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Salve.

Alla prossima Leu Numismatik AG, Auction 7 questa bella moneta di Gordiano III che raffigura sul rovescio Afrodite vista di tre quarti da dietro, seduta nuda in una vasca da bagno mentre si strizza i capelli bagnati, con un mastino di fronte al bagno che fa da guardia.

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Lot 1473. Estimate: 3500 CHF - Minimum bid: 2800 CHF

LYCAONIA. Iconium. Gordian III, 238-244. 'Sestertius' (Orichalcum, 32 mm, 20.92 g, 7 h). IMP CAES M AT (sic!) GORDIANVS AVG Laureate, draped and cuirassed bust of Gordian III to right, seen from behind. Rev. COL AELI ADRI ICONIESI (sic!) / S R Aphrodite, nude and seen three-quarters from behind, but with her head turned toward the viewer, seated to left in bathtub, washing herself and wringing out her hair; behind to right, chiton hung up on tree; below, hound standing left, head turned back to right.

Von Aulock, Lykaonien, 330-331 (same dies). Extremely rare and undoubtedly the finest of a very few known examples. A magnificent piece, well struck on a full flan and with delightful reverse details. Extremely fine.
 

This beautiful coin shows the famous Bath of Aphrodite: we see here three-quarters from behind, sitting nude in a bathtub and wringing out her wet hair while playfully glancing at the viewer. To the right, her chiton is loosely hung up on a tree, and a hunting dog is standing on guard in front of the bath. It is worth noting that the dies for this issue were most certainly crafted in Antiochia in Pisidia, a mint which was bursting with activity in the first half of the 3rd century: in fact, this obverse die was also used on SNG von Aulock 4956, a sestertius from that mint.

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Bronzo di Caracalla con Plautilla che raffigura sul rovescio l’Afrodite cnidiana di Prassitele con Asclepio (CNG 90).

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CARIA, Cnidus. Caracalla, with Plautilla. AD 198-217. Æ (32mm, 18.18 g, 6h). Confronted busts of Caracalla right, laureate, draped, and cuirassed, and Plautilla left, draped / Praxitiles’ Cnidian Aphrodite, holding drapery that falls behind amphora, standing left, facing Asclepius standing facing, leaning on serpent-entwined staff. Karl -; SNG München -; SNG von Aulock -; BMC 100. VF, light, even roughness. Rare.
From Group CEM. Ex Arnold Mallinson Collection (Spink 39, 6 December 1984), lot 20. 
CNG 90, Lot: 1026. Estimate $750. Sold for $900

Per il legame della città con Afrodite nel IV secolo a.C., Cnido acquistò una statuetta di culto della dea opera dello scultore Prassitele. Dopo che non fu accettata dai cittadini di Cos - per i quali era stata commissionata - perché mostrava per la prima volta Afrodite nuda, Cnido acquistò la statua erigendola in un tempio all'aperto in modo che potesse essere vista da ogni parte. Di conseguenza, la statua divenne una popolare attrazione turistica e il soggetto di numerosi racconti di ogni tipo.

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"Venere in bikini"

È il nome con cui è conosciuta una piccola statua in marmo della dea mentre si slaccia un sandalo, proveniente dal sito archeologico di Pompei. Il bambino accovacciato ai piedi della dea è Eros, mentre la figura a cui la dea si appoggia è un Priapo, originariamente itifallico. L'opera è una copia romana da originale ellenistico.

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Fonte https://it.wikipedia.org/wiki/File:Naples_-_Venere_in_bikini.jpg

apollonia


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Il bambino accovacciato ai piedi della dea nella statua "Venere in bikini" è Eros, il dio dell’amore generato dalla dea stessa con Ares secondo un mito oppure con Zeus o Ermete secondo altri miti. Eros fu immaginato come un fanciullo o giovinetto alato, armato d’arco e di faretra piena di dardi infallibili che scaglia contro uomini e dei, infiammandoli di passione amorosa. I poeti poi gli diedero come compagni di giochi una folla di esseri simili, gli Eroti o Amorini. Eros fu venerato come simbolo dell’amicizia e dell’amore fra uomini e giovinetti specialmente nelle palestre. La sua figura appare anche in opere di poeti e filosofi: basti ricordare il Simposio di Platone e, nell’età alessandrina, la favola di Eros e Psiche.

Afrodite era gelosa della bellezza di una donna mortale di nome Psiche. Chiese quindi a Eros di usare le sue frecce dorate per farla innamorare dell'uomo più brutto della terra. Eros accettò ma si innamorò egli stesso di Psiche (forse pungendosi inavvertitamente con una delle sue frecce). Afrodite rimase all’oscuro di ciò ed Eros visitò ogni notte Psiche in una caverna dove ebbero rapporti sessuali sempre al buio. Infatti Eros le chiese di non accendere mai una lampada poiché non voleva che lei sapesse chi egli fosse (avere le ali lo rendeva individuabile). Le due sorelle di Psiche, gelose della sua felicità, la convinsero a disubbidire al volere dell’amante e così una notte lei accese una lampada, riconoscendo Eros all'istante. Una goccia di olio bollente cadde sul petto dell’amante svegliandolo e facendolo fuggire. Nella disperata ricerca del perduto amore Psiche giunse al palazzo di Afrodite che come si rese conto che il figlio le aveva disubbidito, mossa dall'ira, sottopose la fanciulla a una serie di durissime prove che però Psiche riuscì a superare grazie all'aiuto di esseri divini. Eros intanto, in preda alla nostalgia, si mise alla ricerca dell'amata e, trovatala, chiede a Zeus il permesso di sposarla. Ottenutolo, i due si convolarono a nozze ed ebbero una figlia di nome Edonè, che in greco significa “piacere”.

apollonia

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L’amore tra Eros e Psiche è stato raffigurato su monete come questo bronzo della Leu Numismatik, Auction 4.

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Roman Provincial
THRACE. Serdica. Caracalla, 198-217. Tetrassarion (Bronze, 31 mm, 17.60 g, 1 h). AYT K M AYP CEYH ANTΩNEINOC Laureate head of Caracalla to right. Rev. OYΛΠIAC CEPΔIKHC Eros and Psyche embracing one another. CNG 93 (2013), 756 (same dies). H&J, Serdica 12.18.16. Ruzicka -. Varbanov 2312. Extremely rare. A lovely example of this intriguing issue with an attractive green patina. Slightly rough, otherwise, very fine.
From a Swiss collection, formed before 2005.

Starting price: 750 CHF - Result: 850 CHF

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Idem su questo bronzo della CNG Electronic Auction 387.

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BITHYNIA, Nicomedia. Maximus. Caesar, AD 235/6-238. Æ (26mm, 8.41 g, 12h). Bareheaded, draped, and cuirassed bust right / Psyche, with butterfly wings, kneeling left, reaching toward Eros fleeing left. RG 351. Near EF, brown patina, reverse double struck. Rare and attractive for issue. From the estate of Thomas Bentley Cederlind.

CNG 387, Lot: 286. Estimate $200. Sold for $700.

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Inviato (modificato)

Salve, questo bronzetto mi sembra suggestivo al pari delle splendide figure di Afrodite postate da Apollonia, anche perché questa volta ci è mostrata una visuale diversa del lato B della Dea, cioè il suo fianco. Al pari delle altre non mi spiacerebbe averla nel mio monetiere:

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Nicaea di Bitinia, 222-234. AE20. Waddington Recueil Général (RG3 588 pag.47)
D/  (:Greek_Mu:  :Greek_Alpha::Greek_Upsilon::Greek_Rho:  CEYE  :Greek_Alpha::Greek_Lambda::Greek_epsilon::Greek_Xi::Greek_Alpha::Greek_Nu::Greek_Delta::Greek_Rho::Greek_Omicron:C :Greek_Alpha::Greek_Upsilon_2::Greek_Tau:), Severo Alessandro, testa laureata a destra.
R/  (NI) KAIE (:Greek_Omega:N), in esergo. Afrodite accovacciata a ds, nuda tranne che per un panno sulla coscia sinistra, si rimira allo specchio che, alle sue spalle, un Erote munito di fiaccola, impugna con la mano sinistra; un altro Erote, alla sua destra, sorregge una fiaccola."
 
Della greca Ἀφροδίτη non è chiara l'etimologia del nome, ma fra le tante preferisco pensare che derivi da ἀφρός (aphròs, la spuma del mare) anche perché è dal mare, da una conchiglia, che l'arte pittorica ce l'ha sempre rappresentata (Botticelli, Nascita di Venere, 1482-85).
Ma non meno affascinante - perché lato A e lato B per me pari sono! - è la seducente Dea di Andrea Appiani in questa "Venere che allaccia il cinto a Giunone",1810:
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Nell'Odissea Omero fa originare la Dea dal santuario di Pafo nell'isola di Cipro. E nei suoi "Inni omerici, Ad Afrodite" (V) questo ci dice di lei:

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Una Dea assai delicata ma anche potente è Afrodite, che poi a Roma sarà Venere: e la sua potenza divina manco a dirlo è l'amplesso (γάμος, gamos) - e questo è il bello - legittimo o meno che sia.
Lucio Anneo Cornuto (:)), filosofo stoico romano vissuto nel I secolo d.C., nel suo famoso "Compendio di teologia greca" torna alle origini marine della Dea e e in un salto acrobatico tanto ardito quanto chiarificatore, arriva addirittura a dirci che "i semi generatori degli animali sono spumosi (aphróde)" !! 
Questo è il passo che ci interessa, dal Libro XXIV:

«È verosimile d'altronde, che anche di Afrodite (Aphrodíte) si tramandi che sia nata nel mare per nessun altro motivo se non per questo: affinché tutto venga all'essere, c'è bisogno di movimento e di umidità, fatto entrambi presenti nel mare in abbondanza. [...] Afrodite, per altro, è la potenza che conduce insieme il maschile e il femminile: forse ha assunto tale denominazione in virtù del fatto che i semi generatori degli animali sono spumosi (aphróde) [...] È presentata come bellissima, poiché agli uomini risulta gradito in massima misura il piacere relativo al congiungimento come eccellente al di sopra di tutti gli altri, ed è chiamata per questo anche "amante del sorriso" (philomeidés) [...] La fascia ricamata, poi, è come adorna, trapunta e variegata, e ha il potere di legare e serrare insieme. È chiamata inoltre sia celeste (ouranía) sia terrena (pándemos) sia marina (pontía), poiché la sua potenza si osserva sia in cielo sia in terra sia in mare.»

Saluti

HIRPINI

 

 
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Il bronzo è veramente suggestivo e avevo già avuto modo di segnalarlo in un'altra discussione. Lo ripropongo qui per comodità di chi legge.

Bronzo di Alessandro Severo (Bitinia, Nicea) che raffigura sul rovescio Afrodite inginocchiata a destra, nuda tranne che per il panno drappeggiato sul grembo, affiancata da due amorini alati, ciascuno con in mano una fiaccola. L’amorino a sinistra ha nell’altra mano uno specchio nel quale Afrodite si guarda volgendosi all’indietro.

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BITHYNIA, Nicaea. Severus Alexander. 222-234 AD. Æ 22mm (4.16 gm, 8h). M AVP CEVHAΛEΞANΔPOC AΥΓ, laureate head right / NIKAIEΩN; Aphrodite-Venus kneeling right, nude but for cloth draped across her lap, flanked by two winged Erotes, each holding a torch, with the one on the left also holding up a mirror, which Aphrodite turns to gaze into. RG pg. 473, 588; SNG Copenhagen -. Good VF, smooth olive green patina. Important mythological type.

The typos of Aphrodite emerging from her bath, assisted by her winged companions to prepare herself, was a popular theme in art from classical times to the modern era, treated in many media by numerous artists throughout the ages.

CNG 155714. Sold For $795

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Vi sono diversi miti sulla nascita di Afrodite. Esiodo, poeta greco vissuto tra VIII e VII secolo a.C., la descrive emersa dalla spuma del mare vicino a Cipro, avendo avuto i natali dalla forza fecondatrice del seme del padre Urano, evirato dal figlio e titano Crono per vendicare la madre Gea. Quando i genitali di Urano caddero in mare, il sangue e il seme in essi contenuti divennero schiuma dalla quale, presso l'isola di Cipro, emerse Venere (aphròs in greco significa proprio schiuma).

In una versione del mito del I secolo a.C. dovuta al sacerdote isiaco Isidoro, l’isola natale di Afrodite è invece Citera: da questa isola la dea sarebbe ripartita, trasportata da una conchiglia, per approdare a Cipro dove, secondo la versione omerica del mito, le Ore la vestono e adornano per condurla nell’Olimpo. Sandro Botticelli raffigura così il mito della nascita della dea, secondo la cosiddetta “Versione della Conchiglia”, per la quale Venere, nata già donna, raggiunge su una conchiglia l’isola di Cipro, sospinta da Zefiro e Clori, mentre a riva la attende una delle Ore per porgerle un mantello fiorato.

Secondo Omero, invece, Venere sarebbe figlia di Zeus e della ninfa degli oceani Dione e nacque da una conchiglia uscita dal mare.

Platone immaginò l’esistenza di due Veneri, una nata da Urano, il cielo, e detta perciò Venere urania, dea dell’amore puro; l’altra nata da Dione detta Venere pandemia, cioè popolare, dea dell’amore volgare.

apollonia

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Venere (in latino Venus) era la dea romana equivalente alla greca Afrodite: una delle dee più importanti, considerata divinità dell’amore, della fertilità e della bellezza.

Venere ebbe moltissimi amanti, sia dei sia mortali, e quindi ebbe molti figli fra quali particolarmente celebre fu Enea che fondò poi Roma; è per questo che nell’antichità si riteneva che da Venere provenisse il popolo romano.

Venere era considerata una dea molto capricciosa e volitiva e il mito vuole che Zeus, nel timore che fosse causa di furiosi litigi fra gli dei a causa della sua prorompente bellezza, la fece sposare con il dio più brutto, Efesto, il fabbro degli dei. Ma la dea non era per nulla soddisfatta del matrimonio ed ebbe moltissimi amanti. Quando Efesto la scoprì con il dio Ares a letto nudi, li imprigionò in una gabbia di ferro per esporli al ridicolo di fronte agli altri dei.

Venere ebbe diversi figli, fra cui Eros, il dio dell’amore, del quale però non si conosce il padre e probabilmente neppure la dea stessa sapeva chi fosse. L’unico essere che potè resistere alla sua bellezza fu Narcisio, a sua volta stupendo. Per questa offesa Venere fece sì che lui si innamorasse della sua stessa immagine riflessa in un laghetto e che vi annegasse dentro.

apollonia


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Bronzo della Gorny & Mosch Auction 181.

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RÖMISCHE PROVINZIALPRÄGUNGEN
THRAKIEN
SERDICA. Septimius Severus, 193 - 211 n. Chr. AE Zweier (3,05g) Vs.: ΑΥ Κ Μ ΑΥ ΣΕΥ] − ΑΝΤΩΝΕΙΝΟ, Kopf mit Lorbeerkranz r.. Rs.: ΣΕΡΔΩΝ, Eros und Psyche umarmen sich. Links Altar. Ruzicka, Serdika - (vgl 384, Caracalla); Varbanov, GIC - . Unpubliziert! RRR! Schöne dunkelgrüne Patina, vz
Das Reversbild ist nach der bekannten späthellenistischen Marmorskulptur gestaltet, die dem pasitelischen Künstlerkreis zugerechnet wird.

Il rovescio che raffigura Eros e Psiche in un tenero abbraccio si basa su una nota scultura in marmo tardo-ellenistica che viene attribuita alla cerchia degli artisti di Pasitele, versatile e rinomato scultore nativo dell'Italia meridionale, fiorito a Roma, come Plinio ricorda, circa l'età di Pompeo Magno.

apollonia

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Salve,

per puro caso mi sono imbattuto in questo bronzetto provinciale di Gadara, in Siria, in cui ciò che salta all'occhio, anche se non proprio di Afrodite, è il bel "lato B" della Grazia centrale, su cui anche l'imperatore Elegabalo sembra fissare lo sguardo: 

 

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Elagabalus, Gadara, Syria. AVT K M AYΡ ANTΩNEINOC, busto diademato, drappeggiato e corazzato a destra. /  GADA-REWN, KCVP APC, le tre Grazie stanti, quella al centro di spalle, le braccia sulle spalle delle altre due. Gadara, Spijkerman 83; SNG ANS 6, 1331
 
Ecco dunque le tre Grazie, figlie di Zeus: Aglaia, Eufrosine, Talla. Come è facile immaginare le tre divinità erano benefiche e diffondevano splendore, gioia e prosperità tra gli umani e in natura. Dalla parola che è il loro stesso nome latino "Gratia" è derivato a sua volta l'aggettivo "gratus", gradito, riconoscente.
Quella di spalle, che sul bronzetto sembra organizzare la coreografia della scena, voglio immaginare che sia Ευφροσυνη, il cui nome "Eufrosine" che letteralmente vuol dire "buonumore, allegria, felicità", viene dalla parola "euphron", composta da εὖ (eu, "buono") e φρήν (phren, "mente, "cuore") o forse da φρονεῖν (phronein, "pensare"). 
 
Il mito è stato ispiratore di grandi artisti. Il pensiero va ad Antonio Canova e al gruppo scultoreo in candido marmo di Carrara conservato nell'Ermitage di San Pietroburgo. Ma in questo caso ho pensato ad un dipinto di Raffaello Sanzio, che rappresenta le Grazie in atteggiamento piuttosto simile a quello scolpito sulla moneta di Gadara.
 
Prima però vorrei riportare i pochi versi di introduzione al poemetto "Le Grazie" che Ugo Foscolo scrisse e dedicò proprio ad Antonio Canova mentre scolpiva le dee gemelle:
 
«Alle Grazie immortali / le tre di Citerea, figlie gemelle / è sacro il tempio, e son d'Amor sorelle; / nate il dì che a' mortali / beltà ingegno virtù concesse Giove, / onde perpetue sempre e sempre nuove / le tre doti celesti / e più lodate e più modeste ognora / le Dee serbino al mondo. Entra ed adora.]»
 
Questo è il dipinto di Raffaello (1483-1520):
 
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e questo, di tutt'altro stile, è di Giovanni Martinelli (1610-1659):
 
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Cordiali saluti a tutti
Modificato da Hirpini
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Un rovescio molto simile l’avevo trovato tra i bronzi di Tranquillina

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PISIDIA, Cremna. Tranquillina. Augusta, AD 241-244. Æ (24mm, 9.02 g, 11h). Diademed and draped bust right, set on crescent / The Three Graces. Von Aulock, Pisidiens 1423; SNG France 1512 (same dies). Near Fine, green and brown patina.

Le Grazie erano le corrispettive latino-romane delle Cariti greche, dee legate al culto della vegetazione e della natura, nonché della gioia. Un mito le vuole figlie del dio Zeus e della ninfa Eurinome e sorelle del dio-fiume Asopo, ma per altri erano figlie di Zeus ed Era, per altri del dio Sole Elios e della ninfa Oceanina Egle, per altri ancora figlie della dea della bellezza Afrodite e di Dioniso, dio della vite.

Anche i loro nomi e il loro numero variano a seconda dei miti e dei culti che le riguardavano. Secondo la Teogonia esiodea, esse erano tre di nome Aglaia, Eufrosine e Talia. A Sparta erano venerate due Cariti: Faenna, la Lucente, e Cleta, l’Invocata, mentre ad Atene Auxo, la Crescente, ed Egemone, colei che precede. Esisterebbe anche una certa Carite Pasitea. In greco, Carite era il nome di una Grazia e la troviamo citata da molti poeti e anche nell’Iliade di Omero.

Il centro più antico del loro culto sembra essere stato Orcomeno di Beozia dove fu fissato il loro numero di tre e deciso il loro nome: Aglaia, la splendente; Eufrosine, la rallegrante; Talia, la fiorente.

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Dee della gioia e del fascino, impersonano la bellezza e la grazia, infondendo la felicità nel cuore degli dei e degli uomini. Presiedevano ai banchetti, alle danze e ad altri piacevoli eventi sociali, diffondendo amicizia e serenità tra i presenti. Accompagnavano spesso Afrodite ed Eros, le divinità dell’amore, e insieme alle Muse cantavano e ballavano per gli dei sul monte Olimpo al suono della lira del dio Apollo.

Buona notte.

apollonia

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Si è parlato in più occasioni del mito di Afrodite e Adone, un giovane dalla bellezza ultraterrena che lei riuscì a sedurre con l'aiuto di Elena, sua amica. Ma quando Afrodite lo portò da Persefone perché lo vigilasse, anche la regina dell’oltretomba rimase colpita dalla bellezza di Adone e si rifiutò di restituirlo. La discussione tra le due dee venne appianata da Zeus o da Calliope, con la decisione che Adone avrebbe passato quattro mesi all'anno con Afrodite, quattro con Persefone e quattro per conto suo. Fu la passione per la caccia la causa della morte di Adone per mano del geloso Ares che si era trasformato in un cinghiale e l’aveva incornato a morte.

Si è anche detto del ruolo di Afrodite nella guerra di Troia, avendo promesso l’amore di Elena a Paride che la giudicò vincitrice nella contesa con Era ed Atena per la mela d’oro destinata "Alla più bella" dalla dea della discordia Eris.

Mi sembra invece che non si sia ancora parlato della storia d’amore di Afrodite e Nerito (o Nerite), l’unico figlio maschio di Nereo e di Doride e quindi fratello delle cinquanta Nereidi. Il giovane aveva ereditato dalle sorelle e dai genitori un bellissimo aspetto, tanto da far innamorare Afrodite nel periodo in cui la dea viveva nel mare. La loro storia fu intensa e appassionata, ma ebbe fine quando la dea della bellezza decise di abbandonare il proprio elemento, il mare, per raggiungere l’Olimpo e governare sul mondo. Afrodite aveva tutte le intenzioni di portare con sé Nerito e gli fece dono di un paio d'ali per permettergli di raggiungerla sul monte sacro degli dei. Nerito, però, con enorme sorpresa di Afrodite, visceralmente legato al mare e follemente innamorato della propria essenza marina, rifiutò la sua proposta e lei, umiliata e terribilmente incollerita, lo tramutò in una conchiglia.

E direi che, considerato il caratterino della dea della bellezza, a Nerito è andata ancora bene!

apollonia

 


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A una Gatta invece andò male.

Salve, la bella Afrodite appare in una favola di Esopo, che il famoso inventore di questa tipologia di racconti, intitolò... 

.       Di una Gatta e Afrodite        

Di questo narra Esopo, che una Gatta, ovvero proprio una micia a dire la verità assai graziosa e brava nel fare le fusa, s'era innamorata di un bel giovane. Un giorno in cui l'esagerata predilezione per il giovane aveva superato ogni limite, e così anche il desiderio di essere amata da lui, la Gatta volle invocare la dea dell'Amore e la pregò perché la mutasse in una donna. La Dea, che era Afrodite l'avrete compreso, colpita nella sua sensibilità di nume amoroso, ebbe compassione di lei che era tanto innamorata e volle aiutarla. Così la convertì in una bella Fanciulla. E il Giovane la vide e gli piacque tanto che se la portò a casa.

Afrodite ne fu soddisfatta, ma ad un certo punto ebbe un dubbio e volle capire se quella che da quattro zampette era passata grazie a lei ad avere due bellissime gambe e tutto il resto di donna, se insieme al corpo avesse cambiato anche le sue abitudini. E così una notte, mentre i due sposi sotto le coltri svolgevano i loro affari d'amore, mandò un bel sorcio fra loro. Appena lo scorse, il giovane saltò via dal letto e con affanno gridò alla donna di venirne via. "Fuggi, presto!" gridò. Ma lei, scordandosi a quel punto di essere donna, si levò sì dalle coltri, ma non per fuggire. Prese infatti a inseguire il sorcio, e desiderava mangiarlo. Allora Afrodite, sdegnata la fece tornare in una Gatta, proprio com'era prima.

Morale: questa favola dimostra - così conclude Esopo - che gli uomini scelerati o cattivi per natura, anche se cambiano aspetto o condizione, non cambiano però l'indole.

Hmm, una grave sentenza, ancor oggi valida.

..........................

Sempre a proposito della Dea dell'Amore, della Bellezza e della Primavera, mi sono ricordato di uno statere di Tarsos su cui si affacciano, una di qua una di là, le più suggestive divinità femminili dell'Olimpo: Afrodite per l'appunto e Atena. La prima non troppo di frequente appare nella monetazione classica (la  ricordo in particolare su alcuni denari romani quale Venus victrix. ritratta di spalle e bene in linea col titolo di questa discussione circa il suo "lato B"). La seconda, Dea della Sapienza, dell'Arte e della Guerra è invece pressoché onnipresente, con l'elmo corinzio sul capo, alzato sulla fronte, come si usava al di fuori del campo di battaglia: già da soli gli stateri di Corinto e colonie ce ne presentano un'infinita rassegna.

Ora vedere insieme sulla stessa moneta la saggezza e la bellezza fattesi dee, è secondo me uno spettacolo piuttosto singolare.

Trovo infatti delizioso questo statere, su cui l'artista ha saputo modellare su una faccia la superba possanza della dea elmata, sull'altra la leggiadria tutta femminile di Afrodite, che qui appare addirittura più simile a una seducente odalisca. Non per nulla mentre la Pallade Atena è una dea guerriera e soprattutto... vergine, dedita a proteggere e consigliare gli eroi, quella che per i Romani poi sarà Venere, al contrario sconvolge le menti degli uomini con la sua bellezza. E addirittura suscita il desiderio anche nelle menti divine: Omero stesso ci dice che solo tre dee non ne vengono influenzate e tra queste c'è proprio Atena, oltre ad Artemide ed Esti

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Tarsos, Cilicia, AR Lydian standard statere. 370 BC. 10.49 g. Athena seduta a sinistra, con la mano destra regge la lancia, il braccio sinistro poggiato sullo scudo; un albero di olivo dietro di lei / TEΡΣIKON, Afrodite, con indosso un lungo chitone e il peplo, gioca con i tali; un anemone nel campo a destra. Traité II-2, 1374; SNG von Aulock 5915; SNG France 237–238; SNG Levante 64.

HIRPINI

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ROMAN PROVINCIAL COINAGE | BITHYNIA | NIKAIA: Afrodite anadiomene

Bronzo di Caracalla che raffigura sul rovescio Afrodite nel tipo anadiomene che si asciuga i capelli (Gorny & Mosch 265).

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Lot 968

NIKAIA. Caracalla, 211 - 217 n. Chr. AE (11.94g). Vs.: ΑΝΤΩΝΙΝΟΣ - ΑΥΓΟΥΣΤΟΣ, drapierte Panzerbüste mit Lorbeerkranz n. r. Rs.: ΝΕΙΚΑΙ-ΕΩΝ, Aphrodite im Typus der Anadyomene ihre Haare trocknend n. l. Rec. gén. II -; Köln, Bithynien -; SNG Leypold ; BMC -; SNG von Aulock -. R!
Aus süddeutschem Privatbesitz, Slg. E. L.
Condition:  Grüne Patina, ss

Result 325 €  -  Estim. Price300

Anadiomene, propr., “che emerge”, è l’epiteto dato dai Greci ad Afrodite, con allusione alla nascita della dea dalle onde del mare.

 

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ROMAN PROVINCIAL COINAGE | BITHYNIA | NIKAIA: Ares nudo con mantello fluttuante, una lancia nella mano destra e un trofeo sulla spalla.

Bronzo di Domiziano che raffigura sul rovescio il dio della guerra Ares nudo (Gorny & Mosch 265).

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Lot 965

NIKAIA. Domitian, 81 - 96 n. Chr. AE (23.34g). Vs.: ΑΥΤ ΔΟΜΙΤΙΑΝΟΣ ΚΑΙΣΑΡ ΣΕΒ ΓΕΡ, Büste mit Lorbeerkranz n. r. Rs.: Nackter Ares mit wehendem Mantel n. r. schreitend, über der l. Schulter Tropaion und Speer tragend, im Feld NK - ΠΡ in Ligatur. RPC II, 632.
Ex Münzzentrum Rheinland, Auktion 157, Nr. 330; ex Münzzentrum Rheinland, Auktion 73, Nr. 1992. Aus süddeutschem Privatbesitz, Slg. E. L.
Condition:  Schwarze Glanzpatina, ss

Result280 € - Estim. Price350 €

 

Nella mitologia classica greca Ares e Afrodite erano amanti: penso che la dea dell’amore sia lieta della sua compagnia.

 

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