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Robina pesante


Graccanvs

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Turlow Vecchi n° 213 - Zecche incerte dell'Italia centrale , Quadrante: Chicco di grano con segno di valore (3 punti) R/ stella a 16 raggi. Il peso mi sembra abbastanza corretto. Il periodo di emissione sul libro viene indicato tra 280 e 260 aC, tuttavia queste date potrebbero essere anche sensibilmente più antiche.

Una bella moneta, parrebbe autentica (sebbene lo scan sia molto scarso)

Caius

Modificato da caiuspliniussecundus
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Concordo pienamente con Caiuspliniussundus

Ti fornisco alcuni dati per i Vecchi 213 riportati sul

Montenegro (1996) n. 582

Quadrante gr 104-49 diam mm 41 (ca)

R4 valutazioni B Itl 2.000.000

MB " 3.500.000

BB " 6.500.000

SPL " 9.000.000

Fatte le conversioni in € e anche facendo gli opportuni tagli ha sempre un bel valore :D :D :D

Mi intendo poco di queste tipologie (in verità di tutte) ma a occhio direi

che è buona

Sarebbe bello se potessi postarci delle foto più nitide

Ciao P

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Le quotazioni del Montenegro sono un po' strane. Una moneta così secondo me può venire 200-500 euro max (o quantomeno, io ne percepisco tale il valore). Come conservazione direi, tenuto conto che sono fuse, BB. Passiamo sopra a certo verdino azzorrognolo che, se fosse bronze disease, ridurrebbe coinsiderevolmente il valore della moneta (purtroppo così non si può giudicare).

per tornare un attimo a questo tipo di monete, sono senza etnico per cui si ricorre a attribuzioni generiche tipo "zecche incerte". Secondo Amisano sarebbero da attribuire a Roma anche se non fuse propriamente nell'Urbe, un po' come i primi didrammi dati in appalto a zecche campane. Per quanto riguarda la datazione poi, ricordiamoci che la datazione presente su tutti i cataloghi e volantini d'aste risente dei lavori ribassisti degli studiosi anglosassoni degli ultimi 50 anni. La teoria tradizionale però vede la comparsa dell'aes grave nel 338-335, e, a mio modesto avviso, nessuna dimostrazione contraria a questa data è stata finora apportata da chi tende a ribassare le datazioni delle emissioni romane.

Caius

Modificato da caiuspliniussecundus
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Grazie molte. Sono le persone come voi che danno lo sprint al forum.

Cmq mi dispiace che gli studi in materia di antichità italiche siano affidate agli anglosassoni... gli ultimi studi veramente importanti sulle antichità italiche fatti in questo paese risalgono agli anni '30. Gli studi italiani successivi, fatte salve le nuove scoperte, non possono prescindere da quelli.

Secondo voi come mai è successo questo?

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. . . mi dispiace che gli studi in materia di antichità italiche siano affidate agli anglosassoni... gli ultimi studi veramente importanti sulle antichità italiche fatti in questo paese risalgono agli anni '30. Gli studi italiani successivi, fatte salve le nuove scoperte, non possono prescindere da quelli.

Secondo voi come mai è successo questo?

88665[/snapback]

Se il confronto è tra [/i]loro e noi direi innanzi tutto che loro hanno avuto ed hanno alcune personalità eccezionali, poi -e forse soprattutto- che le loro Università riescono a "seminare" metodo e rigore con minori condizionamenti baronali (solo minori, ma è già molto), infine che noi purtroppo -studiosi ed opinione pubblica- siamo ancora legati al compiacimento per la scoperta più che alla serietà della procedura di indagine.

Comunque nel mondo delle antichità italiche non ci siamo solo noi e loro, per quanto insieme rappresentiamo effettivamente la maggior parte del settore.

Pura opinione personale.

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parole molto sagge. C'è da dire che anche numericamente, gli studiosi stranieri che studiano l'antichità classica sono molti di più degli italiani. Greci e romani sono alla base della cultura di tutti i popoli occidentali, specialmente di chi non ha radici dirette, come gli americani. Contro quelle università non si può competere, almeno fintanto che la nostra italietta va in questo modo.

Questo comunque non ci scusa.

Comunque , Graccanus, degli studiosi italiani degli di stima ci sono, Catalli in primis.

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  • 10 anni dopo...

il Montenegro la classifica  tra le Incerte Italia Centrale  (n.582 - pag.173  peso tra 109 e 41 gr.-) E' una R4 ! , 4° secolo a.C. - Ne posseggo 2 in ottimo stato del peso di 70 gr. circa. Questa moneta a 16 raggi sembra non abbia a che fare con l'Italia Centrale tra le Incerte ,ma con la antica VERGHINA, città della Macedonia ,

che aveva per simbolo il sole a 16 raggi. E' pertanto probabile che faccia parte della monetazione di quella città. E' valutata in spl. 5000 euro circa!

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L'Aes Grave che appare più sopra finalmente sappiamo da quale città proviene! Non è più una "incerta dell'Italia Centrale" ma di PRENESTE, antica città del Lazio, come bene afferma il Garrucci.

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