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Bronzi punici con Trittolemo o Kore?


domenico.mura

Risposte migliori

Buona giornata a tutti, ho recentemente acquistato un piccolo bronzo siculo/punico (IV-III sec. a.C.) del tipo Kore/Cavallino rampante (o al galoppo) di cui vi allego le foto. Prendendo spunto da una interessante conversazione su un altro forum, vorrei chiedervi se al diritto della moneta compare davvero il profilo di Kore (come da descrizione del venditore) o piuttosto di Trittolemo. In generale, quali sono le differenze tra i due profili e come riconoscerli? Perché questa ambivalenza tra i due personaggi?

Grazie mille a chi vorrà rispondermi!

Domenico

 

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Supporter

La risposta andrà un po' per le lunghe, ma quando si tratta di un mito...

Kore (o Core) è il nome con cui era anche chiamata Persefone, figura della mitologia greca entrata in quella romana come Proserpina. Persefone, figlia di Zeus e di Demetra, era una giovane fanciulla, semplice e obbediente alla madre che non la lasciava mai. Un giorno di primavera però, mentre era con le sue amiche, sotto la vigilanza di Demetra, correndo in una vallata nei pressi di Enna, in Sicilia, Persefone si perse e nonostante chiedesse aiuto nessuno riuscì a sentirla; improvvisamente la terra si aprì sotto i suoi piedi, e dal baratro che si formò uscì un carro tirato da quattro cavalli neri come la pece. Era il carro dell'oscuro dio dell'Erebo, Ade, che afferrò la fanciulla, la portò sul carro e via giù nel baratro sprofondò nell'abisso; nessuno poté sentire le urla e i pianti della fanciulla spaventata. Demetra cercò inutilmente sua figlia e quando si accorse che era sparita fu presa dall'ansia. Si mise subito a cercarla nei dintorni, nella vallata, nei boschi, con la disperazione nell'anima; quando si accorse che stava calando la notte le venne in mente di invocare Ecate, che della notte era la signora. Ecate, che aveva sentito le urla di Persefone, fu molto ambigua nella sua risposta ma le consigliò di recarsi dal Sole al cui sguardo nulla può sfuggire. Dopo un lungo vagare durato nove giorni e nove notti, si trovò dinanzi al palazzo del Sole che l'accolse col rispetto dovuto. Il Sole le spiegò che per volere di Zeus, Persefone era stata rapita da Ade che l'aveva portata giù nel regno tenebroso. Afflitta per la terribile notizia e arrabbiata con Zeus che aveva disposto di sua figlia senza dirle niente, Demetra si rifiutò di tornare sull'Olimpo e abbandonò il suo aspetto di dea; assunse le sembianze di una vecchia decrepita, vestita di cenci e riprese il suo lungo cammino, sperando di consumare il suo dolore, quando dalla Sicilia si ritrovò finalmente in Grecia, nell'Attica in Eleusi. Esausta si accasciò a terra, accanto a un pozzo e scoppiò a piangere. Passava di lì una donna che ebbe pietà della vecchia e la condusse a casa sua. Era una casa molto povera, una capanna da pastore dove abitava infatti il pastore Celeo e sua moglie Metanira. Da essi erano nati due figli, Trittolemo e Demofoonte. I due pastori furono molto buoni e vicini a Demetra, che aveva raccontato della perdita della sua giovane figlia e la dea per ricambiare il bene che quelle umili persone gli avevano dato una notte cercò di guarire il piccolo Demofoonte, gravemente malato: mentre i genitori erano in camera a dormire, prese il bambino e gli fece bere un decotto e poi, secondo il rito a lei noto, mise il piccolo tra le fiamme mentre pronunciava delle formule magiche; Metanira appena vide quella scena, spaventata, strappò dalle fiamme il suo bambino e credendo che la donna fosse una pazza che voleva far del male ai suoi figli si infuriò. Demetra allora riprese le sue sembianze di dea e spiegò a Metanira che voleva rendere il piccolo immortale ma avendo lei interrotto il rito, non poteva più continuare anche se il bambino presto sarebbe guarito. Demofoonte infatti guarì. Negli Eleusi, Demetra fece innalzare un tempio e come sacerdote scelse Celeo a cui avrebbe dovuto succedere il figlio Trittolemo. Appena divenne grande, Demetra insegnò a Trittolemo tutti i riti del proprio culto e dell'arte della coltivazione. Trittolemo fu il primo uomo a costruire un aratro: a lui si attribuisce infatti la diffusione dell'agricoltura. Lasciato l'Eleusi Demetra riprese il proprio vagabondare, il suo cuore e il suo pensiero erano sempre rivolti all'amata figlia e al suo triste destino. Trovò il modo per risolvere il problema: con il semplice tocco delle sue mani rese la terra infruttuosa, tanto che gli uomini stavano morendo tutti; Zeus allora le mandò Iris, che non riuscì a placare l'ira di Demetra. Per salvare il genere umano fu Zeus a dover scendere a patti. Mandò Ermes da Ade per ottenere che Persefone tornasse a rivedere la luce del sole. Il dio del regno oscuro obbedì purché poi sua moglie potesse tornare da lui, e per maggior sicurezza di questo ritorno, fece mangiare alla sua sposa alcuni chicchi di melagrana, simbolo del matrimonio, poiché una eterna legge del Destino stabiliva che chi avesse mangiato nella casa del marito alcuni chicchi di questo frutto presto avrebbe fatto ritorno. Persefone tornò alla luce del sole e la madre per questo evento festeggiò ricoprendo la terra di fiori e frutta. Zeus poi, per conciliare l'amore materno con le esigenze del marito, stabilì che Persefone avrebbe vissuto due terzi dell'anno con la madre e l'altro terzo con Ade nell'Erebo. Questo mito nasconde un simbolo: Persefone, che deve scendere ogni anno nel regno sotterraneo, non è che la figura del seme, del chicco di grano che viene seppellito sotto terra e vi rimane appunto un terzo dell'anno, fino a primavera; quando Persefone ritorna da sua madre e il grano germoglia alla luce del sole. Persefone veniva rappresentata come giovane e bella, col capo incoronato dall'edera e con una fiaccola in mano come sua madre.

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Grazie mille per l'excursus mitologico, molto interessante! Quindi sono due figure strettamente legate, ma come mai trovo queste monete con indicato al diritto a volte il profilo di Trittolemo e altre volte di Kore? Come distinguerli? A me sembrano abbastanza uguali...

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Supporter

Non conosco questa monetazione, ma sul diritto di questo bronzo che penso sia un altro esemplare del tuo noto dei lineamenti mascolini che non hanno nulla a che vedere con la bellezza di Persefone.

Numismatik Naumann (formerly Gitbud & Naumann), Auction 3, lot 146, 05.05.2013

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SICILY. Panormos (as Ziz). Ae (Circa 400-350 BC). Obv: Wreathed head of Triptolemos. Rev: Horse running right. SNG Copenhagen 96. Condition: Good very fine. Weight: 4.2 g. Diameter: 16 mm.

 

Quanto all’attribuzione alla zecca di Palermo, è stato aggiunto un commento che la mette in dubbio, riconoscendo il tipico conio siculo-punico, per quanto di stile particolarmente fine.

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Il busto al dritto del bronzo anepigrafo con al rovescio cavallino rampante o impennato viene oggi identificato quasi unanimemente con Trittolemo.

Rappresenta la prima moneta bronzea cartaginese circolante in Sicilia, coniata verosimilmente nella prima metà del IV secolo. Antecedente a cavallino/Palma e Palma/Protome Equina. Recenti studi tendono a porre in dubbio l'ipotesi che individua sull'isola le uniche zecche che coniarono i bronzi anepigrafi punici , infatti si può ipotizzare una possibile zecca cartaginese per alcune serie. Tale tesi è suggerita dalla grande diffusione che alcune serie hanno avuto in tutto il Mediterraneo. L'unica serie che ha avuto quasi un'esclusiva circolazione sull'isola e quella con il Pegaso che ha anche un indubbio legame con il Pegaso corinzio circolante in Sicilia e quindi porterebbe a pensare ad un esclusiva produzione isolana.

Le monete Trittolemo/cavallino sono state frequentemente riconiate con il tipo palma/protome 

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Supporter

Tornando all’aspetto estetico…

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SICILY, Panormos as "Ziz". Circa 380-340 BC. AE Litra. Punic 'sys', wreathed head of Persephone left, in single-pendant earring & necklace / Horse prancing left; radiate head of Helios above. SNG ANS 553; Calciati 7; SNG Cop 519.

Per la cronaca, alla Triton V il bronzo ha realizzato USD 4250. E l'asta è del 2002!

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Grazie davvero per tutte queste informazioni, la mia incertezza derivava dal fatto che avevo visto più volte indicato questo piccolo bronzo come Kore/cavallino (non ultimo dal venditore da cui l'ho acquistato). Da alcune letture che ho fatto questo piccolo bronzo dovrebbe anche essere la prima moneta in assoluto ad avere corso in Sardegna, nella seconda metà del IV sec. a.c. (mi pare anche secondo il Forteleoni)!

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