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IGNORED

"Small faces"


Paleologo

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Trovare un segno individuale che identifichi personalmente un monetiere e/o un incisore di conii su monete medievali è un fatto abbastanza raro. In pochissimi casi si trova il nome completo (come in alcuni bracteate coniati a Orlamünde, firmati da Lutiger), più frequentemente un segno identificativo di altro genere. Vorrei descrivervi uno di questi segni, un caso davvero eccezionale e affascinante, prendendo spunto da alcune monete della Collezione De Wit, una delle più importanti collezioni di monete medioevali europee dispersa negli scorsi anni dalla casa d'aste Künker di Osnabrück: le "small faces" o "faccine" che dir si voglia. Il testo che riporto è la traduzione di quanto si trova nel catalogo dell'asta Kuenker 121 del 12-13 marzo 2007 (grazie a numa numa per la segnalazione del catalogo).

Alcune lettere medievali hanno forma chiusa, come la O, ma anche la M e la A. In alcune monete sembra che queste lettere siano utilizzate per incorniciare un volto: una "small face" appunto con cui l'incisore di conii o il monetiere vuol lasciare traccia di sé. Ma perché un signore medievale dovrebbe permettere al suo monetiere o incisore di includere un ritratto di sé stesso sulle monete coniate a nome del suo padrone? Un sovrano che ritragga sé stesso sulle sue monete in questo modo è chiaramente fuori discussione, né può trattarsi di un monetiere perché il fenomeno si osserva in tre luoghi differenti con monetieri differenti. Pertanto, arriviamo alla conclusione che si tratti di un incisore di conii dotato di notevole prestigio grazie alle sue eccezionali qualità artistiche.

Si possono riconoscere tre fasi di queste "small faces" contenute nelle lettere di legende monetali. La prima fase si osserva su una moneta dell'Hainaut (Belgio), un doppio grosso coniato sotto Albrecht di Baviera (1389-1404):

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D/ + ALBERTV' DVX : DEI GRA : COMS HANONIE

R/ + MONETA : NOVA : FACTA : IN : VALENCHIENNIS

Ogni lettera sottolineata contiene una "faccina". Nell'Hainaut questo è l'unico caso conosciuto.

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ex Künker 121, De Wit Collection Part I, Lot 1370

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La seconda fase si può osservare su una moneta del Lussemburgo, un "gans" coniato sotto Josse di Moravia (1388-1402):

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D/ IODOC MARCH DHS MORAVIE

R/ MONETA LVCLEB

Questo è un caso in cui diverse "faccine" compaiono una a fianco all'altra. Questo avviene solo sul gans (1388-1397), mentre sulle denominazioni minori dello stesso tipo le "small faces" non compaiono mai. In Lussemburgo si riscontrano diversi casi posteriori, ma sempre come singole varietà in una serie in cui normalmente non compaiono "small faces" (1411-12 e 1419-24).

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ex Künker 121, De Wit Collection Part I, Lot 1406 (da CoinArchives)

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La terza fase è visibile sulle monete dell'arcidiocesi di Treviri (Trier). Un goldgulden (fiorino d'oro) della zecca di Oberwesel (1414-1417) presenta le seguenti legende:

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D/ WERNER ARCP TRE

R/ MONETA NOVA WESAL

Inoltre, una "small face" è incisa nella mezzaluna ai piedi di Giovanni Battista.

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ex Künker 130, De Wit Collection Part II, Lot 2070 (da CoinArchives)

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Un altro goldgulden di Oberwesel presenta le seguenti legende:

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D/ WERNHER ARCH TR

R/ + MONETA NOVA WESALENSIS

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ex Künker 130, De Wit Collection Part II, Lot 2067 (da CoinArchives)

Qui si verifica un secondo caso dello stesso fenomeno, quando una "faccina" compare su una delle colonne che sostengono il trono di S. Pietro, in una maniera che ricorda l'autoritratto di Lorenzo Ghiberti sulla porta del Paradiso nel battistero di Firenze.

La prima moneta (Hainaut) fu coniata intorno al 1390 sotto Alberto di Baviera. La seconda moneta (Lussemburgo) fu coniata tra il 1388 e il 1402 sotto Jobst (Josse) di Moravia. A Treviri furono coniate parecchie monete con "small faces". In tutti i casi si tratta di goldgulden (fiorini d'oro) della zecca di Oberwesel coniati secondo il trattato monetario del 1404 (Rheinische Münzverein) sotto Werner di Falkenstein, tra il 1404 e il 1407. L'ordine di fabbricazione delle monete potrebbe essere il seguente: Hainaut (ca. 1390) -> Lussemburgo (1388-1402) -> Treviri (1390-1410). Sebbene alcuni autori lo escludano, non riusciamo a toglierci la sensazione che l'incisore sia sempre lo stesso. Le "faccine" danno persino l'impressione di invecchiare nel corso degli anni. Non sembra perciò impensabile che questo incisore abbia messo su bottega in Hainaut, abbia lavorato in Lussemburgo, e si sia poi spostato a Oberwesel per un periodo più lungo. Da vecchio, forse, tornò in Lussemburgo, dove i normali tipi di circolazione presentano a volte una varietà coniata con queste "small faces".

Anche se non abbiamo modo di accertare che si tratti effettivamente dello stesso incisore, e forse neanche che si tratti veramente di un autoritratto, questo piccoli visi secondo me hanno un fascino indescrivibile: è come se qualcuno ci guardasse da una finestra aperta, dall'altra parte di una strada larga seicento anni...

Ciao, P. :)

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Un argomento assolutamente affascinante! Mi viene da pensare che sia assolutamente in linea con il gusto gotico dei gargoyles e delle facce scolpite in capitelli, fregi e colonne all'interno delle cattedrali gotiche (sto pensando ad alcune cattedrali inglesi come ad esempio Lincoln, che consiglio a tutti di visitare all'occasione). :)

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