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IGNORED

Genova 1/5 VIII 1922


Risposte migliori

Inviato

Buonasera, volevo catalogare questa medaglia che non trovo sul nostro catalogo( almeno io non la trovo)

Mi dite che grado di rarità è e la conservazione?

Ha qualche piccola ossidazione

Diametro 26 mm

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Grazie dei suggerimenti e vi auguro un sereno Anno Nuovo.

Enrico

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Inviato

Buonasera, non sono un esperto nella materia ma ho trovato un annuncio su ebay che la vende a 350 euro, forse è una mia impressione ma mi sembra un po' porosa, poi la mia può essere una stupidaggine. Buona serata!


Inviato

Buonasera a te, non ho dubbi sull'originalità ma volevo conoscere un po' della sua storia.


Supporter
Inviato

Storia della medaglia, tratta da KRIEGSMARINE

 

Medaglia commemorativa del Fascio di Genova (1922)

 
Medaglia commemorativa delle giornate 1-5 agosto del 1922 a seguito degli scioperi nazionali organizzati dai "rossi" per contrastare il Fascismo...Concessa dal Fascio di Genova,medaglia piuttosto rara!A causa della grave crisi che imperversa nell'amministrazione milanese, l'opposizione indice per il periodo dal 1 al 3 luglio 1922, 3 agosto uno sciopero che dovrebbe coinvolgere tutti i lavoratori del capoluogo lombardo. Durante i giorni di sciopero numerosissimi sono i tentativi di boicottaggio e le rappresaglie contro gli scioperanti messi in atto dalle squadracce fasciste, che tentano di far partire le corse dei tramvieri in sciopero, minacciano e sparano contro gli operai scesi in strada.Nel tardo pomeriggio del 3 agosto un gruppo di persone, in apparenza riunitosi spontaneamente, ma nella realtà guidati dai fascisti, capaci di utilizzare la grossa crisi che sta attraversando l'amministrazione del comune di Milano per accendere gli animi della popolazione, inizia a premere contro le porte di Palazzo Marino. La polizia, a difesa dell'edificio, si scansa e lascia entrare la calca, mentre Gabriele D'Annunzio, che si trova, probabilmente non troppo casualmente, nel capoluogo lombardo, viene chiamato ad arringare la folla presente con un discorso dal balcone del Municipio. Il giorno successivo, di fatto legittimando l'assalto fascista, il procuratore generale Antonio Raimondi dichiara che quanto è accaduto non costituisce motivo di reato, e il prefetto Lusignoli esautora l'amministrazione, firmando un decreto con il quale nomina un commissario prefettizio per sorvegliare il funzionamento dei servizi pubblici. Nel frattempo altre camicie nere continuano con le rappresaglie contro socialisti i comunisti: un camion si lancia contro la porta del circolo comunista di via Cellini, i fascisti vi penetrano dando fuoco a documenti e suppellettili: altri circoli sono assaltati, da quello di piazzale delle Rottole a quello di via San Venceslao. Abbandonata la sede del Municipio, i fascisti, sotto la guida del capitano Forni, che pronuncia un discorso per arringare i commilitoni, incoraggiandoli a "riprendere la marcia verso la rigenerazione del paese, guastato dal sovversivismo", intraprendono un corteo per la città, cantando Giovinezza. Giunti sotto la sede del giornale socialista "Avanti!" , già in passato più folte preso di mira dagli attacchi squadristi, lo assaltano. La forza pubblica a difesa dell'edificio, cui erano stati aggiunti anche dei bersaglieri, sta schierata lungo il muro di cinta: distratti dall'arrivo del corteo fascista, non si accorgono che un altro manipolo di camicie nere, più numeroso, sopraggiungendo dalla parte opposta, riesce ad aprire una breccia nel muro, penetrando nella sede del giornale. Quando si sentono i primi scoppi l'incendio è ormai divampato dalle numerose bottiglie incendiarie lanciate dagli squadristi all'interno dell'edificio, dove gli operai sono intenti al lavoro. La lentezza di reazione sia della forza pubblica che dei vigili del fuoco, accorsi con molto ritardo, fanno sì che l'incendio si propaghi dal pianterreno fino al primo piano, rovinando completamente i macchinari e mettendo nello stesso tempo in grave pericolo la stabilità dell'edifico stesso. La gente del quartiere e gli antifascisti si riversano per strada: rivoltellate, bombe e corpo a corpo contro i fascisti proseguono per ore fino a tarda notte. La forza pubblica stenta a riportare l'ordine nel quartiere, e per sedare gli scontri in atto comincia a sparare. Decine le persone che devono rivolgersi a cure mediche in seguito all'assalto, mentre almeno tre sono i morti tra gli squadristi, tutti deceduti in seguito alle ustioni procurate dalle proprie bottiglie incendiare, o alle revolverate partite dai loro stessi camerati.Questa medaglia commemora quelle giornate.
  • Grazie 1

Inviato
9 ore fa, palpi62 dice:

Storia della medaglia, tratta da KRIEGSMARINE

 

Medaglia commemorativa del Fascio di Genova (1922)

 
Medaglia commemorativa delle giornate 1-5 agosto del 1922 a seguito degli scioperi nazionali organizzati dai "rossi" per contrastare il Fascismo...Concessa dal Fascio di Genova,medaglia piuttosto rara!A causa della grave crisi che imperversa nell'amministrazione milanese, l'opposizione indice per il periodo dal 1 al 3 luglio 1922, 3 agosto uno sciopero che dovrebbe coinvolgere tutti i lavoratori del capoluogo lombardo. Durante i giorni di sciopero numerosissimi sono i tentativi di boicottaggio e le rappresaglie contro gli scioperanti messi in atto dalle squadracce fasciste, che tentano di far partire le corse dei tramvieri in sciopero, minacciano e sparano contro gli operai scesi in strada.Nel tardo pomeriggio del 3 agosto un gruppo di persone, in apparenza riunitosi spontaneamente, ma nella realtà guidati dai fascisti, capaci di utilizzare la grossa crisi che sta attraversando l'amministrazione del comune di Milano per accendere gli animi della popolazione, inizia a premere contro le porte di Palazzo Marino. La polizia, a difesa dell'edificio, si scansa e lascia entrare la calca, mentre Gabriele D'Annunzio, che si trova, probabilmente non troppo casualmente, nel capoluogo lombardo, viene chiamato ad arringare la folla presente con un discorso dal balcone del Municipio. Il giorno successivo, di fatto legittimando l'assalto fascista, il procuratore generale Antonio Raimondi dichiara che quanto è accaduto non costituisce motivo di reato, e il prefetto Lusignoli esautora l'amministrazione, firmando un decreto con il quale nomina un commissario prefettizio per sorvegliare il funzionamento dei servizi pubblici. Nel frattempo altre camicie nere continuano con le rappresaglie contro socialisti i comunisti: un camion si lancia contro la porta del circolo comunista di via Cellini, i fascisti vi penetrano dando fuoco a documenti e suppellettili: altri circoli sono assaltati, da quello di piazzale delle Rottole a quello di via San Venceslao. Abbandonata la sede del Municipio, i fascisti, sotto la guida del capitano Forni, che pronuncia un discorso per arringare i commilitoni, incoraggiandoli a "riprendere la marcia verso la rigenerazione del paese, guastato dal sovversivismo", intraprendono un corteo per la città, cantando Giovinezza. Giunti sotto la sede del giornale socialista "Avanti!" , già in passato più folte preso di mira dagli attacchi squadristi, lo assaltano. La forza pubblica a difesa dell'edificio, cui erano stati aggiunti anche dei bersaglieri, sta schierata lungo il muro di cinta: distratti dall'arrivo del corteo fascista, non si accorgono che un altro manipolo di camicie nere, più numeroso, sopraggiungendo dalla parte opposta, riesce ad aprire una breccia nel muro, penetrando nella sede del giornale. Quando si sentono i primi scoppi l'incendio è ormai divampato dalle numerose bottiglie incendiarie lanciate dagli squadristi all'interno dell'edificio, dove gli operai sono intenti al lavoro. La lentezza di reazione sia della forza pubblica che dei vigili del fuoco, accorsi con molto ritardo, fanno sì che l'incendio si propaghi dal pianterreno fino al primo piano, rovinando completamente i macchinari e mettendo nello stesso tempo in grave pericolo la stabilità dell'edifico stesso. La gente del quartiere e gli antifascisti si riversano per strada: rivoltellate, bombe e corpo a corpo contro i fascisti proseguono per ore fino a tarda notte. La forza pubblica stenta a riportare l'ordine nel quartiere, e per sedare gli scontri in atto comincia a sparare. Decine le persone che devono rivolgersi a cure mediche in seguito all'assalto, mentre almeno tre sono i morti tra gli squadristi, tutti deceduti in seguito alle ustioni procurate dalle proprie bottiglie incendiare, o alle revolverate partite dai loro stessi camerati.Questa medaglia commemora quelle giornate.
 

Buongiorno e grazie mille, era proprio questo che mi interessava.


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