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IGNORED

Roberto d'Angiò (1309 - 1343) Coronato - INEDITO ?


Risposte migliori

Al contrario degli altri esemplari con scettro vicino alla spalla e globo con croce alta, questo ha lo scettro lontano dalla spalla e globo con croce poco alta).

Cosa ne pensate?

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Si tratta di un gigliato di Roberto d'Angiò.

Sinceramente le differenze da te segnalate non sono univoche. Si tratta di una moneta coniata in grande quantità quindi è molto facile riscontare delle differenze, in particolare per la posizione dello scettro e dal tipo della croce sul globo.

Poi forse non ho ben compreso il quesito.

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Si tratta di un gigliato di Roberto d'Angiò.

Sinceramente le differenze da te segnalate non sono univoche. Si tratta di una moneta coniata in grande quantità quindi è molto facile riscontare delle differenze, in particolare per la posizione dello scettro e dal tipo della croce sul globo.

Poi forse non ho ben compreso il quesito.

Non ho trovato in nessun sito una moneta con le caratteristiche che ho descritto.

Sebbene la moneta sia stata emessa in grandi quantità (io ne possiedo otto) non ritengo che si tratti di una ... piccola differenza.

Vale la pena di cercare, navigare ed avere pareri costruttivi.

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Giusto cercare pareri più costruttivi, nel frattempo se ti va...

http://www.mcsearch....ort=&c=&a=&l=#0

Ho visitato con ineresse il sito che mi hai segnalato.

Non ho trovato nessuna moneta simile alla mia; però ho riflettuto confrontando le monete e mi sono accorto che è tutta la figura di Roberto più grande.

Potrebbe trattarsi di coniazione postuma, sempre recante il suo nome e realizzate nel regno napoletano da altri sovrani angioini ?

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Ciao - Qui c'è una bella discussione precedente riguardante il gigliato, c'è tutto quello che ti puo' interessare

Modificato da profausto
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  • 4 settimane dopo...

Non posso che concordare con quanto detto sopra da altri molto più esperti di me in questo campo. Le varianti figurative per il gigliato di Roberto d'Angiò e successori sono pressoché illimitate, io stesso mi sorprendo spesso nel vederne di nuovi, completamente diversi e imprevedibili.

Le variabili da considerare, inoltre, sono moltissime. Non avevo mai fatto attenzione a parametri come la "distanza dello scettro dalla spalla" o l'altezza a cui è sollevato il globo crucigero. Personalmente ho sempre trovato molto significativi parametri come la forma della testa e della corona, l'ampiezza della capigliatura, la mutua proporzionalità tra tronco e gambe, l'andamento del panneggio sulle gambe, la forma delle protomi di leone, la foggia della fibula gemmata che sostiene il manto...o simili. Anche la forma delle terminazioni gigliate della croce al rovescio, oltre che la foggia dei gigli fra i bracci, dovrebbero essere oggetto di studio, al fine di cercare di individuare una casistica ricorrente. Inoltre invito gli appassionati di questa moneta piena di storia a considerare con più attenzione lo stile e la dimensione delle lettere in legenda, che a mio giudizio potrebbe rivelarsi estremamente significativo per distinguere gli esemplari napoletani dai provenzali, quelli di Roberto da quelli postumi.

Che io sappia non è mai stata tentata una classificazione minuziosa di tutte le varianti stilistiche per questo tipo, essenzialmente perché una tale classificazione avrebbe il limite di essere basata su induzioni puramente arbitrarie e speculative (come sono pure le mie sullo stile della legenda), invece che su deduzioni fondate su prove documentali. Tuttavia la pubblicazione dei numerosi esemplari delle collezioni Grierson, Fitzwilliam Museum, Lewis, Queen's College e altre in appendice al MEC 14 consente di orientarsi piuttosto bene nella sterminata casistica e quantomeno di disporre di qualche punto d'appoggio. E non vi è dubbio alcuno che i curatori del catalogo siano una garanzia sufficiente a rendere quantomeno solidi se non proprio incrollabili tali puntelli.

Venendo all'esemplare che ci ha sottoposto Oedema, devo dire che, fatte salve alcune lievissime differenze, a mio giudizio irrilevanti, possa essere ricondotto agli esemplari illustrati nel MEC ai nn. 698-701, più in particolare al n. 700 per la forma della testa e al 701 per la postura del braccio che sostiene il globo. Secondo la classificazione dei due illustri curatori, questi gigliati sono riferiti alle emissioni del regno di Roberto essenzialmente per la presenza del nome del sovrano per esteso in legenda (Robertus). Nondimeno va detto che questi esemplari presentano caratteristiche iconiche e stilistiche (sia per le figure che per i punzoni delle lettere) difformi rispetto agli esemplari del primo tipo, molto vicini ai tipi con il giglio e con la ghianda (agevolmente collocabili in una ipotetica cronologia), rivelandosi invece più prossimi agli esemplari con legenda "Robert" della c. d. "later series" (nn. 706-708), ossia l'ultima emissione di Roberto, collocabile grossomodo al termine del regno (anni '30-'40 del XIV secolo). Le analogie con quest'ultima serie riguardano sia la dimensione e forma della testa, che la foggia generale del sovrano in majestate e delle protomi di leone. Ma tutte queste deformazioni non sono sufficienti a rilevare uno stile rozzo e decadente comparabile a quello delle emissioni postume, vicine per stile al rarissimo gigliato di Carlo III di Durazzo. E si badi bene di tenere ben distinte tra le emissioni postume quelle provenzali a nome di Giovanna e Ludovico di Taranto, che sono al contrario squisite ed eleganti (come del resto quasi tutte le coniazioni provenzali), immediatamente riconoscibili per le zampette dei leoni vezzosamente sollevate.

A puro titolo di esempio, ecco un esemplare che mi sembra catalogabile al diritto nella medesima tipologia rispetto all'esemplare che ci ha mostrato Oedema, pur lievemente difforme per il giglio che culmina lo scettro:

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Complimenti per la tua analisi.

Sicuramente hai ragione nell'affermare che le varianti sono tantissime.

Non sarebbe male inserire,in una rubrica dedicata, le foto delle monete gigliate che noi appassionati possediamo.

Così si potrebbe iniziare a classificarle in base alle specifiche caratteristiche.

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