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IGNORED

STORIA INEDITA DI UN GIOVANE SOLDATO. 1966 / 67


pizzamargherita

Risposte migliori

Buonasera a @Hirpini @okt @417sonia @Liutprand @uzifox @Saturno @Pierluigi 1965 @Scipio @sandokan che con passione e da protagonisti avete seguito il post della FONDINA promosso da  Hirpini. Ora, non avendo più nulla da postare, apro sulla sezione cartofilia la storia inedita di un giovane soldato italiano, con l'intento di riportare alla memoria quel particolare periodo, bello, brutto, eccitante, noioso, dove c'è chi si è ingrassato e ha imparato a fumare. Un periodo che ogni anno chiamava alla leva obbligatoria moltissimi ragazzi italiani, interrompendo il loro standard di vita.
Mi auguro che questo scritto sia di gradimento e richiami alla memoria le tante e stesse cose e azioni del nostro protagonista.
Non è facile fare un condensato di uno scritto dettagliato rendendolo piacevole e compressivo.
Io ci provo. Se non va bene ed è inappropriato pubblicarlo su www.lamoneta.it ditemelo che chiudo.
Grazie PizzaMargherita. A più tardi.
 

 

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Parte uno. COMINCIÒ COSÌ.

31 dicembre 1965, mattina. Sono in corso i preparativi per la notte di San Silvestro. Sul letto ci stanno due paia di pantaloni, tre camicie, tre cravatte, due pullover con collo a V e un gilé con i bottoni. Ai piedi del letto un paio di scarpe in cuoio con le stringhe e un paio mocassini scuri, vedendomi già vestito con l’accoppiamento più appetibile, immaginando le ragazze guardarmi affascinate per la scelta fatta.
.....
Lo squillo del campanello della porta d’ingresso, un poco prolungato, infranse il gioco. Di fronte un giovane carabiniere, nell’impeccabile divisa con la maestosa riga rossa sui pantaloni neri e lo sguardo autoritario. “Lei è il signor Giorgio Cicardini?” chiese portanto la mano alla visiera in segno di saluto. “ Sì” risposi.
Con un sorriso tra il serio e il faceto e un ghigno beffardo mi porse ‘la cartolina’. “Firmi qui”.  Guardai la cartolina rosa rigirandola tra le mani, fronte e retro. “Ehi Giorgio il prossimo anno sarà veramente un anno diverso” .
“À LA NOUVELLE ANNÉE!!!”
.....
Saronno, venerdì 14 gennaio 1966, ore nove. Ferrovie Nord Milano sulla banchina binario 2, direzione Como. In attesa del treno siamo in quattro ragazzi della stessa età, impacciati e smarriti con nella mente l’eco delle ultime raccomandazioni dei genitori e i consigli degli amici già vecchi della “naja”. Li salutai con un leggero movimento di labbra . Non ci conoscevamo, non c'eravamo mai visti, mai incontrati, provenivamo da punti diversi della città. Sapevamo che per i prossimi quindici mesi la nostra famiglia sarebbe stata l’Esercito Italiano, con tanta nostalgia, dolci pensieri e ricordi di casa nostra.
Contrariamente alle statistiche meteorologiche che per la nostra zona questi sono i giorni più freddi dell’anno, quel dì era una giornata luminosa e primaverile. Un sole splendente, a modo suo, salutava la mia partenza con un abbraccio caldo e carezzevole.
.....
Eravamo in quattordici per la stessa destinazione e tutti d’accordo: avevamo finito la scuola, lavoravamo, eravamo giovani, qualcosa della vita ci sfuggiva. Il servizio militare era un cambio di passo. Saremmo tornati con le idee chiare e il futuro tutto nelle nostre mani.
.....
Milano. Stazione Centrale. Il treno partirà alle ore 21. Da un bar sulla via Pisani, telefonammo a casa comunicando la nostra destinazione. Ingannammo l’attesa ascoltando musica dal juke-box. Con un panino, una pizza, una coca, un bianchino e un caffè, con poca convinzione brindammo alla nostra nuova realtà.

.....
Salimmo lentamente i gradini della grande scalinata raggiungendo l’area binari. Il nostro treno, con tutti gli scompartimenti illuminati, stava al centro dell’arcata centrale, alta e luminosa. Nessuno nei pressi delle carrozze. Calmo e tranquillo il lungo convoglio pareva stesse aspettando solo noi.
......
Vestita di scuro con guanti e cappello di lana camminava a passi brevi appoggiandosi con una mano alla parete della vettura per non perdere l’equilibrio. Sotto il cappotto slacciato aveva una gonna in lana scozzese a pieghe e una maglietta in lana pasante, attillata, che le esaltava il seno. Quando tolse il cappello una gran chioma scura a riccioli espolse davanti ai nostri quattordici paia d’occhi che la stavano guardando con venerazione. Lei curiosa, rispose fissandoci uno a uno. Fermò lo sguardo sul più vicino, chiedendo cosa ci facevamo così tanti ragazzi della stessa età, privi di bagaglio e dove eravamo diretti. “A Lecce” qualcuno rispose, “e quando scenderemo dal treno saremo dei soldati”.
......
Ora il sole stava sorgendo e dal finestrino entrava il nuovo giorno. Il treno correva veloce veloce verso sud lungo la costa del basso Adriatico. Sembrava avesse sempre più fretta di scaricarci. Con il naso schiacciato contro vetro guardavo il paesaggio, Vedevo cose che avevo visto nei libri e in certe cartoline d’epoca. Campi incolti, case bianche e basse con il tetto piatto, vigne, grandi appezzamenti di terreno con piante di ulivo e fichi d’india. Mi sentivo in terra straniera. Avvertivo qualcosa di antico, colto, primitivo, calmo, vivo, caldo, passionale che da noi,  al nord, non esisteva. Quando il treno si fermò in una piccola stazione abbassai il finestrino per dare aria e luce allo scompartimento sentendomi rigenerato. La temperatura era mite, piacevole e rinfrescante. Dopo una notte passata in un piccolo spazio, accucciati sui sedili, dormendo male, era quello che ci voleva.

SEGUE >>>>>

Per cortesia, diteti che tutto va bene e bramate dalla voglia di leggere la parte successsiva.

 

 

 

 

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Supporter

Si, io lo desidero davvero, mi sono sempre piaciuti i racconti della " naja " ( ho apprezzato molto la discussione " fondine " ) anche se il sottoscritto non ha potuto prestare il servizio militare...

Con cordialità, Pasquale :hi:

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14 ore fa, pizzamargherita dice:

Mi auguro che questo scritto sia di gradimento e richiami alla memoria le tante e stesse cose e azioni del nostro protagonista.

Sei davvero bravo/a ( nel tuo nick mi sembra che tu sia una donna ) a scrivere e trasmetti quelle sensazioni che molti di noi hanno provato nel periodo della "naja". Mi piacciono i racconti, nel mio piccolo ho iniziato la discussione "La moneta racconta" che raccoglie delle storie e dei ricordi legati alle monete. 

Complimenti, sono in attesa della seconda parte.

Ciao Beppe 

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Pagina 2.
>>>>> SEGUE pagina 1

.....

Milano - Lecce. Millecento chilometri. Tredici ore e mezza. Lo stridente rumore dei freni del treno in arrivo echeggò nella stazione.  Mi alzai e lentamente, aggiustandomi il nodo della cravatta, abbottonando giacca e cappotto. “Qualcuno di voi ha voglia di scendere?”  “Certo io sono pronto” " Io sto qui disteso sulla panca fino a sera" qualcuno aggiunse. "Che ci facciamo qui? Dai andiamo" comandò un'altro. Ci guardammo attorno in cerca degli ultimi istanti di libertà. Imboccammo un’uscita secondaria fermandoci in un bar per la colazione. Senza un presente,  arrendevolmente tornammo in stazione consegnadoci ai soldati che già ci avevano individuati, riconoscendo in noi, quale banda di nuovi allevi sprovveduti,  erano pronti ad accalappiarci.  Su un autocarro percorremmo strade allegre e affollate di un soleggiato e mite sabato mattina di metà gennaio.
.....
In impaziente attesa, in divisa di gran gala, portieri, inservienti, fattorini dell'Hotel Trizio ci accolsero con un caldo benvenuto. Altri ragazzi arrivati prima di noi erano ancora lì in attesa delle disposizioni. Non provavo né gioia né tristezza. Stava cominciando qualcosa di nuovo.
“Molto bene, si inizia. Qui non avremo problemi ne con il menu ne con il vestiario alla moda. Scordiamoci i fine settimana”.
....
La caserma era veramente un gran bel posto, poco fuori del centro città, a lato di un grande viale alberato con la maestosa e imponente palazzina comando, la palazzina a tre piani con l'alloggio per gli allievi ufficiali a piano terra, delle truppe meccanizzate al primo piano (dove ci sto io) e delle truppe corazzate al secondo. Le aule studio, la mensa e a seguire l’area sportiva/ginnica.  C'è un passo carraio dove ci stanno alcuni meccanizzati M113, dei semoventi M36 Jackson e qualche carro armato M47 Patton. La piazza d’armi e una cappella per la celebrazione della messa domenicale. Al centro una grande area verde la cui manutenzione (piano V) è a cura dagli stessi allievi della caserma Trizio. 
Qui l’aria è pura e fresca come il bacio di una ragazza, il sole splende, il cielo è azzurro. Cosa si può volere di più?
....
Pochi i letti delle camerate ancora liberi. Disponiamo di un letto tubolare (più o meno come i vecchi letti d'ospedale) con ai piedi uno sgabello, un armadio metallico per riporre il vestiaro della giornata con sopra  il “cubo” quel gran borsone di forma quadrata in cui ci sta tutto quello che serve per i quindici mesi di servizio militare. Quello che non ci sta, dicevano i nostri superiori, è superfluo.
.....
Cinque minuti prima delle 22, il brusio, i rumori di chi stava sistemando le proprie cose cessarono, le chiacchere si smorzarono, le parole soffiate divennero sempre più lievi e infine la camerata si zittì. Si spensero le luci mentre l’ambiente ci avvolgeva della luce notturna dai toni alternati di lampade azzurre e rossastre. Le note del silenzio penetravano nel cuore di ognuno di noi, mentre un brivido mi faceva arricciare la pelle: avevo un groppo in gola e mi veniva da piangere. Cullato dal suono della tromba che si faceva sempre più fioco perdendosi lontano lontano sognavo di tornare a  casa... 
sssttt è il silenzio che augura a tutti noi la buona notte.
.....
Sto arricciato sotto le coperte senza prendere sonno. Dalla mezzanotte alle due sono di servizio di notte, in divisa, elmetto, anfibi e baionetta sul fianco sinistro.
Per due vagherò nelle camerate dell’ala ovest della palazzina assicurandomi che tutto sia in ordine. Sarò l’angelo custode dei miei nuovi compagni d’arme. La sveglia è alle 6:30. Sono già tonto prima di cominciare la giornata.

>>>>> SEGUE

Allego la prima foto di mio padre militare. Una posa impeccabile, da bella statuina.

 

 

soldatino.jpg

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Nelle foto: la caserma Felice Trizio, Scuola Allievi Ufficiali di Complemento, A. U. C. (sottoteneti) e Allevi Comandanti di Squadra A. C. S. (sergenti).
La torre di avvistamento Torre Veneri che ha dato il nome al poligono di tiro, posta tra i comuni di San Cataldo e Frigole.
Mappa Satellitare di Torre Veneri, oggi. Nel 1966 c'era solo la sede del corpo di guardia e i capannoni di deposito dei mezzi corazzati, semoventi e meccanizzati. In quel periodo l'area del poligono era brulla, le aree verdi poche. Parole di mio padre che mi passa foto e informazioni.

trizio-torre.jpg

poligono Torre veneri.jpg

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@GiuseppeBallauri, si sono una donna ma ho poco a che fare con questi scritti di mio padre. Tempo fa mi aveva nominata erede unica di tutti i documenti e oggetti riguardanti il suo servizio militare, dei docuneti (fotocopie) del servizio militare del mio bisnonno (prima guerra mondiale) e di mio nonno (servizio di leva e seconda guerra mondiale).
Mio padre aveva partecipato attivamente al post di Hirpini sul tema della fondina in uso nelle forze armate dal 1934 fino, credo, al 1985. Ti assicuro: era ringalluzzito.
Non avendo altro da aggiungere mi ha affidato la trascrizione dei suoi scritti sul servizio militare da pubblicare nella sezione cartofilia. Roba recente, poco più di 50 anni or sono. Nel contempo questa è storia di altri tempi che come già scritto ha accomunato tantissimi ragazzi di ogni ceto e di ogni dove ponendoli al servizio, obbligatorio, della patria.
È questo non è cancellabile e a mio parere interessante. Tutte diverse, tutte uguali.
Mio padre, per natura, amante della storia, approfondì alcuni argomenti che in seguito pubblicherò. Lui ha scritto, io, per non annoiare e stancare i lettori condenso fatti e momenti più significativi, Mio padre mi fornisce le immagini (ed è sempre vigile che non scriva stupidaggini).

Ho letto che hai iniziato la discussione "La moneta racconta" che raccoglie delle storie e dei ricordi legati alle monete. Dimmi come devo fare per seguire questo tuo tema. Mio padre lo leggerà con interesse. 
Era iscritto a lamoneta.it. Poi la vita ti fa delle sorprese che proprio non ti aspetti. Mi ha chiesto di iscrivermi e insieme abbiamo formato una DIE FAMILY COINS.
Lavoriamo bene, otteniamo dei buoni risultati e siamo soddisfatti.
Di recente mio padre ha conosciuto di persona  un conte con 5 pallini e più di 1000 meriti riferendogli che, io, essendo molto impegnata e evendo poco tempo per seguire la moneta.it  volevo lasciare. Non so esattamente cosa si siano detti. Di certo è che abbiamo ricominciato a lavorare insieme con entusiasmo.
Di questo mio scritto, mio padre non sa nulla. Quando lo leggerà che dirà??? 

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7 ore fa, giuseppe ballauri dice:

quelle sensazioni che molti di noi hanno provato nel periodo della "naja"

non polemizzo, non serve a niente, ma intervengo solamente perchè ho una curiosità, anche statistica:
nessuno prova disgusto per aver dovuto frequentare una scuola che insegna ad uccidere?

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Supporter
8 minuti fa, cabanes dice:

non polemizzo, non serve a niente, ma intervengo solamente perchè ho una curiosità, anche statistica:
nessuno prova disgusto per aver dovuto frequentare una scuola che insegna ad uccidere?

Forse attraverso il racconto lo si potrà evincere.. sta parlando un'anima, lasciamo che questa storia vada avanti.:hi:

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Supporter
40 minuti fa, pizzamargherita dice:

@GiuseppeBallauri, si sono una donna ma ho poco a che fare con questi scritti di mio padre. Tempo fa mi aveva nominata erede unica di tutti i documenti e oggetti riguardanti il suo servizio militare, dei docuneti (fotocopie) del servizio militare del mio bisnonno (prima guerra mondiale) e di mio nonno (servizio di leva e seconda guerra mondiale).
Mio padre aveva partecipato attivamente al post di Hirpini sul tema della fondina in uso nelle forze armate dal 1934 fino, credo, al 1985. Ti assicuro: era ringalluzzito.
Non avendo altro da aggiungere mi ha affidato la trascrizione dei suoi scritti sul servizio militare da pubblicare nella sezione cartofilia. Roba recente, poco più di 50 anni or sono. Nel contempo questa è storia di altri tempi che come già scritto ha accomunato tantissimi ragazzi di ogni ceto e di ogni dove ponendoli al servizio, obbligatorio, della patria.
È questo non è cancellabile e a mio parere interessante. Tutte diverse, tutte uguali.
Mio padre, per natura, amante della storia, approfondì alcuni argomenti che in seguito pubblicherò. Lui ha scritto, io, per non annoiare e stancare i lettori condenso fatti e momenti più significativi, Mio padre mi fornisce le immagini (ed è sempre vigile che non scriva stupidaggini).

Ho letto che hai iniziato la discussione "La moneta racconta" che raccoglie delle storie e dei ricordi legati alle monete. Dimmi come devo fare per seguire questo tuo tema. Mio padre lo leggerà con interesse. 
Era iscritto a lamoneta.it. Poi la vita ti fa delle sorprese che proprio non ti aspetti. Mi ha chiesto di iscrivermi e insieme abbiamo formato una DIE FAMILY COINS.
Lavoriamo bene, otteniamo dei buoni risultati e siamo soddisfatti.
Di recente mio padre ha conosciuto di persona  un conte con 5 pallini e più di 1000 meriti riferendogli che, io, essendo molto impegnata e evendo poco tempo per seguire la moneta.it  volevo lasciare. Non so esattamente cosa si siano detti. Di certo è che abbiamo ricominciato a lavorare insieme con entusiasmo.
Di questo mio scritto, mio padre non sa nulla. Quando lo leggerà che dirà??? 

 

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3 ore fa, cabanes dice:

non polemizzo, non serve a niente, ma intervengo solamente perchè ho una curiosità, anche statistica:
nessuno prova disgusto per aver dovuto frequentare una scuola che insegna ad uccidere?

E' no Canbanes, questa volta non ti seguo, anch'io ho frequentato quella che tu definisci "una scuola che insegna ad uccidere" e  dopo oltre trent'anni continuo ancora a "frequentarla". Una scuola che mi ha insegnato i principi della democrazia e della pace, dove, l'eventuale uso delle armi, è solo l'ultimo "Extrema ratio"  per difenderli....

Saluti.

P.S. chiedo scusa al creatore del post se mi sono permesso di intervenire andando un tantino off-topic.

Modificato da PriamoB
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36 minuti fa, cabanes dice:

nessuno prova disgusto per aver dovuto frequentare una scuola che insegna ad uccidere?

Caro Walter, pur essendo un pacifista convinto, contrario ad ogni forma di violenza e prevaricazione, permettimi di dirti che non sono assolutamente d'accordo con Te. 

Per me il periodo di "naja" è stato estremamente formativo, non una scuola che insegna ad uccidere. L'ho svolto nell'Arma dei Carabinieri prima a Torino e poi nel Battaglione di stanza a Moncalieri. Avevo 25 anni, ero un giovane medico e proprio perchè ero un po' "testa di c..." non mi hanno messo in Infermeria a "sminchiarmi". Ero operativo, ero circondato da persone più giovani di me che mi rispettavano e alla fine siamo diventati amici. Esisteva uno spirito di squadra che non ho mai riscontrato, ad esempio, negli ambienti sportivi o in altri frangenti. Le abbiamo date e le abbiamo prese ( allo stadio, ai concerti, nei servizi svolti nel costruendo carcere delle Vallette) ma nessuno ha mai abbandonato il compagno in difficoltà. Ho passato un mese nell'Ospedale Militare con 4 costole rotte dopo una carica di Ultrà... se non mi tiravano fuori i miei amici, non sarei qui a raccontarlo. Certo non tutto era positivo, ad esempio soffrivo l'ignoranza e la protervia di qualche "superiore", la mancanza di libertà e così via. Ma lo ricordo ancora come un periodo che mi ha insegnato molto e formato nel carattere. 

Ciao Beppe

 

 

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OK Beppe, tu non hai fatto il soldatino, ma hai servito in una struttura che opera per il benessere del prossimo: è tutta un'altra faccenda, per cui non fai parte degli apologeti della leva (tra l'altro, fra tutte le forze dell'ordine, i carabinieri, nonostante le barzellette, sono quelli che stimo di più)

 

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@cabanes ti prego di non turbare la serenità di questo incontro con affermazioni fuori luogo.

L'esercito è voluto dalla nostra Costituzione, (art.11: l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli…), come sai ha fini puramente difensivi (eventuali) del Paese e sta compiendo all'estero missioni di pace a tutto rischio e pericolo dei suoi/nostri soldati. Che malgrado abbiano frequentato quella scuola, da anni stanno laggiù senza sparare un colpo, a dividere fazioni armate e proteggere civili inermi. Dimmi il contrario, se lo conosci.

@pizzamargherita, ti prego, andiamo avanti.

HIRPINI

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1 ora fa, pizzamargherita dice:

Di questo mio scritto, mio padre non sa nulla. Quando lo leggerà che dirà??? 

Sarà sicuramente orgoglioso di Te, per avere vicino una persona che ha dato importanza ad una parte della sua vita. 

Io, da ormai 3 anni, sto convivendo con una grave malattia che mi ha cambiato, nel bene e nel male la vita. Nel male perchè comprendi che il tempo è scarso, non riesci più a programmare la tua vita nel medio-lungo termine e sei costretto a vivere alla giornata. Nel bene perchè riesci ad apprezzare quelle piccole cose a cui non davi importanza. Non so se noi, piccoli granelli di sabbia in una spiaggia immensa, abbiamo il privilegio dell'immortalità, oppure siamo semplicemente la luce di un flash, che brilla per un attimo e poi si spegne definitivamente. 

 Di una cosa però sono sicuro: che le persone a cui vogliamo bene vivranno ancora per molto tempo, se siamo in grado di ricordare e di far rivivere il ricordo. 

Ciao Beppe 

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@cabanes , gli antichi dicevano : "Si vis pacem , para bellum" , cioe' "se vuoi la pace prepara la guerra" e questa famosa frase dopo oltre 2000 anni per alcuni Stati e' valida ancora oggi . Purtroppo il mondo in cui viviamo e' questo e quello che tu , giustamente , auspichi forse avverra' tra altri mille anni .

 

Modificato da Ospite
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Supporter

Discussione interessante, svolta in termini civili : tuttavia mi chiedo se non sia un po' fuori posto in un sito denominato "LaMoneta"......

 

@petronius arbiter

Modificato da sandokan
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Si @sandokan e hai fatto bene a citare @petronius arbiter. Lui ben sa come procedere per l'interesse di tutti.
A ben pensanci, la militaria è uno degli argomenti più seguiti nel collezionismo. Richiamare momenti vissuti da una persona fa partecipare alla discussione gente, che sentendosi coinvolta e partecipe, seguono sì l'argomento e come è avvenuto in Fondine di @Hirpini postando immagini di interesse collezionistico meravigliando chi vedendole neppure si aspettava di intravedere su un sito denominato www.lamoneta.it  cose così tanto interessanti.
 

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19 ore fa, cabanes dice:

nessuno prova disgusto per aver dovuto frequentare una scuola che insegna ad uccidere?

Assolutamente no.

Anzi vedendo come andavano "certe cose" spesso ho provato molto più disgusto nel frequentare scuole come l'università che (in teoria) insegnano a vivere secondo scienza e coscienza... 

Saluti

Simone

 

Modificato da uzifox
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Questa terza parte l'avevo gia preparata e mi accingo a pubblicarla.

>>>>> SEGUE dalla pagina 2.

Sono nella 5^ compagnia, 3° plotone. 2^ squadra.
Gli ufficiali istruttori erano: Il capitano Salvatore Merlino, il tenente Arturo Martello, il tenente Adriano Blandi, il sottotenente Paolo Etna. Anagrammando i cognomi creammo una filastrocca: Il mago MERLINO, batte BLANDI colpi di MARTELLO sul monte ETNA.
Il tenente Simone Baio insegnava L.C.B. (Lavori sul Campo di Battaglia) così il nuovo argomento di studio divenne LAVORI sul CULO di BAIO. Ingenui: qualche settimana e sarebbe stato il tenente Baio a farci il culo.
Fummo soddisfatti: nella nostra filastrocca. Trovammo che c’era poesia.
.......
La sera della mia prima libera uscita mi incamminai lungo il viale che portava al centro città imbattendomi in alcuni gruppi di gente dall’aria allegra che guardavano con simpatia e curiosità noi ragazzi con il cappotto  grigio-verde, che per noi soldati era il marchio di straniero, ben sapendo che cosa ci stava a fare lì tutta quella bella gioventù.
In quel momento passarono accanto due donne anziane vestite secondo le regole del più raffinato buon gusto: “Da dove vieni?” mi chiese una signora. Mi accodai seguendole passo a passo certo che mi avrebbero portato dove volevo arrivare. Ai miei occhi si aprì la splendida piazza S. Oronzo, l’alta colonna marmorea con posta in alto la statua del santo. Affascinato guardavo quell’architettura, che mai così avevo visto, i grandi e stupendi palazzi, il “Sedile” e il piccolo anfiteatro romano, con un sacco di gatti randagi, bem panciuti, che vi scorrazzavano felici. Un gruppo di giovani mi salutò amabilmente con un coro di  ciao. Tra loro notai due o tre ragazze dal visetto grazioso. Capii, sentii che Lecce sarebbe stata la città in cui avrei trascorso con gioia e allegria il mio tempo libero. Negli anni ‘80 acquistai il volume illustrato “Lecce. Elogia del Barocco”. Quando voglio tornarci, senza muovermi da casa lo sfoglio riguardando le immagini, rileggendolo per la millesima volta. Per quanto il volume sia molto bello e ben presentato non è quello che i miei occhi, tuttora vedono della mia Lecce.

E qui dovrei postare delle imaggini del libro e le fotografie in bianco e nero scattate da mio padre chesono diventate introvabili. Dovete accontentarvi di una foto tratta dal web e che il sergente dice che i suoi occhi hanno visto quella sera di gennaio 1966, che non ha mai dimenticato e mai dimenticherà.

 


 

Sant Oronzo.jpg

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