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Inviato

Un esemplare notevole, di particolare tetradrammo da Agrigento, con aquila / granchio .

Sarà il 22 Maggio in vendita Nomos 27 n. 1019 .

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Inviato

Buongiorno @VALTERI,

Moneta che induce a svariate brevi riflessioni.

Si può parlare di come per la prima volta, al dritto, proprio nel periodo II gruppo III (cui appartiene il tetradrammo postato) nel corpus della professoressa Westermark compaia il capitello ionico come supporto per la solida figura dell’aquila. Di come questa caratteristica si possa ritrovare sui pentalitra, litre e pentonkia dello stesso periodo.

Si può riflettere sul perché in una polis dorica come Akragas si scelga dì raffigurare un capitello ionico come elemento figurativo. Caso non unico nella grecità tra l’altro e che Westermark considera non rispecchiare propriamente una componente architettonica.

Si può argomentare lungamente (come avvenuto in passato) sul significato e sulla natura dell’elemento floreale che decora il campo al rovescio, sotto il granchio. Di come anche in questo caso la presenza di simboli rappresenti una novità rispetto ai primi due gruppi del periodo II della monetazione akragantina. 
Bocciolo di rosa, cardo, anemone, loto, giglio, melagrana? L’esperta di botanica dell’Università di Uppsala consultata dalla professoressa Westermark in fase di stesura di The Coinage of Akragas ritiene che da un lato non si tratti di una rappresentazione naturalistica (anche per via dei viticci), dall’altro che l’identificazione più verosimile sia il bocciolo di rosa o il cardo. Io mi chiedo se non si possa immaginare anche una specie vegetale estinta ad esempio (?).

Ci si può anche fermare ad osservare il segno simile che intacca l’estremità dell’ala dell’aquila in entrambe gli esemplari noti al corpus per l’accoppiamento di conii 439.

 

E tuttavia non mi riesce di capire come nel catalogo della vendita Nomos si possa scrivere “The letter Φ on the reverse of this coin is absolutely extraordinary, since no other added letter appears anywhere else on the silver coinage of Akragas”, salvo si tratti di un refuso, una distrazione.
Esistono infatti i conii R161 e R162 del periodo I - gruppo III della monetazione di Akragas che riportano una A sotto il granchio. Nel gruppo II abbiamo i conii R65, R66, R67 ed R68 che riportano le lettere E e V sotto le zampe del granchio, a destra ed a sinistra. Ed abbiamo altri esempi ad inizio gruppo.


 

Westermark 439.1, al British Museum:

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Supporter
Inviato

Stando alla “Condanna” di questo falso in forgerynetwork, c’è anche una lettera della scritta al dritto determinante ai fini dell’autenticità o meno della moneta.

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apollonia


Inviato

per comprarla aspetto che esca quella con la ferrari sotto il granchio.

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Inviato
15 ore fa, Archestrato dice:

E tuttavia non mi riesce di capire come nel catalogo della vendita Nomos si possa scrivere “The letter Φ on the reverse of this coin is absolutely extraordinary, since no other added letter appears anywhere else on the silver coinage of Akragas”, salvo si tratti di un refuso, una distrazione.

Purtroppo sono refusi e distrazioni che stanno diventando troppo frequenti.

La stessa Nomos nell'asta n. 26 che si terrà il mese venturo, ai lotti nn. 64 e 67 propone due trioboli di Crotone con medesima tipologia (tripode/pegaso) datandoli ad un secolo di distanza l'uno dall'altro. Ignoro le motivazioni.

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Inviato
3 ore fa, apollonia dice:

Stando alla “Condanna” di questo falso in forgerynetwork, c’è anche una lettera della scritta al dritto determinante ai fini dell’autenticità o meno della moneta.

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apollonia

 

Spunto interessante, grazie, anche se fuori topic secondo me (conii diversi, gruppo diverso, tema diverso). Posso immaginare sia il titolo “aperto” ad averti indotto ad intervenire.. quindi continuare qui mi pare accettabile dopotutto.


In relazione alla reincisione moderna dei conii ed alle particolarità della lettera N: chi ha scritto della moneta da te postata scriveva prima della pubblicazione del corpus della professoressa Westermark, non svolgendo inoltre l’opportuno e necessario lavoro di ricerca e comparazione.. un utente (i cui fini sono stati al centro di una polemica che ricordo chiaramente con altro utente)  anche transitato qui sul nostro forum, pubblicando una notevole e preoccupante serie di conii moderni.

É infatti ora noto che l’accoppiamento di conii 349 (O10-R35), gruppo II del periodo II della monetazione di Akragas, testimoniasse da un lato il progressivo e grave deterioramento dei conii sia di incudine che di martello, dall’altro la reincisione in antico del conio di martello (R35’) e la deformazione della legenda su quello di incudine. Quindi verosimilmente chi ha copiato la moneta é partito da uno degli esemplari che cominciavano a presentare la deformazione dell’etnico (in particolare il prolungamento degli elementi “verticali” proprio della lettera N che arrivano ad essere all’incirca ugualmente lunghi) e la reincisione del rovescio con relativa rimozione delle rotture. Una rinfrescata un po’ a tutti i particolari del conio moderno ed ecco un nuovo diabolico artefatto pronto a produrre una prole infame.

Ne consegue che le differenze nella lettera N di per se non possono essere in alcun modo determinanti nella definizione dell’autenticità o della falsità della moneta, ancor meno può esserlo la reincisione del rovescio (testimoniata in particolare dall’esemplare Westermark 357.1 proveniente dal Contessa Hoard del 1888, IGCH 2119, O11-R35’). Ben altri sono gli elementi determinanti.

 


Aggiungo, prima di passare alle immagini, che anche al dritto pare siano stati fatti dei ritocchi al conio in antichità (in particolare le lettere AN) cosa non esplicitamente menzionata dalla professoressa Westermark. Nell’esemplare 349.24 le due lettere sono “toccate” da una rottura di conio molto evidente, ma la lettera N ha ancora la forma “standard” e la A presenta il trattino centrale obliquo. Invece negli esemplari 349.44 e 349.45 la N si deforma visibilmente, meno la A che tuttavia presenta un trattino più marcatamente orizzontale, mentre la rottura di conio sopra le due lettere non è più visibile.

 



Dalla collezione della American Numismatic Society (SNG973) ed in precedenza di proprietà di Hoyt Miller, a New York dal 1957. Un esemplare senza reincisioni, Westermark 349.31 :

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Ex Cahn asta 60 del 1928 lotto 177, Westermark 349.24, rappresentativo dello stadio finale di utilizzo dei conii prima della reincisione del rovescio e dei ritocchi al dritto:

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Ex Ars Classica/Naville 10 del 1925 lotto 174, Westermark 349.44, dopo la reincisione del rovescio e con l’etnico deformato e ritoccato al dritto:

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Ex Vinchon del 13-11-1986 lotto 56, Westermark 349.45, con le stesse caratteristiche del precedente ma con tracce ancora visibili delle rotture di conio al rovescio, come riportato nel corpus

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La sorella del falso al post 4, in questo caso opportunamente non si è fatta menzione della lettera N e della reincisione del rovescio. Si tratta in ogni caso di falsi noti dal 1988:

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http://forgerynetwork.com/asset.aspx?id=RrbveD76zZQ=
 

 


Il link di acsearch per la moneta del post 4:

https://www.acsearch.info/search.html?term=Akragas+17%2C28+gm+161&category=1-2&lot=&date_from=&date_to=&thesaurus=1&images=1&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1&currency=eur&order=1


 

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Supporter
Inviato

Ad Archestrato che scrive: Spunto interessante, grazie, anche se fuori topic secondo me (conii diversi, gruppo diverso, tema diverso). Posso immaginare sia il titolo “aperto” ad averti indotto ad intervenire.. quindi continuare qui mi pare accettabile dopotutto.

In effetti, non conoscendo la moneta, sono intervenuto solo per segnalare un falso di cui avevo un ricordo per i vari dettagli utili a identificarlo secondo l’accusa.

Posso aggiungere il collegamento  di forgerynetwork che rivela l’asta nella quale è stato presentato il tetradramma (Triton VI di 20 anni fa) e il commento dell’accusatore (Baka26) rilasciato nel giugno 2017: https://www.acsearch.info/search.html?id=121067

apollonia

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