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IGNORED

quesiti sulla monetazione.


drugantibus

Risposte migliori

salve a tutti,

da profano avrei varie domande da porre...

Ovviamente ogni imperatore batteva la propria moneta tanto gli "ufficiali" quanto gli "usurpatori". Le monete coniate rimanevano in uso immagino anche dopo la morte dell'imperatore sotto in quale erano state coniate... ma per quanto tempo?

Vi era qualche legge che imponeva una sorta di " ricambio" della monetazione o le monete continuavano a circolare? e se cosi dovesse essere, nel momento in cui la moneta non rispecchia piu' il valore intrinseco del metallo in cui è stata forgiata, non si giunge a una smisurata inflazione?

Le monete consunte venivano ritirate e sostituite? E' possibile che un soldato romano avesse in saccoccia sia un asse di Augusto che uno di Gordiano?

E per finire... la damnatio memoriae prevedeva l'eliminazione di qualsiasi effige di colui che ne veniva sottoposto... Quindi come funzionava per le monete? La zecca le ritirava e le sostituiva con monete "nuove"?

Grazie cordiali saluti

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Salve.

Sulla questione del "ritiro" delle monete dalla circolazione nell'impero romano si è dibattuto ampiamente, anche all'interno del forum.

In linea di massima le monete battute da un imperatore circolavano anche successivamente. Non andavano fuori corso in automatico.

Le contromarche, ad esempio, confermavano la validità di circolazione, con la sigla di un imperatore o di una autorità militare, di monete precedenti, anche se molto consumate.

L'unico caso a mia memoria di un massivo ritiro dalla circolazione di monete precedenti è quello messo in atto da Traiano nel 107 d.C. L'imperatore fece ritirare emissioni auree, argentee ed enee precedenti, sostituendole, almeno per l'oro e per l'argento, con emissioni di "restituzione", copie di emissioni precedenti repubblicane o imperiali, che riportavano una legenda aggiuntiva che ne indicava appunto la "restituzione" da parte dell'imperatore.

Da un punto di vista meramente economico è stata una furbata incredibile, le casse imperiali hanno ricevuto un numero enorme di denari ad alto titolo di argento (repubblicani o altoimperiali) e hanno emesso in cambio denari a titolo 800/1000 (il resto della lega era soprattutto rame). Idem per gli aurei pre-riforma, che sono stati sostituiti da aurei post-riforma, con un guadagno netto di circa mezzo grammo d'oro a moneta.

Per la damnatio memoriae penso che altri utenti possano dire la loro.

Spero di essere stato utile

giampy

Modificato da giampy
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:) DE GREGE EPICURI

Credo sia difficile rispondere in breve, e i quesiti sono molti...Anzitutto, le svalutazioni successive hanno colpito soprattutto l'argento, il cui titolo è stato gradualmente diminuito; l'oro è stato coniato sempre quasi puro, dall'inizio alla fine, e quello che variava era semmai il suo rapporto ufficiale con l'argento e col bronzo. I rapporti di valore fra i vari metalli dipendevano dalla scoperta di nuove miniere o dall'esaurimento delle vecchie; dalla conquista di territori minerari (es. la Spagna), da ingenti bottini conquistati dopo guerre vittoriose, che potevano ad es. far scendere il valore dell'oro. Viceversa, in momenti di estrema difficoltà (es. la 2a Guerra Punica, o le guerre civili, vedansi i denari legionari di Antonio) la svalutazione è andata al galoppo, per l'argento con riduzione del fino, per il bronzo con riduzioni del peso.

Detto questo, esiste la legge di Gresham: se le monete "nuove" sono peggiori di quelle vecchie dello stesso valore, queste ultime vengono trattenute da chi le possiede, tesaurizzate e magari fuse per vendere il metallo: per evitare ciò venivano emessi severi provvedimenti, ma a volte con scarsi risultati.

In generale comunque le monete di bronzo, che io sappia, non venivano ritirate in modo massiccio per riconiarle, per cui avevano a volte una durata estremamente prolungata. In realtà anche i denari di Ag repubblicani hanno avuto vita molto lunga, finchè Traiano non ha provveduto a ritirarli.

Quanto alla Damnatio Memoriae, credo che tu possa trovare diverse discussioni in questo sito (ma io non te le so indicare: usa la modalità "CERCA"). Non è proprio vero che tutte le monete venissero ritirate, a volte veniva abraso il ritratto, ma anche questo piuttosto raramente: infatti le monete "abrase" sono abbastanza ricercate. Di tutto ciò trovi nei testi principali di Numismat. Romana.

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DE GREGE EPICURI

Credo di aver detto pochissimo sulle contromarcature e sui "ritiri" di monete. Ma le contronarche, nelle romane imperiali, sono molto comuni solo sulle monete di Augusto, anche se esistono per i suoi successori (se ne vede qualcuna in Tiberio, Claudio...) Nelle provinciali è un altro discorso.

Quanto al ritiro delle monete per rifonderle, devo dire che non so moltissimo oltre alle cose già dette; a me risulta che il bronzo e rame fossero poco ritirati, salvo che dopo conquiste di territori, quando la moneta romana veniva riconiata su tondelli monetali altrui, spesso solo scaldati (senza fonderli): questo soprattutto in Sicilia, dove la cosa è stata molto studiata (. MONETE ANTICHE, articoli di Morello e di altri). Credo che l'oro venisse invece abbondantemente ritirato e riconiato, quando cambiava l'imperatore e specie se cambiava la dinastia.

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.... Non è proprio vero che tutte le monete venissero ritirate, a volte veniva abraso il ritratto, ma anche questo piuttosto raramente: infatti le monete "abrase" sono abbastanza ricercate.

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Che particolarità hanno le monete abrase?Non sono da considerarsi alla stregua di monete consunte in cui non si vede il ritratto?

Come mai così ricercate?

Ciao a tutti.

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:( DE GREGE EPICURI

Purtroppo non ne ho mai comperate (ora mi dispiace!); in quelle che ho visto, è chiaramente abraso solo il ritratto, mentre il resto della moneta (le scritte, il rovescio..) può essere in condizioni buone o molto buone. Naturalmente, si deve trattare di un'abrasione antica e non moderna, e questo può essere valutato dalla patina uniforme che copre anche l'abrasione. Sarebbe interessante se qualcuno potesse postarne una, o indicarci dei link.

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  • 3 settimane dopo...

Direi che chi mi ha preceduto ti ha già spiegato abbondantemente la questione; in effetti in epoca romana non esisteva una procedura esatta per fare uscire dalla circolazione il monetato e questo probabilmente perchè non esisteva un apparato sufficientemente organizzato che potesse farlo. In compenso però la naturale circolazione delle monete spesso faceva sì che le monete ne uscissero in automatico. era questo il caso della sopra citata legge di Gresham che portava alla tesaurizzazione dei vecchi nominali mano a mano che quelli nuovi, in lega peggiore, venivano messi in circolazione. Poi c'era la fuoriuscita dall'impero di grosse somme, principalmente oro e argento, per i pagamenti verso altre popolazioni oppure lo smarrimento durante gli eventi catastrofici naturali, morti improvvise, guerre, ecc. Poichè le monete avevano spesso un lunghissimo corso, ovviamente aumentavano le probabilità che finissero smarrite. infine potevano uscire dalla circolazione perchè trasformate in monili, tessere da gioco, portafortuna o ex-voto, dono per il defunto.

Insomma Roma non si preoccupò mai di ritirare sistematicamente il monetato, eccetto qualche raro caso come quello menzionato di Traiano, ma anche i casi successivi alle damnatio di Caligola, dopo il quale il Senato decise di ritirarne la monetazione bronzea (Dione Cassio LX, 22, 3) oppure la damnatio di Geta in seguito alla quale il fratello Caracalla si preoccupò di ritirarne le monete per rifonderle (LXXVIII, 12, 6).

Il caso del ritiro dei denari repubblicani ordinato sotto Traiano va letto, secondo me, più come un'azione atta a recuperare i nominali argentei, consunti ma con maggior contenuto di fino, che venivano ancora preferiti ai nuovi denari appena coniati, ma aventi un tenore di argento più basso, piuttosto che come un'azione di solo recupero di monete consunte e quindi fuori corso. A tal proposito è necessario ricordare che all'epoca dei romani il valore della moneta era dato dal contenuto intrinseco del metallo.

In tutti gli altri casi le monete continuarono a circolare anche quando illegibili, ufficializzate con contromarche, o dannate con profonde tacche sul volto dell'imperatore condannato.

Maggiore attenzione venne comunque sempre posta verso i nominali in argento e oro.

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