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IGNORED

La "convenzione monetaria" del Medio Adriatico


Paleologo

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E' cosa nota che i comuni autonomi della costa adriatica nel XIII secolo diedero vita a un accordo per battere denari in mistura con peso titolo e iconografia comuni (le monete con la croce e le tre lettere nel campo). Le zecche che inizialmente diedero vita all'accordo furono, a quanto mi risulta, Ancona e Ravenna. Successivamente si aggiunsero Rimini e altri comuni delle Marche. Riporto quanto scrive il Biaggi nel suo volume "Monete e Zecche Medievali Italiane":

Per Ancona: "La Zecca di Ancona iniziò l'attività nel XIII secolo, di propria autorità, quando la città si costituì in libero Comune. Le prime notizie della sua zecca risalgono a una convenzione del 1294 con i ravennati" (a mio parere si tratta sicuramente di un rinnovo della convenzione perché la data è troppo tarda)

Per Ravenna: "Gli Arcivescovi ... non avrebbero usufruito [del diritto di zecca] fino al 1232, quando si hanno le prima battiture di monete arcivescovili."

Per Rimini: "Di tale facoltà [il diritto di zecca] il Comune se ne valse solamente verso il 1265"

Ora però Di Virgilio, nella sua monografia sulla zecca di Ravenna, anticipa l'inizio delle coniazioni ravennati a circa il 1194, assegnando al periodo 1194-1230 ca. l'emissione dei denari "di tipo arcaico" (con trifogli nel I e IV cantone della croce). Se le cose stanno così, bisognerebbe o anticipare alla fine del XII secolo il primo accordo monetario tra Ancona e Ravenna, visto che per nessuna delle due zecche si conoscono altre tipologie più antiche, e di conseguenza anche l'inizio delle coniazioni di Ancona; oppure ipotizzare che Ancona abbia imitato i denari di Ravenna e che poi si sia giunti a un accordo (un po' come accaduto tra Lucca e Pisa) ma questo mi sembra contrario alla percezione comune che Ancona fosse la forza principale dietro la convenzione, visto che era la città commercialmente di gran lunga più importante del gruppo (come confermato anche dall'abbondanza delle emissioni del denaro anconetano e successivamente anche del grosso).

Che cosa scrivono Dubbini e Mancinelli sull'argomento nella loro monografia sulla zecca di Ancona (che non ho potuto ancora leggere)? E voi che ne pensate?

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Anche se mancano le prove certe, già nel 1249 Girolamo Rossi nella sua Storia ci dà notizia di un Concordato fatto fra le Città di Ravenna ed Ancona. D'altra parte, come anche riportato nel convegno di Perugia del 2001 "L'Agontano, una moneta d'argento per l'Italia medioevale" a cura di Lucia Travaini, si riportava in più riprese che già al tempo di Marcvaldo duca di Ravenna e marchese di Ancona (1195) e deceduto nel 1202, si parlava dei denari di Ancona e Ravenna.

Pertanto a quella data le due zecche erano sicuramente già operative, così come doveva molto probabilmente essere già operativo il Concordato monetario tra le due città.

Come riportato da Dubbini-Mancinelli, sulla base di Regesti Senigalliesi, si evince che i denari ravennati e anconitani sono citati dal 1114 al 1199.

Da un altro documento riportato anche dal Castellani, si parla di denaro ravennate e anconitano nel 1170.

Pertanto si può ben dire che già le due zecche erano operative nel XII secolo, anche se l'agontano non aveva ancora raggiunto il suo splendore come moneta riconosciuta ed apprezzata.

Modificato da miroita
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Anche se mancano le prove certe, già nel 1249 Girolamo Rossi nella sua Storia ci dà notizia di un Concordato fatto fra le Città di Ravenna ed Ancona. D'altra parte, come anche riportato nel convegno di Perugia del 2001 "L'Agontano, una moneta d'argento per l'Italia medioevale" a cura di Lucia Travaini, si riportava in più riprese che già al tempo di Marcvaldo duca di Ravenna e marchese di Ancona (1195) e deceduto nel 1202, si parlava dei denari di Ancona e Ravenna.

Pertanto a quella data le due zecche erano sicuramente già operative, così come doveva molto probabilmente essere già operativo il Concordato monetario tra le due città.

Come riportato da Dubbini-Mancinelli, sulla base di Regesti Senigalliesi, si evince che i denari ravennati e anconitani sono citati dal 1114 al 1199.

Da un altro documento riportato anche dal Castellani, si parla di denaro ravennate e anconitano nel 1170.

Pertanto si può ben dire che già le due zecche erano operative nel XII secolo, anche se l'agontano non aveva ancora raggiunto il suo splendore come moneta riconosciuta ed apprezzata.

Buonasera .

Premetto che non sono esperto in questa monetazione , al di là delle semplici classificazioni di rito . Nel catalogo online si fa iniziare il conio del denaro di Ancona nella metà del XIII sec. Si attende forse la conferma e la veridicità delle ultime fonti scritte per anticipare il periodo del denaro anconitano ?

Cordiali saluti

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Anche se mancano le prove certe, già nel 1249 Girolamo Rossi nella sua Storia ci dà notizia di un Concordato fatto fra le Città di Ravenna ed Ancona. D'altra parte, come anche riportato nel convegno di Perugia del 2001 "L'Agontano, una moneta d'argento per l'Italia medioevale" a cura di Lucia Travaini, si riportava in più riprese che già al tempo di Marcvaldo duca di Ravenna e marchese di Ancona (1195) e deceduto nel 1202, si parlava dei denari di Ancona e Ravenna.

Pertanto a quella data le due zecche erano sicuramente già operative, così come doveva molto probabilmente essere già operativo il Concordato monetario tra le due città.

Come riportato da Dubbini-Mancinelli, sulla base di Regesti Senigalliesi, si evince che i denari ravennati e anconitani sono citati dal 1114 al 1199.

Da un altro documento riportato anche dal Castellani, si parla di denaro ravennate e anconitano nel 1170.

Pertanto si può ben dire che già le due zecche erano operative nel XII secolo, anche se l'agontano non aveva ancora raggiunto il suo splendore come moneta riconosciuta ed apprezzata.

Buonasera .

Premetto che non sono esperto in questa monetazione , al di là delle semplici classificazioni di rito . Nel catalogo online si fa iniziare il conio del denaro di Ancona nella metà del XIII sec. Si attende forse la conferma e la veridicità delle ultime fonti scritte per anticipare il periodo del denaro anconitano ?

Cordiali saluti

Nel catalogo online ho fatto riferimento essenzialmente alle ipotesi del Biaggi, che ad onor del vero ormai

sembrano essere superate sia dagli studi effettuati sull'Agontano (anconitano prima come asserisce anche lo studio curato dalla Travaini, ravennate subito dopo, e gli altri poi nel tempo) sia dai documenti rinvenuti a Senigallia in tempi recentissimi, di cui ho accennato sopra.

Sarà quindi mia cura andare a segnalare anche sul catalogo i nuovi sviluppi storiografici).

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Anche se mancano le prove certe, già nel 1249 Girolamo Rossi nella sua Storia ci dà notizia di un Concordato fatto fra le Città di Ravenna ed Ancona. D'altra parte, come anche riportato nel convegno di Perugia del 2001 "L'Agontano, una moneta d'argento per l'Italia medioevale" a cura di Lucia Travaini, si riportava in più riprese che già al tempo di Marcvaldo duca di Ravenna e marchese di Ancona (1195) e deceduto nel 1202, si parlava dei denari di Ancona e Ravenna.

Pertanto a quella data le due zecche erano sicuramente già operative, così come doveva molto probabilmente essere già operativo il Concordato monetario tra le due città.

Come riportato da Dubbini-Mancinelli, sulla base di Regesti Senigalliesi, si evince che i denari ravennati e anconitani sono citati dal 1114 al 1199.

Da un altro documento riportato anche dal Castellani, si parla di denaro ravennate e anconitano nel 1170.

Pertanto si può ben dire che già le due zecche erano operative nel XII secolo, anche se l'agontano non aveva ancora raggiunto il suo splendore come moneta riconosciuta ed apprezzata.

Buonasera .

Premetto che non sono esperto in questa monetazione , al di là delle semplici classificazioni di rito . Nel catalogo online si fa iniziare il conio del denaro di Ancona nella metà del XIII sec. Si attende forse la conferma e la veridicità delle ultime fonti scritte per anticipare il periodo del denaro anconitano ?

Cordiali saluti

Nel catalogo online ho fatto riferimento essenzialmente alle ipotesi del Biaggi, che ad onor del vero ormai

sembrano essere superate sia dagli studi effettuati sull'Agontano (anconitano prima come asserisce anche lo studio curato dalla Travaini, ravennate subito dopo, e gli altri poi nel tempo) sia dai documenti rinvenuti a Senigallia in tempi recentissimi, di cui ho accennato sopra.

Sarà quindi mia cura andare a segnalare anche sul catalogo i nuovi sviluppi storiografici).

Ho capito . La mia non voleva essere una critica al catalogo , per altro portato avanti magistralmente, ma solo voglia di sapere . Tutti sappiamo che oggi con la esegesi delle documentazioni antiche molti argomenti andranno rivisti , anche in numismatica .

Grazie

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Come altra testimonianza, riporto testualmente quanto scritto da Gianrinaldo Carli-Rubbi nel suo: DELLE MONETE E DELL' INSTITUZIONE DELLE ZECCHE D'ITALIA, Vol 1 (di 3), pag 208,

Pubblicato a L'Aja nel 1754

208

§. XIII.

Delle Zecche credute d'Epoca incerta.

ANTICA Città fu Ancona, e presso il Grutero bella iscri-

zione si trova degli Anconitani ed Ascolani , in onore di

C. Sallio . Nell'anno MC nel Cronico di Sigeberto un tale

Warnerio, o Guarneri si nomina col titolo di Principe di

Ancona ; e Marca di Ancona si disse quella , che dapprima

chiamossi Marca di Camerino o di Fermo . In somma

fu quella Città a' Greci per lungo tempo soggetta , occupando

quei pollo, in cui per più Secoli fu Ravenna; indi

dopo non poche vicende nel MCC in circa, dalle mani del

Pontefice passò al dominio di Casa d'Este. Monete di quella

Città ritrovansi , che da una parte hanno + PP.S. QVIRIACVS

(Protettore della Città ), e dall' altra una croce

in campo, ed intorno DE. ANCONA . Ma chi mi saprà

dir mai a qual tempo esse appartengano? Io ne ho una certamente

del MCC, eh' è la più antica; ma nientedimeno,

io non la ho per la prima di cotesta Zecca ; la quale se corrispose

all'altezza di onore e di dignità, a cui fin dal tempo

de' Greci pervenne Ancona; convien dire ch'essa abbia

assai più rimoti principi . E di fatto nella Scomunica o minaccia

di Scomunica data agli Anconitani da Gregorio IX

nel MCCXXXIII pubblicata dall' Ughelli; negli Anconitani

si leggono in pruova della mia asserzione queste parole:

Vos autem dìvinae patientiae improvidi abusores gratiae nostrae

gratis ingeriti, obliti beneficiorum a Sede Apostolica perceptorum

non attendentes qualiter MONETAM, Comitatum ,

Portum alia jura , quae nullis de Marchia sunt concessa ,

ad nostram Curiam pertinentia , Ecclesia Romana vos substinuit

hactenus habuisse c.

PS: per chi fosse interessato, ho già passato a incuso i file in formato pdf dei 3 volumi

e appena avrà un po' di tempo li inserirà nella sua biblioteca online.

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Anche se mancano le prove certe, già nel 1249 Girolamo Rossi nella sua Storia ci dà notizia di un Concordato fatto fra le Città di Ravenna ed Ancona. D'altra parte, come anche riportato nel convegno di Perugia del 2001 "L'Agontano, una moneta d'argento per l'Italia medioevale" a cura di Lucia Travaini, si riportava in più riprese che già al tempo di Marcvaldo duca di Ravenna e marchese di Ancona (1195) e deceduto nel 1202, si parlava dei denari di Ancona e Ravenna.

Pertanto a quella data le due zecche erano sicuramente già operative, così come doveva molto probabilmente essere già operativo il Concordato monetario tra le due città.

Come riportato da Dubbini-Mancinelli, sulla base di Regesti Senigalliesi, si evince che i denari ravennati e anconitani sono citati dal 1114 al 1199.

Da un altro documento riportato anche dal Castellani, si parla di denaro ravennate e anconitano nel 1170.

Pertanto si può ben dire che già le due zecche erano operative nel XII secolo, anche se l'agontano non aveva ancora raggiunto il suo splendore come moneta riconosciuta ed apprezzata.

Sono certo che eiste un denaro di Marcovaldo di Annweiler, non ricordo bene cosa c'e' scritto, ma si fa riferimento all carica di siniscalco e marchese (o Marchia di Ancona non ricordo) o eventualmente margravio, scusate ma non ricordo. Credo siano questi i denari di cui parla la Travaini. Credo che al momento sia inedito o cmq non conosciuto, ma fidatevi, esiste, io l'ho visto.

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Purtroppo non posso verificare al momento ma credo che il Biaggi nelle sue datazioni faccia per lo più riferimento al CNI (chi può magari verifichi) e visto che il Biaggi viene in genere utilizzato come riferimento nei cataloghi d'asta, ecco che per una zecca importante come Ancona si usano ancora largamente delle datazioni assolutamente obsolete. Meno male che in sedi come questa possiamo raccogliere informazioni aggiornate, vedrò di procurarmi il D&M alla prima occasione, e anche il libro curato dalla Travaini sull'agontano.

Sempre a proposito dell'agontano (grosso da due soldi) vale la datazione tradizionale che pone l'inizio delle coniazioni verso la fine del duecento o va anticipata anche questa?

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Purtroppo non posso verificare al momento ma credo che il Biaggi nelle sue datazioni faccia per lo più riferimento al CNI (chi può magari verifichi) e visto che il Biaggi viene in genere utilizzato come riferimento nei cataloghi d'asta, ecco che per una zecca importante come Ancona si usano ancora largamente delle datazioni assolutamente obsolete. Meno male che in sedi come questa possiamo raccogliere informazioni aggiornate, vedrò di procurarmi il D&M alla prima occasione, e anche il libro curato dalla Travaini sull'agontano.

Sempre a proposito dell'agontano (grosso da due soldi) vale la datazione tradizionale che pone l'inizio delle coniazioni verso la fine del duecento o va anticipata anche questa?

Ho consultato il libro curato dalla Travaini sull'agontano e , a proposito delle origini, afferma ".....che il prototipo fu emesso ad Ancona, a partire molto probabilmente dal 1290 circa, anche se molti punti, cronologici e non solo, sono in discussione"

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Un bel testo sulla monetazione marchigiana è:

Atti e memorie n. 102 (1997)Monetazione e circolazione monetale nelle Marche: aspetti, confronti con l’esterno, proposte. - Atti della 1° giornata di studi numismatici marchigiani (Ancona, 10 maggio 1997).

Editore: Deputazione di storia patria per le Marche – Ancona 2001

All’interno l’articolo di Andrea Saccocci “La circolazione monetale nel medioevo marchigiano alla luce dei rinvenimenti e delle fonti scritte (secc. IX – XIII)” di cui allego alcune righe:

-" Con la fine del XII secolo anche le Marche entrano nel novero delle regioni produttrici di moneta, grazie all’emissione del denario di Ancona. Esemplari identici a quello di Ancona sono stati prodotti anche dalle zecche di Ravenna (denario arcivescovile) e di Rimini.

Il Castellani ha riportato un documento che già nel 1170 attesta l'esistenza di denari ravennati e anconetani, mentre citazioni di denari ravennati compaiono anche nelle carte del Fiastra nel 1179, ed in quelle di Fonte Avellana nel 1198 e nel 1199.

L’assoluta identità dei pezzi delle tre zecche rende comunque plausibile l’esistenza di una qualche forma di accordo, che però deve essere evidentemente anticipato almeno al 1170.

........

Nel 1249 viene stilato un accordo monetario fra Ravenna ed Ancona. Poiché questo trattato non può riferirsi ai denari delle due zecche, che sono molto più antichi, si è ritenuto, secondo me giustamente, che esso riguardi la comune coniazione di una moneta grossa, che dovrebbe essere individuata nel cosiddetto grosso primitivo di Ancona ed in quello arcivescovile di Ravenna. In effetti l’assoluta identità tipologica e stilistica di questi esemplari con i precedenti denari delle due zecche sembra confermare questa tesi.

.........

Il grosso anconetano o agontano: sulla origine di questa moneta, che in seguito avrà grandissimo successo, sappiamo pochissimo. Da un punto di vista cronologico possiamo soltanto dire che venne introdotto prima del 1290, perché in quel periodo fu probabilmente redatta la lista delle specie monetarie nella famosa “Pratica della Mercatura” del Pergolotti, nella quale il grosso agontano è menzionato." -

Modificato da legionario
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