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Il Diluvio


danielealberti

Risposte migliori

Uno degli enigmi più inquietanti che accomuna più di una sessantina di popoli sparsi tra i vari continenti, con una storia molto simile in cui troviamo una divinità adirata con il genere umano e una gigantesca alluvione dove solo pochi omini si salvano costruendo un’imbarcazione o rifugiandosi su di una montagna, è il mito del diluvio. Analizziamo insieme il mito greco e troviamo poi i rifrimenti e le analogie con gli altri popoli.

Qualcuno poi riuscirà a trovare dei riferimenti numismtici ?

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Il perverso re dell’ Arcadia Licaone aveva fama di persona scorretta e blasfema, Zeus volle rendersi conto di persona della situazione e travestitosi da mendicante si presentò alla corte del re chiedendo ospitalità. Licaone, che immaginava che dietro quella misera figura si celasse una divinità, fece uccidere un giovane e con esso fece imbandire la sua mensa. Zeus inorridito incenerì la reggia ed inseguì Licaone tramutandolo in un lupo.

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Ritornato in quel che restava della reggia zeus trovò i figli del re che per cena gli offrirono carne di capra e pecora mischiata alle carni del loro fratello Nittimo. Zeus esasperato, dopo aver tramutato anch’essi in lupi, decise di sterminare la razza umana. Convinto che le folgori potessero originare un gigantesco incendio che avrebbe potuto propagarsi al cielo, Zeus decise di eliminare l’ingrata razza umana per mezzo dell’acqua. Convocò Eolo, il re dei venti e con lui concordò di liberare Noto, umido e caldo vento di mezzogiorno, che avrebbe svolto il compito nei migliori dei modi. Noto ammassò nubi su nubi , che squarciandosi riversarono sulla terra una quantità d’acqua mai vista. A complicare le cose per il genere umano ci si mise anche Poseidone che, su richiesta di Zeus, fece traboccare fiumi e torrenti provocò onde marine mai viste.

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Deucalione, figlio di Prometeo, venne a sapere dal padre in anticipo quel che sarebbe successo e riuscì a costruire un arca su cui si rifugiò con Pirra, sua moglie. L’imbarcazione rimase in balia delle onde per nove giorni prima che Zeus ritenne di aver eliminato tutti gli uomini, si accorse dell’arca, ma ritenendo i suoi occupanti persone oneste li lasciò in pace e ordinò ad Eolo di rinchiudere nuovamente il vento Noto nella sua grotta. L’arca si arenò sulle pendici del monte Patrasso, Deucalione mandò una colomba bianca ad ispezionare la zona e solo quando questa tornò con un ramo di ulivo nel becco la coppia si decise ad uscire. Che desolazione, tutto era distrutto, nessuna anima viva oltre a loro, la coppia angosciata offrì un sacrificio agli dei e, presso le rovine del santuario di Temi, si mise a pregare. La dea commossa si fece sentire dicendo che per riparare a tanto scempio era necessari gettarsi dietro le spalle le ossa della propria madre. Dopo un’attimo di smarrimento Deucalione riuscì a comprendere il significato, la madre era quella di tutti, cioè Madre Terra, e le sue ossa erano le pietre. Fu così che i due iniziarono a gettarsi alle spalle tutte le pietre che trovavano, e dalle pietre gettate da Deucalione si formavano uomini mentre dalle pietre gettate da Pirra si sviluppavano splendide fanciulle.

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La somiglianza di questo mito con il racconto biblico della genesi è tale da non poter dubitare che ci sia un retaggio comune nella vicenda, ma un riscontro preciso lo ritroviamo anche nella storia di Utnapishtim,nel poema sumerico di Gilgamsech, e nel racconto di Belriusciu, un sacerdote babilonese del dio Marduk. Le origini del racconto del diluvio potrebbe avere una stessa origine comune forse ricollegabile ad una catastrofica alluvione dei fiumi Tigri ed Eufrate avvenuto in tempi remoti di cui il mito conserva la memoria storica

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Le origini del racconto del diluvio potrebbe avere una stessa origine comune forse ricollegabile ad una catastrofica alluvione dei fiumi Tigri ed Eufrate avvenuto in tempi remoti di cui il mito conserva la memoria storica

Mi sembra un'ipotesi riduttiva, che non spiega come mai il "mito del diluvio" sia presente in tutte le culture, tra popoli lontanissimi che migliaia di anni fa non avevano certo le possibilità di comunicare tra loro che abbiamo oggi.

Può anche esserci stata una tremenda alluvione del Tigri e dell'Eufrate, ma come parte di un fenomeno molto più vasto, che ha coinvolto in pratica tutta la superficie terrestre (collisione con un asteroide?).

A titolo di esempio:

Nel Laos e nella Thailandia settentrionale, si dice che un tempo un popolo chiamato Then viveva in un regno superiore, mentre gli inferi erano guidati da tre grandi uomini saggi. I Then decisero che le persone avrebbero dovuto donare loro una parte del proprio cibo. Il popolo si rifiutò e i Then fecero piombare un diluvio sulla terra. I tre uomini tuttavia costruirono una zattera e misero in salvo non solo se stessi ma anche alcune donne e bambini: in questo modo salvarono l'umanità dall'estinzione.

In Birmania, una tradizione afferma che a salvarsi su una zattera furono due fratelli; tradizione che si riscontra anche in Vietnam dove, secondo le leggende locali, trovarono scampo dalle acque del diluvio solo un fratello e una sorella. Essi si trovavano all'interno di una cassa di legno nella quale c'era una coppia di ogni specie animale.

Gli aborigeni australiani delle coste settentrionali sostengono che un diluvio distrusse un mondo precedente....

petronius :)

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La mitologia del diluvio, con minime varianti, la ritroviamo anche in America, democraticamente diffusa da nord a sud.

Gli Inuit dell'Alaska parlano di un diluvio e di un terremoto che risparmiarono i pochi che fuggirono con le canoe o scapparono sui monti.

Il popolo Luiseño e quello degli Huroni raccontano che si abbatté un diluvio su tutta la terra e solo coloro che si rifugiarono sulle vette delle montagne si salvarono.

I Montagnais, gli Irochesi, i Chickasaw e i Sioux fanno riferimento al mito del diluvio.

In Centro America il mito più famoso è quello degli Aztechi.

Vi si dice che la prima era della storia del mondo fu distrutta da un diluvio d'acqua, solo una coppia si salvò, Nene (assonanza con Noè?) e Tata; altri affermano che sette coppie si rifugiarono in una caverna e ne uscirono quando le acque si ritirarono.

Secondo un altro mito centroamericano, il dio Tezcatilpoca volle distruggere tutta l'umanità con un diluvio e salvò solo un uomo di nome Tezpi. Quest'ultimo si imbarcò con la sua famiglia e ogni genere di animali e sementi su un'arca, quando il dio ordinò la fine del diluvio l'imbarcazione si arenò su una montagna.

Tezpi, per sondare l'abitabilità della terra, liberò un avvoltoio che non tornò perché si nutriva delle carcasse degli animali; allora vennero liberati molti altri uccelli, dei quali tornò solo il colibrì con un ramo nel becco...il diluvio era finito.

Qui, la corrispondenza con la storia biblica di Noè, che anche lui raccoglie in un'arca ogni tipo di animale e per stabilire se il diluvio è finito libera una colomba, è totale.

Il Perù e le Ande in generale, sono ricchissimi di miti sul diluvio.

Solitamente la storia è simile per molte popolazioni e racconti del diluvio compaiono dall'inizio dei tempi: dicono che tutti gli esseri umani e tutte le cose create perirono nel diluvio, e che le acque erano salite sopra le montagne più alte del mondo. Nessuna cosa vivente sopravvisse eccetto un uomo e una donna, che rimasero in una cassa.

In Cile, gli Araucani, e nella Terra del Fuoco gli Yamana e i Pehuenche, ricordano anche essi un diluvio, durante il quale i sopravvissuti si salvarono su montagne molto alte....ma per un approfondimento sui miti cileni forse puoi venirci in aiuto Antvwala :)

petronius B)

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Quasi tutti i miti hanno un fondo di storico che, ovviamente, è stato stravolto o modificato soprattutto in presenza di una trasmissione orale dell'evento. Sembra, ad esempio, provato che il mitico passaggio del Mar Rosso da parte di Mosè e del suo popolo, coincida con la spaventosa eruzione del vulcano Thera, oggi Santorini, nel XV secolo a.C. B)

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Mi sembra un'ipotesi riduttiva, che non spiega come mai il "mito del diluvio" sia presente in tutte le culture, tra popoli lontanissimi che migliaia di anni fa non avevano certo le possibilità di comunicare tra loro che abbiamo oggi.

Può anche esserci stata una tremenda alluvione del Tigri e dell'Eufrate, ma come parte di un fenomeno molto più vasto, che ha coinvolto in pratica tutta la superficie terrestre (collisione con un asteroide?).

petronius :)

E certo che è riduttiva, il discorso è appena all'inizio ed il collegamento sembra ancora oscuro

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Qualcuno poi riuscirà a trovare dei riferimenti numismatici ?

Immagino ne avrai già a decine :)

Io, intanto, provo ad arrampicarmi sugli specchi :rolleyes:

Dando per scontato che al tempo del diluvio le monete non esistevano, mi vien da pensare che il mito più ricorrente legato ad esso è quello di Atlantide, ovvero di una civiltà avanzatissima (e come tale usava di sicuro monete :)) distrutta dal diluvio (o quel che è stato).

Monete atlantidee non ne ho :lol: ma Platone, nel Timeo, parla di Poseidone come nume tutelare di Atlantide.

Ecco dunque un tetradramma in argento di Demetrios I Poliorketes di Macedonia (306-283 aC.), zecca di Amphipolis, coniato all'incirca tra il 289 e il 288 aC....Poseidone in piedi a sinistra, con il piede su una roccia e il tridente in mano.

33a701x.jpg

petronius B)

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Riconosco che il collegamento di ieri tra Poseidone, Atlantide e il diluvio era un pò tirato per i capelli :rolleyes: tanto da lasciarvi senza parole :lol:

Ma uscendo dalla monetazione classica e allargando il campo di ricerca a coniazioni più vicine a noi, qualcosa si riesce a trovare ;)

Libera Città Imperiale di Regensburg (Ratisbona), ducato in oro del 1649 che celebra la

Pace di Westfalia dell'anno precedente.

Una colomba con un ramo nel becco, identificata nella legenda con lo Spirito Santo e i suoi doni, vola sull'arca di Noè; sullo sfondo un arcobaleno.

8vw036.jpg

petronius :)

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Forse precorro un po' i tempi della discussione, ma aggiungo qualche link a monete e medaglie contemporanee (per lo più israeliane)

http://www.theshekel.org/article_noahs_ark.html

http://www.commem.com/prod14.htm

http://www.narkas.org/EN/index.php?option=...3&Itemid=29

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Non ci hai ammutolito Petronius, al contrario, i tuoi interventi offrono sempre spazi ad interessanti riflessioni.

In questo caso la rappresentazione del dio del mare sulla moneta che hai postato penso si riferisca a Poseidone Petraios , un epiteto tessallo che faceva riferimento alle rocce isolate che come le isole rocciose sparse el mar Egeo erano nate grazie all'intervento di Poseidone che con le forza del mare le aveva staccae dalla terra ferma e dopo essere precipitate tra i flutti avevano messo radici divenendo isole

lele

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Non ci hai ammutolito Petronius, al contrario, i tuoi interventi offrono sempre spazi ad interessanti riflessioni.

Grazie :blush:

In questo caso la rappresentazione del dio del mare sulla moneta che hai postato penso si riferisca a Poseidone Petraios

La moneta è catalogata come Poseidon Pelagaios, Poseidone Marino (Newell 124 - SNG Alpha Bank 952).

petronius :)

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Quasi tutti i miti hanno un fondo di storico che, ovviamente, è stato stravolto o modificato soprattutto in presenza di una trasmissione orale dell'evento. Sembra, ad esempio, provato che il mitico passaggio del Mar Rosso da parte di Mosè e del suo popolo, coincida con la spaventosa eruzione del vulcano Thera, oggi Santorini, nel XV secolo a.C. B)

Io invece sapevo che l'eruzione e il successivo scoppio del vulcano, con una bocca di fuoco enorme se si pensa che Santorini non è che il crinale dell'antico vulcano, di Thera aveva provocato quello che viene definito nelle civilta mediterranee e mediorientali, il diluvio universale.

Un gigantesco tsunami che ha sconvolto tutto il bacino intorno alla grecia, turchia, siria, palestina etc.

fino forse a far straripare i fiumi mesopotamici.

Non soltanto ma alcuni ritengono che la favolosa atlantide (quella di Platone per intenderci) sia scomparsa dando vita al mar egeo.

E con questo abbiamo fatto un bell'articolo per "Focus" :P

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Naturalmente la presenza dello stesso mito in america ed asia non si spiegano così facilmente...anche se il 25 dicembre è il coompleanno di Gesù, di Mitra e di Krishna...un caso? No

Ma il fatto che tutti e tre siano nati da una vergine è un altro caso e così via, forse le notizie, i miti si muovono attraverso canali sconosciuti.

Purtroppo non ricordo il nome del popolo, ma Propp nel suo saggio "Radici storiche dei racconti di fate" parla di un popolo siberiano che ha molti miti che hanno per protagonista il cavallo, ma questo popolo non aveva mai visto cavalli, né i loro avi, né gli avi dei loro avi.

Mi si potrà far osservare che anche noi abbiamo racconti e leggende con draghi, unicorni etc. eh già!

Ma la differenza è che i cavalli esistono i draghi no! B)

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Ma la differenza è che i cavalli esistono i draghi no! B)

In realtà qualcosa di simile esiste, i cosiddetti draghi (varani) di Komodo, lucertoloni lunghi in media 2-2,5 metri e pesanti 90-100 chili, ma che possono arrivare fino a tre metri e 150 kg., pericolosi anche per l'uomo <_<

25jk31c.jpg

Il problema è che vivono solo nell'isola di Komodo, in Indonesia, e mi sembra improbabile che nell'antichità quest'isola fosse conosciuta in Europa.

Il mito del drago è antichissimo, ne parla già Omero nell'Iliade, riprendendo con ogni probabilità leggende preesistenti.

Reminiscenza dei dinosauri? ma si sono estinti ben prima che l'uomo facesse la sua comparsa sulla terra. O, come dicevi prima, l'esistenza di canali sconosciuti attraverso cui i miti (ma anche le notizie reali) si muovevano nell'antichità?

Domande destinate a rimanere senza risposta, restiamo con i piedi per terra per non rischiare di finire OT :rolleyes: e torniamo a parlare della numismatica legata al diluvio ;)

petronius :)

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La colomba col ramo d'ulivo nel becco è da sempre un simbolo di pace (oltre che, per il Cristianesimo, dello Spirito Santo).

Come tale era rappresentata nel ducato di Regensburg mostrato in precedenza e che celebrava la pace di Westfalia.

La ritroviamo un secolo più tardi, sempre in ambito tedesco, su questo gettone in rame, opera di J. Roettiers, coniato nella città di Namur (Belgio) per festeggiare il trattato di pace di Hubertsburg, firmato il 15 febbraio 1763 e che pose fine alla guerra dei Sette Anni tra Austria e Prussia: l'Austria rinunciò alla Slesia, che passò definitivamente alla Prussia.

Al dritto busto di Maria Teresa imperatrice d'Austria (Namur e gran parte dell'attuale Belgio erano allora sotto dominio austriaco), al rovescio l'Arca di Noè, arenata sulla cima del monte Ararat, verso cui vola la colomba della pace.

Sulla qualità del gettone, giudicate voi...a me quella patina rossiccia piace da matti :D

ra98ac.jpg

petronius B)

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La simbologia "fine del diluvio = pace" non è però, forse, così scontata: ce n'è un'altra sicuramente di più immediata comprensione, che associa le immagini della fine del diluvio alla salvezza da un'inondazione.

E' il caso di questa medaglia austro-italiana in bronzo, che celebra la costruzione di una chiesa a Mesola (Fe) eretta per ringraziare dello scampato pericolo da un'inondazione del Po.

Il Castello e la Tenuta di Mesola, dopo la dissoluzione del Ducato di Ferrara, passato alla Chiesa, erano rimasti disponibili come beni allodiali (ovvero di piena proprietà) degli Estensi fino al 1771, allorché passarono alla Casa regnante Austriaca (per questo troviamo al dritto la solita Maria Teresa) in esecuzione del contratto di matrimonio tra Beatrice d'Este e Ferdinando Carlo d'Asburgo-Lorena.

Un periodo breve, quello del dominio austriaco, durato fino al 1785 quando Mesola passò allo Stato della Chiesa; a quel periodo (1778) risale la medaglia in oggetto che mostra al rovescio un agnello sacrificato sull'altare, sullo sfondo un arcobaleno (altro simbolo della fine del diluvio, e di pace) e, sulla sinistra, ancora una volta, l'Arca sulla cima del monte Ararat.

8wf40k.jpg

petronius :)

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E dopo aver visto per ben due volte il monte Ararat riprodotto in medaglia, mi sembra giusto mostrarne una bella foto dal vero :D

24fzhww.jpg

Per tutte le informazioni su di esso, sia reali (storico-geografiche) che fantastiche (mito dell'Arca) vi basterà digitare il suo nome su un qualsiasi motore di ricerca :rolleyes: ....quanto a me, per stasera è tutto ;)

Buonanotte macuah.gif

petronius B)

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Ho letto anche teorie sul mito del diluvio universale interpretato come ricordo distorto dell'alluvione dell'odierno Mar Nero, quando le acque del Mediterraneo finalmente ruppero la diga del Bosforo. Che questo sia veramente avvenuto sembrerebbe provato da rilievi geologici.

Altri invece dicono lo stesso riguardo all'irruzione delle acque dell'Atlantico nel Mediterraneo quando il livello delle acque al termine dell'era glaciale superò lo stretto di Gibilterra: di qui alcuni ipotizzano nasca il mito di Atlantide... certo che i miti analoghi sudamericani buttano a gambe all'aria queste teorie!

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petronius arbiter dice:
al tempo del diluvio le monete non esistevano....

....stavolta però ci vado vicino :D

Scusate se non seguo un preciso ordine cronologico, non ho una scaletta predeterminata, vado avanti giorno per giorno, seguendo le intuizioni del momento :)

Le monete di Apamea

L'esempio più antico di "monete del Diluvio" è costituito dalle monete di Apamea, in Frigia (ci sono diverse città con questo nome, la più importante, dal punto di vista archeologico, è in Siria).

Vi risiedeva un'importante comunità ebraica e, nel periodo in cui furono coniate le monete, la città era probabilmente retta da ufficiali ebrei.

E' fondamentale sottolineare che ad Apamea si veneravano i resti dell’Arca di Noè, conservati nella sinagoga locale :blink: Nella città vi era infatti una collina identificata con il luogo dove l'Arca si sarebbe posata dopo il Diluvio.

Si tratta di una delle tante tradizioni che cercarono di identificare in luoghi diversi (Armenia, Penisola Arabica, ecc.) il monte Ararat citato nella Bibbia: la tradizione di Apamea doveva essere abbastanza forte, visto che il nome stesso della città fu cambiato in Apamea-Kibotos (Kibotos = Arca, in greco).

La zecca di Apamea coniò a partire da Settimio Severo (193-211) e fino a Treboniano Gallo (251-253).

La moneta che ci interessa è un bronzo (Æ 39 mm., 27.51 gr.) di Gordiano III (238-244), che come da tradizione porta al dritto il busto, radiato, drappeggiato e corazzato, dell'imperatore.

Al rovescio, l'Arca è raffigurata come una specia di cassa (di una cassa parlano anche alcuni miti sudamericani) col tetto apribile dall'alto, da cui emergono le figure di Noè e di sua moglie, che paiono affacciarsi alla fine del Diluvio sul nuovo mondo: la Bibbia non ci dice come si chiamasse la moglie di Noè, tuttavia, secondo la tradizione ebraica, il suo nome è Naamah.

Essi sono raffigurati nuovamente a fianco dell'Arca con la mano destra levata, forse in un gesto di preghiera.

Questa immagine è unica nella tradizione iconografica, che normalmente mostra Noè solitario o circondato da tutta la famiglia, figli e nuore compresi, nonché da numerosi animali.

Questa moneta vuole probabilmente mostrare Noè e la moglie, dopo il diluvio, come la coppia primordiale da cui discenderà tutta la nuova umanità.

gordianoIIIapamea.jpg

petronius oo)

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E' fondamentale sottolineare che ad Apamea si veneravano i resti dell’Arca di Noè, conservati nella sinagoga locale :blink:

Beh io nel tesoro degli Asburgo ho visto un frammento della "mangiatoia" e un pezzo di tovaglia dell'ultima cena :blink: :blink: non so chi vince!

Poi ti volevo far notare la colomba sopra le teste dei protagonisti della scena

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