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IGNORED

Publius Cornelius Lentulus Spinther


lorenzobassi

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...sono info un po' striminzite ma per ora è meglio di niente ;)

da wikipedia

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Nel De Bello Civili è nominato più volte:

LIBRO I

XV

Cesare, uscito da Osimo, attraversa tutto l'Agro Piceno. Tutte le prefetture di quella regione lo accolgono con grande entusiasmo e danno

ogni sorta di aiuto al suo esercito. Giungono da lui ambasciatori provenienti anche da Cingoli, cittadina che era stata fondata da Labieno e

costruita con il suo denaro, e gli assicurano una completa e diligente esecuzione degli ordini. Cesare fa richiesta di soldati; glieli inviano. Nel

frattempo la dodicesima legione raggiunge Cesare. Alla testa di queste due legioni egli si dirige ad Ascoli Piceno. Questa città era occupata

da Lentulo Spintere e dalle sue dieci coorti. Costui, alla notizia dell'arrivo di Cesare, fugge via dalla città e nel tentativo di trascinarsi dietro

le coorti viene abbandonato da gran parte dei soldati. Rimasto con pochi uomini durante la marcia incontra Vibullio Rufo, che era stato

mandato da Pompeo nel Piceno per rassicurare gli abitanti. Vibullio, venuto a conoscenza da lui della situazione del Piceno, si fa

consegnare i soldati e lo congeda. Così pure raggruppa dalle regioni confinanti quante coorti può fra i soldati arruolati da Pompeo; fra

questi raccoglie Lucilio Irro, in fuga da Camerino, con le sei coorti che qui egli aveva tenuto di presidio. Con i soldati raccolti, forma tredici

coorti. E con esse, a marce forzate, giunge a Corfinio presso Domizio Enobarbo e gli annuncia che Cesare con le due legioni è vicino. Da

parte sua Domizio aveva messo insieme circa venti coorti, raccogliendo uomini da Alba, dai Marsi, dai Peligni e dalle regioni confinanti.

XVI

Dopo la capitolazione di Fermo e la cacciata di Lentulo , Cesare fa ricercare i soldati che hanno disertato le file di Lentulo e ordina gli

arruolamenti. Egli stesso, dopo un solo giorno di sosta per gli approvvigionamenti, marcia su Corfinio. Quando vi giunse, cinque coorti, che

Domizio Marso in precedenza aveva inviato dalla città, stavano tagliando il ponte sul fiume distante dalla città circa tre miglia. Qui

l'avanguardia di Cesare attaccò battaglia e in breve tempo i soldati di Domizio furono scacciati dal fiume e costretti alla ritirata in città.

Cesare, fatto attraversare il fiume alle legioni, si fermò presso Corfinio e si accampò vicino alle mura.

XXI

Venuto a conoscenza di questi fatti, Cesare, sebbene giudicasse di grande interesse impadronirsi al più presto della postazione e trasferire

nel proprio accampamento le legioni colà stanziate, per evitare che o elargizioni o pressioni o false notizie facessero mutare volere (infatti in

guerra spesso da avvenimenti di poco conto nascono grandi pericoli), temendo tuttavia che l'ingresso dei soldati, con il favore della notte,

agevolasse il saccheggio della città, colma di lodi gli ambasciatori che erano da lui giunti, li rimanda in città, dà loro ordine di vigilare porte e

mura. Egli stesso dispone i soldati su quelle strutture di fortificazione che aveva fatto costruire, non a intervalli prestabiliti, secondo la

consuetudine dei giorni precedenti, ma con distaccamenti di sorveglianza continua, vicini gli uni agli altri per garantire una totale protezione;

fa svolgere servizio di pattuglia ai tribuni dei soldati e ai prefetti con l'incarico non solo di ostacolare sortite, ma anche di stare in guardia

contro sortite clandestine di singoli individui. E in verità quella notte nessuno di loro fu così trascurato o ignavo da dormire. E tanto grande

era l'attesa di come sarebbero andate a finire le cose che ciascuno con la mente e con il desiderio si volgeva a opposti pensieri e si

chiedeva che cosa sarebbe accaduto agli abitanti stessi di Corfinio, a Domizio, a Lentulo , a tutti gli altri e quale destino sarebbe toccato a

ciascuno.

XXII

Sul finire della notte Lentulo Spintere , dall'alto delle mura, dice alle sentinelle e alle nostre guardie di volere, se possibile, incontrare Cesare.

Concesso il permesso, lo lasciano uscire dalla città; i soldati di Domizio non si allontanano da lui finché non giunge al cospetto di Cesare.

Con lui inizia a trattare la propria salvezza; lo prega e lo scongiura di risparmiarlo, gli ricorda l'antica amicizia e passa in rassegna i benefici,

per altro veramente grandi, ricevuti da Cesare: grazie al suo aiuto era entrato nel collegio dei pontefici, dopo la pretura aveva ottenuto la

provincia di Spagna, era stato sostenuto nella candidatura al consolato. Cesare interrompe le sue parole: gli ricorda che è uscito dalla sua

provincia non per fare del male, ma per difendersi dalle ingiurie degli avversari, per ristabilire nei loro poteri i tribuni della plebe cacciati

dalla città in quell'occasione, per vendicare se stesso e il popolo romano, la cui libertà era stata soffocata da un pugno di fanatici. Lentulo ,

rinfrancato dalle sue parole, chiede il permesso di tornare in città: assicura a Cesare che anche per gli altri sarà di conforto e speranza

l'avere egli ottenuto da lui grazia; lo informa che alcuni sono così atterriti da arrivare a darsi la morte. Ottenuto il permesso, si allontana.

XXIII

Alle prime luci, Cesare ordina che dinanzi a lui siano condotti tutti i senatori e i loro figli, i tribuni dei soldati e i cavalieri romani.

Appartenevano all'ordine senatorio L. Domizio, P. Lentulo Spintere , L. Cecilio [spintere] Rufo, il questore Sex. Quintilio Varo, L. Rubrio;

vi erano inoltre il figlio di Domizio e moltissimi altri giovinetti e un gran numero di cavalieri romani e di decurioni che Domizio aveva fatto

venire dai municipi. Li fa condurre tutti davanti a sé e proibisce ai soldati di insultarli e beffeggiarli; rivolge poche parole, lamentando che da

parte loro non è stata dimostrata gratitudine per i grandissimi favori che egli ha loro fatto; li congeda lasciandoli tutti incolumi. I sei milioni di

sesterzi, che Domizio aveva portato e depositato nella cassa pubblica, consegnati a Cesare dai duumviri di Corfinio, vengono restituiti a

Domizio; Cesare non voleva infatti apparire più equilibrato nei confronti della vita degli uomini che nei confronti del denaro, pur

consapevole che quello era denaro dello stato, dato a Domizio da Pompeo per la paga dei soldati. Ordina ai soldati di Domizio di giurargli

fedeltà e, lo stesso giorno, muove l'accampamento e, dopo una sosta a Corfinio, in tutto sette giorni, si mette in cammino marciando a

ritmo regolare e, attraversato il territorio dei Marrucini, dei Frentani, dei Larinati, giunge in Puglia.

LIBRO III

LXXXIII

Ben presto Domizio, Scipione e Lentulo Spintere , nelle quotidiane discussioni sulla successione al pontificato di Cesare, giunsero

pubblicamente a gravissime ingiurie verbali: Lentulo ostentava il privilegio dell'età, Domizio vantava il favore e l'autorità di cui godeva a

Roma, Scipione confidava nella parentela con Pompeo. Acuzio Rufo inoltre accusò, presso Pompeo, L. Afranio del tradimento

dell'esercito, che diceva essere accaduto in Spagna. E L. Domizio in consiglio disse che era favorevole a che, una volta terminata la guerra,

ai senatori che avevano partecipato con loro alla guerra venissero distribuite tre tavolette di voto, per esprimere singoli giudizi su chi era

rimasto a Roma o chi, trovandosi nelle terre occupate da Pompeo, non aveva combattuto: una sarebbe stata la tavoletta per assolvere da

ogni imputazione; un'altra per condannare a morte, la terza per infliggere multe. In una parola tutti discutevano o delle proprie cariche o

delle ricompense in denaro o dei nemici da perseguire e pensavano non in che modo vincere, ma come mettere a frutto la vittoria.

CII

Cesare, abbandonate tutte le altre cose, giudicò di dovere inseguire Pompeo in qualunque posto si rifugiasse fuggendo, in modo che non

potesse radunare di nuovo altre truppe e riaprire le ostilità. E ogni giorno avanzava di tanto quanto era possibile con la cavalleria e aveva

dato ordine a una legione di tenere dietro a tappe più brevi. Ad Anfipoli era stato emanato un editto in nome di Pompeo secondo cui tutti i

giovani di quella provincia, Greci e cittadini romani, dovevano riunirsi per prestare giuramento militare. Ma non si poteva capire se Pompeo

avesse emanato quell'editto per allontanare i sospetti in modo da nascondere il più a lungo possibile il proposito di fuga in zone più lontane

o per tentare, con nuove leve, di conservare la Macedonia, se nessuno lo avesse attaccato. Egli stesso rimase all'ancora una sola notte e,

chiamati presso di sé gli ospiti di Anfipoli e richiesto del denaro per le spese necessarie, venuto a conoscenza dell'arrivo di Cesare, si

allontanò da quel luogo e in pochi giorni giunse a Mitilene. Fu trattenuto per due giorni dal maltempo e, aggiunte alle sue altre navi leggere,

si recò in Cilicia e da qui a Cipro. Qui venne a sapere che, col consenso di tutti gli abitanti di Antiochia e dei cittadini romani che lì

facevano commercio, erano state prese le armi per impedirgli l'accesso alla città e che erano stati inviati ambasciatori a coloro che si diceva

si fossero rifugiati nelle regioni vicine perché non venissero ad Antiochia; se lo avessero fatto, avrebbero corso grande pericolo di vita.

Questa medesima cosa era accaduta a Rodi a L. Lentulo, che l'anno precedente era stato console, all'ex console P. Lentulo e ad alcuni

altri. Essi, avendo seguito nella fuga Pompeo ed essendo giunti sull'isola, non erano stati accolti né nella città né nel porto e, quando fu loro

notificato da legati l'ordine di allontanarsi da quei luoghi, pur contro la loro volontà presero il largo. E ormai la notizia dell'arrivo di Cesare

era arrivata fino a quelle città.

Battaglia di Tapso

Modificato da Rapax
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C'è qualcosa che non torna nel riassunto della Wilkipeida, se è morto a Farsalo nel 48 non può avere coniato monete prima di Filippi nel 42.

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...dovrebbe essere morto nella Battaglia di Tapso del 46, non a Farsalo come scritto su Wikipedia...

caius però non ti seguo molto...

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Su questo argomento il Crawford è fastidiosamente omertoso. Pertanto passo al Sear degli Imperators (ottimo libro).

Di P. Cornelius Lentulus Sphinter dice:

“Sfintere, in precedenza aderente al partito di Pompeo, era uno dei principali generali di Cassio. Il suo nome compare sotto i simboli dell’augurato, il collegio religioso che egli presiedette nel 57. I simboli al diritto (del nuovo avatar di Lorenzo, ovviamente….. perché è di quella che stiamo parlando ) sono i simboli del collegio dei pontefici di cui invece fu Bruto ad essere membro. Il nome di Sfintere compare anche su aurei e denari battuti a nome di Cassio. ”

Per quanto riguarda in generale la cronologia dielle emissioni di Bruto, sempre il Sear, ricordando che questa moneta sembrerebbe essere la prima (o tra le prime) battuta, dice:

“La monetazione di Bruto e Cassio non è cominciata prima del loro incontro a Smyrna ai primi del 42. Dopo questo incontro i due tirannicidi iniziarono un programma sistematico di estorsioni per finanziare l’imminente scontro contro i Cesariani. Il nome di Bruto su questa moneta compare nella forma del suo solo cognomen, come nelle sue emissioni repubblicane di una decade prima. Per questa ragione pare che queste monete siano state battute prima delle altre, che riportano una titolatura diversa.”

Quindi la moneta potrebbe essere stata battuta da Bruto, con il nome di Sfintere quale IIIVIR, a dare un’apparenza di formalità all’emissione, nel gennaio-febbraio del 42.

Caius

NB: i miei complimenti a Rapax per la splendida rassegna di pagine del de Bello Civili. Molto interessanti. Non capisco ancora però come può la wilkipedia farlo morire a farsalo.... :(

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Capito!

Ti riferisci ad esempio a questa?

da coinarchives

...c'è qualche cosa che non torna davvero...

Modificato da Rapax
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Esatto... :P Il monetiere è P (credo Publio)

nello specifico a questa:

http://www.coinarchives.com/a/lotviewer.ph...cID=170&Lot=346

che da qualche settimana è il nuovo avatar di Lorenzo, il quale stranamente ha abbandonato Vespasiano per Bruto... ;) :ph34r:

In effetti lo Sphinter ha poi messo il suo nome sulle monete di Cassio. Non ho mai ben capito in che tipo di rapporto fossero i due cesaricidi, le loro monetazioni sono discordanti, molto formale quella di Cassio, direi quasi noiosa, mentre Bruto ad un certo punto prende la tangente, inizia a mettere trofei e vittorie sulle monete, infine delira letteralmente quando arriva a mettere i due pugnali. Non credo andassero molto d'accordo tra di loro. A Filippi avevano campi separati. hanno combattuto da soli contro Antonio, di fatto autosconfiggendosi.

Caius

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...io non ci sto capendo più niente! :P

Ma sto Publio Cornelio Lentulo Spintere è morto a Tapso o no??

Nelle note del mio De Bello Civili c'è scritto di si <_<

Caius a me sfugge una cosa molto importante, sto Sphinter era ancora in vita nel 42 o no?

In teoria se ha messo il suo nome doveva essere ancora vivo...

...aiuto forse mi sono rincretinito...

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...io non ci sto capendo più niente!  :P

Ma sto Publio Cornelio Lentulo Spintere è morto a Tapso o no??

Nelle note del mio De Bello Civili c'è scritto di si  <_<

Caius a me sfugge una cosa molto importante, sto Sphinter era ancora in vita nel 42 o no?

In teoria se ha messo il suo nome doveva essere ancora vivo...

...aiuto forse mi sono rincretinito...

227634[/snapback]

il fatto che il suo nome compare su una moneta vale come un certificato di esistenza in vita :P . Emissioni postume dei IIIVIR non mi risultano.

C'è da chiedersi se si tratti di due persone, magari il Lentulus figlio ha continuato la militanza nelle file degli ex pompeiani dopo la morte del padre ...

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Emissioni postume dei IIIVIR non mi risultano.

227646[/snapback]

Era questo il punto a cui volevo arrivare... già pensavo ad un qualche cosa di sensazionale!

C'è da chiedersi se si tratti di due persone, magari il Lentulus figlio  ha continuato la militanza nelle file degli ex pompeiani dopo la morte del padre ...

227646[/snapback]

Mi piacerebbe fare un confronto con altri testi, ma per adesso non ho trovato altri riscontri.

Sarebbe bello trovare la fonte precisa che ne cita la morte a Tapso... nel caso la si trovasse l'ipotesi da te fatta è la più plausibile.

PS: Grazie per la pazienza Roberto! :)

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Grazie Rapax e Plinius per le vostre gentili risposte, sulla morte io ho trovato in rete in un sito francese queste parole “....En 48, après la bataille de Pharsale, qui voit la défaite de l'armée de Pompée, il s’échappe à Rhodes, où on lui donne asile. Selon Sextus Aurelius, il est plus tard tombé entre les mains de César et a été mis à mort. "

Se capisco bene si parla di un esilio a Rodi dopo la battaglia di Farsalo.

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Graize a te Lorenzo per l'ottimo spunto di discussione e per quest'ultima segnalazione.

Muoversi in questi contesti tentando di carpire i dettagli della vita di alcuni personaggi è come si è visto molto difficile. Ogni versione trovata fino ad ora è differente dalle altre, quest'ultima però non contrasta con il legame diretto di Lentulus con le emissioni del 42...

Lorenzo non è per caso citata anche la data della morte o qualche fonte?

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Facendo una ricerca con Google, la prima pagina che compare e' quella di una fonte autorevole quale l'Enciclopedia Britannica che riportaun inequivocabile "died c. 48 BC":

http://www.britannica.com/eb/article-90477...ntulus-Spinther

Controllando su Die griechischen Personennamen in Rom: Ein Namenbuch

di Heikki Solin, alla voce Spinther, si trova effettivamente Cornelio, console nel 57, ma anche un L. (Lucius) Cornelius Lentulus Spinther, figlio del primo: e' lui quello al quale molto spesso si fa riferimento nella monetazione del 42?

( http://books.google.com/books?id=mt5n84Eu9...sDSQ#PPA1209,M1 )

Notarsi pero' che la confusione e' grande, e spesso queste ultime emissioni vengono attribuite a P. Cornelius Lentulus Spinther...

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After Pompey was decisively defeated at Pharsalus, Thessaly, in 48, Lentulus escaped to Rhodes; soon thereafter he fell into Caesar's hands and was executed.

In teoria devo dar fuoco al mio De Bello Civili... la morte a Tapso è citata solo lì...

Dunque dopo Farsalo scappò a Rodi ma finì nelle mani di Cesare che lo fece uccidere.

Come dici tu avgvstvs la confusione sembra grande...

Nelle emissioni in cui è nominato la legenda cita LENTVLVS / SPINT, non ci sono elementi che ci possano ricondurre precisamente a Publio.

Le soluzioni a questo punto dovrebbero essere due, o il riferimento è nella maggior parte dei casi errato essendo riferito a Publio e non a Lucio oppure le emissioni sono antecedenti al 42...

“La monetazione di Bruto e Cassio non è cominciata prima del loro incontro a Smyrna ai primi del 42. Dopo questo incontro i due tirannicidi iniziarono un programma sistematico di estorsioni per finanziare l’imminente scontro contro i Cesariani. Il nome di Bruto su questa moneta compare nella forma del suo solo cognomen, come nelle sue emissioni repubblicane di una decade prima. Per questa ragione pare che queste monete siano state battute prima delle altre, che riportano una titolatura diversa.”

...dubito che questa teoria possa essere messa in discussione...

Più probabilmente il Lentulus nominato sulle emissioni è Lucio e non Publio.

Sul De Bello Civili c'è scritto questo:

Questa medesima cosa era accaduta a Rodi a L. Lentulo, che l'anno precedente era stato console, all'ex console P. Lentulo e ad alcuni

altri.

Dovrei un attimo rileggermi alcuni punti per capire bene il contesto...

Se comunque Publio è morto nel 48 o giù di lì probabilmente lo scritto di Cesare ci può aiutare.

Modificato da Rapax
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...

Più probabilmente il Lentulus nominato sulle emissioni è Lucio e non Publio.

227875[/snapback]

Temo che la soluzione dell'enigma sia questa, ciò significa che il Sear ha fuso le vite dei due Lentuli, padre e figlio. A Smyrna comunque un Lentulus Sphinter ha battuto moneta, da vivo, e di questo c'è abbondante testimonianza numismatica. le monete non possono essere antecedenti al gennaio del 42, per cui qualcuno vivo con quel nome deve esserci stato.

Stiamo parlando di figure minori, per le quali la storia ci ha portato informazioni a sprazzi, le incongruenze sono comprensibili.

Bella pagina di Storia, comunque.

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According to Sextus Aurelius Victor (De vir. ill. Ixxviii., 9, if the reading be correct), he later fell into Caesar's hands and was put to death. This event is unverified by other contemporary sources, but may explain why his son (P Cornelius P f P n Lentulus Spinther) joined Caesar's assassins, Brutus and Cassius, and struck coins for them during their civil war against the forces of Marc Anthony and Octavian. Like his father before him, the younger Spinther also put his own name and nickname 'Spinther' on the reverse of his coins, the obverse of which feature the head of 'Liberty'. See Caesar, Bell. Civ. i. 15-23, iii. 102; Plutarch, Pomp. 49; Valerius Maximus ix. 14, 4; many letters of Cicero, especially Ad Fam. i. 1-9.

Publio morto nel 48... evento non verificato!

Non siamo i soli che ci siamo addentrati in questo rompicapo storico.

L'importanza della moneta come fonte storica in questo caso è molto molto evidente. :)

Concordo con caius, gran bella pagina di Storia!!

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Penso che Caius abbia ragione, essendo figure minori le informazioni sono molto scarse e spesso discordanti. La moneta coniata da P. o L. Lentulus Sprinter è veramente affascinante, allego una foto ben dettagliata.

Grazie a tutti per l’interessante discussione.

BrvtvsLentvlus.jpg

Modificato da Lorenzo Bassi
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Grazie Luigi, hai risolto l'enigma.

Caius

(NB: non so se avete notato l'eleganza di riportare la data ab urbe còndita ;) )

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Però… non è ancora chiaro perché questo denario inizialmente attribuito a Publius finisce per diventare di Lucius.

Ho rispolverato i miei libri sulla monetazione repubblicana (nell’oblio da qualche anno) per vedere di volta in volta a chi veniva attribuita la moneta.

Inizio dai testi più datati per arrivare a quelli più recenti.

Riccio Gennaro: Le monete delle antiche famiglie di Roma fino allo imperatore Augusto…dette comunemente consolari. Napoli 1843

Cita testualmente a pag. 65 “Queste monete furon coniate in Asia da Publio Cornelio Lentulo Spintere, figlio di P.Cornelio Lentulo Spintere console nel 697 (cioè 57 a.C.).

Egli era augure, e fu avverso a Cesare nella guerra civile, in cui perdè il padre suo. Dopo la pugna Farsalica salvossi in Alessandria, e fu perdonato.

Morto il dittatore, seguì le parti dei congiurati e quindi comandò con essi in Asia col grado di propretore e di proquestore;

e dopo la battaglia di Filippi fu fatto uccidere da Antonio ed Ottaviano.

In Asia quindi da proquestore di Bruto e Cassio nel 711 o 712 impresse i nummi citati, nei quali rassegna il proprio augurato,

e dalla parte di Bruto e Cassio i loro sacerdozi, cioè pontefice e XVviro sacris faciundis".

Babelon: Monnaies de la Republique Romaine. Paris 1885

Cornelia 71 – Junia 41

Il monetario è Publius Cornelius Lentulus Spinther propretore nel 711 e 712 (cioè 43 – 42 a.C.) che coniò monete in Oriente negli stessi anni.

Il monetario era figlio di P.Cornelius Lentulus Spinther console del 697 (57 a.C.) nonché monetario (nel 74 a.C) del denario “ testa di Ercole / Genio del Popolo Romano”.

Seguì, come suo padre, le fortune di Pompeo. Ritiratosi ad Alessandria, finì per ottenere il perdono di Cesare e ritornò in Italia.

Alla morte di Cesare, fu nominato proquestore da M.Brutus ed inviato in Asia.

Ottenne poi il grado di propretore. Sembra che sia sfuggito dal disastro di Filippi del 712 (42 a.C.), ma poi non si hanno più notizie di lui.

Grueber: Coins of the Roman Republic. London 1910

BMCRR East 80

Il monetario è Publius Cornelius P.f. P.n. Lentulus Spinther, figlio di Publius Cornelius Lentulus P.f. L.n. Spinther il quale fu console nel 57 a.C.

Nacque nel 74 a.C., prese la toga virilis nel 57 a.C. e nello stesso anno fu eletto nel collegio degli auguri (i cui simboli ritroveremo nelle monete).

Anche qui è incerto se rimase ucciso a Philippi (42 a.C.), ma non si hanno più notizie dopo questo evento.

Il padre (aedile curule nel 63, praetor nel 60, consol nel 57) coniò il denario “ testa di Ercole / Genio del Popolo Romano” nel 74 a.C.

Allego un passo del Grueber sulla vita del monetario dopo Rodhes

Sydenham: The coinage of the Roman Republic. New York 1952

Syd 1310

Il monetario è Publius Cornelius Lentulus Spinther

Belloni: Le monete romane dell’età repubblicana. Milano 1960

Inizia la distinzione:

- Lucius Cornelius Lentulus Spinther il monetario del 43 – 42 a.C. (anche se poi alla scheda dei monetari di quegli anni riporta Publius ????)

- Publius Cornelius P.f. L.n. Lentulus Spinther il monetario del denario del 74 (Testa di Ercole / Genio del Popolo Romano) e console del 57 a.C.

Crawford: Roman Republican Coinage. Cambridge ed. 1995

RRC 500/7

Questa moneta e tutte le emissioni del 43 – 42 sono state attribuite a Lucius Cornelius Lentulus Spinther.

Il monetario del denario RRC 397/1 del 74 a.C. (Testa di Ercole / Genio del Popolo Romano) è

Publius Cornelius P.f.L.n. Lentulus Spinther (console nel 57 a.C.).

Alteri: Tipologia delle monete della repubblica romana. Città del Vaticano 1990

Conferma il Crawford.

Quindi nei cataloghi d’asta:

se riportano Publius fanno riferimento ai precedenti testi di riferimento (Babelon),

se riportano Lucius si fa riferimento alle nuove teorie del Crawford.

Chi ha ragione? :unsure:

Una cosa è sicura: i nomi romani (non molti) e per di più uguali tra padre, figlio e nipoti non aiutano molto a distinguere i singoli personaggi.

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