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Dritto e Rovescio nelle monete Napoletane


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A proposito dell'art. di Francesco, apparso su Panorama Numismatico 257 di Dicembre 2010, volevo conoscere con certezza se il Mezzo Carlino di Ferdinando I d'Aragona "Serena Omnia" reca al Dritto l'ermellino e non lo stemma (così come riportato in foto dalla casa d'Aste). Per quanto riguarda, invece, quello di Alfonso II "la sedia del fuoco o in fiamme, come mai il Pannuti Riccio la riporta al Rovescio? in conclusione osservo che il P.R. riporta l'ermellino sempre nella posizione al dritto delle monete da mezzo carlino.

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A proposito dell'art. di Francesco, apparso su Panorama Numismatico 257 di Dicembre 2010, volevo conoscere con certezza se il Mezzo Carlino di Ferdinando I d'Aragona "Serena Omnia" reca al Dritto l'ermellino e non lo stemma (così come riportato in foto dalla casa d'Aste). Per quanto riguarda, invece, quello di Alfonso II "la sedia del fuoco o in fiamme, come mai il Pannuti Riccio la riporta al Rovescio? in conclusione osservo che il P.R. riporta l'ermellino sempre nella posizione al dritto delle monete da mezzo carlino.

Ciao Pietro, dai documenti consultati risulta che il simbolo dell'ordine cavalleresco dell'Ermellino è sempre al rovescio, indipendentemente dalla presenza o meno del nome del re.

Se per il mezzo carlino di Ferdinando I d'Aragona il problema sulla classificazione non sussiste, per i due legittimi successori vi è stata un po' di confusione. Pannuti, prima di redigere l'opera sulle monete di Napoli seguì l'ordine di classificazione di alcuni studiosi quali il Bernareggi e i documenti d'epoca, è ovvio che anche lui non era immune da errori, sia ben chiaro, la perfezione non esiste, anche il sottoscritto sbaglia.

Per comprendere il vero significato del dritto dei mezzi carlini di Alfonso II e Ferdinando II d'Aragona basta leggere un po' di notizie storiche sul simbolo della sedia del foco, ho trovato molto interessante lo studio di araldica di Antonio Conti (non dimentichiamo che Federico da Montefeltro fu un celeberrimo cavaliere dell'ordine dell'Ermellino), nel palazzo ducale di Urbino vi sono tanti riferimenti all'ordine.

Alla base del mio studio vi è stata una vecchia ricerca di Traina (in collaborazione con Philip Grierson se non erro) ed è intitolata "E VIVA A LUNGO E REGNI" (nei post successivi riporterò l'articolo scansionato), la sedia del foco fu tale perchè su di essa potè sedere solo il legittimo sovrano, il fuoco avrebbe bruciato chiunque avesse tentato di sedersi illegittimamente, ragion per cui ............. la sedia del foco rappresentava il sovrano, ecco perchè nei documenti dell'epoca si considerò questo simbolo al dritto mettendo in secondo piano tutto il resto.

Quando nei documenti quattrocenteschi si classificavano le due facce di una moneta si parlava con espressioni del tipo "..............DA UNA BANDA (dritto) LA SEDIA DEL FOCO, E DALL'ALTRA (rovescio) L'ARMINIO.......", in questo modo si sgombrava il campo da ogni dubbio su quale fosse il rovescio.

Il compianto Mario Traina, in un suo articolo del 1997 fece degli esempi chiarissimi ed analizzò la questione nei minimi dettagli. Nello studio di PN di dicembre ho ritenuto quindi opportuno riportarne alcuni passi. http://www.ilportaledelsud.org/dritto-rovescio.htm

Grazie a te Pietro è stato ripreso un argomento fondamentale per la classificazione di queste monete, se non erro qualche mese fa sono state aperte delle discussioni proprio sul dritto e rovescio delle monete aragonesi.

Di seguito il documento dove si parla del mezzo carlino.

…… Joan Carlo noi avemo deliberato che in queste nostre cecche di Napoli, e del laquila da qua avante se battano le soptoscripte monete de oro et de argiento con le lettere intorno designate et che voi come ad mastro de dicte cecche possiate fare la prima lettera del nome et cognome vostro [...] Datum in nostris felici bus castris propr terracinam die xxiij octobris MCCCCLXXXXIIII, Rex Alfonsus. [...] Item lo armellino, daluna banda la sedia del foco et da altra banda larminio[1] con queste lettere da la banda de la sedia: in dextera tua salus mea domine – jo Pontanus – Tramontano. <BR clear=all>[1] L’ordine dell’Ermellino venne istituito da Ferdinando I d’Aragona il 29 settembre 1465 per legare a sé i baroni più fedeli dopo i conflitti con Giovanni d’Angiò (figlio di Renato d’Angiò ex re di Napoli spodestato da Alfonso I d’Aragona nel 1442), le copie in originale dello statuto sono conservate presso la biblioteca della badia di Cava de’Tirreni. Sulla data di fondazione dell’ordine non vi sono dubbi, G.M.Fusco, in un suo studio intitolato “I CAPITOLI DELL’ORDINE DELL’ARMELLINO” (Napoli, 1845) riporta nell’ultimo capitolo dello statuto testuali parole: “ ….Ed in testimonio de ciò havemo facto fare li dicti capituli in forma de privilegio et sigillare del sigillo de dicto ordine. In castello novo de Neapoli die XXVIIIJ de Septembro: anno Domini MCCCLXV….”.

L'abito del cavaliere era una veste di seta bianca e lunga fino a terra. Portava su di essa un lungo mantello di seta rossa stretto al collo, aperto al solo lato destro e foderato di armellino. Avevano i cavalieri il collare composto di rami e di sedie (sic) intrecciate fra loro. In cima dei rami sbucciavano (certamente un refuso per sbocciavano) delle frondi e dalle sedie uscivano delle fiamme. Pendeva poi dal collare sul petto la figura dell'armellino in bianco d'oro smaltato , ed ai piedi di esso un nastro su cui era scritto il motto: DECORUM. Nel IX capitolo dell’ordine c’è la descrizione del collare: “ …Dal collare pendarà avanti el pecto una imagine di arminio bianco de oro smaltato in bianco, a li piedi del quale sia uno breve con questa parola DECORVM, et intenda ciascuno qual mente sia la nostra che con la imagine del animale mundissimo significano a li nostri confrati quello solo doverse fare lo quale sia decente justo et honesto…”.

In un interessante studio intitolato L’ORDINE NAPOLETANO DELL’ERMELLINO E L’ICONOGRAFIA DI FEDERICO DA MONTEFELTRO a firma Antonio Conti pubblicato in NOBILTA’ – rivista d’araldica, genealogia, ordini cavallereschi (anno XVI, n. 89, marzo-aprile 2009) vi è un’analisi completa dell’ordine in questione, uno dei più illustri membri dell’ordine fu il celeberrimo condottiero e capitano di ventura Federico III da Montefeltro duca di Urbino (Gubbio 1422, Ferrara 1482), entrato nell’ordine nel 1474. Quest’ultimo fu così attaccato all’ordine napoletano che fece decorare diversi angoli del palazzo ducale di Urbino con simboli dell’ermellino e del collare dell’ordine. Si ringrazia il dott. Antonio Conti per la preziosa collaborazione riguardante la presente nota.

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Francesco questi sono interventi che mettono voglia di leggere,

Grazie.

Grazie amico mio, domani posterò i due articoli di Traina sulle monete aragonesi. A quel punto, avremo tutti voglia di leggere. Francesco

p.s. A proposito, un amico un giorno mi disse che Traina, all'inizio della sua carriera numismatica era un grande culture di medaglistica rinascimentale, penso quindi che per le monete e le medaglie del 400 e 500 era uno che sapeva il fatto suo. Ecco perchè ho preso come riferimento qualche passo di questi suoi sudi.

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Forse non tutti sanno che ogni simbolismo o scena presente sulle monete aragonesi del Sud sono perfettamente riportati nel collare dell'Ordine cavalleresco dell'Ermellino. Vi informo che a tal proposito è stata fatta di recente una scoperta su uno di questi simboli passeggiando in un museo partenopeo (tre amici di questo forum ne furono testimoni). A breve verrà pubblicato uno studio inedito.

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Beh io ho votato 5 stelle

alla discussione,anche se non vi è più il sistema di votazione per le discussioni :D

--Salutoni

-odjob

Grazie mille Odjob, ti mostro ora il mio primo articolo numismatico, CN ottobre 1997. Fu uno studio impostato sul periodo storico e l'avvenimento narrato dalla moneta napoletana. Se non erro all'epoca scrissi che il coronato con il drago dal volto umano fu la prima moneta commemorativa della zecca partenopea, sarebbe interessante leggere qualche vostro commento al riguardo.

Di seguito vi posto anche l'articolo di Traina di cui vi parlavo, esso venne scritto per completare il discorso sui coronati in generale e dove venne sottolineato il simbolismo e le leggende dei dritti e dei rovesci delle monete napoletane aragonesi. Lo studio venne pubblicato nello stesso numero di CN e ricordo che all'epoca, giovanissimo, mi sentii telefonicamente con Traina, ci fu un proficuo scambio di idee numismatiche e lui mi ringraziò perchè con quel breve articolo gli diedi l'idea di approfondire l'argomento e chiarire le diatribe delle classificazioni dei dritti e dei rovesci. Se leggete vi renderete conto.

articolocronacanumismat.jpg

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Inviato (modificato)

Sempre in riferimento all'articolo di Dicembre 2010, volevo chiedere a Francesco, riguardo al tipo monetale Piastra e relativa Metà "Sebeto" come mai essendoti espresso in linea con gli autori del Pannuti e Riccio, per la classificazione del Dritto di tale nominale, fornendo chiare ed esaustive motivazioni, avvalorate anche dalle indicazioni date da Traina sulla posizione della frase parte integrante dell'iconografia sovrana, nella parte finale dell'articolo stesso, facendo riferimento al volume di Troyli ritieni corretto, al "momento" seguire le indicazioni in esso contenute e cioè considerare lo Stemma Coronato al Dritto? Quale ritieni sia il Dritto corretto, tra le due ipotesi?

Modificato da peter1
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Sempre in riferimento all'articolo di Dicembre 2010, volevo chiedere a Francesco, riguardo al tipo monetale Piastra e relativa Metà "Sebeto" come mai essendoti espresso in linea con gli autori del Pannuti e Riccio, per la classificazione del Dritto di tale nominale, fornendo chiare ed esaustive motivazioni, avvalorate anche dalle indicazioni date da Traina sulla posizione della frase parte integrante dell'iconografia sovrana, nella parte finale dell'articolo stesso, facendo riferimento al volume di Troyli ritieni corretto, al "momento" seguire le indicazioni in esso contenute e cioè considerare lo Stemma Coronato al Dritto? Quale ritieni sia il Dritto corretto, tra le due ipotesi?

Caro Pietro, anche questa è una bella domanda. In effetti solo sul Troyli troviamo un riferimento dell'epoca sulla classificazione del dritto, egli descrisse lo stemma al dritto e il Sebeto al rovescio, ma Troyli era un cronista e non uno che riportava i documenti o i decreti della zecca. Seguendo la classificazione adottata da alcuni studiosi (come ad esempio Fabio Gigante) che per questa moneta considera il nome del sovrano al dritto è facile imbattersi in questa strada. Pannuti e Riccio classificarono al dritto il Sebeto sulla piastra e mezza piastra e il globo con cornucopia sul tarì di Carlo II (1683-1687). Qual'era la motivazione che portò i due grandi studiosi a considerare questi due lati al dritto? Semplice, perchè "TECNICAMENTE" il lato con la figura con rilievo maggiore è considerato TECNICAMENTE un dritto. Chi conosce la tecnica di battitura delle monete classiche sa a cosa mi riferisco, c'è una motivazione ben precisa al riguardo, ed anche se nei millenni la tecnologia ha avuto dei cambiamenti, le regole della fisica sono sempre le stesse, se non erro ne parlai con l'amico Uncledear una sera in chat, alla discussione pare che era presente anche l'amico Carlino, se questi ultimi sono in ascolto avranno capito a cosa mi riferisco.

La perplessità sollevata nel mio studio di dicembre su PN è scaturita dal fatto che nelle piastre e mezze piastre tipo "Sebeto" le sigle dell'incisore (Antonio Maria o Giovanni Casimiro?) De Gennaro le troviamo sul lato del Sebeto, proprio il lato dove gli incisori ponevano il loro nome, ecco perchè nel Pannuti Riccio le troviamo classificate in questo modo. Non dimentichiamo che questi due grandi studiosi del passato hanno frequentato il gotha dei numismatici mondiali del secondo dopoguerra, tutto ciò che a noi potrebbe sembrare sbagliato sul Pannuti Riccio è in realtà un sapere dettato dal massimo livello di esperienza. A parte questa tipologia e quella delle Firmata Securitas, gli incisori firmavano sempre e solo la faccia della moneta con l'immagine più importante ......... cioè il dritto. Ecco perchè sulle monete tipo Sebeto preferirei personalmente riservarmi qualche dubbio sulla classificazione.

Modificato da francesco77
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  • 7 mesi dopo...

Nella speranza di far cosa gradita mi permetto di riportare qui di seguito alcuni post estrapolati dalla discussione intitolata "REGNO DI NAPOLI, LE MONETE" e riguardanti l'argomento in calce.

Inviata il 06 novembre 2011 - 20:58

Salute

vi posto un altro Grano di Filippo IV,presumo classificazione Pannuti e Riccio 55a

Per pigrizia e per non aprire altra discussione,ed avendo sempre attinenza con le monete di Napoli,rispolvero la discussione sull'individuare il Dritto ed il Rovescio sulle monete ,nella fattispecie ,quelle napoletane.

Nel libro"Un secolo di grande arte nella monetazione di Napoli(1442-1556)"Museo Civico Filangieri- Napoli leggo dall'illustrissimo,eminentissimo,famosissimo dottore Michele Pannuti che nello spiegare il come si coniassero le monete medievali passa a definire i lati delle monete medievali e spiega che il Dritto è "la faccia che presenta il tipo di figurazione più importante"ed il rovescio "quella opposta".Mi sembra che già si sia rispolverato questo scritto di Pannuti,inoltre anche il curatore di questa sezione ha scritto a riguardo su Panorama Numismatico

Io mi regolo così,come si è espresso il Pannuti.

Ad esempio nel Coronato con la scena dell'incoronazione e dall'altra l'Arcangelo Michele,per me il d/ è la scena dell'incoronazione;in quello con la testa del regnante e con l'Arcangelo Michele il d/ è l'Arcangelo Michele;mantre quello con testa del regnante e croce il d/è la testa del regnante.

--Salutoni

-odjob

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