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Simboli, abbreviazioni, sigle e acronimi.


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Simboli

I simboli considerati sono quelli delle grandezze che interessano la Numismatica, in particolare le monete. Una di esse è la lunghezza che indica la distanza geometrica tra due punti e serve a misurare le dimensioni lineari dei corpi, quindi il diametro e lo spessore di una moneta di forma circolare. L’unità di misura della lunghezza nel Sistema internazionale (SI) è il metro (simbolo m), ma per le monete si usa un suo sottomultiplo, il millimetro (simbolo mm), dove la prima emme è il prefisso che divide per mille (o moltiplica per 10-3 in notazione esponenziale) l’unità di misura che la segue senza spazi, nella fattispecie la emme simbolo del metro. Si può mettere per iscritto questa caratteristica della moneta usando le lettere. Ad es.: la moneta ha un diametro di venti millimetri e uno spessore di due millimetri. Oppure si possono scrivere i valori in numeri e le unità in simboli: la moneta ha un diametro di 20 mm e uno spessore di 2 mm.

Notare che il simbolo (che deve sempre seguire il numero) è rappresentato da lettere senza punto tranne quando è alla fine di una frase, dove il punto è un simbolo della punteggiatura italiana per indicare la chiusura del periodo in modo netto (punto fermo).

Quindi mm. non è l’abbreviazione di millimetro ma il simbolo di millimetro alla fine della frase.

apollonia

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Un’altra grandezza fondamentale caratteristica delle monete è la massa, ossia la quantità di materia da cui sono costituite. Nel Sistema internazionale l’unità di misura fondamentale per la massa è il chilogrammo (simbolo kg), a partire dal quale si definiscono le altre unità di misura SI: grammo (simbolo g), decigrammo (simbolo dg), milligrammo (simbolo mg) ecc. L’unità di misura in cui si esprime generalmente la massa di una moneta è il grammo, la millesima parte dell’unità di misura SI, o anche il milligrammo quando la massa è dell’ordine di grandezza del centesimo di grammo (0,012 g = 12 mg).

Per la scrittura valgono le stesse regole viste per la lunghezza; quindi una possibilità è, per esempio: la moneta greca ha una massa di dodici grammi e la moneta romana di dieci grammi. L’altra possibilità: la moneta greca ha una massa di 12 g e la moneta romana di 10 g.

Si noti che il simbolo del grammo (g senza punto) è seguito dal punto solo quando si trova alla fine della frase. Questo punto non fa parte del simbolo ma è il simbolo della punteggiatura italiana che chiude il periodo in modo netto (punto fermo).

In passato il simbolo del grammo è stato anche gr (sempre senza punto), ma poi è stato abbandonato. Si noti che grammo non si abbrevia in gr. (abbreviazione impropria) secondo la regola che le unità di misura non si abbreviano ma si scrivono con il loro simbolo dopo il valore numerico. Basta un’occhiata alle abbreviazioni dei dizionari e delle enciclopedie italiane per rendersi conto che il significato di gr. è l’abbreviazione di “greco”.

Si noti infine che le misure di massa non vanno confuse come spesso accade con le misure di peso. Massa e peso sono infatti due concetti ben distinti: la massa è una delle sette grandezze fisiche fondamentali mentre il peso è la forza che la Terra esercita su tutti i corpi, attraendoli verso il proprio centro. L’unità di misura della forza è una unità SI derivata, il newton, simbolo N, che è espressa in termini delle unità SI di base come mkgs-2.

Dire e scrivere che “il peso di una moneta è 15 grammi” è concettualmente sbagliato perchè il grammo non è l’unità di misura del peso ma della massa, mentre dire e scrivere che “una moneta pesa 15 grammi” non è sbagliato perché la misura dello strumento con cui si effettua la pesata (la bilancia) è espressa in grammi.

apollonia

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Abbreviazioni

L’abbreviazione indica l’accorciamento di una parola per omissione di qualche lettera nella sua scrittura.

Esempi: (a) pagina abbreviato in p. e professore abbreviato in prof. (b) illustrissimo abbreviato in ill.mo (c) dottor abbreviato in dr. e confronta abbreviato in cfr.

Nel caso (a) l’abbreviazione è formata da una o più iniziali della parola; nel caso (b) da alcune lettere iniziali e da alcune lettere finali separate dal punto; nel caso (c) dalla prima consonante e da una o più delle consonanti successive.

In ogni caso nell’abbreviazione c’è un punto che nel caso (b) è interno alla parola mentre nei casi (a) e (c) si trova alla fine dell’abbreviazione. Se questa si trova alla fine della frase, il punto fermo di chiusura non va messo in quanto viene assorbito da quello dell’abbreviazione. Quindi, se la frase termina con l’abbreviazione di eccetera, la chiusura sarà ecc. e non ecc..

Chissà mai che questo eviti di leggere nelle didascalie delle monete date come 253 a. C..

Ricordare che la nostra lingua non prevede mai la reiterazione (duplicazione) di uno stesso simbolo grafico.

E inoltre che il punto fa parte delle abbreviazioni ma non fa parte dei simboli.

apollonia


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9 ore fa, apollonia dice:

dottor abbreviato in dr.

Che mi dici della abbreviazione di dottore in Dot. e dottoressa in Dot. sa? 

Ciao. Stilicho 


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Inviato
2 ore fa, Stilicho dice:

Che mi dici della abbreviazione di dottore in Dot. e dottoressa in Dot. sa? 

Ciao. Stilicho 

 

Io le ho sempre viste con due t. Se ben ricordo, qualche linguista aveva proposto per dottoressa l’abbreviazione “dott.sa” invece di “dott.ssa”. Al risparmio di lettere!

Buona notte,

apollonia


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Sigle e Acronimi

Dal punto di vista della grammatica italiana, la sigla è una successione di lettere distinte (il punto è facoltativo, ma la tendenza generale è ormai quella di ometterlo) che vengono lette lettera per lettera.

Per es., DNA (Deoxyribo Nucleic Acid = acido deossirobonucleico) si pronuncia diennea; HTTP (Hyper Text Transfer Protocol = protocollo per il trasferimento di ipertesti) si pronuncia accatitipi; GPS (Global Positioning System = sistema globale di posizionamento) si pronuncia gipiesse; DVD (Digital Video Disc = disco video digitale) si pronuncia divudì (o dividì).

Un po’ di… etimologia

Sigla deriva dal latino tardo SĬGLA (neutro plurale) che significava ‘abbreviature’. SĬGLA è una contrazione delle parole SI(N)G(U)LA (SIGNA), cioè ‘segni singoli, abbreviazioni’.

L’acronimo, termine che deriva dal greco ákron, ‘estremità’ e ónoma, ‘nome’), rientra nella categoria delle sigle, ma a differenze di queste che si leggono lettera per lettera, è considerato una parola a sé stante e perciò letto come una parola sola, come succede per FIAT, RAI, ACI, ARCI.

Alcuni acronimi sono formati anche dalla fusione di sillabe di sigle o di parole, come ad esempio in: Cobas (confederazione dei COmitati di BASe), Consob (COmmissione Nazionale per la SOcietà e la Borsa), colf (COLlaboratrice Familiare), Polfer (POLizia FERroviaria), Federmeccanica (FEDERazione sindacale dell’industria metalMECCANICA) ecc.

 

Una tecnica strumentale a raggi X utilizzata per l’analisi di monete è nota come SEM-EDS, dove SEM è l’acronimo di Scanning Electron Microscopy e EDS è la sigla di Energy Dispersive Spectroscopy.

L’acronimo indica il microscopio elettronico a scansione che permette di visualizzare oggetti a forti ingrandimenti e ad alta risoluzione, mentre la sigla indica la microsonda con rivelatore a dispersione di energia abbinata al microscopio che permette l’analisi qualitativa e semi-quantitativa dei singoli elementi.

Un acronimo e una sigla al servizio della Numismatica.

apollonia

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Supporter
Inviato
16 ore fa, apollonia dice:

Io le ho sempre viste con due t. Se ben ricordo, qualche linguista aveva proposto per dottoressa l’abbreviazione “dott.sa” invece di “dott.ssa”. Al risparmio di lettere!

Buona notte,

apollonia

 

@Stilicho

A proposito di abbreviazioni, qual è il plurale di dott. (= dottore)?

apollonia


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Inviato

@apollonia

Ricordo ora di aver letto (ma onestamente non ricordo dove) che la forma con una sola t (dot./dot.sa) fosse quella corretta. Ma io mi fido più di te che di me😅.

Quanto al plurale di "dott."....."dott.ri" (o "dot.ri" per quello che dicevo sopra?):unknw:....

"Dr." , invece, mi fa pensare all'inglese...

Ciao.

Stilicho

 


Supporter
Inviato

Mi sa, però, che stiamo andando off topic.

In realtà ti ci ho portato io....


Supporter
Inviato

Direi invece che siamo in topic perché le abbreviazioni sono nel titolo della discussione e stiamo discutendo sul loro plurale.

La regola e la tendenza

Quando l’abbreviazione termina con una sola consonante, il plurale si forma raddoppiando la consonante: art. (= articolo) diventa artt. (= articoli); p. (= pagina) diventa pp. (= pagine); pag. (= pagina) diventa pagg. (= pagine).

Quando l’abbreviazione termina con una consonante doppia, per formare il plurale si aggiunge la parte finale della parola: dott. (= dottore) diventa dott.ri (= dottori); avv. (= avvocato) diventa avv.ti (= avvocati).

Ma l’abitudine di rendere un’abbreviazione riferita a uno o più plurali è in regresso, e quindi dott. = sia dottore sia dottori. Invece dott.ssa ha il comodo e irrinunciabile plurale in dott.sse.

Un altro chiarimento riguarda la domanda se c’è una differenza tra le abbreviazioni di Dottore “Dott.” e “Dr.” oppure hanno lo stesso significato. Ne riparleremo.

Ciao,

apollonia


Supporter
Inviato
28 minuti fa, apollonia dice:

Direi invece che siamo in topic

Pensavo che la discussione vertesse sulle abbreviazioni in campo numismatico 


Supporter
Inviato
3 ore fa, Stilicho dice:

Pensavo che la discussione vertesse sulle abbreviazioni in campo numismatico 

 

Più che altro per segnalare le abbreviazioni numismatiche errate come gr. per grammo e mm. per millimetro invece dei simboli stabiliti da un decreto legge per le unità di misura.

apollonia


Supporter
Inviato

Sì, molto utile. In effetti, si trova scritto di tutto. 


Supporter
Inviato

Ma qualche divagazione ci può stare, ad es. quando vi sono due possibili abbreviazioni della stessa parola come nel caso di “dottore”, titolo che appartiene a chiunque abbia una laurea, in qualunque disciplina (quindi anche un laureato in una facoltà di numismatica).

Le due abbreviazioni dott. e dr. (sempre col punto) sono attestate nei dizionari italiani e si possono utilizzare indifferentemente. Dr. deriva dall’inglese e si usa in quasi tutti i Paesi dell’Europa settentrionale, mentre Dott. è un'abbreviazione solamente italiana che rispecchia la nostra lingua. Di conseguenza è anche quella consigliata.

Un’ulteriore precisazione è che, secondo l’Accademia della Crusca, non è vero che i termini dott. e dott.ssa facciano riferimento a tutti coloro che hanno ottenuto l’attestato di laurea ma non svolgono alcuna professione medica, mentre dr. e dr.ssa si utilizzano per chi è medico di professione. Per chiarire la professione effettivamente svolta si introduce la specificazione della qualifica (ad es. medico generico, medico chirurgo, pediatra, neurologo, ecc.).

Un’ultima considerazione riguardo al titolo di dottore di ricerca per chi ha ottenuto il dottorato in ricerca (titolo accademico corrispondente al terzo ciclo di istruzione Universitaria, che offre una formazione specialistica finalizzata allo svolgimento di attività di ricerca di elevato livello).

Le possibili abbreviazioni sono Dott. Ric. oppure Ph.D. (Philosophiae Doctor) e il loro utilizzo è stato fissato dall’art. 19, primo comma della Legge n. 240/2010.

Buonanotte (so che si scrive unito ma non so se può essere abbreviato),

apollonia

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