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IGNORED

Tenedo: monete, storia, mitologia.


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Salve.

Gli sviluppi della discussione Tenedo 'apparently unpublished' aperta da Valteri danno l’occasione di ricordare che Alessandro Magno, quando dovette sciogliere il nodo di Gordio, si comportò come un uomo di Tenedo che troncava le questioni con decisione e in poche parole, usando anche l’ascia quando era necessario come in questo caso.

Dopo l'inverno 333-332 a. C., l'esercito di Alessandro Magno, in espansione dalla Licia verso l'entroterra, nel percorso segnato dalle frecce sulle cartina entrò a Gordio dove, nella cella di un magnifico tempio degli dei, vi era un carro vecchio e sporco il cui giogo era legato da numerosi nodi intrecciati.

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Gli intrecci non erano visibili e quando Alessandro visitò il tempio, mentre osservava il nodo con stupore apprese dagli abitanti l’antica predizione che chi lo scioglieva sarebbe diventato padrone dell’Asia. Alessandro, subito desideroso di sciogliere il nodo, destò inquietudine nella schiera dei suoi compagni che gli rimproveravano la sicurezza e paventavano un funesto presagio, ma dopo l’esclamazione che l’oracolo non diceva in quale modo il nodo andasse sciolto, spezzò le cinghie con un deciso colpo di spada.

E poi, come sappiamo, la profezia fu avverata.

apollonia


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Inoltre la discussione citata ha ricordato che il padre di Tenete, re di Tenedo, era Cicno, il figlio di Poseidone e della bellissima Calice sovrano di Colone, nella Troade. Cicno sposò in prime nozze Procleia, sorella di Priamo, e rimasto vedovo, contrasse un nuovo matrimonio con Filonome. Gettò in mare i suoi due figli di primo letto, Tenete ed Emitea, dopo che la matrigna li accusò di violenze ai suoi danni, ma essi riuscirono a salvarsi per l’intervento di nonno Poseidone che aveva guidato le correnti marine in modo che la cassa con i due fratelli affidata al mare dal padre approdasse tranquilla nell’isola che poi prese il nome di Tenedo. Quando in seguito si scoprì che Filonome aveva mentito, Cicno la mise a morte e si riconciliò con i figli. Tenete andò poi con il padre in aiuto di Priamo nella guerra di Troia, ma Achille li uccise. Poseidone non potè far nulla per il nipote ma fece reincarnare il figlio in un cigno.

È ben far presente che Cicno è anche il nome dei figli di altre divinità, in modo da evitare possibili confusioni “mitologiche”.

Cicno figlio di Apollo e della ninfa Iria era un giovane bellissimo ma capriccioso e duro, tanto che finì per scoraggiare tutti i suoi amici e innamorati. Di tutti quelli che gli facevano la corte rimase solo Filio. Cicno gli impose tre prove d'amore, una più faticosa e pericolosa dell'altra. La prima fu la cattura e l'uccisione di un leone che Filio superò con l'aiuto dell'amico Eracle. Aveva inoltre catturato vivi alcuni mostruosi uccelli antropofagi, simili ad avvoltoi, e sostenuta un'aspra lotta con un toro selvaggio che guidò poi all'altare di Zeus. Dopo queste tre fatiche Cicno, non contento, pretese anche un bue che Filio aveva vinto come premio in certi giochi funebri. Eracle consigliò a Filio di rifiutare, insistendo invece affinché Cicno tenesse fede ai patti. Cicno allora, disonorato e tutto solo, si gettò in un lago che fu chiamato lago Cicneo. Sua madre Iria lo seguì nella morte e Apollo, per pietà, li trasformò entrambi in cigni.

Cicno re dei Liguri era imparentato con l'auriga Fetonte di cui era anche l'amante. Quando Fetonte venne folgorato da Zeus, Cicno, disperato, invocò la pietà di Apollo il quale lo trasformò in cigno e lo dotò di una voce melodiosa. Ma poiché Zeus aveva causato la morte di Fetonte, l'uccello volle allontanarsi dal cielo e avendo Cicno pianto la morte dell'amato Fetonte con un canto, da allora i cigni possono cantare un'ultima canzone per lamentare la loro morte.

(segue)


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Cicno figlio di Ares e della ninfa Pelopia usava offrire ricchi premi agli ospiti che volevano misurarsi con lui in una gara di corsa con i cocchi. Cicno, che vinceva sempre, tagliava le teste degli avversari e ne usava i crani per decorare il tempio di suo padre Ares.
Apollo, irritato con Cicno perché attaccava soprattutto i pellegrini diretti al santuario di Delfi, incitò Eracle ad accettare la sua sfida nella corsa. Fu convenuto che l'auriga di Eracle fosse Iolao e l'auriga di Cicno suo padre Ares. Eracle, benché la cosa fosse contraria alle sue abitudini, indossò per l'occasione i lucidi schinieri di bronzo che Efesto aveva fabbricato per lui e la corazza aurea donatagli da Atena. Armato con arco, frecce e lancia, il capo coperto dall'elmo e al braccio lo splendido scudo donatogli da Zeus, pure opera di Efesto, Eracle montò agilmente sul suo cocchio.
Atena, discesa dall'Olimpo, avvertì Eracle che, pur avendo ottenuto da Zeus la facoltà di uccidere e spogliare Cicno, non doveva far altro che difendersi da Ares e, anche se vittorioso, non poteva privarlo dei suoi cavalli e della sua splendida armatura. Poi la dea salì sul cocchio accanto a Eracle e a Iolao, scrollò l'egida, e la Madre Terra gemette mentre il cocchio scattava in avanti.
Cicno si scagliò verso gli avversari a tutta velocità, e per la violenza dell'urto tra i due cocchi cadde a terra con Eracle, lancia contro scudo. Subito balzarono in piedi tutti e due e, dopo breve lotta, Eracle trapassò il collo di Cicno. Poi affrontò coraggiosamente Ares che gli scagliò contro la lancia; ma Atena, corrugando sdegnosamente la fronte, la fece deviare. Ares allora si precipitò su Eracle con una spada in mano, ma riuscì soltanto a buscarsi una ferita alla coscia ed Eracle gli avrebbe inferto un altro colpo mentre il dio giaceva al suolo se Zeus non avesse separato i due contendenti con una folgore. Eracle e Iolao allora spogliarono Cicno della sua armatura e ripresero il viaggio interrotto, mentre Atena trasportava sull'Olimpo Ares svenuto.
Cicno fu sepolto da Ceice nella valle dell'Anauro ma, per ordine di Apollo, le acque del fiume in piena spazzarono via la sua pietra tombale.
Alcuni dicono che Eracle uccise Cicno con una freccia presso il fiume Peneo, oppure a Pagase.

Cicno figlio di Ares e di Pirene sfidò a duello Eracle mentre si accingeva a compiere l'undicesima fatica, quella di cogliere le mele d'oro nel giardino delle Esperidi, sulle rive del fiume Echedoro, in Macedonia. Ares fece da secondo a Cicno e incitò i duellanti. Cicno venne ucciso, e come Ares che era accorso per vendicare il figlio stava per azzuffarsi con Eracle, Zeus scagliò una folgore tra di loro e interruppe il combattimento.

apollonia


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