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Gordiano III


Illyricum65

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Ciao,

continuo la serie monografica sugli Imperatori Romani della crisi del III secolo, iniziata con la discussione “Imperatori Militari”, proponendo la biografia di Gordiano III. Un tema abbastanza noto che spero darà la possibilità ai più di intervenire ed integrare quanto esposto. ;)

GORDIANO III

Marcus Antonius Gordianus Pius

Marco Antonio Gordiano Pio, meglio noto come Gordiano III (latino: Marcus Antonius Gordianus Pius; Roma, 20 gennaio 225 – Circesium, 11 febbraio 244), fu imperatore romano dal 238 alla sua morte, avvenuta durante una campagna militare in Oriente contro i Sasanidi. Gordiano era figlio di Antonia Gordiana, figlia di Gordiano I e sorella di Gordiano II, e di un uomo di rango senatoriale; il nome di suo padre è sconosciuto, avendo Gordiano assunto quello del nonno nel 238.

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Abbiamo già visto la confusa situazione politica nel 238 nella già citata discussione “Imperatori Militari” sotto la voce “Massimino il Trace” ma per riprendere il filo narrativo faccio un breve riepilogo.

- Massimino Trace viene acclamato imperatore, malgrado la forte opposizione del Senato e l'ostilità della popolazione (235)

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- nel 238 si ribellano nella provincia d'Africa Gordiano I e Gordiano II (rispettivamente nonno e zio di Gordiano III),

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i quali furono riconosciuti co-imperatori dal Senato. La loro azione viene repressa in meno di un mese da Capeliano, governatore della Numidia e fedele seguace di Massimino. I due co-imperatori perdono la vita.

- Massimino è in procinto di marciare su Roma ed il senato elegge co-imperatori Pupieno e Balbino.

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Questi senatori non sono personaggi popolari e la popolazione di Roma, ancora scioccata dalla fine dei due Gordiano, pretende che il figlio tredicenne di Antonia Gordiana prenda il nome del nonno, Marco Antonio Gordiano e che sia nominato cesare.

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- Massimino viene ucciso durante l’assedio di Aquileia dai sui stessi legionari.

- Il regno di Pupieno e Balbino è minato fin dall'inizio da ribellioni popolari, dal malcontento nelle legioni ed anche da un enorme incendio che divora Roma nel giugno del 238.

- Il 29 luglio Pupieno e Balbino sono uccisi dai pretoriani e Gordiano, giovanissimo, è proclamato imperatore, riconosciuto anche dal Senato. Pupieno e Balbino vengono colpiti dalla damnatio memoriae; le famiglie senatorie che erano state al potere sotto la dinastia dei Severi mantengono i propri posti e detengono il potere effettivo, controllando il giovanissimo imperatore.

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Gordian III. As Caesar, AD 238. Æ Sestertius (29mm, 19.02 g, 12h). Rome mint. M ANT GORDIANVS CAES, bare headed and draped bust right / PIETAS AVGG, S C in exergue, emblems of the pontificate: lituus, secespita, patera, guttus, simpulum, and aspergillum. RIC IV 3; Banti 59; BMCRE 64-6 (Balbinus and Pupienus). Good VF, dark gray-brown patina, minor die shift. Wonderful surfaces.

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Imitazione barbarica di aureo di Gordiano III

Nel 240 Gordiano subisce l'usurpazione del proconsole Sabiniano in Africa: a differenza della rivolta di Gordiano I e Gordiano II, Sabiniano non ha il sostegno delle altre province, e la sua rivolta viene sedata rapidamente.

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Tra la fine del 240 e l'inizio del 241 l'imperatore nomina Gaio Fulvio Sabinio Aquila Timesiteo (Gaius Furius Sabinius Aquila Timesitheus) prefetto del pretorio, sposandone la figlia Furia Sabina Tranquillina nell'estate 241.

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Timesiteo, che aveva già dimostrato le proprie capacità nelle amministrazioni di diverse province, è uno dei più colti personaggi del tempo, che il Senato onora con il titolo di protettore della Repubblica. Come capo dei pretoriani e suocero dell'imperatore, Timesiteo rapidamente diventa di fatto il vero arbitro dell'impero romano.

L’emissione di una serie di denarii celebra il matrimonio tra Gordiano III e Sabina Tranquillina:

DIANA LVCIFERA

FELICITAS PVBLICA (non trovato sul web!)

SALVS AVGVST

PIETAS AVGVSTI

SECVRITAS PVBLICA

VENVS VICTRIX

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Silver denarius, RIC IV 127, RSC IV 69, choice gVF, Rome mint, 3.097g, 20.2mm, 45°, 241 A.D.; obverse IMP GORDIANVS PIVS FEL AVG, laureate, draped and cuirassed bust right, from behind; reverse DIANA LVCIFERA, Diana standing right, lit long transverse torch in both hands.

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Gordian III, 29 July 238 - 25 February 244 A.D.

Silver denarius, RIC IV 129A, RSC IV 325, aEF, Rome mint, 2.834g, 22.0mm, 180°, 241 A.D.; obverse IMP GORDIANVS PIVS FEL AVG, laureate, draped and cuirassed bust right, from behind; reverse SALVS AVGVSTI, Salus standing right, feeding snake held in both hands.

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Gordian III, 238-244 AD

Denarius (Silver) 241 AD, Rome. IMP GORDIANVS PIVS FEL AVG Laureate, draped and cuirassed bust right / PIETAS AVGVSTI, Pietas. Coh. 186; RIC 129. 3.23 g.

Choice uncirculated with nice toning

Special issue to commemorate the marriage of Gordian III and Sabina Tranquillina.

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Gordian III, 29 July 238 - 25 February 244 A.D.

15346. Silver denarius, RIC IV 130, RSC IV 340, choice EF, Rome mint, 3.484g, 20.4mm, 0°, 241 A.D.; obverse IMP GORDIANVS PIVS FEL AVG, laureate, draped and cuirassed bust right, from behind; reverse SECVRITAS PVBLICA, Securitas seated left, scepter in right, propping head with left; near full circle strike on both obverse and reverse, Securitas' head struck flat.

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Gordian III. AD 238-244. AR Denarius (20mm, 3.22 g). Rome mint. IMP GORDIANVS PIVS FEL AVG Laureate, draped and cuirassed bust right / VENVS VICTRIX, Venus standing left, holding helmet and sceptre. RIC IV 131; RSC 347. EF, lustrous.

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Ci sono anche emissioni in onore di Tranquillina: scarse numericamente quelle imperiali, più frequenti quelle bronzee provinciali, dove spesso compare assieme al marito.

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Tranquillina, wife of Gordian III

d=22 mm

Denarius 241, AR 3.00 g. SABINIA TRANQVILLINA AVG Diademed and draped bust r. Rev. CONCORDIA AVGG Concordia seated l. on high-backed throne, holding patera and double cornucopiae. RIC 252. C –, cf. 1 (antoninianus). Delbrueck p. 74.

Extremely rare and probably the finest of very few specimens known.

Toned and virtually as struck and almost Fdc

Si tratta comunque di emissioni abbastanza rare, confrontate con altre "first ladies"; sono costituite da nominali in argento e bronzo, mancano oro e medaglioni.

Probabilmente i festeggiamenti per il matrimonio (maggio 241) furono interrotti dalla preparazione della partenza di Gordiano III, Tranquillina e Timesiteo per il fronte orientale contro Shapur.

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THRACE, Anchialus. Gordian III and Tranquillina. 238-244 AD. Æ 27mm (15.97 gm). Laureate and draped bust of Gordian III vis à vis diademed and draped bust of Tranquillina / Athena seated left on shield, holding Nike and spear. Cf. Pick, AMNG pg. 285, 662; BMC Thrace, etc. -. VF, green patina // Lot also includes: MOESIA INFERIOR, Marcianopolis. Gordian III and

Tranquillina. Æ 27mm (12.57 gm). Laureate and draped bust of Gordian III vis à vis diademed and draped bust of Tranquillina / Tyche standing within tetrastyle temple. Pick, AMNG 1192; BMC Thrace, etc. -. VF, green patina, porous.

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Nel III secolo, le frontiere romane erano sottoposte alla pressione delle tribù germaniche lungo il Reno ed il Danubio. I Sasanidi aumentarono ugualmente i loro attacchi lungo il confine dell'Eufrate, avendo come obiettivo la riconquista della Mesopotamia settentrionale.l casus belli fu la costante rivendicazione, da parte dei Sasanidi che si consideravano discendenti dei Persiani, del possesso di tutto l'impero degli Achemenidi, ivi compresi i territori, ora romani, dell'Asia Minore e del Vicino Oriente, fino al mare Egeo, avendo però fallito nel corso della prima invasione del 229-232.

« [Ardashir] Credendo che l'intero continente di fronte all'Europa, separato dal Mar Egeo e dalla Propontide, e la regione chiamata Asia gli appartenessero per diritto divino, egli intendeva recuperarlo per l'Impero persiano. Egli dichiarò che tutti i paesi della zona, tra Ionia e Caria, erano stati governati da satrapi persiani, a partire da Ciro il Grande, che per primo trasferì il regno dalla Media ai Persiani, fino a Dario III, l'ultimo dei sovrani persiani, il cui regno fu distrutto da Alessandro il Grande. Così secondo lui era giusto restaurare e riunire per i Persiani, il regno che avevano precedentemente posseduto. »

(Erodiano, Storia dell'impero dopo Marco Aurelio , VI, 2.2-3.)

Negli anni 239-241, infatti, il sovrano sasanide Ardashir I, insieme al figlio Sapore I, invase la regione, assediando inutilmente Dura Europos ma forse non Antiochia in Siria (239), conquistando e distruggendo la città di Hatra, alleata dei Romani (nel 240), ed infine occupando alcune città della provincia romana di Mesopotamia, Nisibis e Carre.

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Mappa Dura Europos

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Mappa Hatra e regione

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Elenco delle legioni e delle loro rispettive fortezze nell'area orientale:

Legio XV Apollinaris, Satala

Legio XII Fulminata, Melitene

Legio III Parthica, Nisibis

Legio I Parthica, Singara

Legio IV Scythica, Zeugma

Legio XVI Flavia Firma, Sura vexill

Legio II Parthica, Apamea sull'Oronte

Legio III Gallica, Danaba

Legio X Fretensis, Aelia Capitolina

Legio VI Ferrata, Caparcotna

Legio III Cyrenaica, Bostra

A queste legioni, già presenti sul fronte orientale, se ne aggiungevano altre provenienti dal Danubio e da altre regioni occidentali come:

• la I Adiutrix, I Parthica, II Parthica? (o era già presente sul fronte orientale, ad Apamea), III Cyrenaica, III Gallica, III Parthica, IV Italica, IV Scythica, VI Ferrata, X Fretensis, XII Fulminata, XV Apollinaris e XVI Flavia Firma,;

oltre ad alcune vexillationes provenienti da altri fronti come:

• la I Italica, I Minervia, II Adiutrix, II Italica (?), III Italica, Legio IV Flavia Felix, Legio V Macedonica, VII Claudia Pia Fidelis, VIII Augusta, Legio X Gemina, XI Claudia Pia Fidelis, Legio XIIII Gemina e XXII Primigenia e XXX Ulpia Traiana Victrix.

Il totale delle forze messe in campo dall'Impero romano lungo l'intero limes orientale, potrebbe essere stato attorno ai 150/170.000 armati romani coinvolti o forse più (significa considerare che buona parte di queste rimasero a difendere i confini imperiali (almeno la metà, pari a 85.000 armati), mentre la restante parte (l'altra metà), potrebbe aver costituito l'armata di "invasione"), certamente un'armata immensa, di cui la metà era costituita da legionari, la restante da ausiliari.

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ANNO 242: Gordiano III fa aprire, per l'ultima volta della storia, le porte del tempio di Giano e marcia personalmente verso Oriente, con il comando effettivo della campagna affidato al suocero Timesiteo e all'altro prefetto del pretorio, Gaio Giulio Prisco. Alla spedizione partecipa anche il filosofo Plotino.

ANNO 243: Giunto ad Antiochia (forse sul finire dell'anno precedente), che sembra riconquista dopo essere caduta in mano a Sapore I, passa l'Eufrate, sconfiggendo ripetutamente i Persiani, strappando loro Carre, Nisibis, e Singara (tanto che tutte e tre queste città tornarono a battere moneta romana), e sconfiggendoli poi nella battaglia di Resena. Lo stesso imperatore, tornato a svernare nella provincia romana di Siria, stava progettando una nuova campagna per l'anno successivo, con la quale avrebbe dovuto raggiungere ed occupare la capitale nemica, Ctesifonte, quando Timesiteo morì, sembra di malattia. Senza l'esperienza militare ed il carisma del suocero, la campagna in territorio sasanide e la sicurezza stessa dell'imperatore erano ora a rischio. Il prefetto Prisco convinse Gordiano a nominare suo fratello Marco Giulio Filippo (meglio noto come Filippo l'Arabo) nuovo prefetto del pretorio in sostituzione di Timesiteo. Durante l'autunno e l'inizio dell'inverno di questo stesso anno, le truppe romane avanzarono lungo l'Eufrate. Questo il racconto di Zosimo, di sicuro non favorevole a Filippo l'arabo:

« Di origine araba [Filippo], pessimo popolo, ed elevato dalla fortuna iniziando da una condizione non elevata, appena assunse la carica [di prefetto del pretorio], fu preso dall'ambizione di accedere al trono imperiale. Ottenne pertanto il favore dei soldati propensi alla rivolta e quando vide che il vettovagliamento destinato all'esercito erano sufficienti, mentre l'Imperatore [Gordiano] si trovava ancora con le truppe a Carre e Nisibis, ordinò alle navi della flotta, che portavano i rifornimenti ai soldati di avanzare verso l'interno, affinché l'esercito oppresso dalla fame e della mancanza di viveri arrivasse a maturare una ribellione »

(Zosimo, Storia nuova, I, 18.3.)

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MESOPOTAMIA, Singara. Gordian III & Tranquillina. 241-244 AD. Æ 31mm (23.56 gm, 12h). confronted busts of Gordian on left, laureate, draped and cuirassed, and Tranquillina on right, draped and wearing stephane / Tyche seated left on rock, holding branch; the centaur Sagittarius above to left, discharging arrow, river god swimming left below. BMC Mesopotamia pg. 135, 13; SNG Copenhagen 257; Lindgren & Kovacs 2627. Good VF, olive green and red-brown patina.

Modificato da Illyricum65
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Tra il 243 e il 244 Gordiano emette dei medaglioni con temi bellici.

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GORDIANUS III (238-244) , bi-metallic-Medallion, 40.45 g. Rome, 238.

Obv.: IMP GORDIANVS PIVS FELIX AVG Laureate, cuirassed bust of Gordian III r.

Rev.: ADLOCVTIO AVGSTI Emperor r., on platform before troops.

Gnecchi -; BMC -; Bibliotheque Nationale -; Cf. Waldeck Collection ANS pl. XLV, 2 (this revers die).

RRRR

Good extremely fine, second known example.

Indicata da A. Tkalec AG come data dell’emissione il 238 d.C., mi permetto di segnalare come quest’ultima viene smentita dalla legenda all’obverso, utilizzata a Roma a partire dal 240 sino al 244, come si evince dallo schema seguente:

ZECCA DI ROMA

Aprile-giugno 238 MANTGORDIANVSCAES

238-240 IMP CAES M ANT GORDIANVS AVG

240 IMP CAES GORDIANVS PIVS AVG

240-244 IMP GORDIANVS PIVS FEL(IX) AVG

ZECCA DI ANTIOCHIA

238-239 IMP CAES M ANT GORDIANVS AVG

242-243 IMP GORDIANVS PIVS FEL AVG

Inoltre il tema “ADLOCVTIO”, ovvero l’arringa alle truppe schierate personalmente la vedo più collegata all’occasione della partenza verso l’Oriente.

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AR Medallion, 25,06 g.

Obverse: IMP GORDIANVS PIVS FEL AVG; Bust of Gordian r.

Reverse: AEQVITAS AVGVSTI; The three monetae, cornuacopiae, scales, altars. Gnecchi pl. 23, 11. C. 31.

Extremely rare.

Proveniance: Leu sale 33, 123.

Extremely fine

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Unlisted - Dritto: IMPGORDIANVSPIVSFELIXAVG - Capo coronato d'alloro, drappeggio e corazza con busto rivolto a sinistra, con in mano Vittoria e scettro.

Verso: MVNIFICENTIAGORDIANIAVG - Toro combatte con un elefante all'interno del colosseo, visto dall'alto.; Colosso di Nero e Meta Sudan in ambo i lati. 243 (Roma).

Cf. Gnecchi pg. 89, 22 and Tav. 104, 5 (laureate and draped bust left, holding spear forward and shield decorated with emperor riding left on horseback, preceded by soldier and followed by Victory holding wreath); cf. Gnecchi pg. 88, 11 and Tav. 103, 6 (Adlocutio Cohortium); cf. Gnecchi pg. 83, 29 and Tav. 100, 5 (Severus Alexander); cf. Cohen 165 (laureate and draped bust left, holding spear forward and shield decorated with emperor riding left on horseback, preceded by soldier and followed by Victory holding wreath); cf. Pink "The Bronze Medallions of Gordianus III," in NumChron 1931, 31 (type dated 244 AD). VF, dark olive surfaces, some smoothing. An apparently unique and unpublished variety. [see color enlargement on plate 16] ($20,000)

The exact date for the issue of this medallion is problematic, but based on the military connotations of the obverse and reverse types, it certainly relates to his Persian war of 242-4 AD.

Pink's date of 244 for this medallion is based on a similar type dated to Gordian's TR P VII (Pink, in NumChron 1931, 29). As Gordian's seventh tribunician year would have begun on 10 December 243 AD, however, it is unlikely he would have had the time to return to Rome to celebrate any event for issuing this medallion before his death in February 244 AD. More likely, Gordian returned home following the death of Timesitheus early in 243 AD, whereupon he would have had the opportunity to hold celebrations at the Colusseum for his recent achievements, and look forward to continued success in the next phase of his campaigns.

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Unlisted RIC, Gnecchi 58 - Dritto: IMPGORDIANVSPIVSFELIXAVG - Capo coronato d'alloro, corazza busto rivolto a sinistra con lancia di traverso e scudo sopra spalla sinistra. Lo scudo è decorato con un cavallerizzo ceh trafige e fa cadere un nemico; prima di lui, Vittoria in volo verso sinistra, dietro un soldato in piedi rivolto a sinistra.

Verso: VIRTVSAVGVSTI - Gordiano in piedi a destra rivolto a sinistra riceve un globo da Sol e viene incoronato da una Vittoria posta dietro di lui, nel campo a sinistra un soldato con lancia e vessillo. Sullo sfondo un giovane in piedi posto frontalmente, tre stendardi e due prigionieri seduti a terra uno fronte all'altro. 244 (Roma).

...This piece was struck within months of Gordian’s murder early in 244, and the occasion of its issue is the success of his campaign against the Sasanians, in which he scored significant victories over Shapur’s army in 243. On this piece the sungod Sol, representing of the Orient, is shown handing Gordian a globe representing the world, both terrestrial and celestial.

On a medallion from the same issue inscribed PAX AETERNA, Sol is shown driving a frontal chariot beside Gordian, who, crowned by Victory, makes sacrifice to Sol before the reclining figures of the Tigris and Euphrates. The date of this medallion is supported not only by its historical context, but also by Gordian’s mature and forceful portrait (a far cry from the innocent, boyish portraits of his earlier years), and the obverse inscription, which includes PIVS and FELIX, and thus places it in the last phase of his reign. The propaganda value of this medallion is as clear today as it must have been in 243 and 244. Its tenor is entirely militant – from the armored bust of Gordian on the obverse to his armored figure on the reverse, crowned by Virtus. The soldier, vexillum, three signa and two seated captives round out the composition

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Unlisted RIC, Gnecchi 24 - Dritto: IMPGORDIANVSPIVSFELIXAVG - Capo coronato d'alloro, corazza busto rivolto a sinistra, con lancia sopra spalla destra, scudo, decorated con Gordian on horseback, on left arm.

Verso: PAXAETERNA - Gordiano in piedi a destra rivolto a sinistra facendo un sacrificio su una patera posta sopra un altare acceso. Nike in piedi dietro mettendo una ghirlanda sulla sua testa; sullo sfondo, Sole conduce una quadriga frontalmente, stendardo dietro; sotto, Trigris e Euphrates sdraiati.

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Unlisted RIC, Gnecchi 35 - Dritto: IMPGORDIANVSPIVSFELIXAVG - Capo coronato d'alloro, corazza busto rivolto a destra con lancia sopra spalla sinistra.

Verso: PONTIFEXMAXTRPIIII Exe: COSIIPP - Imperatore su quadriga.

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ANNO 244: Le fonti persiane riportano che, all'inizio dell'anno, Persiani e Romani si scontrarono nella battaglia di Mesiche (l'odierna Falluja o Al-Anbar, a 40 km ad ovest di Bagdad), conclusasi con una pesante sconfitta dei Romani, in seguito alla quale Sapore I, cambiò il nome della città in Peroz-Shapur ("Sapore vittorioso") e celebrò la vittoria con un'iscrizione a Naqsh-i-Rustam in cui affermava di aver ucciso Gordiano.

Le fonti romane, invece, non menzionano la battaglia e suggeriscono che Gordiano sia morto nei pressi di Circesium, ad oltre 300 km a nord di Peroz-Shapur, sospettando che sia stato ucciso dal prefetto del pretorio (il quale secondo Zosimo aveva sobillato le truppe esauste ed affamate ), Filippo, che gli succedette sul trono. La scritta del cenotafio di Circesium era secondo la Historia Augusta scritta in greco, latino, persiano, ebraico ed egiziano, in modo che tutti potessero leggere:

« Il divo Gordiano, vincitore dei Persiani, vincitore dei Goti, conquistatore dei Sarmati, che respinse gli ammutinamenti a Roma, vincitore dei Germani, ma non vincitore di Filippi". »

(Historia Augusta, Gordiani tres, 34, 3.)

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Rilievo sasanide a Bishapur, raffigurante il trionfo di Sapore I (a cavallo) sugli imperatori romani Gordiano III (calpestato dal cavallo), Filippo l'Arabo (tenuto da Sapore) e Valeriano (in ginocchio davanti a Sapore)

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Un'altra versione ipotizza che Gordiano sia morto sulla strada del ritorno nei pressi di Circesium, dopo una battaglia combattuta contro i Persiani (Mesiche?), a causa di una ferita riportata per una caduta da cavallo. Identica sorte era accaduta oltre due secoli prima, al figliastro di Augusto, Druso maggiore, il quale morì in Germania per identica caduta da cavallo e successiva cancrena della gamba rimasta ferita. Anche in questo caso fu eretto un cenotafio (a Mogontiacum) in ricordo delle imprese militari del generale romano. La possibilità, pertanto, che Gordiano sia morto in conseguenza della battaglia di Mesiche, per una ferita riportata in seguito ad una caduta da cavallo, non va esclusa. La morte dell'imperatore non negherebbe, pertanto, né la versione romana che presentò la campagna militare, come vittoriosa, né quella sasanide che vide nella morte di Gordiano, una conseguenza della battaglia, e quindi la ritirata romana dai territori persiani della Mesopotamia centro-meridionale. In effetti, i Sasanidi non conquistarono altre città, oltre ad Hatra, e Sapore non intraprese ulteriori iniziative militari per i successivi otto anni, fino al 252. Si tornò in sostanza alla situazione antecendente alla guerra scatenata nel 239-241.

La morte improvvisa dell'Imperatore Gordiano, non sappiamo se in battaglia o per mano del suo successore, il prefetto del Pretorio, Filippo l'Arabo, determinarono il ritiro delle armate romane, una pace giudicata da Zosimo disonorevole e probabilmente la perdita di parte della Mesopotamia e dell'Armenia, sebbene Filippo si sentisse autorizzato a fregiarsi del titolo di Persicus maximus. Le Res Gestae Divi Saporis, primo documento non "di parte" romana, raccontano:

« Il Cesare Gordiano fu ucciso e le armate romane furono distrutte. I Romani allora fecero Cesare un certo Filippo. Allora il Cesare Filippo venne da noi per trattare i termini della pace, e per riscattare la vita dei prigionieri, dandoci 500.000 denari, e divenne così nostro tributario. Per questo motivo abbiamo rinominato la località di Mesiche, Peroz - Shapur (ovvero "Vittoria di Sapore") »

(Res Gestae Divi Saporis, righe 8-9.)

L'Oriente romano fu, quindi, affidato da Filippo al fratello, Gaio Giulio Prisco, nominato Rector Orientis, mentre la linea difensiva in Mesopotamia/Osroene era riorganizzata attorno alle città/roccaforti di Nisibis, Circesium e Resaina. Vi è da aggiungere che l'alterna fase dell'anarchia militare in cui per circa un cinquantennio versò l'Impero romano, determinarono non pochi vantaggi a favore del nascente Impero sasanide, che non si lasciò sfuggire l'occasione di sorprendenti rivincite, fino ad occupare la stessa Antiochia di Siria nel 252 e nel 260.

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Beh, questa è la biografia di Gordiano III. Ora vi chiederete “E le monete?” Volutamente ho trattato solo una piccola parte della monetazione imperiale, assieme ai medaglioni bronzei ed a qualche provinciale, per lasciare modo di spazio per interventi e integrazioni: chi non ha un Gordiano III? Questa considerazione stimola un altro interrogativo: perché un imperatore che regnò per 5 anni, nemmeno troppo importante da un punto di vista storico, ci ha lasciato un’eredità così ampia di reperti numismatici? Ho recuperato una datata discussione del Forum

dal titolo emblematico: “Ma quante monete ha coniato Gordiano III ?”e che da alcune possibili risposte al quesito:

caiuspliniussecundus

Inviata il 29 aprile 2006 - 13:56

"Credo che qualche spiegazione ci possa essere

1. Per Alessandro Severo vale il lungo periodo di regno e l'aumento dei volumi delle coniazioni. Infatti già con Settimio Severo gli stipendi dei legionari erano molto aumentati e questo richiedeva una maggiore attività della zecca.

2. Con l'avvento dell'antoniniano, avvenuto con Gordiano, probabilmente avvenne una feroce applicazione della legge di Gersham, quella legge economica che dice che la moneta cattiva scaccia quella buona. la cattiva ovviamente erano i nuovi antoniniani, per i quali lo stato chiedeva 2 denari. Mentre il contenuto di fino era solo di un denario. Questo comportò la scomparsa dei denari degli imperatori precedenti dal circolante. I denari finirono in ripostigli e depositi privati (o fusi). Dato che il circolante in quel periodo era composto in gran parte da denari di Alessandro Severo, questo spiega come mai siano oggi così frequenti, come anche quelli di Settimio, Commodo Caracalla, monete veramente molto comuni che non è raro trovare FDC o SPL, a significare che avevano circolato punto o affatto prima del loro interramento.

3. La frequenza delle monete di Gordiano si spiega nel tentativo della zecca di colmare i vuoi di circolante provocati da questi sconquassi.

4. a partire dal 250 inizia un periodo di invasioni (Goti e Parti) che portarono al parziale temporaneo smembramento dell'Impero. Come sempre in questi casi le persone interrano i loro averi e questo permette ai posteri di ricuperarli e di gioirne. Pertanto le monete di quel periodo sono frequenti."

Ricollegandomi al discorso “tesaurizzazione” di cui sopra, vi rimando alla discussione “British Hoards” alla voce “Dorchester 1 hoard” che conta quasi 9000 monete di Gordiano III (sulle 22.000 totali).

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Vi segnalo un link relativo alle imitazioni di monete di Gordiano III:

http://esty.ancients.info/imit/imitgordian.html

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Prima di salutarvi e ringraziarvi per l’attenzione volevo solo segnalarvi una curiosità, ovvero il parallelismo tra le figure di Tutankhamon e Gordiano III:

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- entrambi regnanti “bambini”

- entrambi elevati al potere non per diretta discendenza dal regnante precedente

- entrambi affiancati nel governo dell’Impero da altre personalità o gruppi di potere (la casta sacerdotale di Amon e il trio Ay, Horemhab e Maya il primo, il Senato e in seguito il suocero il secondo)

- entrambi giovani sposi

- entrambi destinati ad una morte prematura dopo pochi anni di regno

- entrambi noti ai più non tanto per le gesta storiche bensì per il favoloso tesoro tombale l’egizio, per le abbondanti emissioni monetali il romano.

Dopo 1500 anni due storie alquanto simili, si direbbe quasi una il plagio dell’altro da parte di uno storico a corto di idee… E poi c’è chi nega che la Storia sia costituita da corsi e ricorsi!

Ciao

Illyricum

:D

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Bella monografia, altra opera monumentale!

Volevo solo aggiungere qualcosina riguardo a Timesiteo, che dai ranghi dell'esercito era passato al grado di centurione e successivamente all'ordine dei cavalieri. Mentre gli imperatori si succedevano l'uno all'altro, aveva occupato tutta una serie di posti amministrativi, riuscendo a passare indenne attraverso le molte tempeste che avevano accompagnato i vari mutamenti.

La Storia Augusta lo chiama "Misitheos", spregiatore degli dei, ma inventa un'iscrizione in cui lo stesso è detto"padre dell'imperatore e protettore dell'impero"; è una fortuna che Gordiano III, ancora nella minore età, avesse messo il governo nelle mani di un uomo così capace, perchè fu durante il suo regno che per la prima volta divenne evidente tutta la gravità dei problemi che gli eserciti persiani, da allora in poi, avrebbero imposto ai romani.

Ciao, Exergus

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DE GREGE EPICURI

Ottima idea una illustrazione così completa di Gordiano 3°, anche dal punto di vista numismatico. Fra i collezionisti infatti questo imperatore è molto popolare (più che fra gli storici!): che di noi, all'inizio della raccolta, da collezionista inesperto e squattrinato, non è riuscito a comperare un antoniniano luccicante di Gordiano, bello o magari bellissimo o splendido? Poi (o prima) siamo riusciti ad accaparrarci anche un sesterzio. Dopo di che, pian piano, diventando più esperti, abbiamo cominciato a snobbarlo, ingiustamente. Io l'ho riscoperto attraverso le provinciali, e ve ne mostro una: al D è con la moglie Tranquillina, al R c'è una bella vista sulle mura, e torri e la porta di Anchialo.

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Modificato da gpittini
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