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1° Lire I Tipo (Biga) 1927 **


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10 Lire I Tipo (Biga) 1927 ** Vittorio Emanuele III

Altra sostituzione per chiudere il mese di Giugno : e' la volta della biga piu' comune

Rispetto al mio vecchio esemplare un vissuto BB entrato in collezione a costo zero da bambino con questo ho migliorato la conservazione pur non raggiungendo il massimo ma preferisco accontentarmi e conservare qualche euro per le ferie :D

Gia' in tale stato e' piacevole da collezionare pur con i limiti delle mie foto

Tevere ha chiuso la moneta SPL-FDC , secondo voi e' un giudizio accettabile ?

Descrizione tratta dalla Gazzetta Ufficiale n. 231 del 5 Ottobre 1926

Diritto – La effigie di S.M. il Re a collo nudo rivolta a sinistra e circolarmente la leggenda in caratteri lapidari romani a sinistra VITT EM III e a destra RE D’ITALIA

Rovescio – Una biga galoppante a sinistra, recante una figura muliebre rappresentante l’ Italia in piedi , che con la destra regge le redini e con la sinistra porta il fascio littorio.

In basso G. Romagnoli (autore del modello) e A.MOTTI INC. (incisore capo della Regia Zecca).

Nell’ esergo a sinistra il millesimo di coniazione , in centro L.10 , valore della moneta , a destra R (Roma)

Contorno – Leggenda incisa FERT con stella a cinque punte e nodi di Savoia

• Nel contorno anziche’ stella d’ Italia come descritto nella Gazzetta Ufficiale si nota rosetta a sei petali

Argento diametro 27 mm. Titolo 835 Tiratura 44.800.720 unita’

Peso giusto 10 gr. , massimo 10.050 , minimo 9.950 , peso ridotto per consumo di circolazione 9.452 (ripoertate nel testo del Pedrotti)

• Non e’ presente la legenda ITALIA come riportato dal Simonetti e sul nostro catalogo

• nel catalogo La Moneta e’ invertito il D/ con il R/

Alcune note tratte dal Simonetti

10 Lire I tipo (biga)

Venne emesso a norma del R. Decreto n.1651 del 30/IX/1926.

I modelli sono dello scultore G.

Romagnoli , e A. Motti incise i coni.

Negli esemplari dal 1927 al 1929 il FERT incuso sul taglio puo’ avere ai lati una o due stelle (rosette) per parte

Gli esemplari dal 1931 al 1934 sono stati coniati in numero limitato per numismatici

Nel Dicembre del 1926 l’ amministrazione del Tesoro stipulo’ un contratto con la societa’ metallurgica italiana di Brescia per la trasformazione di 660 tonnellate di vecchie monete d’ argento da 2 e 1 lira in tondelli per monete da 10 e 5 lire

Infatti il Governo voleva procedere al ritiro del quantitativo stabilito dei buoni cartacei da 5 e 10 lire entro il settembre del 1927 sostituendoli con monete d’ argento di taglio uguale e dato chela produttivita’ delle presse della zecca era molto alta, per alimentarle si ricorse alla industria privata per la fornitura dei tondelli

Per contraddistinguere i tondelli forniti dalla societa’ metallurgica italiana da quelli della zecca , quest’ ultima contrassegno’ il taglio dei suoi tondelli con una sola rosetta mentre i pezzi da 5 e 10 lire fatti con i tondelli della MIB furono contrassegnati nel taglio con due rosette

Unitamente ai pezzi da 5 lire I tipo (aquilotti) vennero ritirati dalla circolazione secondo le norme impartite dalla Gazzetta Ufficiale del 15/VI/1935

Il Gigante assegna questa tipologia alla seconda classe (contorno debolezze) e scrive in nota :

La leggenda sul contorno si presenta integra assai raramente infatti sia le rosette , sia i nodi d’ amore , sia i FERT , appaiono, generalmente, coniati debolmente e spesso quasi mancanti.

Simonetti n.75 ; Gigante 56 A ; MIR Savoia n.1132 D ; Pagani n.692 A

(CONTINUA)

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Una bellezza! Ma ringraziamenti particolarmente per le informazioni di base.

:) v.

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A beauty! But thanks especially for the background information.

:) v.

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Interessante.. conoscere la storia delle monete è sempre bello :)

Condivido

A volte un buon volume numismastico aiuta a comprendere meglio le vicende dei tondelli che collezioniamo

(CONTINUA)

Altre note sulla monetazione in argento in particolare sul 10 Lire Biga desunte dalla Relazione della Regia Zecca

Il modello della moneta da lire 10 come pure del 5 lire e’ opera del prof. Romagnoli

In meno di un mese il materiale d’ incisione venne preparato dall ‘ incisore capo prof. Motti ; e nello stesso periodo di tempo tutte le officine , che dal 1917 erano state attrezzate per una intensiva lavorazione di metalli inferiore , vennero messe in condizione di fronteggiare le peculiare esigenze di una grande monetazione di argento.

Le prime monete da L. 5 furono emesse il 12 ottobre 1926 , e quelle da L. 10 il 6 novembre del medesimo anno

In effetti la R.Zecca era bensi’ dotata del numero sufficiente di presse monetarie per coniare rapidamente il miliardo di lire autorizzato , ma non era altrettanto attrezzata in ordine alla fusione , alla laminazione delle verghe e alla preparazione dei tondelli.

Invero gli impianti della nuova Zecca , ultimati nel 1911, pur essendo largamente sufficienti per quell’ epoca , erano stati progettati per un passo di lavorazione molto piu’ modesto di quello che le nuove circostanze esigevano

A tale condizione di cose , data anche l’ urgenza di provvedere , si sopperi’ sul momento facendo ricorso, per l’ allestimento dei tondelli all’ industria privata , i cui tecnici furono dalla Regia Zecca convenientemente addestrati.

Successivamente la R.Zecca , mediante una migliore utilizzazione dei suoi locali e del macchinario esistente , e senza gravare sul bilancio dello Stato per nuove costruzioni, e’ riuscita a disimpegnare da se’ tutto il lavoro , non solo con la celerita’ richiesta da ogni contingenza, ma anche con alto grado di perfezionamento.

Per il collaudo del peso e del titolo di ciascuna fabbricazione delle nuove monete furono emanate apposite norme (Decreto Ministeriale 24 febbraio 1927-V , n.1130) che parzialmente modificarono , ed in qualche punto meglio precisarono il procedimento prescritto dal Titolo IX “Del saggio delle monete” del Regolamento sul Servizio Metrico (Approvato con Regio Decreto 31 Gennaio 1909 , n.128

Il giudizio sulla emissibilita’ fu affidato al Ministero delle Finanze . con il concorso di funzionari del Ministero dell’ Economia Nazionale per il prelevamento dei pezzi da saggiare e la determinazione del peso e del titolo di essi.

La monetazione dell’ argento assorbi’ la massima parte dell’ attivita’ della Zecca durante i tre esercizi 1926-27 al 1928-29 , estendendosi poi , come si vedra’ , ai due esercizi successivi

Il contingente autorizzato di un miliardo di lire fu interamente coperto entro il giugno 1928

Fin dai primi giorni dell’ emissione le nuove monete da L.5 e da L. 10 furono accettate dal pubblico con soddisfazione e costituirono un compiuto successo.

Frattanto la Lega Latina , a cui le vicende monetarie del dopoguerra avevano tolto ogni ragione di essere , veniva a cessare alla fine del 1926.

Sei mesi dopo l’ Italia dispose (Regio Decreto-legge 23 giugno 1927-V , n.1148) il riordinamento della sua circolazione monetaria metallica , fissando anzitutto definitivamente per il 30 settembre 1927 il termine di prescrizione delle vecchie monete di argento da L.2 , da L. 1 e da L. 0,50 , e stabilendo per la stessa data la cessazione del corso legale degli antichi scudi di argento da L.5 in sostituzione dei quali , tenuto presente il buon successo incontrato dalle monete da L. 5 e da L. 10 di recente creazione , fu istituita una nuova moneta d’ argento dal valore nominale di L.20 (Littore)

(CONTINUA)

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qFDC/FDC

superba moneta pier! :D

straquoto in pieno!!!

e poi in una collezione non ci sono mica solo i pezzi rari!!!

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(CONTINUA)

Sempre su questo tema scrive il dottore in scienze politiche Renato Lefevre :

Ma l’ anno che segna veramente una nuova fase per quel che riguarda la circolazione metallica sara’ il 1926.

Infatti il R.decreto 16 settembre 1926 autorizzera’ la fabbricazione di monete di argento da lire 5 e da lire 10 per la somma di 500 milioni per ciascun tipo , in sostituzione di uguale contingente di biglietti di Ststo di pari valore ; e , quel che e’ piu’ notevole , autorizzera’ l’ utilizzazione delle vecchie divisionarie ,che , accentrate nelle casse dello Stato per l’ ammontare complessivo di 191 milioni , non aveva piu’ ragione di esistere dato che erano fuori corso e non servivano piu’ come garanzia dei buoni di cassa caduti in prescrizione.

Le caratteristiche di queste nuove monete vennero fissate dal R.decreto 30 settembre 1926 , e la loro coniazione ebbe inizio nello stesso anno 1926 per la somma di 35 milioni.

Ma l’ attivita’ del Governo non si limitava a questo.

Nel 1927 il R.decreto-legge 23 luglio 1927 che si proponeva appunto il riordinamento della circolazione monetaria metallica , stabiliva che le divisionarie di vecchio tipo sarebbero cadute in prescrizione col 30 settembrre dello stesso anno e che alla stessa data sarebbero cessate dal corso legale gli antichi scudi (in realta’ , lo Stato accetta tuttora nelle sue casse , per evidenti ragioni di convenienza , le monete d’ argento vecchio tipo che gli vengano presentate al cambio. Ma e’ inutile dire che le monete presentate sino ad ora sono una quantita’ insignificante )

Il medesimo decreto-legge istituiva un nuovo tipo di monete di argento atto a sostituire i biglietti da 25 lire ritirati dalla circolazione , e di cui le caratteristiche venivano fissate dal successivo decreto del 8 settembre 1927

L’ argento dunque ritornava finalmente a circolare in Italia.

Ma in quali differenti condizioni !

Non e’ piu’ la moneta a pieno valore liberatorio , la cui coniazione era a tutti libera e considerata alla stessa stregua dell’ oro.

Di questo ormai essa non e’ che un semplice ed umile segno rappresentativo.

Dalla posizione di regina – mi si permetta il paragone – essa si e’ ridotta nel campo monetario alla ben piu’ umile funzione di un servo che lavora per il proprio padrone , che si limita solo nella sua inattiva vita a comandare.

L’ argento dunque e’ ridotto alla stessa stregua dei metalli inferiori : e cio’ e’ dimostrato anche dal fatto che e’ stata cancellata dalla categoria del debito fluttuante la partita delle divisionarie che e’ invece stata trasportata nella categoria movimento di capitali , le cui variazioni vengono inscritte nel conto patrimoniale dello Stato.

Per quel che riguarda il titolo e’ da notare che , mentre le monete da lire 5 e lire 10 sono a 835 , quelle da lire 20 sono a 800 , non solo ma che esiste un secondo tipo di moneta da lire 20 autorizzate in occasione del decimo annuale della Vittoria dal R.decreto 24 aprile 1928 , al titolo piu’ ridotto di 600/1000

Riordinata cosi’ daalle fondamenta la circolazione metallica italiana si addiveniva alla sua ricostituzione materiale.

Nel 1927 si coniavano spezzatini argento per 943 milioni di lire , cifra che segna veramente un record per la Zecca italiana

Sono ben 137 milioni, 562 mila e 500 di pezzi di argento che escono nel corso dell’ anno dai fondelli della Zecca di Roma.

Si puo’ dire che questa eccezionale emissione e’ quella che pone finalmente la circolazione italiana in condizioni di far fronte decorosamente alle esigenze della sviluppatissima vita economica della Nazione.

Negli anni seguenti si addivenne ad un ulteriore miglioramento quantitativo della circolazione stessa fino a raggiungere nel febbraio 1931 il complessivo valore di lire 2.136.446.770 , di cui 1.635.142.000 in pezzi di argento

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Guest carledo49

Ciao Pier

Per rispondere alla tua domanda sulla conservazione, concordo pienamente con il giudizio di Tevere.

E' vero che la foto non è molto grande per riuscire a cogliere diversi particolari, ma da quello che si può vedere, condivido. Complimenti, non sarà un FDC ma......è sempre una bellissima moneta.

(personalmente mi terrei anche il BB precedente, almeno per una questione affettiva)

Carlo

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Dopo la biga del 1927 ho voluto migliorare anche quella del 1930 , essendo meno comune mi sono accontentato della conservazione :)

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a naso per la 30 direi un q.SPL/SPL.

Ti dobbiamo fare l'appunto sì, ma sulle foto :P (meglio quelle sulla 27!)

resta il fatto che sono due monete per ottima collezione, per i palati fini :D

complimenti, ed auguri vivissimi per le tue nuove figliocce :D

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La biga del 27 e' stata giudicata SPL-FDC ; quella del 30 SPL (dal vivo qualche segnetto di troppo nei campi e sul bordo pur conservando un buon lustro)

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Complimenti Pier per le nuove entrate in Collezione!

Dopo aver letto le note che hai allegato alla discussione mi sorgono alcune domande:

in particolare nella Relazione della R.Z. si legge di ' [...] tutte le officine, che dal 1917 erano state attrezzate per una intensiva lavorazione di metalli inferiore, vennero messe in condizione di fronteggiare le peculiari esigenze di una grande monetazione in argento'.

immagino che parli di officine all'interno della R.Z. tutte situate nello stabilimento romano, oppure cos'altro?

Sempre nella Relazione:

' la monetazione dell'argento assorbì la massima parte dell'attività della Zecca durante i tre esercizi 1926-1927 al 1928-1929, estendendosi poi, come si vedrà, ai due esercizi successivi'.

perchè viene scritto 'estendendosi poi, come si vedrà, ai due esercizi successivi'? la coniazione del 1930?

... ed in quegli anni circolavano ancora gli 'scudi' di VEII? :huh:

saluti,

N.

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Dopo aver letto le note che hai allegato alla discussione mi sorgono alcune domande:

in particolare nella Relazione della R.Z. si legge di ' [...] tutte le officine, che dal 1917 erano state attrezzate per una intensiva lavorazione di metalli inferiore, vennero messe in condizione di fronteggiare le peculiari esigenze di una grande monetazione in argento'.

immagino che parli di officine all'interno della R.Z. tutte situate nello stabilimento romano, oppure cos'altro?

Si certo intende l ' officina monetaria all' interno della R.Zecca sita in Roma

Sempre nella Relazione:

' la monetazione dell'argento assorbì la massima parte dell'attività della Zecca durante i tre esercizi 1926-1927 al 1928-1929, estendendosi poi, come si vedrà, ai due esercizi successivi'.

perchè viene scritto 'estendendosi poi, come si vedrà, ai due esercizi successivi'? la coniazione del 1930?

l ' autore anticipa il tema trattato nei capitoli successivi (argenti delle serie per numismatici e gli argenti della serie impero del 36)

.. ed in quegli anni circolavano ancora gli 'scudi' di VEII? :huh:

Sicuramente almeno fino al 1927 , in quanto la cessazione del corso legale degli scudi avviene con Regio Decreto-legge 23 giugno 1927 n.1148

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Dopo aver letto le note che hai allegato alla discussione mi sorgono alcune domande:

in particolare nella Relazione della R.Z. si legge di ' [...] tutte le officine, che dal 1917 erano state attrezzate per una intensiva lavorazione di metalli inferiore, vennero messe in condizione di fronteggiare le peculiari esigenze di una grande monetazione in argento'.

immagino che parli di officine all'interno della R.Z. tutte situate nello stabilimento romano, oppure cos'altro?

Si certo intende l ' officina monetaria all' interno della R.Zecca sita in Roma

Sempre nella Relazione:

' la monetazione dell'argento assorbì la massima parte dell'attività della Zecca durante i tre esercizi 1926-1927 al 1928-1929, estendendosi poi, come si vedrà, ai due esercizi successivi'.

perchè viene scritto 'estendendosi poi, come si vedrà, ai due esercizi successivi'? la coniazione del 1930?

l ' autore anticipa il tema trattato nei capitoli successivi (argenti delle serie per numismatici e gli argenti della serie impero del 36)

.. ed in quegli anni circolavano ancora gli 'scudi' di VEII? :huh:

Sicuramente almeno fino al 1927 , in quanto la cessazione del corso legale degli scudi avviene con Regio Decreto-legge 23 giugno 1927 n.1148

thks Pier! :D

saluti,

N.

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