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Pompei, nuove scoperte. Emergono due nuove domus, trovate anche altre stanze della Casa di Leda. Affreschi splendidi

Casa di Leda: dai lavori di messa in sicurezza e restauro emergono altri ambienti e due nuove domus. Tra le decorazioni in IV Stile emerse spicca il quadro mitologico raffigurante Frisso ed Elle in fuga sull’ariete del Vello d’Oro.
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La Casa di Leda (V, 6, 12) è attualmente oggetto di attività di scavo e restauro finalizzate alla risoluzione delle problematiche di conservazione degli apparati decorativi e allestimento di un nuovo sistema di coperture di protezione e alla valorizzazione e apertura al pubblico della domus. Il cantiere in corso sta completando lo scavo degli ambienti già noti dal 2018, tra cui quello con affresco di Leda e il cigno, e ancora parzialmente sepolti con l’arretramento della scarpata di confine tra la città scavata e quella non scavata, mettendo in luce ulteriori vani, in parte collegabili a due nuove domus, poste rispettivamente a Nord e Sud.

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Le indagini attuali stanno conferendo elementi utili alla definizione planimetrica anche di queste due nuove domus, accompagnati da una serie di rinvenimenti di affreschi di particolare pregio.

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L’area occupata dalla Casa di Leda è stata in parte già indagata da scavi ipogei, databili tra Settecento e inizio Ottocento, grazie a uno strato eruttivo del 1822 che copre i livelli di riporto moderni sul lato meridionale. I cunicoli hanno asportato la stratigrafia del 79 d.C. fino alla quota di 50-80 cm dai piani pavimentali, mentre nelle altre abitazioni il deposito di pomici raggiunge l’altezza di quasi 4 m, arrivando a coprire le creste murarie.

La Casa di Leda presenta ai lati dell’ingresso due cubicoli, uno dei quali ospita il quadro raffigurante Leda e il cigno. Le nuove stanze emerse comprendono il tablinio, un corridoio per l’ingresso ai quartieri servili e un piccolo vano quadrangolare. Sono tutte collegate all’atrio, di cui si è portata alla luce anche la parte settentrionale, e mostrano sui piani pavimentali estese tracce di intervento, indice che il corpo di fabbrica è andato incontro a diverse fasi edilizie.

 

Le decorazioni pittoriche sono tutte riconducibili al IV Stile. Nell’atrio abbiamo pannelli rossi e gialli scanditi da finte architetture, con al centro quadretti mitologici (uno con Narciso emerse già nel 2018) mentre nel tablinio e nei cubicoli si predilige il fondo bianco con elementi naturalistici quali uccelli, scorci con alberi e paesaggi marini; nei campi laterali sono raffigurati talvolta animali fantastici. Il cubicolo posto a nord delle fauces mostra invece dei tondi con ritratti di volti femminili. Le pareti del corridoio sono infine decorate in modo da replicare diverse tipologie di marmo.

La domus settentrionale è al momento composta da sei ambienti, quasi tutti collegati con l’atrio, posto a Nord. Nella zona di passaggio fra l’ala meridionale e l’atrio è stato rinvenuto un gruppo di statuine in terracotta (E-Journal degli Scavi di Pompei 9). La stessa ala conserva la maggior parte delle decorazioni in IV Stile, delle quali sono visibili i registri mediano e superiore. Le pinakes raffigurano nature morte e quadretti a soggetto lacustre. Gli ambienti limitrofi sono invece caratterizzati da piani pavimentali più alti rispetto alla Casa di Leda.

La domus meridionale comprende le fauces, uno dei cubicoli laterali e parte dell’atrio, ma in questo settore le operazioni di scavo sono ancora in corso. L’atrio era dotato di una scala di cui resta il tracciato in negativo. In prossimità della scala è visibile un larario con mensola in marmo. Tra le decorazioni in IV Stile che rivestono le pareti di fondo spicca il quadro mitologico raffigurante Frisso ed Elle in fuga sull’ariete del Vello d’Oro.

 

Le operazioni di scavo attualmente in corso dunque mirano a restituire l’intero impianto planimetrico della casa di Leda e ad acquisire dati sufficienti per definire gli ambienti principali delle due domus confinanti a nord e a sud. Al contempo si stanno portando avanti le operazioni di pulitura delle superfici affrescate dai residui vulcanici e i depositi concrezionati, consolidamento dello strato superficiale e di profondità per poi avviare la fase di restauro pittorico. Il direttore del Parco di Pompei, nel video, illustra gli affreschi ritrovati.

 
 
 

https://stilearte.it/pompei-nuove-scoperte-emergono-due-nuove-domus-trovate-altre-stanza-della-casa-di-leda-affreschi-splendidi/


  • 1 mese dopo...
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Il salone nero appena trovato a Pompei. Gli affreschi che si “muovevano”. Effetti ottici nella stanza dell’Amore e del Destino

 

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Un imponente salone da banchetto, dalle eleganti pareti nere, decorate con soggetti mitologici ispirati alla guerra di Troia, è uno degli ambienti recentemente portati alla luce durante le attività di scavo in corso nell’insula 10 della Regio IX di Pompei e oggi completamente visibile in tutta la sua maestosità. La sala era stata realizzata per essere oggetto di importanti effetti ottici, durante la notte, sotto l’oscillazione delle fiamme del lume. Il nero non rifletteva la luce che invece colpiva, oscillando le figure dipinte con colori vividi. E la modalità di pittura sembra assecondare la possibilità che le figure, colpite da una luce lievemente mobile non solo lievitassero in un corpo quasi tridimensionale, ma si “muovessero” lievemente e in modo sorprendente grazie alla luce mutante delle fiamme. Un effetto ottico raffinatissimo – che sarebbe sta all’interno di un ambiente altrettanto raffinato nel quale intrattenersi in momenti conviviali, tra banchetti e conversazioni, in cui si respirava l’alto tenore di vita testimoniato dall’ampiezza dello spazio, dalla presenza di affreschi e mosaici databili al III stile, dalla qualità artistica delle pitture e dalla scelta dei soggetti.

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Il tema dominante sembra essere quello dell’eroismo e dell’amore, per le raffigurazioni di coppie di eroi e divinità della guerra di Troia, ma anche del fato e al tempo stesso della possibilità, sovente non afferrata, che l’uomo ha di poter cambiare il proprio destino.
Oltre a Elena e Paride, indicato in un’iscrizione greca tra le due figure con il suo altro nome “Alexandros”, appare sulle pareti del salone la figura di Cassandra, figlia di Priamo, in coppia con Apollo. Nella mitologia greca Cassandra era conosciuta per il suo dono di preveggenza e per il terribile destino che le impedisce di modificare il futuro. Nonostante la sua capacità di vedere oltre il presente, nessuno crede alle sue parole, a causa di una maledizione che Apollo le infligge per non essersi concessa a lui, e dunque non riuscirà a impedire i tragici eventi della guerra di Troia, che aveva predetto. Dopo essere stata stuprata durante la presa di Troia, finirà come schiava di Agamennone a Micene.

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La presenza frequente di figure mitologiche nelle pitture di ambienti di soggiorno e conviviali delle case romane aveva proprio la funzione sociale di intrattenere gli ospiti e i commensali, fornendo spunti di conversazione e riflessione sull’ esistenza.

“Pompei è davvero uno scrigno di tesori che non finisce mai di sorprenderci e di destare stupore perché, ogni volta che scaviamo, troviamo qualcosa di bello e di significativo. Noi crediamo in questo unicum mondiale che rappresenta Pompei e per questo in legge di Bilancio abbiamo finanziato nuovi scavi. Bisogna andare avanti nella tutela di questo importante sito ma anche nella sua valorizzazione”, dichiara il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

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“Lo scavo nella Regio IX, progettato nell’ambito del Grande Progetto Pompei e portato avanti sotto la direzione Zuchtriegel, è la dimostrazione di quanto uno scavo ben fatto nella città vesuviana possa continuare ad accrescere la conoscenza di uno dei luoghi più importanti che ci sia pervenuto dall’antichità. Nuove ed inedite pitture, nuovi dati sull’enorme cantiere che era Pompei al momento dell’eruzione, nuove scoperte sull’economia e sulle forme di produzione. Una messe straordinaria di dati che sta cambiando l’immagine codificata finora della città antica. Un plauso a tutta la squadra interdisciplinare che con passione e professionalità sta portando avanti le ricerche” aggiunge il Direttore Generale dei Musei, Massimo Osanna

“Le pareti erano nere per evitare che si vedesse il fumo delle lucerne sui muri. Qui ci si riuniva per banchettare dopo il tramonto, la luce tremolante delle lucerne faceva sì che le immagini sembrassero muoversi, specie dopo qualche bicchiere di buon vino campano – sottolinea il Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – Le coppie mitiche erano spunti per parlare del passato e della vita, solo apparentemente di carattere meramente amoroso. In realtà, parlano del rapporto tra individuo e destino: Cassandra che può vedere il futuro ma nessuno le crede, Apollo che si schiera con i troiani contro gli invasori greci, ma pur essendo un Dio non riesce ad assicurare la vittoria, Elena e Paride che con il loro amore politicamente scorretto sono la causa della guerra, o forse solo un pretesto, chi sa. Oggi, Elena e Paride siamo tutti noi: ogni giorno possiamo scegliere se curarci solo della nostra vita intima o di indagare come questa nostra vita si intrecci con la grande storia, pensando per esempio, oltre a guerre e politica, all’ambiente, ma anche al clima umano che stiamo creando nella nostra società, comunicando con gli altri dal vivo e sui social”.

Il salone misura circa 15 metri di lunghezza per 6 di larghezza e si apre in un cortile che sembra essere un disimpegno di servizio, a cielo aperto, con una lunga scala che porta al primo piano, priva di decorazione.
Sotto gli archi della scala è stato riscontrato un enorme cumulo di materiale di cantiere accantonato. Qualcuno aveva disegnato a carboncino sull’intonaco grezzo delle arcate del grande scalone, due coppie di gladiatori e quello che sembra un enorme fallo stilizzato.
L’attività di scavo nell’insula 10 della Regio IX è parte di un più ampio progetto di messa in sicurezza del fronte perimetrale tra l’area scavata e non, di miglioramento dell’assetto idrogeologico, finalizzato a rendere la tutela del vasto patrimonio pompeiano (più di 13mila ambienti in 1070 unità abitative, oltre agli spazi pubblici e sacri) più efficace e sostenibile.
Lo scavo nell’area finora ha restituito due abitazioni collegate tra di loro, casa con panificio e fullonica (lavanderia), che prospettavano su via Nola e le cui facciate furono già portate alla luce alla fine del ‘800. Alle spalle di queste due case, stanno emergendo in questa fase di scavo sontuosi ambienti di soggiorno affrescati, anche in questo caso interessati al momento dell’eruzione da importanti interventi di ristrutturazione.

https://stilearte.it/il-salone-nero-appena-trovato-a-pompei-gli-affreschi-che-si-muovevano-effetti-ottici-nella-stanza-dellamore-e-del-destino/


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