obverse (in contrast to the half shekels struck at the same time, which bear a head of Athena), while on the reverse the traditional city emblem of the grain ear is augmented to a pair.
After the Carthaginian defeat at the pivotal battle of the Metaurus in 207 BC, Hannibal's hopes for victory in Italy were dashed. Having first relocated the inhabitants of Metapontion to protect them from Roman vengeance, in 202 he withdrew all his forces to Africa to protect the motherland from Scipio. Afterwards the city of Metapontion never regained its former prominence, and by the mid second century AD was, according to Pausanias, totally deserted and in ruins (Paus. vi, 19. § 11).

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Monete con la raffigurazione di personaggi del mito: testa di Demetra (CNG 100).

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WESTERN ASIA MINOR, Uncertain. Circa 145-140 BC. AR Tetradrachm (32.5mm, 16.72 g, 12h). Stephanophoric type. Head of Demeter right, wearing wreath of grain ears and triple-pendant earring / Two Kabeiroi, nude but for cloak tied at their necks, standing facing, each wearing laurel wreath and holding staff in outer hand; ΘEΩN KABEIPΩN at sides, ΣYPIΩN below, monogram to lower right; all within wreath. Nicolet-Pierre & Amandry dies D3/R6 (Syros); HGC 6, 709 (Syros); Pozzi 2056 var. (monogram); Dewing 1968 var. (same). EF, toned, traces of find patina, minor die shift on reverse. Very rare.
 

From the Friend of a Scholar Collection. Ex Numismatic Fine Arts XXII (1 June 1989), lot 295; Numismatic Fine Arts VI (27 February 1979), lot 240; Sternberg VII (24 November 1977), lot 103.
 

This issue had long been attributed to the island of Syros based on the reverse legend. Recent scholarship, however, has convincingly shown that this attribution is erroneous, as the reverse legend does not contain an ethnic, but names the type: the Divine Syrian Kaberioi. As the issue has long been linked to a rare portrait emission of Eumenes I with the same reverse type, it is clear that it must belong to a mint in the sphere of the kings of Pergamon. Although it is tempting to attribute it to the royal mint at Pergamon, this Attic-standard issue could have been struck at one of several mints under Attalid control. See A. Meadows, “The Closed Currency System of the Attalid Kingdom” in P. Thonemann, Attalid Asia Minor (Oxford, 2013), pp. 184–91 for the most current analysis of this intriguing coinage.

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Monete con la raffigurazione di personaggi del mito: testa di Persefone sul bronzo (CNG 309)

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LUCANIA, Metapontion. Circa 225-200(?) BC. Æ (16mm, 4.75 g, 2h). Wreathed head of Persephone right / Two grain ears; to right, bird above leaf. Johnston Bronze 78; HN Italy 1714. EF, brown surfaces, minor porosity on obverse. From the JMG Collection.

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Persefone (Proserpina per I romani) ha ispirato «Il ratto di Proserpina» di Gian Lorenzo Bernini, una scultura che fa parte del gruppo di opere comprendente anche «Apollo e Dafne», «Enea e Anchise» e il «David», che Gian Lorenzo Bernini, poco più che ventenne, realizzò per il cardinale Scipione Borghese.

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L’opera rappresenta Ade (Plutone), signore degli Inferi, mentre rapisce la fanciulla per farla divenire sua sposa. Sua madre Demetra (Cerere), quando seppe del rapimento della figlia, si ritirò in solitudine ed essendo lei la dea delle messi, provocò carestia e siccità. Zeus ordinò quindi che Ade restituisse la fanciulla, ma siccome questa, nel mondo dell’aldilà aveva mangiato un chicco di melograno, non poteva far ritorno sulla terra, perché chi va nel regno dei morti e si ciba di qualcosa non può far ritorno nel mondo dei vivi. Intervenne Zeus con la concessione che Persefone trascorresse due terzi dell’anno sulla terra e un terzo con Ade nel regno dei morti.

Persefone, per la particolarità della sua storia, è spesso assunta a simbolo dell’infelicità coniugale. Qui, invece, ancora ignara del suo destino, la vediamo rappresentata come una qualsiasi fanciulla che cerca di sfuggire a un amore non richiesto né corrisposto. Per Bernini, quindi, l’occasione data da questa statua è di creare un movimento dinamico tra la forza avvolgente di Ade e quella respingente di Persefone. Ne consegue un complesso monumentale di notevole complessità, con le due figure che si avvolgono su sè stesse creando una forma a spirale, quasi a materializzare fisicamente un forza che produce torsione.

Il gruppo ha una composizione che è già pienamente barocca, per la sua grande teatralità e per la potente sensazione di dinamicità. Da notare che in questo caso Bernini interseca talmente le linee di forza, create dai due corpi, che il gruppo scultoreo, rispetto ad altri, ha uno sviluppo a 360° nello spazio, proponendosi senza un punto di vista privilegiato, ma con molteplici possibili punti di vista.

Foto e commento tratti dal sito http://www.francescomorante.it/pag_2/211ab.htm

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Modificato da apollonia
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Il gruppo scultoreo e il mito hanno ispirato gli autori di rebus su opere d’arte.

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15 ore fa, apollonia dice:

Il gruppo scultoreo e il mito hanno ispirato gli autori di rebus su opere d’arte.

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Ci provo: 

A CC l'amata IM presa: ACCLAMATA IMPRESA (?)

Ciao da Stilicho

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