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La piccola Akragas


caiuspliniussecundus

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Ho appena finito di leggere il libriccino di camilleri "La moneta di Akragas" imperniato sulla figura di un medico collezionsita di monete greche ai primi del 900. Il libro lo consiglio a tutti, è gradevolissimo. La figura del collezionista è resa in maniera magistrale, tutti potremmo immedesimarci, con tutti i suoi difetti, con tutti i pensieri e i rimorsi dei collezionisti. Tra l'altro nel finale ci fa una figura da grandissimo, un vero eroe. ;)

Quello che desidero chiedere a chi si occupa di questa monetazione è qualche delucidazione sull'aureo protagonista del libro , denominato la piccola akragas appunto, un aureo di 1,7 gr.

Non vorrei far la figura del criticone, ma con tutto quel ben di dio che ha prodotto la zecca di agrigento (i decadrammi con le aquile, le emissioni dei maestri incisori, i tetradrammi con il granchio, i didrammi ecc ecc) proprio una monetina da neanche 2 grammi doveva scegliere Camilleri come protagonista del libro???

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Non vorrei far la figura del criticone, ma con tutto quel ben di dio che ha prodotto la zecca di agrigento (i decadrammi con le aquile, le emissioni dei maestri incisori, i tetradrammi con il granchio, i didrammi ecc ecc) proprio una monetina da neanche 2 grammi doveva scegliere Camilleri come protagonista del libro???

Forse perché realmente rarissima e legata ad accadimenti storici di un certo rilievo ?

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Ho comprato proprio stamattina in edicola il libro di Camilleri, un autore che amo molto, e quindi lo debbo ancora leggere.

Vi segnalo un articolo che bene introduce tale romanzo, con la foto di un esemplare in oro di Akragas ora al British Museum.

http://www3.lastampa.it/libri/sezioni/il-libro/articolo/lstp/384853/

Comunque le emissioni auree di Akragas sono due, la prima con SILA/NOS (già illustrata in precedenza), che pesa 1,34 g circa ed è abbastanza comune. Poi segue alcuni anni dopo una emissione di aurei del peso di 1,74 g, che sono rarissimi e sono quelli citati da Camilleri in quanto coniati poco prima della distruzione della città. Il diritto è illustrato nell'articolo di La Stampa citato, mentre il rovescio reca granchio e pesce.

Non ho ancora trovato una decente immagine, ma allego una tratta da un articolo di Boehringer e che riguarda proprio l'esemplare nel British Museum.

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Modificato da acraf
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Ottima discussione, merita il giusto approfondimento.

La moneta credo sia nota in unico esemplare ritenuto autentico ;), quello che è custodito al British Museum di Londra.

Sul recto presenta un'aquila ad ali aperte che stringe negli artigli una lepre, sul verso rivela un granchio e un pesce.

L'immgine sopra postata è corretta.

E' in oro e pesa 1,74 grammi, datata tra il 407 e il 406 a. C. è "l'ultima coniazione di monete auree akragantine prima della distruzione della città da parte dei Cartaginesi e sulla cui esistenza storici e numismatici hanno a lungo dissertato e polemizzato". Chiamata "la piccola Akragas" è la protagonista de libro di Andrea Camilleri, in libreria dal 19 gennaio edito da Skira per la collana narrativa, incentrato sul piccolo tesoro dell'archeologia siciliana.

Sarebbe stata trovata... nel dicembre del 1909, in un campo tra le campagne di Vigata e quelle di Girgenti "che 'na vota, a lu tempu de li greci, era 'na granni citate ed era acchiamata Akragas", da parte di un contadino. Questo la dona al medico condotto di Vigata perché sa della sua passione per le monete antiche e perché anni prima gli aveva salvato la gamba dall'amputazione. Incontrato il professionista a cavallo, durante il suo giro mattutino dei pazienti a domicilio, gli mostra la moneta ritrovata. E il dottore, dall'occhio fine ed esperto, riconosce subito quel piccolo capolavoro di numismatica, "l'unico esemplare conosciuto al mondo dell'ultima coniatura". Per l'emozione, perde l'equilibrio e cade da cavallo.

Da qui Camilleri orchestra una serie di risvolti inaspettati, tra assassini e indagini all'ombra di una moneta d'oro di eccezionale valore che appare per poi scomparire puntualmente. Con l'acuta ironia che rende gustosa la lettura delle sue storie, Camilleri compone dei siparietti di vernacolare realismo siciliano che sanno fare, però, i conti con la storia. E ce lo rivela lo stesso Camilleri, alla fine, puntualizzando dove arriva la realtà documentabile e dove inizia la sua fantasia prorompente. Perché tutte le storie di Camilleri intimamente legate ai tesori della Sicilia partono sempre da un genesi vera. La storia parte da una "cronaca familiare". Un lontano parente, medico e numismatico appassionato, incontrò un giorno un contadino che gli mostrava per fargliene dono una monetina d'oro che aveva trovato zappando la terra. "Il medico - scrive Camilleri nel libro - la riconobbe all'instante, era la favolosa piccola Akragas. Fece per prenderla e rovinò da cavallo spezzandosi una gamba". E sempre secondo la cronaca, rivela Camilleri, "il dottore regalò poi la moneta al Re Vittorio Emanuele III che se ne era interessato, ricevendone in cambio l'onorificenza di Grande Ufficiale". Moneta che poi diventerà un dono diplomatico del Re. Tutto il resto è fantasia, ma, ci tiene a sottolineare Camilleri nella note del libro, "solo dopo che Eileen Romano, avendo fatto delle ricerche, mi aveva assicurato che in qualche modo la storia che avevo sentito raccontare in famiglia poteva non essere pura leggenda".

Tratto da: Una moneta, uno scrittore e l'antichità. L'archeologia secondo Camilleri.

Fonte: La Repubblica.it - Laura Larcan.

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Ho provato a ricavare l'immagine della moneta citta nel libro, avvertendo che è comunque riportata con adeguato ingrandimento sul libro stesso.

E' un vero capolavoro, considerando che l'aureo ha un diamero reale di soli 13 mm! Non è riportato nel catalogo BMC in quanto pervenne ai primi del 900. Non conosco ancora l'esatta storia del ritrovamento e arrivo a Londra. Se qualcuno lo conosce farebbe cosa gradita, altrimenti chiederò al curatore del BM.

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Esistono delle litre d'argento con i medesimi, o simili tipi , del pezzo in oro, di eccezionale valore artistico.

Due, di ttimo livello ne sono passate in aste LEU e NAC negli scorsi anni (una addirittura mi sembra realizzò quasi 30.000CHF !)

Varrebbe la pena verificare se un altro esemplare in oro fosse raccolto nella Pennisi, della quale purtroppo non fu mai fatto un acatalogo, collezione che inoltre subi purtroppo molte vicende. Ma non sarei affatto sprpreso se tale eccezionale raccolta contenesse un altro esemplare di tale particolare emissione.

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A scanso di equivoci legati alle finzioni letterarie dell’ottimo Camilleri, il quale ha ambientato le vicende del medico collezionista al 1909, l’aureo di Akragas a cui fa riferimento il libro è noto in unico esemplare, pervenuto al British Museum nel 1956.

Colgo l’occasione per raccontare la storia che riguarda questo specifico esemplare. Esso era apparso nella nota asta Leu-Hess del 27 marzo 1956, al lotto n. 66 (stima CHF 12.000/15.000) e fu acquistato da Spink per CHF 10.750 (bei tempi!).

Dal momento che il British Museum aveva espresso interesse per questo esemplare, il pezzo fu ceduto nello stesso anno al museo, credo mediante compensazione con altri pezzi doppioni del museo.

Nello stesso catalogo di asta della Leu-Hess esistono altri due eccezionali aurei dello stesso peso (intorno a 1,74 g): uno di Gela (lotto n. 100, con la stessa stima e aggiudicato a un collezionista privato per CHF 10.100) e uno di Siracusa (lotto n. 210, ancora con la stessa stima e aggiudicato a un privato per CHF 10.500).

L’esemplare di Gela è quello poi descritto dal Jenkins nel suo Corpus su questa zecca al n. 490/4 (in tutto 4 esemplari noti).

Ovviamente la comparsa in uno stesso catalogo di asta di ben tre coevi esemplari di uno stesso nominale emessi da tre zecche diverse (due pezzi unici e uno, di Gela, noto in soli altri 3 pezzi) ha attirato l’attenzione di molti studiosi. Il Kraay, evidentemente raccogliendo informazioni che circolavano allora nell’ambiente, ha poi riunito i tre esemplari, tutti di ottima conservazione, come provenienti da un medesimo ripostiglio trovato poco tempo prima (forse nel 1954-1955) in sconosciuta località della Sicilia. Tale ripostiglio è poi stato classificato come IGCH 2094 e ritenuto sotterrato intorno al 405 a.C.

L’aureo di Acragas poi è stato succintamente descritto in un articolo del “The Numismatic Chronicle”, del 1959, a pag. 25-26 e illustrato a tav. V, n. 4.

In realtà esiste un altro aureo di Akragas, con stesso conio del rovescio, ma con diverso conio del diritto, sempre con aquila su lepre. In tale esemplare l’iscrizione è AKRAGAS al posto di AKRAGANTINON. Si tratta di Luynes 846, una collezione che si è formata nel corso dell’800 e poi confluita nella Bibliothéque Nazionale di Parigi. Allego la (modesta) foto:

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Riassumendo:

per l'aureo di Akragas esistono in tutto DUE esemplari, con diverso conio diritto (diversa iscrizione) e identico conio rovescio:

1) BM 1956.0502.1 : peso 1,74 g; diametro 13 mm; orientamento 5h

2) Luynes 846 : peso 1,75 g; diametro 12,5-13 mm; orientamento ? (non riportato)

Non si ha notizia di esemplari presenti nella collezione Pennisi, ma da informazioni pervenutemi dalla Westermark che sta preparando un Corpus su Akragas sembra che esistano solo questi due pezzi.

(continua)

Modificato da acraf
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A questo punto ritengo utile spendere due parole per identificare il nominale dell’aureo di 1,74 g.

Nel catalogo di Leu-Hess del 1956, citato in precedenza, queste monetine d’oro erano state considerate di 30 Litre.

Questo perché tali monete d’oro hanno un peso equivalente a due litre in argento (0,874 g x 2) e con un cambio AV:AR pari a 1:15 se ne ricava facilmente che due litre in oro corrispondevano a 30 litre in argento.

Tuttavia in tempi successivi, nel 1999, Boehringer (su Revue Belge de Numimsmatique) ha fornito una chiave di lettura molto più complessa proprio per queste tardive emissioni in oro, subito prima delle gravi distruzioni operate dai Cartaginesi nel 406-405 a.C..

Per il peso di 1,74 g sono note finora in tutto 4 zecche (Akragas, Gela, Siracusa, e Messana).

Sulla base anche di studi effettuati dalla Bérend sulle monete d’oro di Siracusa emesso poco dopo, sotto l’inizio del regno di Dionisio I, i famosi “ercolini”, il Boehringer si è detto convinto che il cambio AV:AR di 1:15 era troppo alto e doveva essere sceso, anche a causa della guerra, a 1:12.

In maniera molto ingegnosa ha ritenuto che queste emissioni d’oro dovevano essere basate sul cosiddetto “talento siceliota”, che NON va confuso con il classico “talento attico”, equivalente a 60 mine e a 6000 dramme attiche.

Questo talento siceliota, strettamente legato anche alla litra siceliota, era molto più “leggero”e citato già in Polluce e Aristotele (basta consultare H. Mattingly, The “little” talents of Sicily and the West, NC, 1942, p. 14-20). Il talento siceliota valeva 12 nomoi (= tetradrammi) e quindi 240 litre di argento, secondo la seguente tabella predisposta dal Boehringer:

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Osservando attentamente la tabella, che permette anche di stabilire i reciproci rapporti tra oro – argento – bronzo, si ricava facilmente che una moneta d’oro del peso di 1,74 pesa esattamente un decimo del talento d’oro di 17,44 g. Se un talento d’oro, come si evince della tabella, valeva 240 litre, quanto poteva valere, secondo questo schema, una monetina d’oro di 1,74 g.

La risposta è nella proporzione 1:240=0,1:x e quindi il vero valore di tale moneta d’oro era di 24 litre in argento (e non 30 litre come nel catalogo di asta).

Purtroppo la metrologia è una materia piuttosto ostica e non sempre facilmente comprensibile.

In ogni caso si ipotizza che in quel periodo di grande sommovimento politico causato dalla drammatica invasione cartaginese in Sicilia la moneta d’oro veniva “agganciata” al sistema del talento di 12 tetradrammi e quindi espressa in termini sia di frazioni di talento sia di multipli di litre.

Modificato da acraf
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Ringrazio fra casellame per le ottime foto (sono più imbranato con le tecniche).

Per una giusta completezza sui "compagni" dell'aureo di Akragas nel ripostiglio 1956, allego la foto tratta dal catalogo Leu-Hess per Gela (lotto n. 100):

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e per Siracusa, di notevole bellezza (lotto n. 210)

post-7204-0-36844000-1296059954_thumb.jp

Si vede chiaramente come l'arte siceliota ha raggiunto proprio in quei drammatici momenti storici le sue massime vette (oltre che sui decadrammi e tetradrammi e altri nominali ancora)

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Mi dimenticavo, nella scheda che si vede aprendo il link del British Museum si legge che il precedente proprietario della monetina d'oro era Lloyd. Si tratta di un errore dal momento che il noto collezionista inglese era morto nel 1936.

Non vorrei, maliziosamente, che tale errore sia stato un modo per "cautelare" allora il museo da eventuali rivendicazioni dello stato italiano.....

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Sono alla ricerca delle immagini della BNF ma ho trovato "solo" queste monete per Akragas... alcune mi sembrano d'oro, ma poi la scheda dice argento... boh...

BNF

Nella mia ricerca mi sono anche imbattuto su google books in questo passaggio sul libro La monetazione di Messana di Maria Caccamo Caltabiano

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Ringrazio fra casellame per le ottime foto (sono più imbranato con le tecniche).

Senza il tuo aiuto MAI sarei riuscito a trovare le foto sul sito del BM, dopo due gg a cercare con tutte le possibili parole chiave avevo rinunciato. Senza il magico codice (che però va cambiato in 1956,0502.1 anziché 1956.0502.1è ostico trovare le cose nel loro db...

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Ti ringrazio di cuore e scusami per la confusione tra punto e virgola.

Questo è solo un piccolo esempio di come uno scambio di informazioni permette di agevolare le ricerche anche da parte di altri (non sempre ci riesco io).

Purtroppo per le immagini dell'esemplare De Luynes 846 credo che al momento esistano solo sul vecchio catalogo della collezione De Luynes, ristampato da Forni. Manca ancora l'edizione del volume del Sylloge Nummorum Graecorum di Parigi dedicato alla Sicilia (è disponibile quello per l'inizio dell'Italia). Per avere una foto digitale da Parigi bisogna fare richiesta al suo dipartimento fotografico e si paga (e neanche tanto poco).

La pagina della Caltabiano che hai molto opportunamente indicato esprime ancora la classica ipotesi del cambio di 1:15 (al massimo sceso a 1:13). Sicuramente questa ipotesi ha il pregio di essere più facile da comprendere e offre un cambio a cifre "rotonde" con le litre (in questo caso a 30 litre).

Tuttavia non c'è ancora certezza e l'ipotesi di Boehringer è molto coraggiosa, ma sembra non bene accetta dalle altre scuole numismatiche. C'è ancora abbastanza da discutere su questo punto..... Bisognerebbe riprendere TUTTA la monetazione aurea del V secolo a.C. e sistemarla, come ha fatto Boehringer, sia in termini di successione cronologica sia in base al peso che ovviamente, trattandosi di monete d'oro, esprimevano una valuta reale e non fiduciaria (come nel caso del bronzo), ma è un discorso molto complesso.

Per "alleggerire" un pò l'argomento, sapete dirmi che pesce è raffigurato nell'aureo di Akragas?

Secondo me è la nota cernia, abbondante anche nel mare antistante Akragas. Il suo nome scientifico è Epinephelus guaza. Ecco una immagine:

post-7204-0-15966000-1296062733_thumb.jp

Se qualcuno riesce a riconoscere qualche altra specie, che ovviamente deve abitare i mari siciliani (e non ad esempio nell'oceano Pacifico o nei mari tropicali!) è benvenuto.

Modificato da acraf
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Ti ringrazio di cuore e scusami per la confusione tra punto e virgola.

Questo è solo un piccolo esempio di come uno scambio di informazioni permette di agevolare le ricerche anche da parte di altri (non sempre ci riesco io).

Purtroppo per le immagini dell'esemplare De Luynes 846 credo che al momento esistano solo sul vecchio catalogo della collezione De Luynes, ristampato da Forni. Manca ancora l'edizione del volume del Sylloge Nummorum Graecorum di Parigi dedicato alla Sicilia (è disponibile quello per l'inizio dell'Italia). Per avere una foto digitale da Parigi bisogna fare richiesta al suo dipartimento fotografico e si paga (e neanche tanto poco).

Non ti devi scusare, sono loro che dovrebbero rendere più facili le ricerche :D

So che chiedono parecchi soldi, ma potrei inviare una requete giusto per curiosità.

PS: sono d'accordo sulla cernia

cernia.jpg

http://www.afyacht.com/pesce_mediterraneo.asp?Chiave=5

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Per le richieste a Parigi dovresti chiedere alla curatrice attualmente responsabile, che è:

Ms Frédérique Duyrat

Conservatrice chargée des monnaies grecques

Département des Monnaies, Médailles et Antiques

Bibliothèque nationale de France

5, rue Vivienne

F-75084 Paris Cedex 02

Tél. +33 1 53 79 81 29

Il suo indirizzo email è:

[email protected]

E' preferibile scrivere in francese o inglese e si richiede la foto digitale a colori specificando gli estremi (Akragas - collection De Luynes 846) e che è per studio personale.

Modificato da acraf
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E' preferibile scrivere in francese o inglese e si richiede la foto digitale a colori specificando gli estremi (Akragas - collection De Luynes 846) e che è per studio personale.

D'accord, je vais ecrire en français. Merci l'ami :) on verra ce que ça donne

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Complimenti ad Acraf (onniscente) ed a Fracrasellame (competente).

Ragazzi! Non è una CLASSIFICA!

Aggiungo da par mio la trota...ehm! Volevo dire la cernia...:D

post-11590-0-17550500-1296098349_thumb.j

Anche se dei mari tropicali...sempre cernia è!

Aggiungo anche codesta ruzzichetta.

post-11590-0-68337700-1296098191_thumb.j

:lol:

post-11590-0-57086800-1296097413_thumb.j

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La foto da me postata fa parte del mio archivio. Le foto costano infinitamente meno delle monete, anche quando le devi pagare a chi ne detiene i diritti. Così colleziono foto...e posso averne tante!:D

Spesso mi vengono inviate, su richiesta, da appassionati o commercianti esteri, per lo più d'oltralpe.

Nello specifico mi venne riferito un peso di circa gr. 1,15 che non quadrerebbe con il peso del dilitron riferitoci da Acraf.

E' vero che quello è oro e questo è argento, ma la cosa non dovrebbe fare sostanziale differenza nella metrologia.

A mio sommesso e personale avviso il peso della moneta in argento sopra postata è da riferire alle frazioni argentee agrigentine.

Al riguardo rammento che, mediamente, gli aquilotti (spesso su capitello ionico) pesano intorno ai 0,55/0,60 grammi, almeno per la mia modesta esperienza. Se ne deduce che non litre sono...ma oboletti! Direbbe un siciliano Doc.:)

Ma mentre, chessò...Siracusa? Ecco Siracusa, ma anche Gela o leontini, hanno coniato entrambe le frazioni: oboli e litre (si pensi rispettivamente alle testine con la ruota al rovescio...ed ai profili di Arethusa con il polipo...) Akragas ha coniato gli aquilotti su capitello, appunto oboli.

Il peso di 1,15 grammi della moneta con granchio e cernia (?) in argento è coerente per il peso con tali mikrà su capitello. Quindi si tratterebbe di un diobolo.

Perchè quindi il dilitron in oro ad Akragas...e non il peso del diobolo?

Per aumentare il potere d'acquisto? Per darne una invece di due in pagamento?

Màh!?

Il mistero della piccola Akragas si infittisce...e io non voglio nemmeno permettermi, attesa la mia veste di modesto appassionato, di investigare oltre...chissà che potrebbe venir fuori.

:)

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