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IGNORED

Tessera per la teriaca


pozleo

Risposte migliori

Grazie tante per l`intersse che avete mostrato,

 

ora vi mando un imagine più grande del coperchio. Il coperchio è  grande 23mm in diametro e 2 mm stesso.

È molto probabile che la spezieria non si occupava della produzione della teriacha ma di un altro rimedio - il cerotto emolliente omogenio del signor Antonio.

Il nome  "Spezieria del lupo coronato" lo incontriamo per la prima volta qui https://books.google.it/books?id=4_5eAAAAcAAJ&pg=PT329&lpg=PT329&dq=spezieria+del+lupo&source=bl&ots=Nu5zoF-8KQ&sig=yJm33q6nA0vXc9ajKnnyyj5iWak&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjy7KjJ7p7QAhXC6xoKHX9ABDQQ6AEIIjAA#v=onepage&q=spezieria del lupo&f=false nel anno 1785. È l`indirizio delle due spezierie è lo stesso (si tratta molto probabilmente di una sola spezieria).

Come la pensate voi, è possibile che l'insegna del lupo cavalcato da Romolo e Remo sia l`insegna della spezieria "Al Lupo" prima della sua vendita  che avviene nel anno 1742. Forse il nuovo proprietaria cambia il nome e anche un po l`insegna?

Appolonia mi potresti spedire una imagine dell`insegna  ‘Al Lupo’, 1697 con Nicolò Corradi consigliere che c`e in questo  Codice Gradenigo, per favore?

 

Saluti!

lupo.jpg

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Ciao petrakiev

Ti rispondo step by step, ma per cominciare devi darmi prima qualche altra informazione sul coperchio.

Il contorno di 2 mm di spessore è irregolare, come in questo mio tappo sigillo, oppure regolare, cioè di 2 mm lungo tutta la circonferenza?

 

post-703-0-15077800-1449677764.jpg

 

Nella legenda riesci a vedere se c’è l’articolo IL o la preposizione AL prima di LUPO? E se il nome della città è VENETIA o VENEZIA?

 

Come hai potuto dimostrare che in groppa al lupo ci stanno Romolo e Remo, i due gemelli romani il primo dei quali fu il fondatore eponimo della città di Roma e suo primo re?

 

apollonia (con una pi e due elle)

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Supporter

Cerotto del sig. Antonio.jpg

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

 

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Il produttore storico del famoso ‘cerotto ammoliente omogeneo’ venduto nella spezieria all’insegna del Lupo da lui gestita era Nicolò Corradi, che all’epoca (fine del XVII sec.) rivestiva anche la carica di consigliere nel collegio degli speziali.

Insegna spezieria Al Lupo.jpg

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Supporter

Nel 1742 ha inizio la gestione della spezieria ‘Al Lupo’ da parte di Nicola Corradi che aveva ereditato metà della spezieria paterna e acquistato l’altra metà dal fratello Lodovico, ipotecando la propria parte. L’attività sembrava ben avviata, ma nel 1746 Nicola si trova costretto a vendere la bottega allo speziale Francesco Montagna, ricavando quel tanto di denaro che va ad appianare debiti contratti con l’ipoteca e il riscatto dotale della moglie. Nell’atto di vendita Nicola Corradi cede tutto al Montagna (insegna, utensili e medicinali), escludendo però in detta vendita e acquisto il ‘cerotto emolliente del signor Antonio’, che lui continua a manipolare in privato fino alla primavera del 1760, quando muore a soli 55 anni lasciando la moglie e due figlie, delle quali una in età da marito.

Prima del 1746 non vedo motivo di cambiare l’insegna della spezieria la cui conduzione rimane all’interno della famiglia Corradi. Invece è possibile che nel 1746, quando Francesco Montagna rileva la spezieria da Nicola Corradi, adotti come nuova insegna quella riprodotta sul coperchio in esame con la legenda "ALLA SPECIARIA AL LUPO IN VENETIA''.

Non vedo però il motivo di raffigurare in groppa a un lupo proprio i due gemelli allattati da una lupa invece, che so io, di due folletti dei boschi o di un’altra coppia.

Che mi dice petriakev?

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Supporter

La storia del ‘Cerotto de Sior Antonio’ (come lo chiama il Dian) manipolato dai Corradi speziali al Lupo, dopo la morte di Nicola Corradi nella primavera del 1760 ha avuto degli interessanti sviluppi.

 

Il cerotto associato alla spezieria ‘Al Lupo’ era un noto medicamento, la cui efficacia era riconosciuta dai chirurghi e dai medici veneziani che lo prescrivevano abitualmente. Non c’è quindi da meravigliarsi se dopo la morte del Corradi cominciano a fioccare contraffazioni del preparato, la prima ad opera di Francesco Montagna che era stato esplicitamente escluso dalla manipolazione del cerotto per clausola contrattuale nell’acquisto della spezieria ‘Al Lupo’, e le successive ad opera di altri speziali.

Nell’agosto dello stesso anno della morte del marito la vedova Corradi, Lucietta Visomio, prende un'iniziativa a salvaguardia della sua famiglia con due figlie da mantenere veramente encomiabile: si presenta ai provveditori chiedendo che le sia concesso di manipolare e vendere in proprio il cerotto, esegue la prova di manipolazione davanti al protomedico Pietro Santorini, e ottiene un’attestazione di conformità e un giudizio molto positivo anche da un altro medico collegiato che vi aveva assistito e che asserisce di usarlo già da molti anni con risultati efficaci. Ma prima ancora di avere in mano la licenza ufficiale, Lucietta pensa bene di dare adeguata pubblicità alla continuità del medicamento facendo pubblicare nella Gazzetta veneta n. 35 del 1760 un avviso con l’indirizzo della propria abitazione, dove ora il segreto è manipolato ed è messo in vendita. Un sedicente collega speziale arriva ad usare lo stesso strumento pubblicitario di Lucietta, la Gazzetta veneta, rivendicando una falsa paternità del cerotto nell’aprile del 1761 e proponendolo a 16 soldi all’oncia anziché i 10 stabiliti dai provveditori. Ma la manipolazione continuerà a restare nelle mani della vedova e poi delle figlie, grazie ad una pronta terminazione dei provveditori alla Sanità. E nel 1777, le figlie Caterina e Margherita Corradi ottengono non più solo la licenza ma un privilegio per quello che è il loro segreto di famiglia, grazie ad un giudizio entusiastico del nuovo protomedico, Giambattista Paitoni:

Esso è insieme d’una tal forza blanda, innocente, e operativa, che tutto il ceto chirurgico lo riconosce, adoperandolo giornalmente in moltissimi casi in preferenza delle altre cose che potrebbero aversi dagli speziali. Un tal uso universale e continuo che ne vien fatto da tutta la chirurgica professione con esperienze favorevoli e costanti, è il più bell’elogio che possa farsi di esso, ed è l’approvazione più valida ch’io sappia d’esso umiliare a vostre eccellenze; dunque, che il suddetto cerotto non meriti solamente d’essere privilegiato, ma dall’autorità di vostre eccellenze tutelato e protetto da quelle contraffazioni e frodi che ugualmente, a danno del popolo e delle femmine che lo possedono, vengono ad esse continuamente tessute.

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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l`imagine al centro non è ben priservata ma grazie alla ricostruzione grafica fatta da una mia collega crediamo di vedere un lupo con Romolo e Remo sulla groppa, ma non siamo certi. Ti invio la ricostruzione grafica ed anche una foto del rovescio. Il coperchio non si trova nel momento al mia disposizione, si trova in un museo in un altra città. Nella legenda prima di LUPO non si legge bene se c`è l`articolo IL oppure la preposizione AL, soltanto la lettera L si vede bene. Prima della L c`è abbastanza posto per due lettere. Non siamo ne anche sicuri se si tratta di VENEZIA o VENETIA, perche non si vede bene. Dispongo di articoli nei quali il nome della città si scrive in questi due modi.

P4260555.JPG

20161121_153326.jpg

NSE 12_Text_Petrakiev_1st_proof_Rossy.pdf

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Anche a me risulta dal n. 42 di Notizie dal Mondo che nel 1785, quando la gestione della bottega è passata al sig. Pietro Arigo, essa ha assunto il nome Spezieria del Lupo coronato, in Campo SS. Filippo e Giacomo in Venezia.

Interessante il fatto che, come ha visto dal tuo post, la testa del lupo è rivolta all’indietro, perché così compare nella prima documentazione di un’immagine con il lupo coronato che ho trovato su questa intestazione dell’antica farmacia, purtroppo senza una data.

V. Melloni speziale.jpg

Il lupo tiene tra le fauci la preda, credo un agnellino, dalla quale dà l’impressione di essere cavalcato.

Dal foglio si nota che il nome della farmacia è Al Lupo Coronato e il gestore/speziale dell'epoca è V. Melloni.

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Ho ripescato la parte sottostante all’intestazione e dovrebbe trattarsi dell’etichetta di un barattolo contenente il salicilato di bismuto, un farmaco usato per trattare la diarrea e anche per alleviare i sintomi del mal di stomaco come bruciore di stomaco, indigestione e nausea. Però nessuna data.

Cattura 1 storia Lupo coronato.JPG

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

 

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Ancora l’immagine del lupo coronato con la sua preda su un foglietto pubblicitario dello ‘Empiastro dalle virtù mirabili’, che sarebbe poi il famoso ‘Cerotto del Sig. Antonio’.

Lancerotto.jpg

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

 

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3 ore fa, apollonia dice:

Ancora l’immagine del lupo coronato con la sua preda su un foglietto pubblicitario dello ‘Empiastro dalle virtù mirabili’, che sarebbe poi il famoso ‘Cerotto del Sig. Antonio’.

 

Lancerotto.jpg

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

 

Ciao!

Mamma mia quante belle informazioni :clapping:

Vuoi vedere che in groppa c'è proprio un agnello?

saluti

luciano

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Ciao Luciano

Potrebbe essere, come si può intravedere in questa immagine del Lupo contornato:P

Lupo contornato.jpg

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Questa è l’insegna attuale della farmacia ancora aperta a Venezia (v. post # 349), un ritorno a quella del 1697 con la differenza che qui il lupo ha una coroncina che compare anche sulla o di Lupo ed è rivolto a sinistra.

index_01.jpg

E’ molto probabile che in questa farmacia si trovino testimonianze storiche dell’antica spezieria e qualche contenitore con un coperchio come quello trovato in Bulgaria. Forse un contenitore del famoso'Cerotto de Sior Antonio'?

In ogni caso, per quanto concerne il coperchio in discussione, sono anch’io dell’idea che non sia stato utilizzato per la teriaca, prima di tutto perché il nome del farmaco non compare nella legenda, e poi perché non risulta che la spezieria ‘Al Lupo’ fosse tra quelle autorizzate alla sua produzione.

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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La bottega al ponte del lupo

Nell’indagine sulle spezierie all’insegna del lupo a Venezia ho visto che nella città esiste un ‘Ponte del Lupo’, nei cui pressi c’era una drogheria gestita da Francesco Cobres, originario di Augusta, che si era aggiudicato la privativa per la commercializzazione delle ‘pillole scozzesi’ ovvero grana angelica. La richiesta locale era notevole e da qui la proposta del Cobres di importarle in grandi quantitativi direttamente dall’allora produttore Jack Inglish a Londra.

Queste pillole purganti a base di aloe e di acidi vegetali usate per la gonorrea erano molto simili alla pillola del piovano, ma più efficaci e attive a dosi più basse (una pillola per due sere): i precursori dei moderni preparati ad uso prolungato.

 

Non ho trovato notizie su questo ponte (credo poco noto) a un primo esame in rete. Chiedo a Luciano e ai lettori della zona se ne possono dare.

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Sul rovescio di questo didramma di Roma (269-266 a. C.) non c’è dubbio che siano raffigurati Romolo e Remo. Nè tanto meno sul sesso di chi li allatta.

Rovescio didramma  Repubblica Romana con Romolo e Remo.jpg

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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7 ore fa, apollonia dice:

La bottega al ponte del lupo

 

Nell’indagine sulle spezierie all’insegna del lupo a Venezia ho visto che nella città esiste un ‘Ponte del Lupo’, nei cui pressi c’era una drogheria gestita da Francesco Cobres, originario di Augusta, che si era aggiudicato la privativa per la commercializzazione delle ‘pillole scozzesi’ ovvero grana angelica. La richiesta locale era notevole e da qui la proposta del Cobres di importarle in grandi quantitativi direttamente dall’allora produttore Jack Inglish a Londra.

 

Queste pillole purganti a base di aloe e di acidi vegetali usate per la gonorrea erano molto simili alla pillola del piovano, ma più efficaci e attive a dosi più basse (una pillola per due sere): i precursori dei moderni preparati ad uso prolungato.

 

 

 

Non ho trovato notizie su questo ponte (credo poco noto) a un primo esame in rete. Chiedo a Luciano e ai lettori della zona se ne possono dare.

 

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

Ciao!

Ma a Venezia non puoi cercare il "Ponte del lupo" ..... devi cercare il "Ponte del lovo".

https://www.google.it/maps/@45.4365421,12.3358322,3a,75y,217.94h,70.4t/data=!3m6!1e1!3m4!1s1O8JcWx18Rie46-5Aya8aA!2e0!7i13312!8i6656

Ponte del lovo.jpg

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8 ore fa, gigetto13 dice:

ah che bello... su quel ponte ho dato il primo bacio a una mia ex fidanzata molti anni fa!

Ah ...... lupacchiotto che non sei altro!

 

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Il ponte ha dato il titolo a un libro di Maurizio Gelli

copertina.jpg

Non l'ho letto,  ma dalla recensione la storia di Maurizio che vive a Bologna e Nicoletta che vive a Trieste è molto romantica.

 

(Da  http://mauriziogelli.blogspot.it/p/ponte-del-lovo-sinossi.html )

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Oltrepassando Ponte del Lovo (in corrispondenza della V di Salvador nella mappa) e Calle del Lovo si raggiunge Campo San Salvador, dove si trova la Chiesa omonima.

Senza titolo-3.jpg

All’interno della chiesa, tra le curiosità, c’è uno stemma che può spiegare la derivazione del nome di questo ponte.

Su una grande pietra tombale a forma di rombo, collocata nell’area del transetto di destra, si trova questa brevissima iscrizione accompagnata da uno stemma bianco.

stemmaml.jpg

Un erudito di fine Ottocento ce lo descrive con cura: “Scorgesi per istemma un animale, forse un lupo, che si arrampica ad un ramo d’albero, salendo su un monte. E’ questo forse lo stemma della famiglia Lupo, o Lovo, e quelle sigle possono interpretarsi per Matteo, Marco o Michele Lovo. Si sa che una famiglia Lovo abitava in parrocchia di S. Salvatore, che diede il nome al Ponte del Lovo…” - (G. Tassini, Iscrizioni della chiesa e convento di S. Salvatore in "Venezia illustrata", Venezia 1895, pag. 31). 

 

(Da http://www.chiesasansalvador.it/ita/curiosita2.php )

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Ho letto di una pasticceria al Ponte del Lovo che, con l’avvento del fascismo, divenne il punto di riferimento e il luogo di ritrovo dell’antifascismo veneziano. La pasticceria era di Tiziano Inguanotto, un artigiano con particolari capacità, i cui pasticcini erano particolarmente apprezzati dalla gente che la domenica faceva la fila per acquistarli.

Anche i miei genitori gestivano una pasticceria a Monza dalla seconda metà degli anni ’50 e le capacità artigianali di papà Giulio erano sicuramente paragonabili a quelle del collega Tiziano a giudicare dalla fila di persone che, regolarmente la domenica ma sempre nelle festività, si formava davanti al piccolo negozio per acquistare i suoi dolcetti (tutti tassativamente in formato mignon). E come Tiziano, anche Giulio era di fede socialista.

Ho tratto le notizie dal pdf in rete con il titolo sotto riportato. La foto del ponte è quella postata da Luciano al # 366.

Titolo pdf parsticceria Venezia.JPG

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

 

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A Venezia alcune spezierie erano famose per la teriaca che avevano la licenza di produrre, ma altre erano rinomate per una specifico medicamento di cui avevano l’esclusiva. Ne citerò alcune qui e a seguire, dopo un cenno alla loro specialità farmaceutica. Metterò anche la rispettiva insegna riprodotta dal Codice Gradenigo perché un domani potrebbe saltar fuori qualche coperchio, tessera, etichetta, foglietto pubblicitario o altro di questa farmacia. Non si sa mai!...

Aceto dei quattro ladri

Era ritenuto rimedio infallibile per riguardarsi dalla peste.

 Si preparava e vendeva nella spezieria dei PP. Francescani della Vigna e il fornitore della spezieria conventuale era Bernardo Saletti, speziale all’insegna dei due S. Marchi.

Insegna alli due S. Marchi.jpg

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Balsamo Samaritano detto anche Cerotto di Roma

Simile per composizione e impiego al cerotto del sig. Antonio, si vendeva esclusivamente nella spezieria della Novizza sita in campo Santa Maria Zobenigo.

Insegna alla Novizza.jpg

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Balsamo dello Scutellio, Donum Dei

Era un balsamo che guariva contusioni e reumatismi, usato anche nella cura degli animali bovini. Dopo la morte dello Scutellio al quale deve il suo nome, il farmaco si vendeva nella spezieria all’insegna dell’Ombrella gestita dal successore farmacista Domenico Ferramonti.

Insegna all'Ombrella.jpg

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Corteccia di China

Questo febbrifugo in polvere finissima detta ‘eterizzata’ si vendeva nell’antica farmacia dei rinomati speziali Capello all’insegna dei “Tre Monti” a S. Aponal, proprietario il Dal Cerè.

L’insegna potrebbe essere ‘Alli tre Monti o ‘Li tre Monti’.

Insegna Alli tre Monti.jpg      Insegna Li tre Monti.jpg

Il dilemma richiede un approfondimento.

Giovenale firma con inglese ok.jpg

Modificato da apollonia
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