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IGNORED

Il simbolo dell'Urbe. - Parte prima.


Caio Ottavio

Risposte migliori

Salve a tutti.

Questo piccolo topic è la prima parte di una modesta ricerca che vorrebbe analizzare a grandi linee la "storia numismatica" di uno dei luoghi di culto più grandi e sorprendenti dell'intera romanità. Il tempio di Giove sul Capitolino fu al centro di portentosi prodigi fin dall'epoca della sua fondazione, iniziata in epoca regia e culminata nel primo anno della neonata Repubblica. Il Capitolino è uno dei luoghi frequentato fin dai tempi più remoti della storia di Roma: recenti scavi archeologici (1998-2002) hanno restituito alla luce importantissime testimonianze di un insediamento risalente addirittura alla media età del Bronzo (XVII-XIV secolo a.C.). Il colle fu, quindi, abitato e scelto come luogo di culto fin da tempi lontani per motivi strategici: da esso, infatti, si poteva controllare il sottostante approdo fluviale a ridosso dell'Isola Tiberina, uno dei più importanti dell'allora centro abitato. Fu grazie a Tarquinio Prisco e ai suoi ambiziosi desideri edilizi che Roma si potè fregiare di una costruzione il cui nome è giunto fino a noi, accompagnato dalle splendide illustrazioni monetarie che seguiranno. Scavando le fondamenta per il tempio si rinvenne un cranio umano perfettamente conservato: un prodigio, sicuramente! Tutti accorsero ad ammirare l'eccezionale ritrovamento, ma nessuno seppe spiegare il perchè di quell'ottima conservazione. Qualcosa con cui, di certo, aveva a che fare il divino. Il cranio apparteneva ad un certo Olus Vulcetanus da cui prenderà il nome lo stesso colle Capitolino: ciò che oggi pronunciamo con tanta disinvoltura non è altro che la storpiatura della dicitura latina caput Olis, ovvero "la testa di Olus" in memoria proprio del suddetto fatto prodigioso. Molto probabilmente la testa di Olus non era altro che ciò che restava di una tomba antichissima, forse risalente alla prima età del Ferro e di cui oggi rimangono anche altre tracce. Non dimentichiamo che il Capitolino fu uno dei primi luoghi ad essere frequentati dagli antesignani di quelli che poi saranno chiamati Romani. La testa ritrovata fu interpretata come un auspicio della futura grandezza di Roma, vista dagli storici antichi più audaci come la promessa caput mundi. Altro evento prodigioso accorso per la costruzione del grande tempio fu lo scoppio della fornace in cui cuoceva la quadriga in terracotta di Giove, commissionata ad alcuni artisti etruschi di Veio, tra i più rinomati dell'epoca (basti ricordare il famigerato Vulca, il nome dell'unico artista etrusco a noi noto). L'opera doveva servire per decorare il frontone del tempio, ma ciò che rimane della grandiosa opera sono i resti del podio e dei muri di fondazione costituiti da imponenti blocchi di cappellaccio. La costruzione fu inaugurata il 13 settembre del 509 a.C. dal Console Orazio Pulvillo e dedicata alla triade capitolina: Giove, Giunone e Minerva. Un'associazione divina comune alle più grandi civiltà del Mediterraneo, Greci ed Etruschi.

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Scorcio di alcune delle fondazioni del tempio, così come si possono vedere oggi. Il complesso religioso fu sottoposto a regolari e selvagge spoliazioni, così rovinose che già nel Medioevo si era persa la sua esatta collocazione sul colle. Più volte distrutto dagli incendi e altrettante volte ricostruito, possiamo immaginare il suo aspetto originario grazie ad alcune monete emesse sia in epoca repubblicana che imperiale, oltre che da un'eccezionale rilievo di epoca antonina. Al suo interno vi trovarono posto i famosi Libri Sibillini, custoditi in una teca di marmo, poi prelevati all'epoca della prima catastrofe in età sillana.

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Spaccato assonometrico che illustra il posizionamento del tempio di Giove Capitolino rispetto agli edifici moderni, sul colle. L'importante luogo di culto occupava tutta l'area del cinquecentesco Palazzo Caffarelli.

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Rilievo da monumento onorario di M. Aurelio: sacrificio a Giove Capitolino, 176-180 d.C. Si noti sullo sfondo la suggestiva rappresentazione del tempio del Capitolino.

In età repubblicana solamente due magistrati si occuparono di riportare il grandioso edificio sulle proprie emissioni. In questa sede ci occuperemo del denario di Marco Volteio, il più antico tra i due, lasciando per la prossima "puntata" il susseguente. L'iconografia che ci viene presentata sul Rovescio di questo denario è molto esemplificativa: si deve tener conto che su un tondello di appena 17-20 mm di diametro è alquanto complesso rendere i particolari in modo visibile e comprensibile. Gli incisori che raffigurarono l'edificio trattarono le decorazioni che l'impreziosivano con estrema velocità ed intuizione: che senso avrebbe avuto rappresentare delle statue che erano sotto tutti gli occhi di tutti i cittadini dato che su una moneta sarebbero diventate impossibili da riprodurre fedelmente? La stessa cosa vale per l'apparato decorativo e il numero di colonne: non comuni in tutte le emissioni perchè il disegno doveva dare semplicemente l'idea.

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Il denario di M. Volteio in questione:

Autorità emittente: Gens Volteia.

D/ Testa laureata di Giove a destra.

R/ M. VOLTEI M. F. Tempio dorico tetrastilo di Giove sul Capitolino con acroteri e decorazioni sui lati.

Riferimenti: Crawford 385/1; Babelon Volteia 1; Sydenham 774.

Data: 78 a.C.

Zecca: Roma.

Nominale: Denario

Materiale: AR - Argento.

Grado di rarità: Comune.

Come si può evincere dalla classificazione di cui sopra, il denario di Volteio è la prima attestazione numismatica del tempio di Giove Capitolino. Probabilmente l'edificio che appara su questa moneta era quello restaurato dopo l'83 a.C. quando un feroce incendio lo distrusse. La causa? Gli scontri cruenti tra Mario e Silla durante uno dei primi conflitti intestini che attanagliarono Roma in una delle sue fasi storiche più incerte e difficili. Anche se gli studiosi non sono concordi su questa tesi, il complesso templare fu ricostruito su modello del preesistente, in pieno stile tuscanico, con le quattro colonne frontali che incorniciano le tre porte delle celle del culto, una per ogni divinità della Triade. Come già detto, le decorazioni sono abbozzate e lasciate alla mente visiva dello spettatore, ma già il loro abbozzo ha permesso agli esperti di concordare sul fatto che sul timpano del tempio ci fosse una figurazione.

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Statua di età antonina raffigurante la Triade Capitolina. Ogni divinità possiede i suoi attributi: Giove, il più importante, al centro, con lo scettro, il fascio di fulmini e ai piedi l'aquila; Giunone, velata e diademata, con scettro, patera e ai piedi il pavone; Minerva, elmata, con ai piedi la civetta.

Continua con la "parte seconda"....

Modificato da Caio Ottavio
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Grazie Mirko per la segnalazione: ho notato che abbiamo postato lo stesso denario, proprio la stessa immagine. :D

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Grandissimo! Aspetto la seconda parte e spero che venga tutto incorporato com'è successo per l'altra ;)

Grazie ggpp The Top. :)

Certo, poi, appena finito il tutto, vedremo di riunire in un unico posto le varie parti. :)

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Cn. Blasio Cn.f. 112-111 a.C. AR Denario. Testa elmata di Scipione l' Africano a destra / la triade Capitolina. Cr296/1i; Syd 561d.

Ciao Caio Ottavio è sempre un piacere leggere le tue discussioni do un piccolo contributo allegando questa rappresentazione numismatica della Triade capitolina che si trova in questo denario della gens Cornelia più famoso per il ritratto del dritto attribuito a Publio Cornelio Scipione che tra l' altro era un assiduo frequentatore del tempio

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Caio,non ho parole per esprimere la mia più grande stima nei tuoi riguardi.

continua nel erudirci.

ciao Roberto

Grazie Ciosky: senza la vostra preziosa partecipazione ogni scritto sarebbe superfluo. ;)

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Cn. Blasio Cn.f. 112-111 a.C. AR Denario. Testa elmata di Scipione l' Africano a destra / la triade Capitolina. Cr296/1i; Syd 561d.

Ciao Caio Ottavio è sempre un piacere leggere le tue discussioni do un piccolo contributo allegando questa rappresentazione numismatica della Triade capitolina che si trova in questo denario della gens Cornelia più famoso per il ritratto del dritto attribuito a Publio Cornelio Scipione che tra l' altro era un assiduo frequentatore del tempio

Ciao Meja. :)

Grazie per il tuo contributo: un accenno curioso alla vita di uno degli eroi di Roma più famosi. Il ritratto è, secondo le tavole di Wildwinds, effettivamente riconducibile a Cornelio Scipione. Stando, invece, ai nostri Cataloghi, http://numismatica-c...moneta/R-G207/1, il volto elmato sarebbe sempre di Marte, il dio guerriero. In effetti, differenze sostanziali tra i due ritratti dal punto di vista stilistico non ve ne sono, ma un particolare potrebbe attribuirlo al grande condottiero: l'elmo. Paragoniamo l'elmo indossato dal personaggio effigiato sulla moneta con un esemplare mancante di paragnatidi risalente alla Guerra Punica. Gli elmi di questo tipo (ellenistici) furono utilizzati per tutto il periodo Repubblicano dai più alti generali romani.

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Si notino il sostegno per il pennacchio in cima e le borchie che reggevano le paragnatidi.

(Berlino, Antikenmuseum).

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Visione frontale dello stesso elmo: si vede, qui, meglio ciò che resta del perno frontale che reggeva la parte anteriore del pennacchio. Da notare anche le volute decorative che erano usate anche da altri popoli mediterranei tra cui pure i Cartaginesi.

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Particolare del D/ della moneta di Cn. Blasio Cn.f. con il ritratto elmato.

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Particolare di un'illustrazione di R. Hook raffigurante un alto ufficiale romano della Repubblica. Elmo completo di paragnatidi e pennacchio.

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allora bisogna correggere il catalogo :blum: perchè il ritratto del denario Cornelia è di Publio Cornelio Scipione !!!!!

è un ritratto che ricorda da vicino alcuni ritratti di Giulio Cesare oramai anziano malato e magro

più che una giovane e bellicosa divinità

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Ho confrontato anche le catalogazioni che ne hanno effettuato alcuni autori:

Il Cohen, alle pagine 162-163 numero 16 della Description gènèrale des monnaies de la Rèpublique Romaine dove classifica questo denario, parlando del D/, dice: CN. BLASIO CN. F. (...)Tète casquèe à droite de Scipion l'Africain (selon Visconti)...

Il Babelon vol. I alle pagine 396-397 ai numeri 19 e 20 dice: CN. BLASIO CN. F. (...) Tète casquèe à droite de Scipion l'Africain l'Ancien....

Il numero 20 del Babelon corrisponde, invece, alla moneta in oggetto nota come Crawford 296/1i che, tra l'altro, sui nostri Cataloghi viene indifferentemente indicata come Babelon 19, mentre con la variante RO aquila MA è la Babelon 20.

Il Seaby vol. I a pagina 37 numeri 19-19a-20 tratta questo denario con alcune sue varianti. Il numero 20 è quello con RO aquila MA all'esergo. Descrivendo il D/, riguardo al ritratto, l'autore dice: Cn. Blasio Cn. f. (...) Helmeted hd. r. (Scipio Africanus the Elder or Blasio?)....

Il Riccio, invece, non dice nulla al riguardo, molto più semplicemente afferma a pagina 62 numero 1: CN. BLASIO CN. F. Testa galeata di militare imberbe a dritta...

Modificato da Caio Ottavio
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Ho confrontato anche le catalogazioni che ne hanno effettuato alcuni autori:

Il Cohen, alle pagine 162-163 numero 16 della Description gènèrale des monnaies de la Rèpublique Romaine dove classifica questo denario, parlando del D/, dice: CN. BLASIO CN. F. (...)Tète casquèe à droite de Scipion l'Africain (selon Visconti)...

Il Babelon vol. I alle pagine 396-397 ai numeri 19 e 20 dice: CN. BLASIO CN. F. (...) Tète casquèe à droite de Scipion l'Africain l'Ancien....

Il numero 20 del Babelon corrisponde, invece, alla moneta in oggetto nota come Crawford 296/1i che, tra l'altro, sui nostri Cataloghi viene indifferentemente indicata come Babelon 19, mentre con la variante RO aquila MA è la Babelon 20.

Il Riccio, invece, non dice nulla al riguardo, molto più semplicemente afferma a pagina 62 numero 1: CN. BLASIO CN. F. Testa galeata di militare imberbe a dritta...

Ho consultato i seguenti cataloghi e come sempre ci sono diverse interpretazioni:

Bernareggi Eventi e personaggi sul denario della repubblica romana: Scipione l 'Africano (pag 45)

Cesano I studi di numismatica Vol I Fasc II: Scipione l'Africano (pag 179)

Belloni LE monete romane dell'eta repubblicana: Scipione l Africano o Blasio (pag 75)

Catalli la monetazione romana repubblicana: Marte (pag 176) da qui derivera la classificazione del nostro catalogo

La moneta viene descritta e commentata solo nei due primi testi:

Cesano:

".....Un denario coniato da un suo tardo pronipote, CN Cornelius CN. F. Blasio, del periodo 99-91 a.C. Vuole alludere chiaramente..." alla ".... sua superumana origine e natura, che egli stesso ostentava e lasciava credere, e raccontavano a tale proposito di intimi colloqui di Scipione con GIove dalle età piu giovanile (cfr. Valer Max I,2,2) (Livio XXXVI,19)....Nella effige maschia del diritto si è riconosciuto concordemente un ritratto di Scipone stesso l'Antico, anche sulla base del busto del Campidoglio; evidentemente qui abbiamo un particolare della statua elevatagli sul Campidoglio che stava nell'atrio del tempio capitolino, le cui tre divinità somo effiggiate sul rovescio della moneta stessa. Non devisi dimenticare infatti che solitamente la figurazione delle due faccie del denarius romano di questo periodo sono in correlazione tra di loro, sia formale, quando si tratti di un monumento della statuaria o della architettura, sia concettuale. Questo ritratto pare sia da considerarsi il primo che appare sulla moneta urbana di Roma repubblicana,...Le tre divinità capitoline compaiono per la prima volta, ed in una delle piu infelici reproduzioni; sono presentante stanti, schematicamente disegante ed incise, appena riconoscibili dagli attributi e da qualche particolarità del vestito.....La rozza composizione si ispira però quasi certamente ad un prototipo statuario; Jupiter infatti ripete un tipo molto esemplificato nelle monete imperiali romane."

Il busto credo che sia questo

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Modificato da snam
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Bernareggi:

"Il monetario e' storicamente sconosciuto....Come impostazione e' chiaramente derivato dall'effigie di Marte sul denario di Lutatio Cerco...." (vedere allegato) "......Ma il casco, piu' controllato come dimensione, si protende, qui, sopra un volto segnato da forti incavi che, lungi dall'annullarne, ne esaltano il valore plastico. La arcata sopracciliare affonda un occhio piccolo e pieno di vita, lo zigomo si fa acuto e, se il profilo non e' infine eccessivamente caratterizzato, studiatissimo e' invece il rilievo della magra guancia, al pari della linea esile del collo. Ne scaturisce una figura fisica d'eccezione, severa, imponente; solenne; una testa ad un tempo tipica, reale e spiritualizzata d'uomo chiuso, mistico, tormentato e nervoso;......Se e' probabile che questo ritratto di Scipione sia stato rilevato dalla statua eretagli sul Campidoglio nell'atrio del tempio Capitolino (poiche', a oltre ottant'anni dalla sua morte, non e' presumibile che sopravvissero testimoni oculari della sua effige) e' invece da escludersi, a nostro avviso, che le tre divinita' del rovescio riproducano le statue del tempio; lo escludono i loro movimenti tutt'altro che controllati, non riconducibili in alcun modo ne' alla fissita' verticale ne' all'aplomb statuario suk basamento. Non vi e' nessun rapporto stilistico tra il diritto e il rovescio di questo denario; e ancorche' la presentazione delle tre divinita' in se' stessa sia abbastanza piacevole nelle sue linee generali, la sua esecuzione non ha nulla a che dividere con quella del diritto....."

Scusate se ho divagato troppo rispetto alla discussione..Ciao!

Caio complimenti per la nuova nomina!

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Staff

Quando si realizzano dei cataloghi, ed il nostro sulle monete repubblicane non fa eccezione, è necessario lavorare su una base, che nel caso specifico è il Roman Republican Coinage del Crafword, ovvero il corpus su questa monetazione ad oggi più aggiornato ed attendibile.

Questo è l'unico modo per rendere omogeneo, pratico ed attendibile un lavoro di questo tipo ed infatti il medesimo criterio ci è stato dato da Catalli per la realizzazione del catalogo sulle monete etrusche del museo di Firenze, ove il Rutter (che non rappresenta di certo la "perfezione") è stata la base ed il punto fermo su cui lavorare.

Indubbiamente sia nel Crawford che nel Rutter sono presenti assunti, teorie ed interpretazioni non ineccepibili ma attualmente, per via della completezza che queste opere offrono, non esiste nulla in grado di sostituirle.

Il nostro catalogo quindi è scientificamente e metodologicamente corretto ;).

Ovviamente sul dritto del denario di Cornelio Blasio esistono interpretazioni diverse per certi versi più convincenti e lo stesso si può dire anche per una moltitudine di altri tipi monetali, ma questo è un altro discorso :).

Modificato da Rapax
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Awards

Grazie Snam per le notizie che ci hai fornito e che ho letto con piacere.

Concordo anche con quanto detto diligentemente da Rapax: vorrei solamente far notare la somiglianza che intercorre nella resa stilistica delle labbra tra quelle del ritratto elmato sul denario di Lutatio Cerco illustrato da Snam e il busto di Scipione. Esiste anche un altro busto bronzeo del condottiero romano e presenta la stessa caratteristica che non differisce poi tanto dall'esemplare di Cn. Blasio.

Alla luce di quanto è stato messo in evidenza, secondo me, su queste monete è stato raffigurato Scipione l'Africano nelle vesti di un giovane Marte (Scipione poteva avere una trentina d'anni o poco più quando si ritrovò a capo della storica impresa) in quanto vincitore di Annibale a Naraggara. Con la sua vittoria Roma non dovette più temere Annibale che aveva messo a ferro e fuoco l'Italia e sappiamo con quali risultati. Perciò, non mi meraviglio se questo personaggio sia entrato nella memoria collettiva come un vero e proprio dio della guerra. Che ne pensate? :)

Modificato da Caio Ottavio
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