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Inviato
5 ore fa, aemilianus253 dice:

Bello chiedere la cancellazione degli interventi sui quali non si concorda, vero? Scusi, ho letto dal primo all'ultimo i post della presente discussione, con attenzione e rispetto (per tutti, lo riaffermo). Le sue tesi risultano sicuramente interessanti e innovative, però per arrivare a condividerle dovrebbe fare uno sforzo, se posso dirlo, di umiltà. Non tutti ad esempio riescono a dare per scontato ciò che lei deduce dalle fonti, io per primo. Magari se lo spiega un po' più semplicemente, didatticamente oserei dire, possiamo arrivarci tutti. E concordare con le sue tesi, aggiungo ancora. Lei afferma qualcosa di interessante e radicale, che gli studiosi precedenti non avevano rilevato. Niente di male, anzi il progresso degli studi non nega affatto di arrivare a conclusioni diverse dal passato, anzi ben vengano. Il problema, come in tanti meglio di me hanno scritto, è la mancanza di riferimenti certi alle fonti. Perfetta la citazione dei precedenti studi di Perfetto (pardon...), ma qualcos'altro per fare arrivare a comprendere i normali utenti (anzi, meno che normali, se penso al sottoscritto) riesce a indicarlo? Da parte mia la ringrazio anticipatamente e rimango fiducioso.

 

Assolutamente d’accordo

magdi ha espresso molto lucidamente - e pacatamente- le ragioni ( peraltro gia’ esplicitate nei diversi interventi sopra) del disagio da parte di studiosi/esperti/cultori del campo della monetazione medioevale ad accettare le tesi di Perfetto.  Se da un punto di vista critico una tesi - pur non ortodossa e rivoluzionaria - non va esclusa a priori, da un punto di vista metodologico essa deve essere supportata da una solida ricerca  filologica che permette di validare le deduzioni innovative proposte dallo studioso. Succede in Fisica, Chimica, Biologia con gli esperimenti; succede nelle discipline Storiche con l’analisi ( rigorosa non fantasiosa) delle fonti e/o con l’evidenza archeologica o l’analisi dei ripostigli.

Magdi ha semplicemente richiamato, o sottinteso, tutto questo, in toni logici e garbati, e non si vede assolutamente ragione nel rimuovere un post che esplicita assai bene il disagio critico dei cultori della materia - anche se comprendo assai bene che possa dare fastidio perché mette a nudo le lacune di metodo e filologiche di chi propugna le rivoluzionarie tesi. 

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Inviato
3 ore fa, numa numa dice:

Assolutamente d’accordo

magdi ha espresso molto lucidamente - e pacatamente- le ragioni ( peraltro gia’ esplicitate nei diversi interventi sopra) del disagio da parte di studiosi/esperti/cultori del campo della monetazione medioevale ad accettare le tesi di Perfetto.  Se da un punto di vista critico una tesi - pur non ortodossa e rivoluzionaria - non va esclusa a priori, da un punto di vista metodologico essa deve essere supportata da una solida ricerca  filologica che permette di validare le deduzioni innovative proposte dallo studioso. Succede in Fisica, Chimica, Biologia con gli esperimenti; succede nelle discipline Storiche con l’analisi ( rigorosa non fantasiosa) delle fonti e/o con l’evidenza archeologica o l’analisi dei ripostigli.

Magdi ha semplicemente richiamato, o sottinteso, tutto questo, in toni logici e garbati, e non si vede assolutamente ragione nel rimuovere un post che esplicita assai bene il disagio critico dei cultori della materia - anche se comprendo assai bene che possa dare fastidio perché mette a nudo le lacune di metodo e filologiche di chi propugna le rivoluzionarie tesi. 

 

A me pare invece che giunti a uno dei nodi cruciali (post 172) con tanta fatica, si sia tornati ai famosi interventi generici. Nessuno osa cimentarsi nello smentire la realtà.

Si parla sempre e solo del più e del meno con pistolotti infiniti. Non è questione di mia convenienza o meno, tanto che consiglio di aprire discussioni apposite per altri temi, qui si vorrebbe parlare di moneta forestiera a Napoli, grazie.


Inviato (modificato)
9 ore fa, aemilianus253 dice:

Bello chiedere la cancellazione degli interventi sui quali non si concorda, vero? Scusi, ho letto dal primo all'ultimo i post della presente discussione, con attenzione e rispetto (per tutti, lo riaffermo). Le sue tesi risultano sicuramente interessanti e innovative, però per arrivare a condividerle dovrebbe fare uno sforzo, se posso dirlo, di umiltà. Non tutti ad esempio riescono a dare per scontato ciò che lei deduce dalle fonti, io per primo. Magari se lo spiega un po' più semplicemente, didatticamente oserei dire, possiamo arrivarci tutti. E concordare con le sue tesi, aggiungo ancora. Lei afferma qualcosa di interessante e radicale, che gli studiosi precedenti non avevano rilevato. Niente di male, anzi il progresso degli studi non nega affatto di arrivare a conclusioni diverse dal passato, anzi ben vengano. Il problema, come in tanti meglio di me hanno scritto, è la mancanza di riferimenti certi alle fonti. Perfetta la citazione dei precedenti studi di Perfetto (pardon...), ma qualcos'altro per fare arrivare a comprendere i normali utenti (anzi, meno che normali, se penso al sottoscritto) riesce a indicarlo? Da parte mia la ringrazio anticipatamente e rimango fiducioso.

 

Idem.

Anche perché la soluzione squisitamente numismatica porterebbe anche alle soluzioni degli argomenti collaterali.

Modificato da mero mixtoque imperio

Inviato
7 minuti fa, mero mixtoque imperio dice:

A me pare invece che giunti a uno dei nodi cruciali (post 172) con tanta fatica, si sia tornati ai famosi interventi generici. Nessuno osa cimentarsi nello smentire la realtà.

Si parla sempre e solo del più e del meno con pistolotti infiniti. Non è questione di mia convenienza o meno, tanto che consiglio di aprire discussioni apposite per altri temi, qui si vorrebbe parlare di moneta forestiera a Napoli, grazie.

È anche giusto, quindi ripropongo la mia domanda di fondo, cui non è ancora stata fornita risposta comprensibile ad un ignorante come me (cfr. #18 #23): la moneta forestiera coniata a Napoli cui fa riferimento nei suoi studi è:

A. moneta ufficiale di altri Stati, autorizzata dalle rispettive zecche o da qualsiasi soggetto competente e avente tale autorità alla delega

B. semplicemente imitazione/falsificazione/riproduzione o come la si voglia chiamare

Mi è sufficiente una risposta A o B. 

Grazie 

  • Grazie 1

Inviato
2 minuti fa, Carlo. dice:

È anche giusto, quindi ripropongo la mia domanda di fondo, cui non è ancora stata fornita risposta comprensibile ad un ignorante come me (cfr. #18 #23): la moneta forestiera coniata a Napoli cui fa riferimento nei suoi studi è:

A. moneta ufficiale di altri Stati, autorizzata dalle rispettive zecche o da qualsiasi soggetto competente e avente tale autorità alla delega

B. semplicemente imitazione/falsificazione/riproduzione o come la si voglia chiamare

Mi è sufficiente una risposta A o B. 

Grazie 

 

Ottima domanda, mi scuso se è sfuggita.

In ossequio al metodo scientifico, che lamentate come assente, ho legato le mie ricerche solo agli elementi documentari o numismatici che spesso sono monchi.

Di conseguenza ho dovuto lasciare aperta sia la strada A, sia quella B.

Ad esempio sulla moneta lucchese, ho certezza che sia stata prodotta a Napoli, ma se fatta da Pisani, non posso credere che sia stata autorizzata da Lucca.

Per i fiorini, posso credere invece a una concessione della Repubblica (A), poiché gli statuti lo permettevano con licenza. Ma vi possono essere anche dei casi B.


Inviato
8 minuti fa, mero mixtoque imperio dice:

Ottima domanda, mi scuso se è sfuggita.

In ossequio al metodo scientifico, che lamentate come assente, ho legato le mie ricerche solo agli elementi documentari o numismatici che spesso sono monchi.

Di conseguenza ho dovuto lasciare aperta sia la strada A, sia quella B.

Ad esempio sulla moneta lucchese, ho certezza che sia stata prodotta a Napoli, ma se fatta da Pisani, non posso credere che sia stata autorizzata da Lucca.

Per i fiorini, posso credere invece a una concessione della Repubblica (A), poiché gli statuti lo permettevano con licenza. Ma vi possono essere anche dei casi B.

Grazie del riscontro. 


Inviato
24 minuti fa, Carlo. dice:

Grazie del riscontro. 

 

Per quanto concerne i grossi pisani (1243-1245) si può propendere per la soluzione A, ma non perché autorizzata dalla città, ma perché autorizzata dall’imperatore su moneta imperiale.


Inviato (modificato)
11 ore fa, mero mixtoque imperio dice:

E infatti si vede che ne eri uscito. Si era tornati con tanta fatica alle argomentazioni numismatiche.

Quindi credo che @cdc possa tranquillamente cancellare questo tuo intervento, a meno che tu non lo voglia modificare, dirigendolo su argomenti di numismatica circoscritti e attinenti 

Quali argomentazioni numismatiche? Io non ne vedo. Tu hai la grande fortuna di trovarti in un contesto così signorile, in cui, nonostante i contenuti che sostieni e il modo con cui ti rivolgi, nessuno ha ancora utilizzato i tuoi stessi toni, cosa che certamente un post di questo tenore si meriterebbe, ma che io pure non utilizzeró.

Ti prego però di non usare con me questi toni così sostenuti cercando di provocarmi, come hai già fatto, perché non li ritengo appropriati. Non c'è alcun motivo, mi pare, per richiedere la censura di un post. Non ho mai chiesto la cancellazione dei tuoi messaggi o sostenuto che tu non parli di numismatica per evitare argomentazioni nel merito, e ti pregherei di fare altrettanto.

Mi sembra di mostrare una particolare apertura continuando a chiederti di argomentare filologicamente tesi che -a mio, e non solo, parere- non hanno né capo né coda. Siamo al 176º post e non é emersa ancora una fonte o un'argomentazione plausibile. Io avrei piacere di entrare nel merito solo per rispondere punto per punto a tutti gli immancabili apporti che ho letto nei tuoi pregevoli scritti.

1 ora fa, mero mixtoque imperio dice:

Ad esempio sulla moneta lucchese, ho certezza che sia stata prodotta a Napoli, ma se fatta da Pisani, non posso credere che sia stata autorizzata da Lucca.

Ad esempio questa frase non ha alcun senso: i pisani avevano una loro moneta, perché avrebbero dovuto battere quella lucchese, e a Napoli poi! Nel tuo studio in merito citi un documento 1134 che però parla di altro, ovvero del corrispettivo in libbre d'argento relativo all'alleanza con i pisani. Io mi sono sforzato di trovare il passaggio dove il documento dice le cose che sostieni, ma non c'è!

Quindi é normale che la frase non abbia senso, perché é partorita su concetti sbagliati, fondati su un documento che dice altro ed interpretati alla luce di una generalizzata non-conoscenza tecnica sulla numismatica medievale a mio avviso.

Puoi darmi delle valide motivazioni in merito o spiegarmi perché mi sbaglio?

Modificato da magdi
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Inviato

@magdi inutile insistere - un’anguilla sarebbe meno mobile. 
in ogni caso il punto e’ stato fatto. Vi sono alla base della tesi solamente letture parziali , a volte errate e un’assenza di fondo di qualsiasi prova fumante. Probabilmente le due riviste citate hanno preso un abbaglio, scientemente o inconsciamente - nulla di male - l’importante e’ rendersene conto. Il tempo, come detto spra, aiutera’ a separare le  ipotesi fantasiose da letture valide del fenomeno 

tutto il resto e’ noia…


Inviato
32 minuti fa, magdi dice:

Quali argomentazioni numismatiche? Io non ne vedo. Tu hai la grande fortuna di trovarti in un contesto così signorile, in cui, nonostante i contenuti che sostieni e il modo con cui ti rivolgi, nessuno ha ancora utilizzato i tuoi stessi toni, cosa che certamente un post di questo tenore si meriterebbe, ma che io pure non utilizzeró.

Ti prego però di non usare con me questi toni così sostenuti cercando di provocarmi, come hai già fatto, perché non li ritengo appropriati. Non c'è alcun motivo, mi pare, per richiedere la censura di un post. Non ho mai chiesto la cancellazione dei tuoi messaggi o sostenuto che tu non parli di numismatica per evitare argomentazioni nel merito, e ti pregherei di fare altrettanto.

Mi sembra di mostrare una particolare apertura continuando a chiederti di argomentare filologicamente tesi che -a mio, e non solo, parere- non hanno né capo né coda. Siamo al 176º post e non é emersa ancora una fonte o un'argomentazione plausibile. Io avrei piacere di entrare nel merito solo per rispondere punto per punto a tutti gli immancabili apporti che ho letto nei tuoi pregevoli scritti.

Ad esempio questa frase non ha alcun senso: i pisani avevano una loro moneta, perché avrebbero dovuto battere quella lucchese, e a Napoli poi! Nel tuo studio in merito citi un documento 1134 che però parla di altro, ovvero del corrispettivo in libbre d'argento relativo all'alleanza con i pisani. Io mi sono sforzato di trovare il passaggio dove il documento dice le cose che sostieni, ma non c'è!

Quindi é normale che la frase non abbia senso, perché é partorita su concetti sbagliati, fondati su un documento che dice altro ed interpretati alla luce di una generalizzata non-conoscenza tecnica sulla numismatica medievale a mio avviso.

Puoi darmi delle valide motivazioni in merito o spiegarmi perché mi sbaglio?

 

Se non vedi argomenti di numismatica, devi aver lasciato l’occhialetto sulla scrivania. Inforcalo, ci sono decine di post.

Ci stiamo riferendo a un periodo in cui non si coniava ancora moneta pisana e per questo i Pisani usavano e coniavano moneta lucchese, ma questo è pacifico da devenni.

1 minuto fa, numa numa dice:

@magdi inutile insistere - un’anguilla sarebbe meno mobile. 
in ogni caso il punto e’ stato fatto. Vi sono alla base della tesi solamente letture parziali , a volte errate e un’assenza di fondo di qualsiasi prova fumante. Probabilmente le due riviste citate hanno preso un abbaglio, scientemente o inconsciamente - nulla di male - l’importante e’ rendersene conto. Il tempo, come detto spra, aiutera’ a separare le  ipotesi fantasiose da letture valide del fenomeno 

tutto il resto e’ noia…

 

No no le prove fumanti ci sono e come, se poi pretendete che uno arrivi a spiegare anche come e quando gli operatori della zecca andassero in bagno è chiaro che non potremo mai saperlo.

Ma intanto il punto su ciò che si coniava a Napoli è stato fatto, non il punto che dici tu. Non ti ho visto mai scrivere una parola sul merito!


Inviato (modificato)

Questo é il testo su cui si basa la tua tesi sui denari luccchesi battuti dai pisani a Napoli, se ho capito bene:

 

Anno Dominicae Incarnationis millesimo centesimo trigesimo quarto, mense Martio, duodecima indictione.
Hoc anno, prefatus princeps Robertus cum duobus consulibus Pisanorum, Azzopardo videlicet et Cane, viris sapientibus, et cum aliis fere mille Pisanis ad principatum suum Capuanum revertitur, quarto kalendas Martii.
Qui diligenter a magistro militum et Rainulpho comite susceptus omnia, quae cum Pisanis et Ianuensibus firmaverat, coram predicto papa Innocentio patefecit, et qualiter tria milia librarum argenti Pisanis in auxilium suum venientibus, sacramento mediante, dare deberet.
Predictus autem magister militum et comes Rainulphus haec audientes, gaudio magno gavisi, factis omnibus a principe recitatis fidem attribuerunt; nec mora, per ecclesias Neapolitanae civitatis, et Capuanae, discursus est et pecuniam illam argenti cursu celeri congregavere. 

Quid plura? Thesaurum ipsum argenti ad Pisanos transmiserunt, rogantes, ut festinatione ad eorum auxilium subvenirent; in quorum comitatu Gregorium Electum cum quibusdam sacerdotibus suis mandaverunt, quatenus afflictionem Beneventanae civitatis domino papae, qui illic aderat, et Pisanis intimaret.

Quibus ita peractis, rex Rogerius memoratus, navigiis galeorum fere sexaginta paratis, Salernum pervenit; et continuo galeas illas ad civitatem Neapolim debellandam mandavit; et Pisanis, usque ad portum Neapolis...Anno Dominicae Incarnationis millesimo centesimo trigesimo quarto, mense Martio, duodecima indictione.

Hoc anno, prefatus princeps Robertus cum duobus consulibus Pisanorum, Azzopardo videlicet et Cane, viris sapientibus, et cum aliis fere mille Pisanis ad principatum suum Capuanum revertitur, quarto kalendas Martii.

Qui diligenter a magistro militum et Rainulpho comite susceptus omnia, quae cum Pisanis et Ianuensibus firmaverat, coram predicto papa Innocentio patefecit, et qualiter tria milia librarum argenti Pisanis in auxilium suum venientibus, sacramento mediante, dare deberet.

Predictus autem magister militum et comes Rainulphus haec audientes, gaudio magno gavisi, factis omnibus a principe recitatis fidem attribuerunt; nec mora, per ecclesias Neapolitanae civitatis, et Capuanae, discursus est et pecuniam illam argenti cursu celeri congregavere.

Quid plura? Thesaurum ipsum argenti ad Pisanos transmiserunt, rogantes, ut festinatione ad eorum auxilium subvenirent; in quorum comitatu Gregorium Electum cum quibusdam sacerdotibus suis mandaverunt, quatenus afflictionem Beneventanae civitatis domino papae, qui illic aderat, et Pisanis intimaret.

Quibus ita peractis, rex Rogerius memoratus, navigiis galeorum fere sexaginta paratis, Salernum pervenit; et continuo galeas illas ad civitatem Neapolim debellandam mandavit; et Pisanis, usque ad portum Neapolis.

Te lo traduco in italiano:

Nell'anno dell'Incarnazione del Signore 1134, nel mese di marzo, durante la dodicesima indizione.

In quest'anno, il prefetto dei principi Roberto, con due consoli dei Pisani, Azzopardo e Cane, uomini saggi, e con altri che venivano dai Pisani, si recò al suo principato a Capua e, dopo un mese, tornò.

Questi, molto solleciti verso il maestro dei soldati, confermarono tutto ciò che era stato dichiarato con i Pisani e gli Ianuensi, e in particolare dichiararono che tre mila libbre di argento dovevano essere inviate ai Pisani tramite un giuramento, come già richiesto dal papa.

I presenti, udito questo, si rallegrarono molto, attribuendo loro un grande onore; e senza indugi, per la città di Napoli e Capua, la somma per il viaggio fu subito raccolta.

Inoltre, i tesori di argento furono inviati ai Pisani, che chiesero che fosse completato il viaggio con rapidità; nel gruppo partì anche Gregorio, il quale fu mandato con alcuni sacerdoti per informare i Pisani e assicurarli che il papa era con loro.

Completate queste disposizioni, il re Rogerio, ricordato come grande, fece preparare una nave, e, dopo aver raggiunto Salerno, inviò gli altri con la nave verso le galee per dirigersi verso Napoli e riprendere la rotta verso quella città.

 

Ora, mi dici dove stracaspita leggi in questo testo che i pisani coniarono moneta lucchese a Napoli? Sennò davvero vado ai matti! Non c'è scritto!

Modificato da magdi
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14 minuti fa, magdi dice:

Questo é il testo su cui si basa la tua tesi sui denari luccchesi battuti dai pisani a Napoli, se ho capito bene:

 

Anno Dominicae Incarnationis millesimo centesimo trigesimo quarto, mense Martio, duodecima indictione.
Hoc anno, prefatus princeps Robertus cum duobus consulibus Pisanorum, Azzopardo videlicet et Cane, viris sapientibus, et cum aliis fere mille Pisanis ad principatum suum Capuanum revertitur, quarto kalendas Martii.
Qui diligenter a magistro militum et Rainulpho comite susceptus omnia, quae cum Pisanis et Ianuensibus firmaverat, coram predicto papa Innocentio patefecit, et qualiter tria milia librarum argenti Pisanis in auxilium suum venientibus, sacramento mediante, dare deberet.
Predictus autem magister militum et comes Rainulphus haec audientes, gaudio magno gavisi, factis omnibus a principe recitatis fidem attribuerunt; nec mora, per ecclesias Neapolitanae civitatis, et Capuanae, discursus est et pecuniam illam argenti cursu celeri congregavere. 

Quid plura? Thesaurum ipsum argenti ad Pisanos transmiserunt, rogantes, ut festinatione ad eorum auxilium subvenirent; in quorum comitatu Gregorium Electum cum quibusdam sacerdotibus suis mandaverunt, quatenus afflictionem Beneventanae civitatis domino papae, qui illic aderat, et Pisanis intimaret.

Quibus ita peractis, rex Rogerius memoratus, navigiis galeorum fere sexaginta paratis, Salernum pervenit; et continuo galeas illas ad civitatem Neapolim debellandam mandavit; et Pisanis, usque ad portum Neapolis...Anno Dominicae Incarnationis millesimo centesimo trigesimo quarto, mense Martio, duodecima indictione.

Hoc anno, prefatus princeps Robertus cum duobus consulibus Pisanorum, Azzopardo videlicet et Cane, viris sapientibus, et cum aliis fere mille Pisanis ad principatum suum Capuanum revertitur, quarto kalendas Martii.

Qui diligenter a magistro militum et Rainulpho comite susceptus omnia, quae cum Pisanis et Ianuensibus firmaverat, coram predicto papa Innocentio patefecit, et qualiter tria milia librarum argenti Pisanis in auxilium suum venientibus, sacramento mediante, dare deberet.

Predictus autem magister militum et comes Rainulphus haec audientes, gaudio magno gavisi, factis omnibus a principe recitatis fidem attribuerunt; nec mora, per ecclesias Neapolitanae civitatis, et Capuanae, discursus est et pecuniam illam argenti cursu celeri congregavere.

Quid plura? Thesaurum ipsum argenti ad Pisanos transmiserunt, rogantes, ut festinatione ad eorum auxilium subvenirent; in quorum comitatu Gregorium Electum cum quibusdam sacerdotibus suis mandaverunt, quatenus afflictionem Beneventanae civitatis domino papae, qui illic aderat, et Pisanis intimaret.

Quibus ita peractis, rex Rogerius memoratus, navigiis galeorum fere sexaginta paratis, Salernum pervenit; et continuo galeas illas ad civitatem Neapolim debellandam mandavit; et Pisanis, usque ad portum Neapolis.

Te lo traduco in italiano:

Nell'anno dell'Incarnazione del Signore 1134, nel mese di marzo, durante la dodicesima indizione.

In quest'anno, il prefetto dei principi Roberto, con due consoli dei Pisani, Azzopardo e Cane, uomini saggi, e con altri che venivano dai Pisani, si recò al suo principato a Capua e, dopo un mese, tornò.

Questi, molto solleciti verso il maestro dei soldati, confermarono tutto ciò che era stato dichiarato con i Pisani e gli Ianuensi, e in particolare dichiararono che tre mila libbre di argento dovevano essere inviate ai Pisani tramite un giuramento, come già richiesto dal papa.

I presenti, udito questo, si rallegrarono molto, attribuendo loro un grande onore; e senza indugi, per la città di Napoli e Capua, la somma per il viaggio fu subito raccolta.

Inoltre, i tesori di argento furono inviati ai Pisani, che chiesero che fosse completato il viaggio con rapidità; nel gruppo partì anche Gregorio, il quale fu mandato con alcuni sacerdoti per informare i Pisani e assicurarli che il papa era con loro.

Completate queste disposizioni, il re Rogerio, ricordato come grande, fece preparare una nave, e, dopo aver raggiunto Salerno, inviò gli altri con la nave verso le galee per dirigersi verso Napoli e riprendere la rotta verso quella città.

 

Ora, mi dici dove stracaspita leggi in questo testo che i pisani coniarono moneta lucchese a Napoli? Sennò davvero vado ai matti! Non c'è scritto!

 

Grazie per aver condiviso il documento. Personalmente ho almeno trovato una strabenedetta fonte da guardare e su cui riflettere sulla base dei concetti avanzati dal Perfetto. Mi auguro che altrettante fonti possano essere pubblicate e che ci si possa quindi, con tutti i limiti che ciascuno di noi ha (io parecchi, dico davvero), confrontare su elementi concreti e non su teorie abbastanza astratte (se non supportate da "pistola fumante", come dice l'amico Numa. Ma temo che il tuo ottimo tentativo sia perdita di tempo, visto che dall'altra parte (non della barricata) si trova una persona talmente suscettibile e piena solo di sé, che scrive messaggi privati per chiedere conto persino delle faccine, di approvazione o meno, che si mettono ai vari post. Dalle mie parti si dice "è meglio fare a corse con la lepre piuttosto che perdere tempo in cose più inutili". La saggezza dei popoli...


Inviato (modificato)
48 minuti fa, magdi dice:

Questo é il testo su cui si basa la tua tesi sui denari luccchesi battuti dai pisani a Napoli, se ho capito bene:

 

Anno Dominicae Incarnationis millesimo centesimo trigesimo quarto, mense Martio, duodecima indictione.
Hoc anno, prefatus princeps Robertus cum duobus consulibus Pisanorum, Azzopardo videlicet et Cane, viris sapientibus, et cum aliis fere mille Pisanis ad principatum suum Capuanum revertitur, quarto kalendas Martii.
Qui diligenter a magistro militum et Rainulpho comite susceptus omnia, quae cum Pisanis et Ianuensibus firmaverat, coram predicto papa Innocentio patefecit, et qualiter tria milia librarum argenti Pisanis in auxilium suum venientibus, sacramento mediante, dare deberet.
Predictus autem magister militum et comes Rainulphus haec audientes, gaudio magno gavisi, factis omnibus a principe recitatis fidem attribuerunt; nec mora, per ecclesias Neapolitanae civitatis, et Capuanae, discursus est et pecuniam illam argenti cursu celeri congregavere. 

Quid plura? Thesaurum ipsum argenti ad Pisanos transmiserunt, rogantes, ut festinatione ad eorum auxilium subvenirent; in quorum comitatu Gregorium Electum cum quibusdam sacerdotibus suis mandaverunt, quatenus afflictionem Beneventanae civitatis domino papae, qui illic aderat, et Pisanis intimaret.

Quibus ita peractis, rex Rogerius memoratus, navigiis galeorum fere sexaginta paratis, Salernum pervenit; et continuo galeas illas ad civitatem Neapolim debellandam mandavit; et Pisanis, usque ad portum Neapolis...Anno Dominicae Incarnationis millesimo centesimo trigesimo quarto, mense Martio, duodecima indictione.

Hoc anno, prefatus princeps Robertus cum duobus consulibus Pisanorum, Azzopardo videlicet et Cane, viris sapientibus, et cum aliis fere mille Pisanis ad principatum suum Capuanum revertitur, quarto kalendas Martii.

Qui diligenter a magistro militum et Rainulpho comite susceptus omnia, quae cum Pisanis et Ianuensibus firmaverat, coram predicto papa Innocentio patefecit, et qualiter tria milia librarum argenti Pisanis in auxilium suum venientibus, sacramento mediante, dare deberet.

Predictus autem magister militum et comes Rainulphus haec audientes, gaudio magno gavisi, factis omnibus a principe recitatis fidem attribuerunt; nec mora, per ecclesias Neapolitanae civitatis, et Capuanae, discursus est et pecuniam illam argenti cursu celeri congregavere.

Quid plura? Thesaurum ipsum argenti ad Pisanos transmiserunt, rogantes, ut festinatione ad eorum auxilium subvenirent; in quorum comitatu Gregorium Electum cum quibusdam sacerdotibus suis mandaverunt, quatenus afflictionem Beneventanae civitatis domino papae, qui illic aderat, et Pisanis intimaret.

Quibus ita peractis, rex Rogerius memoratus, navigiis galeorum fere sexaginta paratis, Salernum pervenit; et continuo galeas illas ad civitatem Neapolim debellandam mandavit; et Pisanis, usque ad portum Neapolis.

Te lo traduco in italiano:

Nell'anno dell'Incarnazione del Signore 1134, nel mese di marzo, durante la dodicesima indizione.

In quest'anno, il prefetto dei principi Roberto, con due consoli dei Pisani, Azzopardo e Cane, uomini saggi, e con altri che venivano dai Pisani, si recò al suo principato a Capua e, dopo un mese, tornò.

Questi, molto solleciti verso il maestro dei soldati, confermarono tutto ciò che era stato dichiarato con i Pisani e gli Ianuensi, e in particolare dichiararono che tre mila libbre di argento dovevano essere inviate ai Pisani tramite un giuramento, come già richiesto dal papa.

I presenti, udito questo, si rallegrarono molto, attribuendo loro un grande onore; e senza indugi, per la città di Napoli e Capua, la somma per il viaggio fu subito raccolta.

Inoltre, i tesori di argento furono inviati ai Pisani, che chiesero che fosse completato il viaggio con rapidità; nel gruppo partì anche Gregorio, il quale fu mandato con alcuni sacerdoti per informare i Pisani e assicurarli che il papa era con loro.

Completate queste disposizioni, il re Rogerio, ricordato come grande, fece preparare una nave, e, dopo aver raggiunto Salerno, inviò gli altri con la nave verso le galee per dirigersi verso Napoli e riprendere la rotta verso quella città.

 

Ora, mi dici dove stracaspita leggi in questo testo che i pisani coniarono moneta lucchese a Napoli? Sennò davvero vado ai matti! Non c'è scritto!

 

Intanto ho detto che da documento si coniò argento a Napoli (172), come ti dice anche il Giannone. Poi devi scegliere cosa si coniò con questo argento e qui se non ti piace la lucchese puoi sceglIere anche un’altra moneta, ma dovresti averne gli elementi.

Il fatto che si coniò argento in quel periodo a Napoli implica necessariamente l’individuazione di moneta forestiera, non esistendo monete d’argento personalizzate con il nome di Napoli.

Modificato da mero mixtoque imperio

Inviato
35 minuti fa, mero mixtoque imperio dice:

Intanto ho detto che da documento si coniò argento a Napoli (172), come ti dice anche il Giannone. Poi devi scegliere cosa si coniò con questo argento e qui se non ti piace la lucchese puoi sceglIere anche un’altra moneta, ma dovresti averne gli elementi.

Il fatto che si coniò argento in quel periodo a Napoli implica necessariamente l’individuazione di moneta forestiera, non esistendo monete d’argento personalizzate con il nome di Napoli.

 

E qui torno al mio post #171: come mai solo lei legge in quelle righe che certamente vi sia scritto che sia stato coniato argento a Napoli? Secondo me, finora tutto ciò che ha detto rientra nell’opzione “risposte sì” del post #171, per le quali continuo a non trovare risposta non in lei, ma nel testo, l’unico vero riferimento.


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