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Inviato

Buonasera a tutti,

mi faceva piacere condividere il mio primo scudo in assoluto.. :) :)  Come piccolo spunto di approfondimento storico, rilancio un commento fatto sotto forma di battuta in un'altra discussione recente ma che effettivamente mi rende abbastanza curioso di saperne di più. Ovvero, a causa del diverso titolo dell'argento nelle monete da 1 e 2 lire (835) rispetto allo scudo (900), il valore intrinseco delle 5 lire era all'epoca maggiore del valore della corrispondente somma in monete da 1 e 2 lire, cioè 1lira + 2lire + 2lire facevano meno di 5 lire. Sono curioso di sapere se questo ragionamento era effettivamente diffuso (in un'epoca in cui valore nominale e intrinseco erano concetti più sfumati). Ovviamente, una conseguenza sarebbe dovuta essere una sistematica tesaurizzazione degli scudi che quindi dovrebbero essere per la maggior parte poco circolati..

5lire1879.png.a1c23a87019e32d8d9d1ffedcf7ee261.png

Saluti!

 


Inviato (modificato)

Buon giorno.

Penso che il concetto di titolo fosse nel 1879 sconosciuto ai più  , perché , dato il non

indifferente valore ai tempi, dell' intrinseco , credo, in accordo con QuintoSertorio, ci sarebbe  stata senza dubbio una tesaurizzazione .

Questa è solo una sensazione a lume di naso, sarebbe davvero interessante leggere qualche

considerazione in merito risalente all'epoca. 

Cordiali saluti.

Gabriella

Ps. Bella moneta decisamente superiore alla media , concordo con Scudo1901

Modificato da ACERBONI GABRIELLA

Inviato

Domanda interessante, merita un approfondimento. Concordo con la conservazione espressa da @Scudo1901


Inviato (modificato)
11 ore fa, QuintoSertorio dice:

Buonasera a tutti,

mi faceva piacere condividere il mio primo scudo in assoluto.. :) :)  Come piccolo spunto di approfondimento storico, rilancio un commento fatto sotto forma di battuta in un'altra discussione recente ma che effettivamente mi rende abbastanza curioso di saperne di più. Ovvero, a causa del diverso titolo dell'argento nelle monete da 1 e 2 lire (835) rispetto allo scudo (900), il valore intrinseco delle 5 lire era all'epoca maggiore del valore della corrispondente somma in monete da 1 e 2 lire, cioè 1lira + 2lire + 2lire facevano meno di 5 lire. Sono curioso di sapere se questo ragionamento era effettivamente diffuso (in un'epoca in cui valore nominale e intrinseco erano concetti più sfumati). Ovviamente, una conseguenza sarebbe dovuta essere una sistematica tesaurizzazione degli scudi che quindi dovrebbero essere per la maggior parte poco circolati..

5lire1879.png.a1c23a87019e32d8d9d1ffedcf7ee261.png

Saluti!

 

bella moneta complimenti ?, anche per me la conservazione si aggira sul bb/spl, non mi è chiara solo la zona sulla legenda "re d'Italia.." sembra macchiata o un tentativo di pulizia andato male... da verificare bene..

Riguardo al tema sul differente titolo di argento tra il taglio da 5 lire e quello da 2 lire e 1 lira, noto che è una questione che si ripete.. visto che anche con vittorio Emanuele II si è adottata questa linea.. non so i motivi.. provo a fare delle ipotesi..

1- magari forse, riducendo il titolo di argento, si volevano compensare i maggiori costi di produzione dei tagli più piccoli... visto che sono stati prodotti in maggiore quantità rispetto al taglio da 5 lire

2- magari forse, essendo i tagli da 2 lire e 1 lira più piccoli, si aveva una percezione inferiore del valore, per cui si correva maggiormente il rischio di smarrimento rispetto al taglio da 5 lire e si voleva compensare anche questa perdita riducendone il titolo. D'altronde poi questo ragionamento si potrebbe fare anche con i centesimi.. perché sono in rame? 100 centesimi di rame valevano effettivamente 1 lira d'argento?

Modificato da tonycamp1978

Inviato (modificato)

La risposta sta nell'Unione Monetaria Latina; dove le monete da unità 5 (lire, franchi, dracme) dovevano essere in argento 900, poiché erano accettate come mezzo di pagamento fra gli Stati.

La Convenzione monetaria di Parigi del 23 dicembre 1865 tra la Francia, il Belgio, L'italia e la Confederazione Svizzera da vita all'Unione Monetaria Latina, alla quale aderì la Grecia il 26 settembre 1868. L’obiettivo era quello di permettere la libera circolazione delle valute tra gli stati membri, al tempo in cui il valore delle monete era dato dalla quantità di metallo prezioso in esse contenute.  I sistemi monetari dei paesi membri dell’unione erano basati sul bimetallismo tra oro ed argento.

Le monete d’oro e quelle d’argento da 5 franchi ebbero corso legale in tutti e quattro i paesi e potevano essere ricevute senza limite nelle casse governative, mentre per le monete divisionarie d’argento vennero stabiliti dei limiti di emissione e limiti di quantità nei pagamenti, con l’obbligo del paese emittente di effettuarne il ritiro contro valute d’oro o pezzi d’argento da 5 lire.

L'accordo regolava la coniazione  e stabiliva un contenuto metallico (titolo) di 900/1000 per le monete d'oro e gli scudi d'argento dei Paesi aderenti, che diventarono mezzi di pagamento liberamente circolanti e universalmente accettati all'interno degli Stati dell'Unione. Venne anche prescritto il titolo delle monete divisionali (835/1000). Aderendo all'Unione monetaria Latina, la Svizzera divenne parte dell'area monetaria francese.

Modificato da Saturno
  • Mi piace 1

Inviato

Ringrazio tutti per i commenti dettagliati e interessanti, che spiegano chiaramente il "perchè" della differenza di titolo.

La mia curiosità aveva però una sfumatura più "sociologica" che storica: Si rendevano conto le persone comuni dell'epoca di questo aspetto? Ed, eventualmente, come influiva questa consapevolezza sul loro comportamento quotidiano?

Chiaramente non è facile rispondere a questo dubbio, come accade in generale quando la storiografia cerca di spiegare sentimenti collettivi, motivazioni e tutto quello che riguarda la psicologia. Le risposte potrebbero essere solo in fonti dell'epoca, probabilmente, in cui questo aspetto potesse essere menzionato rapidamente (ad esempio romanzi o altro). Quello che vediamo oggi in termini numismatici, soprattutto per quanto riguarda le monete di VEII (anche più significativo per il maggior numero di scudi) mi fa pensare che effettivamente le persone ne fossero parzialmente consapevoli, perchè ho la sensazione (correggetemi senza problemi se sbaglio) che per VEII ci siano attualmente in circolazione molti più scudi in conservazioni alte piuttosto che monete da 1 lira, ad esempio, in alta conservazione. Non è evidente tuttavia se questa maggiore tesaurizzazione sia stata indotta semplicemente dal taglio maggiore o dalla consapevolezza del maggiore valore intrinseco.


Inviato (modificato)
2 ore fa, tonycamp1978 dice:

bella moneta complimenti ?, anche per me la conservazione si aggira sul bb/spl, non mi è chiara solo la zona sulla legenda "re d'Italia.." sembra macchiata o un tentativo di pulizia andato male... da verificare bene..

per quello che posso capire io, la moneta non è stata pulita, ed eventualmente non pulita male. Si tratta effettivamente di una zona con differente patina, praticamente invisibile con luce naturale e diffusa. Si nota nelle foto o con luce incidente in modo particolare. A me sembra un sottilissimo strato con proprietà riflettenti leggermente diverse dal resto.. tipo l'effetto che fa la nafta sulla superficie del mare.. ( ?  forse non è una metafora rigorosa numismaticamente parlando)

Il dettaglio che invece, personalmente, faccio più fatica a decifrare (in termini di cause) è l'ultima "A" di Italia. Sembra "extra-large", ma il resto della moneta (Ad esempio nelle altre lettere o nelle cifre della data) non sembrerebbe giustificare un tale spanciamento :) (altro termine tecnico poco numismatico).

Aggiugno che, complessivamente e dal vivo, a me piace molto! :) Ultimamente di questa tipologia avevo visionato tantissimi esemplari (purtroppo non dal vivo, ma di questi tempi...) e in generale ho notato che è difficile trovare esemplari che non siano pieni di segni e graffi specialmente al dritto senza che il prezzo cresca esponenzialmente... :D 

Modificato da QuintoSertorio

  • 1 mese dopo...
Inviato

Per chi fosse interessato al dubbio che avevo sollevato all'inizio di questa discussione, ho approfondito la questione leggendo un saggio interessante sull'unione monetaria latina. Penso di poter rispondere al mio dubbio concludendo che effettivamente non solo le persone se ne rendevano perfettamente conto, ma ci speculavano anche sopra!

Riassumendo in breve... (se qualcuno è interessato posso volentieri spiegarmi meglio :) )

Nel 1865 viene firmata la convenzione dell'UML. Le monete da 2 e 1 lira con titolo 835 hanno valore nominale maggiore del valore intrinseco, quindi lo stato guadagna di signoraggio circa il 7.5% nella loro emissione. Il tasso tra oro e argento è fissato 1g a 15.5g. Gli scudi erano a titolo pieno rispetto al valore nominale, dunque lo stato non ci guadagnava nulla a coniarli. Inoltre valeva anche il regime di "free coinage" per gli scudi, ma non per le divisionali, quindi se un privato si presentava con il peso giusto di argento (soggetto alla oscillazioni di mercato come valore) poteva farseli coniare dall'autorità emittente trasformandoli in "5 lire" (con valore garantito, rispetto all'oro).

Nei primi anni della convenzione, con l'argento stabile, tutti, sia lo stato che eventuali privati interessati al "free coinage", si rendevano perfettamente conto di questa situazione. Infatti, se notate le tirature degli scudi nei primi anni di regno sono molto basse, mentre sono alte quelle di 2 e 1 lira (che erano appunto contigentate dalla convenzione, al contrario degli scudi).

Dopo la guerra franco-tedesca del 1870 l'argento comincia a perdere valore arrivando fino a 1 a 16.17 al grammo rispetto all'oro sul mercato. Conseguenza? Comprare 1 grammo d'oro sul mercato costava 16.17grammi d'argento, mentre transformando l'argento grezzo in scudi comprare 1 grammo d'oro costava l'equivalente ancora di 15.5grammi, come da convenzione. Si nota l'aumento esponenziale di scudi coniati, principalmente in modalità free coinage da speculatori privati.

Da cosa ho dedotto quest'ultima conclusione? Nel 1875 lo stato italiano elimina il free coinage (per mettere fine alla speculazione, o per guadagnarci direttamente.. :) ) e comincia a coniare in esclusiva scudi, che a differenza del 1865, sono diventati estremamente convenienti, non per il signoraggio che non hanno, ma per la possibilità di usarli per comprare oro a basso costo.

Saluti!

p.s. (ovviamente se qualcuno vuole aggiungere qualcosa anche sul mio primo scudo sopra è benvenuto :D

  • Mi piace 2

  • 1 mese dopo...
Inviato

Molto interessante, partire da una moneta, come spesso accade, per poi inserirla nel suo contesto :)

  • Grazie 1

  • 3 anni dopo...
Inviato
Il 18/11/2020 alle 02:49, QuintoSertorio dice:

Per chi fosse interessato al dubbio che avevo sollevato all'inizio di questa discussione, ho approfondito la questione leggendo un saggio interessante sull'unione monetaria latina. Penso di poter rispondere al mio dubbio concludendo che effettivamente non solo le persone se ne rendevano perfettamente conto, ma ci speculavano anche sopra!

Riassumendo in breve... (se qualcuno è interessato posso volentieri spiegarmi meglio :) )

Nel 1865 viene firmata la convenzione dell'UML. Le monete da 2 e 1 lira con titolo 835 hanno valore nominale maggiore del valore intrinseco, quindi lo stato guadagna di signoraggio circa il 7.5% nella loro emissione. Il tasso tra oro e argento è fissato 1g a 15.5g. Gli scudi erano a titolo pieno rispetto al valore nominale, dunque lo stato non ci guadagnava nulla a coniarli. Inoltre valeva anche il regime di "free coinage" per gli scudi, ma non per le divisionali, quindi se un privato si presentava con il peso giusto di argento (soggetto alla oscillazioni di mercato come valore) poteva farseli coniare dall'autorità emittente trasformandoli in "5 lire" (con valore garantito, rispetto all'oro).

Nei primi anni della convenzione, con l'argento stabile, tutti, sia lo stato che eventuali privati interessati al "free coinage", si rendevano perfettamente conto di questa situazione. Infatti, se notate le tirature degli scudi nei primi anni di regno sono molto basse, mentre sono alte quelle di 2 e 1 lira (che erano appunto contigentate dalla convenzione, al contrario degli scudi).

Dopo la guerra franco-tedesca del 1870 l'argento comincia a perdere valore arrivando fino a 1 a 16.17 al grammo rispetto all'oro sul mercato. Conseguenza? Comprare 1 grammo d'oro sul mercato costava 16.17grammi d'argento, mentre transformando l'argento grezzo in scudi comprare 1 grammo d'oro costava l'equivalente ancora di 15.5grammi, come da convenzione. Si nota l'aumento esponenziale di scudi coniati, principalmente in modalità free coinage da speculatori privati.

Da cosa ho dedotto quest'ultima conclusione? Nel 1875 lo stato italiano elimina il free coinage (per mettere fine alla speculazione, o per guadagnarci direttamente.. :) ) e comincia a coniare in esclusiva scudi, che a differenza del 1865, sono diventati estremamente convenienti, non per il signoraggio che non hanno, ma per la possibilità di usarli per comprare oro a basso costo.

Saluti!

p.s. (ovviamente se qualcuno vuole aggiungere qualcosa anche sul mio primo scudo sopra è benvenuto :D

 

Posso conoscere la fonte di questo articolo?


Inviato
Il 16/07/2024 alle 15:30, wsstj dice:

Posso conoscere la fonte di questo articolo?

 

Si tratta in realtà di una deduzione personale, ovvero della mia opinione su cosa possa essere successo, sulla base della lettura dei testi degli articoli della Unione Monetaria Latina (con i vari aggiornamenti degli anni successivi), analisi dell'andamento dell'argento e oro, e osservazione delle tirature degli scudi nei vari anni.


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