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La breve gloria della gens Coelia


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La gens Coelia appare sulla scena politica romana nel II secolo d.C. 

Sappiamo da Cicerone che erano homines novi; diciamo subito che il loro nomen non ha alcunché a che vedere con il noto colle di Roma, che era Caelius e derivava il toponimo (secondo la tradizione) da Caelius Vibenna, condottiero etrusco là acquartieratosi ai tempi dei Tarquini.

I nostri, invece, si chiamavano originariamente Coilius. A un certo punto della loro storia acquisirono - chissà perché - il cognomen (che in Latino, ricordo, era un soprannome) Caldus, "caldo". Infine mutarono il nomen in Coelius, forse assecondando un'evoluzione manifestatasi nella lingua parlata.

 

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Inviato

Il primo rappresentante della gens è Lucius Coilius, legato nel 170-169. Comandante di legioni in Macedonia, fu aspramente criticato dai contemporanei per non essere riuscito a riconquistare la città di Uscana.

Il secondo è Gaius Coilius Caldus. Era tribuno della plebe nel 107, quando l’esercito del console Lucius Cassius Longinus, figlio dell'omonimo soprannominato Ravilla, fu sconfitto dagli Helvezi Tigurini e il legato  Gaius Popilius, avendo ereditato il comando  supremo per la morte del console stesso, venne a patti con il nemico. Appena tornato nell'Urbe, Popilius fu accusato di alto tradimento da Caldus che, per essere sicuro di ottenere la sua condanna propose una lex tabellaria (è oggi nota come lex Cloelia tabellaria, anche se in effetti il promotore sin chiamava ancora Coilius, non Coelius) al fine di estendere a quel reato il voto segreto introdotto proprio da Ravilla nel 127. Fu eletto console nel 94 (unico della sua gens) e combattè valorosamente in Spagna Ulteriore, durante il consolato o subito dopo, da proconsole. 

Sappiamo poi che Gaius ebbe due figli, Gaius e Lucius.

Infine, un Gaius Coelius Caldus (si noti che, nel frattempo, il nomen è mutato) fu questore nel 50 in Cilicia, sotto il governatorato di Cicerone, che lo nomina nel suo epistolario. Si discute se egli fosse il figlio del console, oppure suo nipote, e in questo secondo caso se foglie figlio di Gaius o di Lucius.

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La seconda, RRC 318/1, è invece attribuita a Gaius Caldus, console del 94 e viene correntemente datata a dieci anni prima, http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G199/1

 

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Modificato da L. Licinio Lucullo

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Interessante il tipo della Vittoria. Sulla legenda di una successiva emissione della gens (vedasi sotto) compare il titolo di imperator; se è attribuito al console del 94, raffigurato in quell'altra emissione al dritto, e se la Vittoria in quadriga fa riferimento all'acclamazione imperatoria, si deve dedurre che la moneta deve essere successiva al 94 e quindi coniata da un altro Gaio, figlio omonimo del console, come in effetti proposto da Babelon e Grueber


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Ma veniamo ora alle emissioni più interessanti. Una, RRC 437/1, raffigura al dritto il console del 94, al retro il Sole https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G200/4

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L'ultima presenta al dritto il medesimo console del 94, al retro una scena di un banchetto sacro, il lectisternium. Questa sequenza è composta da tre diversi denari che mutano per simboli e legende: RRC 437/2 ( http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G200/4 ), RRC 437/3 ( http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G200/5 ) e RRC 437/4 ( http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G200/6 )

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Modificato da L. Licinio Lucullo

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Ma chi è l'autore delle monete classificate nella serie RRC 437? Qui si intrecciano le teorie.

 

Per Babelon, un Gaio, figlio del console, è autore dei denarî Cr. 318/1 e 437/1, suo figlio Gaio, nipote del console, di Cr. 437/2 e 3. 

 

Per Crawford e Belloni, il console è l’autore del denario Cr. 318/1 mentre suo figlio, da identificare con il questore, è quello della serie Cr. 437, datata al 51, quando si preparava per le elezioni alla questura. I titoli di imperator e decemvir sacris faciundis (cui si riferisce la sigla A. X) andrebbero attribuiti al console.

 

Per Grueber i titoli delle legende sono riferiti ai due figli del console: Gaio doveva essere imperator ed augure; Lucio invece settemviro epulone (VII VR EPVL, si legge sulle monete con la scena del lectisternium).

Il monetario di Cr. 318 non sarebbe il console, bensì Gaio suo figlio; il monetario della serie Cr. 437 sarebbe invece il questore del 50, anch’egli a nome Gaio, ma figlio di Lucio (per cui il console gli era nonno, l’altro monetario gli era zio)

 

Per Harlan, il console è autore del denario Cr. 318/1 e suo nipote (figlio di suo figlio Lucio) Gaio, da identificare nel questore, quello della serie Cr. 437, datata al 51, quando quegli si preparava per le elezioni alla questura.

Il titolo di augure (e di conseguenza quello di imperator) andrebbe attribuito al console, essendo decemvir sacris faciundis (A. X); infatti si tratta del collegio incaricato della tenuta dei libri sibillini, che nel frattembo Silla aveva incrementato a 15 membri.

Il settemviro epulone intento a preparare il lictisternio sarebbe invece Lucio, figlio del console e padre del questore.

Modificato da L. Licinio Lucullo
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Ancora più appassionante è l'esame dell'iconografia.

 

La figura al dritto è sicuramente del console; la tavoletta con L(ibero) e D(amno), che compare sull'emissione RRC 437/1, si riferisce alla sua lex tabellaria.

È un ritratto fra i più efficaci per realismo e vivezza psicologica, caratterizzato dalla fronte ampia e segnata da rughe, il naso lungo e diritto, le labbra piene (come ha giustamente sottolineato il Belloni).

Rimarchevole il fatto che il progressivo accentuarsi della personalizzazione della propaganda gentilizia abbia condotto a commemorare, sulle monete, non più antenati lontani, ma addirittura il nonno del monetario (secondo Grieber, Harlan e Babelon), se non addirittura suo padre (secondo tutti gli altri autori).

Modificato da L. Licinio Lucullo

Inviato

Il Sole potrebbe essere un tipo parlante, riferito al cognomen Caldus. Eckhel caldeggia questa teoria citando un passo di Varrone, “Comitiis cum sole caldo ego et Q. Axius senator tribulis suffragium tulissemus”, ove appunto "Solis Caldus" sembra un'endiadi.

In alternativa, è stato presente che il Sole, letto in congiunzione con lo scudo ovale interpretato come scudo macedone (presente non solo al rovescio di RRC 437/1, ma anche su uno dei trofei di 437/3 e 437/4) valga a rievocare successi militari conseguiti in Macedonia, di cui ormai abbiamo perso memoria. Forse erano successi conseguiti da Lucius Coilius, il legato del 170.


Inviato

Interessanti poi le insegne militari collocate ai lati del ritratto, al dritto delle emissioni 437/2, 3 e 4.

Una  è uno stendardo frastagliato su asta con l'iscrizione HIS (HISPANIA ?). Compare in modo molto chiaro dietro al ritratto, sull'emissione RRC 437/2, ma anche piccola e stilizzata sulle altre, 437/3 e 437/4, davanti al mento del console

L'altra è un curioso vessillo a forma di carcassa di cinghiale (su RRC 437/3), forse simbolo della città di Clunia

Si ritiene che valgano a commemorare le vittorie conseguite dal console in Spagna Ulteriore. In alternativa è stato proposto che rievochino suoi successi contro i Salluvi, popolazione celtica, come testimonierebbe la presenza di una punta di lancia e un carnyx (tipica tromba di guerra in uso ai Celti) sull'emissione RRC 437/4

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Infine, il banchetto sacro.

Queste monete sono l’unico caso di rievocazione dell’importante magistratura dei septemviri Epulones, preposta a preparare il banchetto per i simulacri degli dei (denominato lectisternium) in sue solenni occasioni, i Giochi Romani e i Giochi Plebei.

La scena qui riprodotta è appunto uno di tali banchetti; la figura dietro la tavola potrebbe essere l’epulo che apparecchia (ovvero Lucius, se è corretta l'interpretazione di Grueber e Harlan) oppure uno dei simulacri degli dei convenuti al pasto.

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Modificato da L. Licinio Lucullo
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Inviato

Sono monete incredibili e affascinanti, per ricchezza di particolari ed efficacia di rappresentazione, realismo di ritrattistica, condensato di simbologia.

Il vertice stilistico della monetazione repubblicana, forse


Inviato

Ottimo lavoro @L. Licinio Lucullo , aggiungo solo la storia della Gens Coelia , da Wikipedia :

La Gens Coelia , occasionalmente scritto Coilia , era una famiglia plebea di Roma . I Coelii sono spesso confusi con i Caelii , con alcuni individui chiamati Caelius nei manoscritti , mentre appaiono come Coelius o Coilius sulle monete . Il primo di questi componenti che ottenne il consolato fu Gaio Coelius Caldus nel 94 a.C

I Caelii menzionati nella storia usavano la praenomina Lucio , Gaiuse Marcus , tutti tra i nomi più comuni a Roma .

C'è solo il cognome regolare di questo genere sotto la Repubblica era Caldus , derivato dal latino calidus , che traduce "caldo" o "eruzione cutanea". Lo stesso cognome ha dato origine anche al gentilicio Calidius .

Primi Coelii noti :

Lucius Coelius , comandato come legato nell' Illyricum durante la guerra contro Perseo nel 169 a.C. , fu sconfitto nel suo tentativo di prendere la città di Uscana .

Lucius Coelius Antipater , giurista e storico durante la seconda metà del II secolo a.C.

Gaius Coelius Antipater , un Legato in servizio sotto Gaio Norbanus nell' 82 a.C. , fu tra gli ufficiali uccisi ad un banchetto dal loro collega Publius Albinovanus poco prima di arrendersi ad Ariminum .

Marcus Coelius M. f. Vinicianus , Questore circa 56 a.C. , Tribuna della Plebe nel 53 , poi Pretore circa nel 48 e successivamente Proconsole di Bithynia e Ponto ; un sostenitore di Pompeo durante il suo tribunato era un partigiano di Cesare durante la guerra civile . 

Coelii Caldi

Gaius Coelius C. f.Senatore nel 129 a.C. , probabilmente padre di Gaio Coelius Caldus , Console del 94 a.C. 

Gaius Coelius C. f. C. n. Caldus , Console nel 94 a.C. , novus homo e oratore minore , successivamente sostenitore di Caio Mario .

Lucius Coelius C. f. C. n. Caldus , figlio di Gaio Coelius Caldus , Console nel 94 a.C.

Gaius Coelius L. f. C. n. Caldus , Questore sotto Cicerone in Cilicia nel 50 a.C. ; quando Cicerone lasciò la provincia , lasciò l'amministrazione nelle mani di Caldus . 

Coelius Caldus , fatto prigioniero dai Cherusci di Arminio in seguito alla sconfitta di Publius Quinctilius Varus nel 9 d.C. , si uccise piuttosto che essere sottoposto alle torture .

Caelii imperiali noti 

Marcus Coelius Roscius , Legato della ventesima legione di stanza in Britannia al momento della morte di Nerone nel 68 d.C. 

Coelius Sedulius , un poeta cristiano dell' inizio del V secolo .

 

Supporter
Inviato

@L. Licinio Lucullo

Non e' la monetazione che seguo abitualmente, ma ti ho letto con estremo interesse. Complimenti anche per la chiarezza espositiva.

Buona serata da Stilicho

 


Inviato

Grazie. E' un settore affascinante, perché era incredibile la storia di Roma, in quel periodo, e perché gran parte degli attori di quella storia (e non solo gli appartenenti alla casa regnante, come in altri Stati) hanno non solo firmato, ma addirittura personalizzato le monete 


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