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Inviato

Poco è noto degli incisori di monete e medaglie Veneziane.

Ancora nel 1888 su RIN (I anno) il Papadopoli scrisse un breve ma interessantissimo e ben documentato articolo, riferito però ai "maestri delle stampe" fino al 1572 circa (Marco Antonio Spinelli). Poi afferma esservi stata "decadenza" e menziona solo Antonio Fabris, incisore dei conii del 1848 (vedi sotto). In realtà omette almeno un famoso incisore del Settecento, prestato alla Zecca di Venezia: Michele Du Bois, creatore dei primi conii del Tallero per il Levante nel 1756. Ovviamente i massari niente hanno a che spartire con gli incisori.

Papadopoli RIN 1888.pdf

Ed è proprio questo è il periodo di cui mi interesserebbe conoscere gli incisori. Dopo il 1748, con il doge Pietro Grimani, passando per Francesco Loredan (1752-1761 ad eccezione del 1760), e terminando con Alvise IV Mocenigo (1764) si manifesta nelle oselle di Venezia uno stile incisorio particolare, con rappresentazioni di altari, colonnati, capitelli e raffigurazioni abbastanza omogenee da poter forse essere ricondotte ad un unico autore (vedi ad esempio l'osella della Rosa d'oro sottostante). Ma chi? Non ne ho trovato traccia in letteratura. Forse un orafo del tempo. E per la monetazione ordinaria? Lo stesso incisore o altro?

Ma anche avere notizie di altri artisti dipendenti di zecca del XVIII secolo, che rappresentarono scene di vita o allegoriche particolari sarebbe gradito. Se ne conosce qualcuno? Grazie a chi vorrà intervenire.

Osella 1759.jpg


Supporter
Inviato (modificato)

Ciao Giovanni e ... buon anno

Conosco lo scritto del Papadopoli che hai richiamato ed i nomi fatti sono quelli conosciuti; non ci sono altri scritti che aggiungono nomi di ulteriori incisori; tra l'altro è vero che manca il nome di Michele du Bois, ma anche quello di Antonio Schabel, suo sostituto, che provvide poi a disegnare ed incidere i conii del tallero per il levante e relativi sottomultipli e cosa strana, a firmarli con le sue iniziali.

E' assodato che tanti intagliatori di conii di monete e medaglie fossero anche (e forse prima di diventare intagliatori) orafi e taluni non lavorarono esclusivamente per la zecca veneziana.

Sappiamo anche che l'iconografia delle monete veneziane è abbastanza "ingessata", salvo rare eccezioni e con piccoli dettagli, non si è mai discostata molto da una volontà di conservazione dei tipi. A decidere l'iconografia non poteva essere l'intagliatore di turno od il massaro che, forse, avevano solo una voce consultiva; ma il Doge con i suoi consiglieri e la Signoria prima e successivamente il Consiglio dei X.

Qualche maggior libertà - personalmente - ce la vedo nella creazione delle oselle degli ultimi decenni, quando anch'esse si sono trasformate e mutate le immagini ingessate in veicolo conoscitivo di quanto fatto di importante durante un dato dogato. E' il caso della osella con le rose da te citata, che ricorda il dono della rosa d'oro a Venezia dal Papa Clemente XIII

Pensiero tutto mio, ma essendo un dono del Doge, forse, quest'ultimo è riuscito (ma non sempre) ad indirizzare determinate decisioni; è un caso che nelle oselle dei Mocenigo venga spesso impresso il disegno di una rosa, fiore presente anche sul loro stemma araldico?

Lo stesso può essere detto per l'osella dell'anno I a nome del Doge Bertucci Valier, dove si vede l'aquila ad ali spiegate che attacca il drago; aquila anch'essa presente dello stemma araldico dei Valier.

Che dire poi delle oselle del Doge Francesco Morosini, dove buona parte delle oselle a suo nome sono un tripudio alla sua persona ed alle sue vittorie e su quelle vediamo la sua spada, le sue insegne di ammiraglio, il suo busto voluto dal senato.

Riguardo alla presenza di capitelli, altari e colonnati, io credo sia testimonianza del barocco e della relativa architettura; non sono però uno studioso d'arte e forse qualcuno più ferrato di me potrà essere più esaustivo ... @Terkel?

cari saluti

luciano

Modificato da 417sonia
sostituito suo con loro, più corretto
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Inviato

Ciao Luciano, e Buone Feste anche a te e a chi legge o partecipa.

Mi pare strano che gli incisori veneziani non siano stati valorizzati (giustamente dimenticavo lo Schabel, che tuttavia iniziò ad incidere nella zecca di Venezia attorno al 1766, mentre prima era incisore a Vienna). Quelli pontifici, a Bologna e Roma, li conosciamo pressoché tutti. Certamente il Doge ed i compiacenti cortigiani e senatori, ne avranno direzionato segni, araldica e fatti memorabili, ma certamente non inciso i conii. Mi piacerebbe conoscerne di più.


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Inviato
7 ore fa, 417sonia dice:

Lo stesso può essere detto per l'osella dell'anno I a nome del Doge Bertucci Valier, dove si vede l'aquila ad ali spiegate che attacca il drago; aquila anch'essa presente dello stemma araldico dei Valier.

Eccola. Ex NAC 136

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Inviato

Non so se possa essere utile questo riferimento:

Mezzaroba L. 2019, 1755-1870. Ultimi bagliori della Zecca di Venezia: i grandi incisori di medaglie “al torchio”, in “Rivista Italiana di Numismatica e Scienze affini”, CXX, pp. 291-328.


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Inviato

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Inviato

quale sarebbe la moneta di Cristoforo Moro che non piaceva all'autore (non citato) del contributo RIN riportato sopra ?


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Inviato

"Degli studi di Angelo Zon veneziano. Cenni del dott. Vincenzo Lazari"

https://books.google.it/books/download/Esercitazioni_scientifiche_e_letterarie.pdf?id=zs9cAAAAcAAJ&hl=it&capid=AFLRE736025quJW4UrZYYz0bA6vvRzhcPTPeMDPIYx9HKZOryjf-re_jSnZENHPfjWAhnHplsYWSq1L81LNm9byxEUXf2QoEzg&continue=https://books.google.it/books/download/Esercitazioni_scientifiche_e_letterarie.pdf%3Fid%3Dzs9cAAAAcAAJ%26hl%3Dit%26output%3Dpdf

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"A parte le considerazioni di tipo "figurativo" (da questo punto di vista le ultime emissioni sono decisamente molto meno interessanti) e' bene notare alcune cose, poco appariscenti, ma importantissime per la nostra domanda iniziale "monete o medaglie?". Mentre buona parte delle medaglie sono firmate dagli incisori, le Oselle sono assolutamente anonime ed infatti le sigle che vi figurano sono quelle dei massari all'argento, proprio come per la "normale" monetazione della Serenissima."

http://www.roth37.it/COINS/Oselle/index.html

 


Inviato

Grazie molte per la citazione completa. Purtroppo non sappiamo l’incisore del bagattino  del Moro lodato dallo Zon


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Inviato (modificato)

Dal Papadopoli (Nicolò Tron e le sue monete 1471-1473 - in RIN anno XIV fasc. IV 1901), si legge:

”Questo bel pezzo di ottimo argento, che da un lato reca il ritratto caratteristico del vecchio Doge e dall’altro un elegante Leone araldico, è certamente lavoro di Antonello di Piero, detto anche Antonello della Moneta, e dei suoi figli, come rileviamo da una deliberazione del 24 Luglio 1472, con cui si accordano 20 ducati annui ad ognuno dei due figli di Antonello, a compensarli del lavoro fatto per le nuove monete, togliendoli dallo stipendio di Luca Sesto, il quale serve inutilmente, come dice il decreto.”

 

Modificato da Oppiano

Supporter
Inviato

A ben vedere, se si consulta il lavoro del Voltolina (La di Venezia attraverso le medaglie), molti esemplari descritti, anche in modo preciso, e che presentano come luogo di produzione proprio la Zecca di Venezia, sono abbinati a titolo di autore ad un Anonimo.

Presenti anche casi in cui la produzione è Venezia (ma non la Zecca) sempre in abbinamento ad Anonimo quale autore.

Altri casi, invece, alla Zecca di Venezia sono abbinati dei nominativi.


Supporter
Inviato

Penso poi che non si possa escludere a priori l’ipotesi che alcune Oselle possano essere il frutto dell’arte di due figure distinte: il disegnatore e l’incisore.


Inviato

A Venezia mai avuto zecchieri, dato che la zecca era statale e mai data in appalto. Le figure principali erano l'intagliatore che creava i conii e il massaro che sovrintendeva al funzionamento della zecca ed era un patrizio dipendente dello stato.

Awards

Inviato (modificato)
10 ore fa, fabry61 dice:

A Venezia mai avuto zecchieri, dato che la zecca era statale e mai data in appalto. Le figure principali erano l'intagliatore che creava i conii e il massaro che sovrintendeva al funzionamento della zecca ed era un patrizio dipendente dello stato.

 

Le funzioni dello zecchiere erano svolte dal massaro che sovrintendeva all’organizzazione ed alla produzione - non lavorando chiaramente come imprenditore/ appaltatore bensi come dipendente. 
mi premeva distinguere che oltre le maestranze che seguivano le varie fasi esecutive ( preparazione dei tondelli, battitura, taglio, rifinitura etc) vi era la figura principale dello zecchiere che organizzava lavoro e maestranze ed era responsabile per la produzione. Mentre per l’approntamento dri coni vi era un incisore che li preparava con grande perizia, spesso anche orafo, che lavorava su disegni ( non sempre pero’) degli artisti dell’epoca.

 

Abbiamo testimonianze  ( non molte in verità) di disegni di artisti primari che sono serviti per la produzione di monete - testimonianze di produzioni stesse di monete da parte di artisti primari come Benvenuto Cellini, Leone Leoni etc. Per non parlare poi di tutte le medaglie, piu’ spesso fuse ma anche coniate prodotte da molteplici artisti - a partire dal Quattrocento - che rappresentavano per loro un’attività di primaria importanza nell’ambito piu’ generale della loro produzione artistica ( Pisanello era un pittore ad esempio; matteo de’ Pasti uno scultore e miniatore; Bettoldo di Giovanni - allievo di Donatello - fu principalmente scultore oltre che valentissimo medaglista - sua la famosa medaglia della congiura dei Pazzi a firenze; etc.) 

Modificato da numa numa
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