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Inviato

Buonasera.

In Italia, non so altrove, è illegale l'uso del metal detector in siti archeologici ma non altrove, se non sbaglio.

La motivazione principale? Paura che se qualcuno trovi un reperto lo venda o cosa?

Perché è vietato in siti archeologici e altrove no?


Supporter
Inviato

 

Possesso di metal detector in contesto archeologico. Costituisce reato se la detenzione non trova giustificazioni idonee.

https://www.passiamo.it/possesso-di-metal-detector-in-contesto-archeologico-costituisce-reato-se-la-detenzione-non-trova-giustificazioni-idonee/

La Legge 9 Marzo 2022 nr. 22, pubblicata sulla G.U. nr. 68 in pari data, apporta diverse modifiche sia al Codice Penale che all’impianto normativo di cui al Codice dei Beni Culturali D. Lgs. 42 / 2004; nel primo, tra l’altro, viene introdotto, al Libro Secondo, il Titolo VIII bis “Dei delitti contro il patrimonio culturale”, mentre nel secondo vengono abrogati alcuni articoli riguardo l’aspetto sanzionatorio, oggettivamente salvaguardati nella nuova formulazione penale.
Oltre ad essere altresì annoverata la c.d. “attività sotto copertura” da parte degli ufficiali di p.g. specializzati nel settore di che trattasi, un altro articolo risulta di particolare interesse, specie per gli operatori di polizia (anche locale) che prestano servizio in località d’arte, ove sono presenti zone tutelate da vincoli culturali, ed è quello novellato dall’art. 707 bis del Codice Penale, “Possesso ingiustificato di strumenti per il sondaggio del terreno o di apparecchiature per la rilevazione dei metalli”, il quale recita: “E’ punito con l’arresto fino a due anni e con l’ammenda da euro 500 a euro 2.000 chi e’ colto in possesso di strumenti per il sondaggio del terreno o di apparecchiature per la rilevazione dei metalli, dei quali non giustifichi l’attuale destinazione, all’interno di aree e parchi archeologici, di zone di interesse archeologico, se delimitate con apposito atto dell’amministrazione competente, o di aree nelle quali sono in corso lavori sottoposti alle procedure di verifica preventiva dell’interesse archeologico secondo quanto previsto dalla legge”.
Tralasciando quelli che sono gli strumenti per il sondaggio del terreno, è decisamente più facile imbattersi in hobbisti che, sinceramente ignari o consapevoli irrispettosi del recente precetto di Legge, circolano portandosi al seguito metal detector e/o pin pointer (rilevatore di metalli dalle dimensioni ridotte, quasi tascabile) in luoghi di rilievo storico-archeologico (i più appetibili per i cercatori), siano essi terreni di proprietà demaniale o privata: oggi tale condotta (il solo possesso del dispositivo elettronico) rappresenta, ex se, una fattispecie penalmente rilevante, punita ancor più severamente del porto abusivo di arma !
Vi è da precisare che, sotto il profilo amministrativo, esistono già da tempo le norme che limitano fortemente le ricerche archeologiche, consentite solo previa concessione da parte del Mibact (per il tramite della Soprintendenza competente) in favore di soggetti qualificati, siano essi pubblici che privati, ma tale divieto non era sufficiente a dissuadere gli appassionati delle ricerche in aree di pregio.
Nell’applicare concretamente la norma de qua, un dilemma può essere rappresentato dalla
qualificazione specifica e dal perimetro di appartenenza (aree e parchi archeologici – zone di interesse archeologico se delimitate con apposito atto dell’amministrazione competente – aree interessate da lavori sottoposti a verifica preventiva dell’interesse archeologico) spesso non definite con chiarezza, e tale circostanza potrebbe disorientare l’organo accertatore durante la fase dei controlli.
 
 
 
Metal detector e archeologia, vale il “se non li puoi battere alleati con loro”?
Nella newsletter del New York Times di questa mattina (13 luglio 2021) c’è un articolo su un metal-detectorist polacco che ha trovato un “tesoretto” di monete carolinge dalle sue parti, decisamente fuori zona. Tanto che qualcuno si è chiesto se si possa trattare del riscatto chiesto dai Vichinghi per salvare Parigi. Ma l’articolo – nei fatti – è uno dei tanti del NYT in questi anni che celebra il metal detector come aiuto per l’archeologia, se ben regolato. In un altro, del 2017, si parla appunto di “alleanza” tra gli appassionati hobbisti dei metal detector e i ricercatori, eccolo nel link. S’intitola “I cercatori con il metal detector aiutano gli archeologi a scavare la storia segreta”. Qualcuno in Italia sarà già svenuto, e anche io barcollo un po’. Diciamo che, in generale, l’atteggiamento è però quello di “se non li puoi battere, alleati con loro”. Un passo in più in Gran Bretagna lo ha fatto il Portable Antiquity Scheme, che cerca di regolare e coivolgere in modo più strutturato l’attività dei tanti hobbisti.
In Italia sarebbe auspicabile qualcosa del genere, così organizzata? Le Regioni vanno per conto loro. Nella sola “conflict archaology” il Trentino ha un atteggiamento molto più restrittivo con i metal detector, con un approccio più protettivo per i campi di battaglia della prima guerra mondiale, che ha portato anche a ricerche importanti, come quelle sul Pasubio e altrove. Il confinante Veneto ha invece una sorta di “quasi liberi tutti”, basta solo dotarsi di patentino per il metal detector e promettere di seguire le regole. Visto con i miei occhi, c’è chi le segue con attenzione e scrupolo e chi invece se ne frega bellamente e una volta individuato un possibile reperto si mette a scavare in profondità, cosa che naturalmente non si potrebbe fare. La cosa vale per l’archeologia del contemporaneo, ma naturalmente i rinvenimenti non hanno confine cronologico, una volta tolti dal loro contesto, come ben sanno tutti gli archeologi, il danno è fatto.
 
CHE FARE CON I METAL DETECTORIST NON PROFESSIONALI IN ARCHEOLOGIA ?
 
La questione è tutt’altro che nuova, ma la domanda resta pertinente: che fare? La rigidità di fronte al problema sicuramente non aiuta, in un Paese che, oltretutto, ha delle sacche di resistenza persino sulla Public Archaeology, che non ha nulla a che fare con i metal detector ma che viene inopportunamente messa sullo stesso piano in certi schemi mentali, che mischiano tombaroli, hobbisti del metal detector e semplici cittadini che vorrebbero avere a che fare con un’archeologia condivisa. Poi ci sono altri episodi, virtuosi, di collaborazione. Eppure, come segnalano i molti articoli di un giornale come il New York Times, la questione esiste e prima o poi sarà il caso di affrontarla in modo più coordinato e realistico. Il coinvolgimento e la presa di coscienza dell’esistenza di un “contesto”, sempre lì siamo, deve essere la stella polare del ragionamento. Ignorare ed emettere grida manzoniane non è mai servito e mai servirà, purtroppo. Il coinvolgimento profondo, con un’educazione e una formazione che parte “dal basso” di solito porta frutti interessanti.
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Supporter
Inviato
1 ora fa, Maastricht dice:

La motivazione principale?

1 ora fa, Maastricht dice:

Perché è vietato in siti archeologici e altrove no?


le frasi: "Codice dei Beni Culturali D. Lgs. 42 / 2004 e “Dei delitti contro il patrimonio culturale” possono suggerire una risposta

  • Mi piace 1

Inviato (modificato)

sì certo. Preciso sulla mia domanda: se un privato trova un qualcosa e la denunzia, non va bene anche per lo Stato? Senza magari un privato che, per amore della storia, va alla ricerca della stessa, alcuni oggetti potrebbero non essere trovati. Se non vado errato in Gran Bretagna non costituisce reato 

forse perché l'Italia, come altre Nazioni europee e non solo, abbonda di meraviglie e molte persone ricercano solo per il gusto poi di vendere a discapito dello studio ex professo e dell'Archeologia / Storia?

Spetta qualcosa a chi, trovando, denunzia il tutto? In Inghilterra vi è una ricompensa 

 

Modificato da Maastricht

Inviato
30 minuti fa, Vel Saties dice:


Vi è da precisare che, sotto il profilo amministrativo, esistono già da tempo le norme che limitano fortemente le ricerche archeologiche, consentite solo previa concessione da parte del Mibact (per il tramite della Soprintendenza competente) 

 

quindi anche gli archeologi sono limitati?

Perché scusa? Essendo dei professionisti.

Se ho compreso bene 


Supporter
Inviato

@CdC  visto che si tratta di un post generico sull'uso del metal detector si potrebbe spostare in Agorà?


Supporter
Inviato
2 ore fa, Maastricht dice:

quindi anche gli archeologi sono limitati?

Perché scusa? Essendo dei professionisti.

Se ho compreso bene

I siti sono in concessione, la possibilità di effettuare ricerca e raccolta di materiale, il materiale stesso è dato in concessione di studio. Ci vogliono i permessi.
Perché altrimenti sarebbe il far west

  • Grazie 1

Inviato

Ci sarebbe il rischio che, senza permessi molti ritrovamenti finirebbero al mercato nero? Così da ricevere - per lo studio archeologico e storico- un duro colpo? 


Supporter
Inviato
2 minuti fa, Maastricht dice:

Ci sarebbe il rischio che, senza permessi molti ritrovamenti finirebbero al mercato nero? Così da ricevere - per lo studio archeologico e storico- un duro colpo?

No... devi regolamentare il territorio per preservarlo: immaginati se domani uscisse un editto per cui su tutte le spiagge chiunque può aprire uno stabilimento balneario con bar, parcheggio, ristorante, centro benerssere etc etc

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Inviato
37 minuti fa, Vel Saties dice:

No... devi regolamentare il territorio per preservarlo: immaginati se domani uscisse un editto per cui su tutte le spiagge chiunque può aprire uno stabilimento balneario con bar, parcheggio, ristorante, centro benerssere etc etc

 

per mia ignoranza, pensavo che per l'archeologia lo Stato desse via libera in tutto 

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