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DENARO DI ADALBERTO PER VERONA?


Risposte migliori

Sull'equazione moneta rara = minor pericolo di falsificazione

sarei cauto, neò passato abbiamo avuto diversi esempi di monete uniche o rarissime e falsificazioni altrettanto efficcaci (si pensi agli antiquiores, coevi, tra l'altro di questi enari veronesi.

Sono riuscito a reperire tre denari verosnesi di alta epoca che sono passati recentemente sul mercato.

Tali esemplari, tutti presumibilmente autentici, sono stati venduti nell'asta Muenzen und Medaillen 15 del 21-22 ottobre 2004.

Questa la descrizione :

lotto 1330 Lotario I 945-950 (il rovescio riporta Verona in legenda crociforme come l'esemplare oggetto della presente discussione, anche se è evidente che si tratta di un altro conio) 1.41gr. Biaggi 2952

Lotto 1331 Berengario II 950-961 1.24gr. Biaggi 2953

Lotto 1332 Ottone I 962-973 1.32gr. Biaggi 2954

Gli ultimi due lotti riportano al diritto il nome del sovrano disposto in circolo intorno ad una piccola croce centrale iscritta in un cerchio,

e al rovescio il nome della città emittente, VERONA, anch'esso disposto attorno ad una piccolca croce iscritta in un cerchio

Tutti e tre i denari sono leggermente scodellati e le legende di dritto e rovescio sono racchiuse da un cerchio esterno che , dalle foto, non mostrerebbe tracce evidenti di perlinatura (anchese ingrandimenti maggiroi sarebbero utili per escludere il perlinato - domani, se riesco, posterò delle scansioni di questi esemplari).

L'esemplare di Adelberto si configurerebbe come un ibrido, mutuando il rovescio dalla tipologia di denaro di Lotario, precedente, con la legenda VERONA disposta a croce su tutto il campo; e il diritto mutuato sui tipi del denario di berengario, coevo ?, con la piccola croce centrale cui intorno si dispone la legenda con il nome del sovrano

Confrontando la legenda con il nome di Adelvertus con quella del denaro di Lotario continuo a notare forti incongruenze nello stille delle lettere.

La tipologia utilizzata per questo lato di rovescio della moneta di Adelberto evidenzia caratteri eccessivamente arrotondati, "e" lunate, "R" dissimili da quelle utilizzate nella legenda con il nome di Lotario. Tutta la legenda di questo lato rivela un carattere apparentemente pasticciato e poco congruente con legende di esemplari coevi o di poco precedenti (ho confrontato anche i due denari per Verona rispettivamente di Berengario e Ottone della collezione GARRETT, Bank Leu-NFA, 16 ottobre 1984 lotti 598 e 599, provenienti dalla "Nobile Famiglia, vendita Baranowski del 1931 e Sclman 1925).

Continuo a rimanere non convinto di questo lato della legenda, emntre il rovescio mi convince (parlo sempre da esame da foto) leggermente di più. Le "e" eccessivamente lunate in un'epoca in cui abbiamo , nelle varie emissioni del Regno italico una grafia maggiromente capitolare .

e soprattutto la diversità dei caratteri se confrontati con la linearità delle lettere utilizzate nelle emissioni di Lotario, Berengario e Ottone per Verona (ma anche per quelle di Pavia e Milano) , mi inducono quasi a domandarmi se sia possibile che su un denario di Lotario sia stato cotruito , molto abilmente, una legenda di diritto con l'assai più appetibile (numismaticamente parlando) nome di Adelberto..

Solo una mera ipotesi, scaturita più da un esame logico dell'evidenza che da rilievi empirici.

Tuttavia, come diceva qualcuno all'inizio della discussione occorre che una moneta riesca a chiarire certe incongruenza che possono riscontrarsi. L'evidenza del pezzo di persé non sempre può essere del tutto convincente.

Parallelamente, dal lato storico, occorrerebe indagare la plausibilità delle condizioni per un'emissione solitaria di Adelberto , che beninteso potrebbero anche starci ma occorre verificarle cn un'analisi piu precisa e soprattutto anche spiegare il perche di u na simile emissione per una zecca abbastanza minore, ai tempi, rispetto a Pavia o Milano ove regnanti coevi battevano moenta in maggiori volumi.

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... "Devo dire sinceramente che queste monete sono così rare e così difficili da vedere dal vivo che il rischio di incappare in falsi è secondo me molto alto e io non mi sento in grado di affermare nulla a tale riguardo."...

"Sull'equazione moneta rara = minor pericolo di falsificazione

sarei cauto, neò passato abbiamo avuto diversi esempi di monete uniche o rarissime e falsificazioni altrettanto efficcaci (si pensi agli antiquiores, coevi, tra l'altro di questi enari veronesi."...

Buongiorno numa numa,

credo che ci sia stato un fraintendimento: ciò che intendevo dire io è proprio questo. Cioè che la difficoltà di reperire esemplari SICURAMENTE autentici per potere effettuare dei confronti stilistici, fa in modo che i falsari abbiano avuto e probabilmente abbiano ancora tuttora buon gioco.

Per quanto riguarda le tue perplessità a proposito delle differenze tra i punzoni di dritto e quelli di rovescio utilizzati nell'esemplare a nome di Adalberto, anche in questo caso concordo con te su tutto quanto. Se ne era già parlato in diversi post precedenti e anche Saccocci e Matzke, ad Ancona, avevano sollevato forti dubbi sull'autenticità della moneta anche e soprattutto a motivo di questa evidente diversità di punzoni (vedi p. es. #85).

Ti ringrazio molto per le indicazioni che hai fornito sugli esemplari passati in aste pubbliche. Spero di avere i cataloghi, altrimenti ti chiederò di postare le relative immagini

A risentirci, Teofrasto

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L'esemplare "sospetto" postato da fedafa (#93 e #97) è il medesimo citato da numa numa al post # 153.

Dunque abbiamo scoperto (anche senza consultare CoinArchives!) che il pezzo è stato venduto da Munzen und Medaillen nell'asta 15, lotto 1130...

Per gli altri lotti esitati nella stessa asta: boh!!!???

saluti, Teofrasto

PS Delle aste "Colezione GARRETT", Bank Leu-NFA, 16 ottobre 1984 lotti 598 e 599, provenienti dalla "Nobile Famiglia, vendita Baranowski del 1931 e Sclman 1925 io non posseggo i relativi cataloghi.

Se numa numa o qualcun'altro potesse postare le immagini delle monete veronesi citate, gliene sarei grato. Grazie

Modificato da teofrasto
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Buongiorno a voi,

ho scansionato le monete veronesi che Brunetti attribuisce a Luigi Cigoi e illustra nell'ultima tavola del suo libro dedicato al falsario friulano, Opus monetale Cigoi, s.l. (ma Bologna) 1966.

Spero che il codice qui sotto sia quello giusto. Ho seguito il consiglio di fedafa ma non so se sono stato in grado di portalo a termine.

ir47s9.jpg

PS: naturalmente l'esemplare al n. 958 NON E' un "cigoiano", ma si tratta di uno dei fantasiosi pezzi attribuiti al falsario veneziano Alvise Meneghetti. Il Meneghetti io lo sto studiando da anni e sono riuscito a mettere insieme un discreto numero di pezzi. Rinnovo pertanto la mia domanda: ne avete mai visti? siete a conoscenza di pezzi con queste caratteristiche in collezioni private o passati in aste pubbliche? Grazie.

Cordialmente, Teofrasto

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Eureka, sono riuscito a scansionare i due lotti della Garrett dei denari di Berengario e Ottone che allego qui (Lotti 598 e 599), come richiesto da Teofrasto. Sono piuttosto imbranato, in più non ho scanner, ma ho avuto un valido aiuto. :P

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Scusate per la qualità, pessima, delle due foto precedenti, purtroppo riesco a fare quello che posso ..

Spero questa sia una foto migliore, per gli esemplari da me citati sopra provenienti dalla vendita Munezen und Medaillen del 2004

Questi esemplari di Lotario, Berengario e Ottone , appartengono al periodo immediatamente precedente, coevo e immediatamente successivo al denaro di Adalberto, oggetto della discussione.

Sull'esemplare di Lotario non mi pronuncio, ma si noterà come la forma delle lettere dei vari esemplari risulta, pur se irregolare (dovuta all'incisione originale dei punzoni) comunque congruente e di tipo completamente diverso dalla legenda del lato diritto del denaro di Adelberto che parrebbe evidenziare caratteri del tutto differenti dai tipi coniati nel Regnum, non solo a Verona, nel X secolo.

E' possibile a questo punto ipotizzare un'emissione singola, di emergenza, che riprenda i tipi del rovescio di Lotario con un diritto di mano di un incisore di fortuna che utilizzi caratteri di tipologia differente non riscontrati in altre emissioni coeve ? Lascio la parola ad Andreae..

Un grazie a Teofrasto per averci postato gli esemplari cigoiani. Si noterà anche per essi la congruenza con i caratteri delle emissioni di Lotario, Berengario, Ottone.. pur se con una nitidezza e pulizia di caratteri che appare eccessiva rispetto agli originali.

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Complimenti a tutti coloro che stanno partecipando a questa discussione: io vi leggo silenziosamente piuttosto frequentemente, e vi garantisco che traspare un'esperienza rara e preziosa.

Complimenti ! ;)

Lorenzo

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Buongiorno a voi,

ho finalmente un po' di tempo per caricare alcune immagini delle monete della zecca di Verona emesse a nome del solo Lotario II, rinvenute in sepolture ungheresi e pertanto SICURAMENTE autentiche.

Le immagini non sono granché, ma possono comunque bastare per farsi un'idea di come sono le monete autentiche di Lotario II, che dovrebbero essere le emissioni cronologicamente più vicine a quelle di Adalberto, dal momento che quelle a nome del solo Berengario dovrebbero essere successive di alcuni anni.

Come si può vedere la "E" della legenda è capitale, mentre la stessa lettera della parola REX, posta sempre in verticale al centro del dritto (così in tutti gli altri esemplari censiti da Kovàcs) è lunata, come le "E" di ADELBERTVSREX.

Inoltre, alcune lettere, in particolare la "T" e la "V" della "nostra" moneta, non mi sembrano particolarmente differenti rispetto alle stesse, incise sulle monete di Lotario. Tuttavia, come già notato da altri, la resa complessiva è alquanto differente, soprattutto per il fatto che mentre per creare la legenda delle monete di Lotario l'incisore si è servito di punzoni e poi ha rifinito il tutto a bulino, in quella di Adalberto sembrerebbe che l'abbia incisa a mano libera direttamente sul conio. La resa delle croci a mio avviso lo evidenzia assai bene.

Per quanto riguarda invece il rovescio, a me sembra invece semplicemente perfetto, con il suo bravo bordo esterno perlinato, come nelle monete "ungheresi".

Soprattutto questo elemento mi fa pensare che la moneta di Adalberto possa essere autentica, a meno di pensare che il falsario, prima di mettersi al lavoro, abbia avuto modo di vedere le monete trovate in Ungheria (cosa peraltro non impossibile, ma poco probabile).

Ripeto il mio pensiero: io non terrei conto delle monete a nome del solo Berengario perché secondo me furono emesse più tardi. Non parliamo poi di quelle a nome di Ottone I...

Nelle tombe ungheresi sono state rinvenute anche alcune monete a nome di Ugo e Lotario insieme, ma il cattivo stato di conservazione non ne consente una buona lettura. Di molte viene riportato il solo disegno. Tuttavia anche in questo caso le "E" di REX sono sempre lunate e lo stesso punzone sembra essere stato usato per la "G" di HVGO.

Allego anche i disegni di Quintilio Perini, che sempre secondo il mio modesto parere restano ancora oggi molto importanti.

Cordialmente, Teofrasto

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Grazie a Teofrasto per le foto dell'opera del Kovacs (in corso di reperimento anche da parte mia- questi ungheresi sono gentili e simpaticissimi :P )

Dai tipi postati si può notare la grande coerenza dei tipi di legenda non solo orizzontalmente tra i diversi esemplari dei medesimi sovrani (Muenzen und Medaille, Garrett, Kovaàcs) ma anche verticalmente tra le varie emissioni di Lotario-Berengario-Ottone.

La "e" lunata riportata al centro della legatura REX negli esemplari Kovàcs è identica a quella del nummo di Lotario ex MM, recensito qualche post sopra, .e parimenti va osservata la rigorosa "capitolarità" delle "E" della legenda disposta in circolo verso la "e" lunata del legato centrale.

Corrispondenza invece non mantenuta nel denaro di Adelberto che mostra la "e" lunata nella legenda circolare (mentre al centro invece compare una crocetta al posto del REX legato). diversamente dai denari di Lotario

Il rovescio delle monete Kovacs conferma la perfetta corrispondenza al rovescio degli altri denari di Lotario conosciuti e parrebbe rislutare genuino o altamente verosimile nel denaro di Adelberto.

A questo punto o ci troviamo di fronte ad un incogruo, una moneta autentica ove per il rovescio è stato utilizzato un conio di Lotario mentre quello di diritto è stato inciso direttamente dall'artigiano a mano libera ottenendo una tipologia e disposizione di lettere totalmente dissimile dai denari coevi e precedenti , sia per Verona che per le altre zecche di questi sovrani.

Oppure abbiamo un abile falsario che su un tondello originale di Lotario si è inventato un Adelberto, incidendo il conio con caratteri che si differenziano dai tipi di legenda a noi pervenuti per questi denari..

Ecco che (come si diceva qualche rigo più in su) un buon binoculare servirebbe alquanto per esaminare piu a fondo la moneta e svelarcene qualche particolare non apprezzabile ad occhio nudo).

Il lato di diritto del presunto denaro di Adelberto continua a non convincermi proprio per la tipologia e la forma confusa delle lettere, cosa che i denari Kovàcs con la loro linearità rispetto agli altri esemplari noti (né mi aspettavo differenze) hanno confermato.

Infine una domanda a Teofrasto, cosa cui fa ritenere che il denaro di Adelberto debba essere stato coniato "prima" di quelli di Berengario da un punto di vista storico ?

Da un punto di vista tipologico concordo che il denaro Adelbertino si rifaccia, almeno in parte , alla tipologia LOtaringia (per il rovescio) e che con Berengario il tipo si evolva, ma Berengario era pur sempre il padre e supporre una coniazione di Adelberto da solo anni prima di un'emissione di Berengario necessiterebbe di qualche preusupposto storico di supporto.

Modificato da numa numa
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Intanto complimenti per la discussione, per il resto finalmente ho avuto la moneta in mano, grazie alla disponibilità del proprietario, e devo dire che questa volta il pendolo si è definitivamente spostato dalla parte dell'autenticità. In effetti, come ricordato da Teofrasto, dopo una rapida occhiata al volume ungherese (a proposito, mi fa piacere vedere che l'avete trovato utile) mi si erano accentuati alcuni dubbi, sia per lo stile molto trasandato del dritto, sia per quella specie di risvolto presente nei bordi del nuovo esemplare, che poteva far pensare ad una ribattitura tesa a nascondere qualcosa (una saldatura?). Con la moneta in mano quei dubbi sono evaporati, anche perché guardando le tavole del Kovasc con più attenzione mi sono accorto che tale risvolto compare in almeno uno degli esemplari illustrati (il n. 1027). Inoltre la cosa che mi aveva lasciato più perplesso è che il dritto sembrava riconiato su una moneta di Ottone (se guardate la foto all'inzio della discussione, sembra di scorgere due lettere O (che in realtà dal vivo non sono leggibili come O) sotto la A e tra la L e la P di Adelpertus) il che ovviamente non aveva senso. Allora avevo pensato a chissà a quale diabolico trucco escogitato dal falsario, utilizzando coni tratti da esemplari diversi etc etc. Ingenuità mia, perché avrei dovuto subito accorgermi che non si trattava di una riconiazione, ma semplicemente di un conio rilavorato, e questo potrebbe facilmente spiegare il carattere trasandato delle nuove lettere, fatte a bulino forse proprio per meglio obliterare la scritta precedente. In ogni caso tale rilavorazione spiega anche una cosa piuttosto strana, cioè il fatto che la croce centrale non emerga da un fondo piatto, ma sia come incastrata in una specie di cuscino anch'esso in rilievo, fatti salvi i contorni della croce stessa. L'unica possibile spiegazione, a mio avviso, è che l'incisore abbia inciso la croce e nel contempo abbia anche scavato tutto attorno (ciò che nella moneta è in rilievo nel conio è in incavo, ovviamente), a questo punto probabilmente per cancellare qualcosa della vecchia legenda (magari REX, che non poteva essere obliterato dalla sola croce?). Devo dire che la rilavorazione dei coni, anche se in forme forse più complesse, sembra più tardi essere stata molto utilizzata da Benegario e soprattutto Ottone, come ho cercato di descrivere alla fine del mio saggio sulla monetazione del Regnum Italicum per il congresso d Madrid (disponibile online).

Tornando a noi, comunque, la cosa più importante... soprattutto per me, è che il proprietario si è detto disponibile a farmi studiare l'esemplare, anche utilizzando analisi metallografiche non distruttive (per quelle distruttive non si è fatto convincere, chissà perché...), che penso di poter far realizzare nel giro di pocho tempo. Penso che questo possa darci importanti risposte anche sul ruolo di questa emissione, prodotta così di fretta da aver spinto a riutilizzare un conio obsoleto, con una tipologia nuova (sicuramente più tarde sono le altre monete di Berengario II, vista la loro perfetta identità metrologica e stilistica con i successivi pezzi di Ottone), a nome del minore tra i due regnanti (Benegario comandava già al tempo di Lotario, figuriamoci!)etc. etc.. Per il momento non saprei cosa altro aggiungere

Andreas

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.. Per il momento non saprei cosa altro aggiungere

Andreas

Buonasera a voi,

che dire di più? Se non che questo taglia letteralmente la testa al toro. A questo punto direi, ma solo per il momento, di fermarci qui.

Personalmente ringrazio Brutuss (Tu quoque, Brute! :lol: ) e il forum LaMoneta per avermi dato modo di conoscere un pezzo unico e straordinario. E poi devo ringraziare anche numa numa e tutti gli altri forumisti che hanno partecipato con opinioni, note, appunti e che hanno postato immagini che altrimenti io non sarei stato in grado di reperire.

Sono infine contento che Andreas sia della mia stessa opinione riguardo alle emissioni di Adalberto, cioè che quest'ultime sarebbero precedenti a quelle con il solo nome di Berengario.

Aspettiamo, dunque, e vediamo. Poi ne riparleremo senz'altro.

Ad maiora! Teofrasto

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vicenda appassionante! mi auguro che esca presto uno studio dettagliato sulla moneta auspicando che lo stesso venga pubblicato in opensource su questo sito! visto che proprio a lamoneta.it si deve, se non la scoperta, la divulgazione della stessa!

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Awards

Da quando mi sono iscritto Lamoneta ne ha fatta di strada ...., è cresciuta molto ,sia come quantità di informazioni che come qualità ; ho letto articoli di utenti molto validi pubblicati sul forum ,che poi hanno avuto anche altre legittimazioni in altri ambiti ,discussioni che hanno prodotto dei veri e propri scoop numismatici ,quantità industriali di monete di ogni genere e tipo postate dagli utenti stessi ,alcune inedite ,alcune varianti non conosciute ,monete con particolarità ; insomma il forum è diventato un vero e proprio laboratorio ,un contenitore numismatico d'eccellenza ,anche per palati fini ; ecco sarebbe bello che lo studio di questa moneta che ha appassionato e coinvolto tutti fosse intanto fatto e poi pubblicato in anteprima sul forum stesso , che l'ha rivelata al pubblico con tutta la sua storia numismatica così intrigante e unica.

Modificato da dabbene
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Ma se sul forum la maggioranza si dichiarava per il falso... e solo l'intervento di Andreas ha posto un punto fermo sull'autenticità. No, sinceramente, non vedo tutti i meriti che sono sopra descritti, tranne quello di ringraziare Brutuss che ci ha fatto conoscere la moneta. :unsure:

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Dal momento che gli utenti del forum potevano giudicare soltanto da una foto non mi stupisce che un eventuale giudizio di falsità possa essere stato modificato dalla visione diretta; peraltro mi pare che chi si era espresso per la falsità lo abbia fatto in base a considerazioni non estemporanee. Tant'è che solo un approfondito esame de visu ha permesso di "far pendere la bilancia dalla parte dell'autenticità", espressione che mi sembra implichi un giudizio complessivo non banale. Non penso che la finalità del forum sia di fare vedere chi è più bravo o chi ci azzecca più volte a giudicare una moneta, semmai è proprio di creare quel terreno fertile si cui si possono innestare discussioni numismatiche di alto livello, da cui è giusto e auspicabile che si sviluppino anche lavori degni di riconoscimento in un contesto più strutturato. Cosa che l'amico dabbene ha fatto presente e su cui sono pienamente d'accordo. In questo senso apprezzo moltissimo la disponibilità di andreas a riportarci in anteprima quanto emerso dalla sua analisi sulla moneta; evidentemente, grazie al lavoro che stiamo portando avanti da tempo, un minimo di credibilità ce la siamo guadagnata. Se poi all'atto della pubblicazione di un lavoro scientifico gli autori vorranno dare atto al forum di aver dato un sia pur minimo contributo sull'argomento, credo che tutti noi non potremo che esserne estremamente felici.

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Non vorrei essere antipatico, ma da come la vedo io il grosso del "merito" è di chi ha avuto il coraggio (forse anche un pò di competenza, senno' passa per un pazzo!) di comprare la moneta contro le opinioni di falsità che aleggiavano, generate sul forum da vari esperti, rendendo cosi' possibile poi la visione diretta agli studiosi (quindi rendendo possibile l'analisi scientifica e arricchendo la cultura ed il sapere), che ha confermato l'autenticità ( anche se non credo che chi l'ha comprata ne avesse bisogno a questo punto). Se fosse stato per il forum, la moneta era dubbia nella migliore delle ipotesi, cioe' falsa, e mentre si stava ancora a discutere sui particolari incongruenti, era gia' oltre il Brennero o il Tarvisio, con buona pace della scienza numismatica.

L'intervento di Andreas può avere anche lo scopo di rettificare un'errata considerazione che si era creata riguardo la moneta, non è bello che si pensi falsa una moneta che è autentica, con relativa e ingiusta perdita di valore della stessa. Mi pare di capire poi che il giudizio sia generato da un ragionamento che ha supportato l'esame de visu, non solamente dall'esame de visu.

Infine il merito è certamente anche di Brutus, che ha fatto vedere qui la moneta, principalmente perchè non sapeva di che si trattasse (quindi per scopi puramente commerciali), e avendolo saputo, di certo non l'avrà valutata come un denaro enriciano per Verona bucato ;) E' vero che senza sapere che esistesse (grazie al forum quindi), di certo anche l'acquirente non avrebbe potuto comprarla e renderla fruibile alla ricerca.

Sul contributo del forum sono in parte d'accordo, però un'eventuale "presa d'atto" dovrebbe avvenire nei confronti di chi ha fattivamente contribuito all'argomento, con nomi e cognomi (con il nickname sarebbe ridicolo).

Infine come me altri avevano visto giusto sull'autenticita' del pezzo, inidipendentemente dal contesto storico o di ritrovamento che fa da contorno, a confermare che l'esame autoptico detiene ancora il primato, la moneta e' buona o falsa punto e basta, la non plausibilita' del pezzo viene dopo (salvo casi plateali tipo una moneta di uno sceicco coniata a Verona :P ); se la moneta non e' plausibile secondo il nostro sapere non per questo e' falsa, e qui abbiamo un caso illuminante direi. Di converso e' la dimostrazione anche che non si puo' specificare ed argomentare sul perche' una moneta e' falsa, come sempre sul forum si richiede, secondo me a sproposito, il problema in realta' e' che dovrebbe pronunciarsi solo chi se la sente e ha competenza, altrimenti ci possono essere sempre i "ma allora", "rispetto a", "in questo caso quel particolare"... la questione non si risolve con un calcolo per vedere se la volta regge 2 o 3 piani, e' una questione soggettiva che cambia da soggetto a soggetto (a seconda dell'esperienza diretta direi, ma non sottovaluterei una certa propensione "innata") che non si puo' codificare, non credo che nei corsi di archeologia potra' mai esserci un esame per riconoscere i falsi.

Da parte mia troppe parentesi e troppi incisi, scusate. Sempre lungi dalla polemica, ci tengo a specificarlo.

Modificato da AndreaPD
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