Vai al contenuto
IGNORED

Valeriano I


cancun175

Risposte migliori

Ecco il nuovo acquisto della mia collezione. E' un antoniniano niente di che. Ma ha la peculiarità di essere uno dei due antoniniani di Valeriano trovati nel Braithwell hoard nel Regno Unito. Di quell'hoard, composto in tutto da 1331 monete (tutti antoniniani), mi sono impegnato con me stesso ad acquistare una moneta per imperatore. Per ora ho Valeriano I, Gallieno, Claudio II, Divo Claudio, Probo, Vittorino, Postumo, Tetrico I e Tetrico II. Non sono riuscito a trovare (ancora) Aureliano (1 moneta nell'hoard), Quintillo (6 monete nell'hoard), Leliano (1 moneta dell'hoard), Divo Vittorino (1 moneta nell'hoard). L'impresa sembra disperata. Ma non si sa mai: anche Valeriano aveva 2 monete nell'hoard e Probo 6...Temo per Leliano: credo che si tratti di una delle monete trattenute dal British museum. Mentre Aureliano circolava: sono solo arrivato in ritardo.

Il mio scopo è realizzare un esempio del circolante in Britannia nell'epoca di Probo. L'hoard, infatti, sembra la cassa di un piccolo negozio o la tesaurizzazione di una famiglia povera (nei dintorni del luogo di ritrovamento non ci sono significativi siti archeologici). Da una prima analisi emerge qualche sorpresa. Un primo dato: il rapporto tra monete dell'impero centrale e monete dell'impero gallico. 211 dell'impero centrale (prevalentemente delle classiche zecche di Roma, Milano e Siscia. Ma anche di Lugdunum e persino di Antiochia) contro 1023 romano-galliche. Un rapporto che, data la localizzazione, sembra mostrare una discreta penetrazione economica di Roma in Britannia.

Ma le vere sorprese arrivano adesso, se si va più nel dettaglio: le moltissime monete dei Tetrici (725)sono giustificabili dalla vicinanza temporale con la costituzione dell'hoard. Meno giustificabili le tante di Vittorino (morto da tempo) e le poche di Postumo (14) che però portano tutte il marchio di Aureolo (battute a Milano), e sono quindi assimilabili a quelle dell'impero centrale. Molte le monete, e qui è il punto, anche di Gallieno (101) e Claudio II (85), quasi inesistenti quelle degli imperatori contemporanei che peraltro avevano realizzato e mantenuto l'unificazione (Aureliano e Probo). Come se Aureliano avesse realizzato l'unificazione militare, e magari anche politica, ma non quella economica. Mettendo di fatto i presupposti dell'imminente nuova secessione (Carausio e poi Allectus).

Ma, udite udite, sono relativamente poche le barbariche: sono stati catalogati meno di 100 pezzi come <incerti> e <irregolari> (quest'ultimi, senz'altro <barbarici>, sono 54. Cioè il 3-4 per cento). Verrebbe da dire che sono conseguenza di un potere politico forte, e invece non ne trarrei conseguenze storico-economiche: infatti, sono pochissime se l'hoard è una cassa di negozio, ma sono molte se si tratta di una tesaurizzazione. Nessuno infatti avrebbe tesaurizzato vil denaro falso, che invece avrebbe usato per il minuto commercio.

Voi che cosa ne dite? Intanto dovrò mettermi in caccia anche di una barbarica dell'hoard...Se la vedete fatemi un fischio.

post-7971-1225501415_thumb.jpg

Link al commento
Condividi su altri siti


Molto interessante.

Non è certo comune possedere monete di cui si conoscono le coordinate del ritrovamento: il valore aggiunto è enorme!

Quoto :)

Monete provenienti con certezza da un "hoard" hanno un fascino del tutto speciale.

Una domanda a cancun175, se mi permetti (non per "farmi gli affari Tuoi :D ) : da cosa deriva la particolare passione per l'hoard di Braithwell ?

A proposito di "hoard" di antoniniani, mi è ricapitato tra le mani un vecchio articolo di Ulrich Bansa apparso sulla RIN del 1962 nel quale indicava che, a suo parere, ripostigli composti da soli e numerosi antoniniani coniati dalla seconda metà del III secolo (cita la Venèra ad esempio) non sarebbero da considerare peculii di privati (e meno che mai casse militari), ma ... "ammassi di metallo" destinato alla fusione.

Link al commento
Condividi su altri siti


non sarebbero da considerare peculii di privati (e meno che mai casse militari), ma ... "ammassi di metallo" destinato alla fusione

Prima di tutto una risposta su questo tema. Non credo che quello di Braithwell fosse un accumulo destinato alla fusione. Prima di tutto per l'esiguità dello stesso: 1331 antoniniani al massimo potevano essere uno stock destinato ad un accumulo a sua volta destinato alla fusione. Poi la scarsità relativa (cioè rispetto all'insieme) delle barbariche che sarebbero state una bella base di fusione. Ma la circostanza probante è il contenitore: di terracotta a forma di anforetta (peraltro mancante della parte concava inferiore, cosa che la fa pensare usata per portare via una parte dell'hoard. ma vorrei evitare denunce da parte dello scopritore, anche se i periti del British, Abdy e Hill, lo fanno capire).

Una domanda a cancun175, se mi permetti (non per "farmi gli affari Tuoi ) : da cosa deriva la particolare passione per l'hoard di Braithwell ?

Ed ora eccoci a noi. la mia collezione è orientata alla seconda metà del III secolo (con esclusione del ramo che ho riservato alla Boyd collection, che spazia a largo spettro). Il Braithwell hoard per me è stato un grande colpo di fortuna. Un accumulo (ma preferisco il termine francese di trésor) di recente scoperta (2002) e quindi immediatamente e facilmente disponibile sulk mercato, e perfettamente collimante con la mia collezione. Che cosa volevo di più? Tieni presente che lo scopritore, una volta riasuto il tesoro, ha usato CNG per la dispersione. Molte monete sono state vendute a stock e successivamente disperse una per una dagli acquirenti. facilissimo, dunque, trovarle. Specialmente quelle di Tetrico.

Link al commento
Condividi su altri siti


Cancun

Non collimano esattamente col tuo periodo, ma ci sono un paio di lavori che forse potrebbero interessarti:

A. S. Robertson, The circulation of Roman coins in North Britain: the evidence of hoards and site-finds from Scotland

R. Reece, Bronze coinage in Roman Britain and the Western Provinces, A.D. 330-402.

Entrambi etremamente interessanti, soprattutto per ciò che concerne la circolazione nella perfida Albione di monete provenienti dalle varie zecche dell'impero.

Entrambi i lavori sono contenuti nella miscellanea Scripta Nummaria Romana, edita da Spink nel 1978 in onore di Humphrey Sutherland.

Qualora non li conoscessi e ti interessassero fammi un fischio... ;)

Modificato da g.aulisio
Link al commento
Condividi su altri siti

Awards

Grazie, certo mi interessa specialmente il Robertson anche se dal titolo sembra limitato alla Scozia. Con un limite: non conosco l'inglese (ai miei tempi a scuola dominava il francese). Ma posso supplire facendo fare gli straordinari a mia moglie, che a questo punto ne sa di Braithwell quasi quanto me. Esiste qualche versione informatica? in caso contrario, quanto costa? Per il Reece, invece, siamo decisamente fuori periodo. E soprattutto fuori competenza: dalla fine del III secolo al 330 ne è passata di acqua sotto i ponti del Tamigi...E anche sotto quelli del Tevere.

Link al commento
Condividi su altri siti


Dubito che esistano versioni digitalizzate, considerando che il libro è relativamente recente e coperto da copyright...

Non mi pare fosse un testo particolarmente costoso, e penso che si trovi ancora facilmente in circolazione.

Contiene altri articoli anche sulla monetazione di III secolo, per cui potrebbe forse essere interessante nel suo complesso.

Quanto ad una eventuale versione informatica dell'articolo in questione... ci sentiamo in MP.

PS: probabilmente un must to have :lol: per i tuoi studi dovrebbe essere anche Coinage and Currency in Roman Britain del Sutherland...

Link al commento
Condividi su altri siti

Awards

Stimolato dalla passione di cancun175, mi sono messo alla ricerca di qualche nota o articolo sull'hoard di Braitwhell, anche se le indicazioni di cancun175, su questo ed altri post, sono in realtà già assolutamente esaustive.

Leggendo il sito http://www.yorkcoins.com/braithwell_hoard.htm, ho notato che solo quattro monete sono state acquistate dal British Mueseum ed una dal Doncaster Museum.

Per curiosità, se noto, quali sono le monete "musealizzate".

Grazie :)

Link al commento
Condividi su altri siti


Questo è proprio il mio problema. Antony Wilson, proprietario di York coins (ma soprattutto ex senior vicepresident di Spink), con cui ho stabilito un buon rapporto, non lo sa. Nè ho trovato testi in questo senso. L'unica è un contatto diretto con i musei, che mi riprometto di stabilire con l'aiuto di mia moglie (l'inglese è il mio baratro d'ignoranza). Temo che un fruttuoso contatto email col British sia solo una pia illusione. Proverò, quindi, con il Doncaster museum. A lume di naso, comunque, una delle monete fermate dal sistema museale inglese dovrebbe essere il Leliano, che ha un valore sul mercato a prescindere dall'accertata provenienza. Comunque, il fatto che su 1331 monete ne siano state trattenute solo quattro è sintomatico della composizione dell'hoard: quasi tutte monete comunissime, talvolta in precario stato di conservazione. E non a caso il migliaio commercializzate da CNG per conto dello scopritore hanno fruttato in tutto solo 17mila dollari: una media approssimativa di 17 dollari a moneta. L'interesse è generale: ammesso e non concesso che le monete fossero solo quelle (la perizia ispira dubbi) e che nessuna manina abbia imboscato qualche cosa - diciamo prima della scoperta ufficiale per evitare rogne - abbiamo uno spaccato meraviglioso e unico del circolante in Britannia nel periodo di Probo

Link al commento
Condividi su altri siti


Comunque, sul rapporto preliminare dei periti (di cui ho copia) il Leliano (un VICTORIA AVG) risulta evidenziato. Ed è l'unico, per cui è senz'altro il principale sospettato di interesse museale. Potrebbe essere un RIC 8 o RIC 9 con valori medi d'asta attorno agli 800-1000 dollari:

http://www.wildwinds.com/coins/ric/laelianus/i.html

Rimane il dubbio sugli altri tre. Uno potrebbe essere il DIVO VICTORINO PIO con R/ CONSACRATIO e aquila (RIC 83?), moneta che mi risulta non comune (ce n'erano quattro nel Cunetio hoard, che pur conteneva 39 Leliani su un totale di 54.951 monete, e uno solo nel Braithwell su 1.331). Ma sto andando a lume di naso. Magari i criteri museali sono diversi.

Link al commento
Condividi su altri siti


Comunque, sul rapporto preliminare dei periti (di cui ho copia) il Leliano (un VICTORIA AVG) risulta evidenziato. Ed è l'unico, per cui è senz'altro il principale sospettato di interesse museale.

Grazie cancun175 per le cortesi risposte :) .

In effetti, letto quanto scrivi, penso anch'io che il Leliano sia "l'indiziato" principale.

Link al commento
Condividi su altri siti


Sarò romantico e poco scentifico ma per quella cifra il "tesoretto" non andava smembrato dato il suo valore di studio <_<

Sono d'accordo .....

cmq la tua collezione è davvero interessante

ciao

Marco

Link al commento
Condividi su altri siti


Sapete, qui si entra in un terreno minato. In Italia Braithwell sarebbe stato patrimonio dello Stato. Non smembrato ma completamente dimenticato. Se stiamo qui a parlarne è proprio perchè è stato smembrato. Se io ho una decina di quelle monete, è perchè è stato smembrato. Se io so che esiste un paese chiamato Braithwell è sempre perchè è stato smembrato. E se un giorno dovessi decidermi e andare a Braithwell, magari a conoscere lo scopritore e saperne di più, è perchè quell'hoard è stato smembrato. In GB lo hanno ritenuto non interessante, vuoi per la tipologia di monete, vuoi perchè trovato lontano da importanti siti archeologici. Hanno trattenuto quattro monete e hanno lasciato al mercato le altre. Non so se hanno fatto bene o male. Magari hanno valutato che paragonato al Cunetio era poca cosa. Quando sarà tanto bravo da dare una risposta logica a questi quesito, magari sarò pronto anche a fare il curatore :lol:

Link al commento
Condividi su altri siti


Da una più attenta lettura della lettera di accompagnamento al rapporto preliminare dei periti, firmata dal segretario del cominato di valutazione e inviata in data 11 novembre 2003 allo scopritore, si evince un primo dato di fatto: il Leliano è stato acquistato dal museo di Doncaster. La lettera notificava l'interesse del museo per il Leliano e altre monete (non specificate) oltrechè dei frammenti di ceramica del contenitore e proponeva una cifra di 2800 sterline che lo scopritore avrebbe dovuto dividere con il proprietario del fondo sul quale è stato trovato l'hoard. Si invitava lo scopritore ad aderire o a fare una controproposta entro un mese.

Nei fatti: la lettera non offre la certezza dell'acquisto del Leliano da parte del Doncaster museum, ma solo l'interesse. Ma noi sappiamo anche che il Doncaster ha acquistato una moneta...

Direi che a questo punto mancano all'appello solo le tre monete acquisite fal British museum.

Link al commento
Condividi su altri siti


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.