dracma Posted February 3 Share #1 Posted February 3 In una recente discussione è stato evidenziato, giustamente, come il commercio numismatico sia un settore particolarmente florido, opinione che condivido anche considerando la gran quantità di materiale arcaico e raro che appare progressivamente nei cataloghi d’asta. Se tuttavia il trend delle vendite ottiene risultati certamente positivi, ciò avviene spesso a discapito delle descrizioni che si leggono nelle schede a corredo dell’immagine della moneta. Ne costituisce un esempio l’incuso di Taranto proposto in vendita per ben due volte dalla NAC: https://www.acsearch.info/search.html?id=10388668 CALABRIA, Tarentum. Circa 510-500 BC. AR Nomos (25mm, 7.88 g, 12h). Taras, nude, riding dolphin right, extending left hand, right hand resting on dolphin's back; TARAS (retrograde) to left, scallop shell below, dot-and-cable border around / Incuse of obverse type; [T]ARA in relief to right, radiate border around. Fischer-Bossert Group 1, 5 (V6/R5); Vlasto 66 = Kunstfreund 50 = Rosen 9 (same diess); HN Italy 826; SNG Ashmolean 197 = Hermitage Sale II 42 (same dies); Gulbenkian 16 = Jameson 80 (same dies); Kraay & Hirmer 294. Lightly tone, a few scratches, slight doubling on obverse. Good VF. The rarest city producing incuse types in Magna Graecia. Ex Numismatica Ars Classica 120 (6 October 2020), lot 206. https://www.acsearch.info/search.html?id=7384729 Greek Coins Calabria, Tarentum Nomos circa 510-450, AR 7.92 g. TARAΣ retrograde Phalantus seated on dolphin r., left arm extended; below, shell. Rev. The same type l. incuse. Vlasto 65 (this obverse die). Fischer-Bossert 7. De Nanteuil 74 (these dies). Historia Numorum Italy 826. Very rare. A fascinating issue of fine Archaic style, perfectly centred and with a light iridescent tone. Minor area of weakness on obverse, otherwise good very fine / about extremely fine A distanza di appena 3 anni e seguendo l’ordine della scheda si osservano le seguenti discordanze: La datazione: dal 510-500 - che è quella proposta da Fischer-Bossert per gli incusi (gruppo 1) - al 510-450 – inaccettabile perché la fase incusa di Taranto è cronologicamente assai circoscritta. Il peso: da 7,92 a 7,88 benché ciò potrebbe essere imputabile ad una diversa bilancia utilizzata per le due pesature. Le lettere: tau (T) e sigma (a tre tratti) della legenda sono al R/ perfettamente leggibili e non necessitano di parentesi quadre, utilizzate solo in caso integrazione di segni alfabetici. I riferimenti bibliografici: da Fischer-Bossert Group 1, 5 (V6/R5) a Fischer-Bossert 7; da Vlasto 66 a Vlasto 65. Ma tralasciando questi aspetti, che l’acquirente potrà eventualmente approfondire in modo autonomo se interessato ad una più precisa schedatura, è quanto affermato nella parte finale della prima scheda che mi lascia alquanto perplesso: The rarest city producing incuse types in Magna Graecia. Che ne pensate di questa affermazione? 2 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
dracma Posted February 3 Author Share #2 Posted February 3 Purtroppo non capisco perché parte del testo compaia barrato, mi scuso ma non riesco ad eliminarlo. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
VALTERI Posted February 3 Share #3 Posted February 3 Non notando che il cavaliere nelle 2 didascalie passa da Falanto a Taras, la notazione in grassetto non considera gli incusi di AMI/ASI , LAOS , PAL-MOL , SO . 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
dracma Posted February 3 Author Share #4 Posted February 3 Esattamente. Che gli incusi di Taranto non siano comunissimi è un dato di fatto, tanto che nel corpus della monetazione tarantina redatto da Fischer-Bossert vengono censiti 73 esemplari (e un discreto numero si è aggiunto negli anni post 1999, anno di edizione del volume). Che la polis sia the rarest city a produrre incusi ben altra cosa. Laos, polis sibarita, dopo il 510 a.C. emette incusi in quantità nettamente inferiore rispetto a Taranto. Sternberg ne documenta appena 24 (21 stateri e 3 dracme) e a distanza di oltre mezzo secolo dal suo studio (1973) ben pochi sono quelli apparsi sul mercato antiquario. E non cito il caso di Rhegion in quanto sui rarissimi incusi della città le opinioni sono fortemente discordi, né quello delle emissioni di Ami, Pal-Mol e So le cui rispettive autorità emittenti non sono con certezza riferibili a poleis. 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Archestrato Posted February 3 Share #5 Posted February 3 Ciao @dracma, Mi chiedo se non sia una “trovata pubblicitaria” mossa dal fatto che gli incusi di Taranto passino di rado sul mercato rispetto a Metaponto, Crotone, Sibari, Poseidonia, Kaulonia. E se si escludono autorità emittenti la cui monetazione sia mediamente più circoscritta come ad esempio Pandosia, Laos, Siris/Pixos, che però in parte mutuano la propria iconografia da altra zecca. Del resto CNG ogni tanto spinge su qualche personale stranezza interpretativa: @VALTERI mi ha in parte preceduto e condivido. 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
apollonia Posted February 4 Supporter Share #6 Posted February 4 (edited) 7 ore fa, dracma dice: Purtroppo non capisco perché parte del testo compaia barrato, mi scuso ma non riesco ad eliminarlo. apollonia Edited February 4 by apollonia Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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