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IGNORED

LUCERIA


acraf

Risposte migliori

Negli anni mi è capitato più volte di osservare le varie lacune presenti nel catalogo del Crawford, specialmente per quanto riguarda il bronzo e le emissioni anonime.

Ad esempio ho sempre trovato molto inadeguata e poco chiara la classificazione crawfordiana sui bronzi con L (talvolta assente!) emessi da Luceria nel corso della seconda guerra punica. Mi riferisco soprattutto alla serie di Crawford n. 97, che viene a sua volta suddivisa in ben 6 gruppi.

E' molto auspicabile che qualcuno riesca ad affrontare in maniera organica le varie emissioni lucerine e riordinarle in una sequenza più corretta e logica, anche se si tratta di un lavoro molto complesso.

Volendo controllare il materiale presente nel medagliere di Firenze, non sono riuscito a rintracciare quasi nulla. Mi sembra strano che manchino monete lucerine del tipo repubblicano (e quindi escludendo quelle di tipo greco). Ho visto solo un paio di vittoriati.

Qualcuno che ha contribuito alla sistemazione del materiale repubblicano del medagliere di Firenze può darmi indicazioni al riguardo e se è stata completata la classificazione delle monete repubblicane nel medagliere.

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Staff

Ciao acraf, sul portale del monetiere di Firenze la sola parte terminata è quella delle etrusche. C'è quindi ancora moltissimo lavoro da fare e moltissime monete da inserire.

L'ordine di inserimento ci è stato dato da Catalli, sfruttando nella maggior parte dei casi materiale già inventariato.

E' comunque possibile organizzarci e richiedere di poter fotografare e mettere online tutte le monete di Luceria lì conservate, bisogna solo dare un discreto preavviso al fine di consentire a Catalli di preparare il materiale da schedare.

Sinceramente non so quali e quante monete repubblicane di Luceria ci siano in quel di Firenze.

Due o tre anni fa ha anche riaperto il museo Fiorelli di Lucera ove, a quanto so, sono conservate alcune emissioni lucerine. Ci sono stato un paio di volte ma non sono mai riuscito a vederle in quanto esposte in una saletta che ho sempre trovato chiusa per via dei restauri ad una statua presente nel medesimo locale.

Credo che Vincenzo riuscirà ad essere più preciso in merito all'argomento di questa discussione ed anche sulle monete conservate al Fiorelli.

Modificato da Rapax
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Awards

Rispondo innanzitutto per la parte che conosco meglio.

Il museo civico di Lucera "G. Fiorelli" ha riaperto da un paio di anni, come sottolineato da Rapax, tuttavia nonostante il mio ripetuto andare, la Sala Numismatica era chiusa almeno fino a febbraio 2011.

La collezione di monete lucerine lì presente ha una sostanziale e non secondaria importanza e per fortuna risulta completamente schedata(non so se vi sono tutte le foto, però)già dal 1925.

Infatti è grazie alla pubblicazione di ALFONSO De Troia, Catalogo delle monete di Lucera, edito nel 1921 e in seconda e più completa edizione nel 1925, che si hanno tutti i dati ponderali degli esemplari nel museo civico della cittadella dauna.

Quanto a Firenze, penso che si stia provvedendo alla schedatura degli esemplari "romani" di Lucera(epigrafe L, LT sulla serie della prua, quinari, sesterzi, vittoriati), ma anche di Canosa(epigrafe CA su serie della prua), per ora assenti via telematica.

Anch'io non credo che non vi siano nel Medagliere fiorentino. Ma attendiamo responso di chi sa.

Saluti.

Vincenzo.

Modificato da Vincenzo
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I have been working with Roberto Russo for the last two years on a new arrangement of the coins of Luceria. Roberto Russo, who sadly died last week, recognised the main idea for a new arrangement, which is: there were two mints for Roman coins at Luceria, and the two mints can be recognized by their different flan (metal) production as well as their different engraving styles and designs. Once you understand this, then the arrangement becomes more obvious and simple. A difficulty faced by prior authors is that they had insufficient coins to study. The largest collection of coins of Luceria is in Paris (Bibliotheque Nationale). Still there are less than 200 coins in the BNF Paris. Because of the internet and because I could study some private collections, I have a database of 1,500 coins to study. So it is now possible to see a better arrangement. Up until now there were three main studies of the coins of Luceria

- by Riccio (1843)

- by Grueber (1905)

- by Crawford (1974)

So I think it is now time to look at these coins again!

For the existing arrangement of the coins of Luceria, you can see my coin collection here:

RRC 27/4 and RRC 43/1 - RRC 43/6

http://www.flickr.co.../detail/?page=1

RRC 43/6 and RRC 97/1 - RRC 97/7:

http://www.flickr.co.../detail/?page=2

RRC 97/7 - RRC 97/13

http://www.flickr.co.../detail/?page=3

RRC 97/13 - RRC 97/22

http://www.flickr.co.../detail/?page=4

RRC 97/24 - RRC 98A/6

http://www.flickr.co.../detail/?page=5

RRC 98A/7 - RRC 99/4

http://www.flickr.co.../detail/?page=6

RRC 99/5 - RRC 100/1

http://www.flickr.co.../detail/?page=7

RRC 100/1 - RRC 100/7

http://www.flickr.co.../detail/?page=8

Riccio plates

http://www.flickr.co.../detail/?page=9

regards

Andrew

post-14251-0-74491000-1335124980_thumb.j

Modificato da ahala
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Consiglierei vivamente anche un tour dei musei napoletani..... :ph34r:

Of course I love the museum in Naples but I don't think the Naples museum has many coins of Luceria. A friend made some photographs of the trays which contained bronzes. I did not see many Luceria examples. Just a few, and not rare types, except for one example of the as with P-L mintmark (RRC 97/22b). Maybe I was looking in the wrong part of the coin cabinet.

Below is the P-L as (RRC 97/22b) from the ANS in New York. There is also an example in Hannover as well as in Naples.

I have many nice photos of my visits to Campania; here are some:

http://www.flickr.com/photos/ahala_rome/sets/72157625080524809/?page=1

http://www.flickr.co...0524809/?page=2

http://www.flickr.co...0524809/?page=3

post-14251-0-69018000-1335137698_thumb.j

Modificato da ahala
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Gli esemplari lucerini del museo di Napoli sono stati catalogati e, in un tempo relativamente breve, saranno pubblicati.

Sono nell'ordine di duecento circa, non pochi direi.

Per quanto riguarda i volumi citati da ahala.

Quello del Riccio del 1846, Le monete attribuite all'antica zecca di Luceria, è basato solo su un elenco delle monete conosciute, ma non costituisce un corpus, o un'analisi degli esemplari censiti.

L'articolo del Grueber, apparso su Corolla Numismatica nel 1906, The coinage of Luceria, è un tentativo di sistemazione cronologica della monetazione lucerina, molto parziale e peraltro contraddetto dallo stesso Grueber negli anni successivi.

Quanto al Crawford o al Rutter, essi non posso essere considerate opere specifiche sull'argomento.

La prima opera(RRC) presenta aporie insormontabili.

La seconda(Historia Numorum) errori evidenti.

Saluti.

Vincenzo.

P.S. Le monete con lettera "P graca" o "Q" non appartengono alla zecca di Luceria.

Modificato da Vincenzo
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The coins with P probably do belong one of the mints of Luceria. (I agree Q does not). But that discussion can wait until another day. It is my view that there were two separate mints for Roman coins at Luceria (two mints for the L coins, one of which also minted the L-T and P issues). Again, that discussion can wait until later when I can show all the evidence. As I said, I have 1,500 coins available to study.

Crawford's weight classification of course presents a very incorrect picture. But my arrangement (Flickr pictures) follows the Crawford classification for the moment, until something better is published.

I look forward to the Naples publication! I did not think there were very many Luceria coins at Naples.

Modificato da ahala
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d'Ailly (Recherches sur la Monnaie Romaine Depuis son Origine Jusqu a la Mort d'Auguste, Baron d'Ailly, 1864-1869) also has some very good and correct observations on the bronze coins of Luceria. The line-drawings in d'Ailly are usually very accurate. I have compared many coins in the Bibliotheque Nationale, Paris, with d'Ailly's drawings and they are very close.

post-14251-0-71306500-1335176784_thumb.j

Modificato da ahala
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A Napoli non esiste solo il Museo Archeologico Nazionale. Ci sono altri Musei, spesso definiti "minori", che posseggono una collezione numismatica di tutto rispetto. Ecco perchè consigliavo un "tour".

Saluti :D

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A Napoli non esiste solo il Museo Archeologico Nazionale. Ci sono altri Musei, spesso definiti "minori", che posseggono una collezione numismatica di tutto rispetto. Ecco perchè consigliavo un "tour".

Saluti :D

Caro Dracma,

hai perfettamente ragione. Ma come ben sai i Corpora sono elementi vivi e in continuo aggiornamento.

Per ora sono stati censiti gli esemplari del Museo Nazionale, poi seguiranno gli altri(per Napoli e per le altre città).

Il problema fondamentale è cercare di rovesciare la questione.

Non inseguire i musei, ma cercare di far capire, che è un'opportunità anche per loro che le monete vengano schedate e pubblicate.

Vincenzo.

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Concordo pienamente. Il mio voleva essere solo un suggerimento per lo studioso che si accinge alla raccolta del materiale ai fini di uno studio scientifico. Del Museo di Napoli possediamo fortunatamente i cataloghi (benchè datati) delle principali collezioni numismatiche. Esistono invece musei partenopei che possiedono monete di Luceria, del tutto inedite o note in maniera generica, ai quali sarebbe opportuno fare una "visitina" previa richiesta di autorizzazione ovviamente.

:P

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Intervengo in questa discussione per ricordare che l'opera più scientifica e aggiornata sulla monetazione dauna, compresa Lucera, attualmente disponibile, è quella del dottor Vincenzo La Notte, dal titolo "La monetazione della Daunia. Storia degli studi e analisi della produzione", edita a Foggia agli inizi del 2011.

In essa è presente un'analisi bibliografica completa dal 1500 al 2010, semplicemente imparagonabile, come dati, a tutte le precedenti.

Inoltre, vi è un enorme mole di monete censite con dati ponderali.

Sebbene la situazione sia, come ovvio, in continua evoluzione(so che l'autore sta già provvedendo alla catalogazione delle monete dei principali musei italiani e esteri che hanno dato la loro disponibilità), questo volume, in tal senso, costituisce una base fondamentale su cui partire, se non altro perchè l'unica, con fondamento scientifico, finora disponibile.

Cordialità.

Maria A.

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Lo studio di Vincenzo è sicuramente un punto di partenza e tiene conto della passata bibliografia, ma anche che la zecca di Luceria attende ancora una esaustiva sistemazione e quindi l'analisi di Vincenzo non può essere considerata ovviamente conclusiva.

Perché una analisi su Luceria possa essere definita esaustiva dovrebbe avere preso in considerazione non solo un adeguato numero di esemplari noti (almeno nell'ordine di oltre un migliaio), ma deve tenere conto anche dei non infrequenti conii o stili in comune.

Alcuni anni fa avevo visitato il caro amico Roberto Russo e da una rapida supervisione del suo ricco materiale mi accorsi della complessità delle varie emissioni e non solo con L, ma anche con H, Q, monogramma ROMA e pure alcuni simboli, come mosca (fly) che appunto presentano vari conii di diritto in comune fra loro e con altre emissioni senza lettera/simbolo (le cosiddette emissioni anonime).

Poi bisogna anche considerare che sono pochi i ripostigli noti che contengono sicuramente monete romane in Apulia, per la maggior parte ancora sepolti nei vari musei e soprintendenze... e che potrebbero dare utili informazioni sulle possibili zecche attive nella Daunia.

Ahala ha ha grande fortuna di avere raccolto sufficiente materiale per poter avviare un primo tentativo di sistemazione delle emissioni romane in Apulia (1500 pezzi è un buon punto di partenza) e, dato molto importante e interessante, conferma un mio vecchio sospetto che a Luceria fossero attive almeno due zecche parallele. Non ho mai intrapreso una accurata ricerca in tale campo, che resta fondamentale per la ricostruzione della monetazione romana durante la seconda guerra punica.

Non dimentichiamo che a quel tempo la Daunia era un immenso campo militare e Roma aveva subito intuito la grande importanza strategica della regione nella lotta contro Annibale, il quale aveva invece relativamente poche città apule in suo favore. Le truppe romane (ma anche puniche) potevano essere rifornite dalle ricche campagne apule e, in più, erano anche pronte a prevenire l'eventuale minaccia dei Macedoni a fianco di Annibale, da oltre Adriatico.

Dopo la battaglia di Canne del 216 e la relativamente rapida riorganizzazione degli eserciti romani, questi ultimi poterono contare su una enorme produzione in loco di denari e bronzi anonimi e con lettere e simboli. Resta quindi fondamentale capire quali erano le zecche.

Se L significava Luceria e CA la città di Canusium, le altre lettere V, H, Q, P, T/L, ROMA e alcuni simboli cosa esattamente volevano indicare? C'è da considerare anche che in ogni caso esistono vari incroci di conio, a indicare non solo una stretta vicinanza temporale (il che è ovvio) ma anche geografica.

E' anche possibile che i vari punzoni usati per la coniazione venissero trasportati e riutilizzati in città o accampamenti vicini, ma resta la necessità, sollevata all'inizio della discussione, di avere il quadro più completo e chiaro di queste emissioni. L'opera del Crawford rappresenta solo un primo tentativo, che non è affatto esaustivo né tanto meno soddisfacente.

Non dimentichiamo che la pubblicazione del catalogo di Crawford, negli anni '70, ha provocato una marcata stasi negli studi della monetazione romana repubblicana, come se avesse tolto energie ed entusiasmi per ulteriori approfondimenti.

Adesso i tempi sono più che maturi per una seria revisione di tale catalogo.

Già in un'altra discussione avevo rilevato l'importanza della raccolta di monete repubblicane di Roberto Russo e dei suoi numerosi appunti, rimasti quasi tutti inediti e che spero vivamente possano trovare adeguata pubblicazione.

Modificato da acraf
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Un'opera, un libro andrebbe sempre giudicato nel momento in cui viene pubblicato e non in rapporto a futuribili e immaginarie opere, che sono ancora lontane da essere edite o forse non lo saranno mai.

Il mio pensiero era riferito all'oggi. E ora come ora, il libro sulla monetazione dauna del dottor La Notte rappresenta la sintesi più aggiornata e l'unico valido strumento scientifico esistente sull'argomento.

Non ricordo altri titoli, ma potrei sbagliarmi. In futuro si vedrà.

Certo tutto è migliorabile soprattutto in questo campo, tutto dipenderà da nuove catalogazioni e da nuove scoperte.

E' giusto sottolineare, brevemente, che la visione ricostruttiva operata da Acraf è solo una delle possibili.

Essa lega l'emissioni apule ad eventi bellici. Ma vi è un'altra idea completamente differente, altrettanto valida e non ancora smentita.

Cordialità

Modificato da MAP
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Senza nulla togliere al recente contributo del dottor La Notte, che appare encomiabile e sostenuto da una solida impostazione metodologica, quello che Acraf intendeva dire è che manca finora uno studio sistematico della monetazione di Luceria condotto sulla base di tutti gli esemplari noti. Ciò ovviamente richiede uno screening delle collezioni museali italiane ed estere (raccolte numismatiche, rinvenimenti isolati, ripostigli) nonché degli esemplari provenienti dal mercato antiquario, al fine di ricostruire, quando possibile, la sequenza dei coni, le varianti tipologiche, l'assetto ponderale, il ritmo e l'entità della produzione delle varie emissioni, ecc.

Si tratta di un lavoro oneroso, i cui tempi di pianificazione non sono quantificabili per le ben note difficoltà nella ricognizione del materiale. Tuttavia, proprio in considerazione del delicato momento storico in cui tale monetazione si pone, sarebbe auspicabile una messa a punto delle emissioni attraverso una necessaria revisione della bibliografia precedente e mediante l'acquisizione di eventuale nuova documentazione.

Sono pertanto certo che le ricerche del dottor La Notte, sempre condotte con serietà e competenza, forniranno nuovi ed importanti risultati in merito a Luceria e alla sua zecca (o zecche).

Saluti

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Gentile Dracma,

sulle linee da seguire per futuri lavori, credo che tutti quelli che, come noi, si occupano di archeologia(o numismatica) concordano.

Il punto è stabilire uno status quo di un argomento.

E volevo semplicemente indicare, che ad oggi, la posizione più valida e ripeto la sintesi scientifica più aggiornata e completa sulla monetazione dauna è quella del dottor La Notte.

Non è sufficiente(e da archeologa da campo questo lo so bene)meditare o proporre progetti futuri. Occorre concretezza.

Se qualcuno ha qualcosa di meglio da scrivere sull'argomento, ben venga. Scriva e sottoponga la sua opera al giudizio di una critica specialistica.

Ho trovato semplicemente ingeneroso, non prendere in considerazione un'opera, come quella del dottor La Notte, lamentando una "stasi" dagli anni '70(era di Crawford)che di fatto non c'è stata.

Altresì ingeneroso, è scrivere che le opere, attualmente, di riferimento sull'argomento sono Riccio, Grueber, d'Ailly, Crawford, dimenticando il volume citato.

Vorrei ricordare, e so che il dottor La Notte non condividerà questa mia esposizione, alcuni dei commenti fatti da critici specialistici alla sua opera:

"scientifica", "con posizioni illuminanti", "per certi aspetti rivoluzionaria", "mommseniana", "giusta sintesi fra enciclopedismo ottocentesco e specialismo del Novecento", peraltro in lizza come migliore opera numismatica del 2011, in un noto concorso tedesco.

Direi che non è proprio poco.

Cordialità.

Maria.

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I certainly want to see the book by Vincenzo La Notte, dal titolo "La monetazione della Daunia. Storia degli studi e analisi della produzione", edita a Foggia agli inizi del 2011. It sounds very interesting. I will certainly buy it.

Of course everything in this subject requires proper study using many specimens, thousands of examples if possible. Unless a study is very comprehensive, and include very many coins, it will not give new results. Although I am only an amateur, I have been searching for evidence on Luceria for some years. For example I have examined the original notes of Michael Crawford that list every coin of Luceria which he has seen in every museum in Italy (and other countries) in the late 1960s and early 1970s. This is why I was surprised to hear that the Naples Archaeological Museum has so many coins of Luceria. I was not expecting it - certainly Crawford did not see so many coins in Naples in 1970. Perhaps the data is not complete. And there are many small findings that require many coins to demonstrate. For example I have found a link between the coins of Luceria and a rare anonymous variety of coins of the issue Q. There are obverse die links and there is evidence of the same engravers being used. I have found coins of the style/engraver of the "P" series with mintmark "L". I have found many new varieties not listed by Crawford. And of course there exists some coins with P and L mintmarks together.

So, it requires thousands of coins to really understand these issues. I do not know if I will ever be able to write something about these coins, but I know that looking at and handling many many coins is needed to give new light.

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I have a couple of questions I hope someone can help with

1. Where (on internet) can I buy a copy of Vincenzo La Notte, dal titolo "La monetazione della Daunia. Storia degli studi e analisi della produzione", edita a Foggia agli inizi del 2011

2. I would like some more opinions or comments on "Municipio di Lucera. Museo civico. Catalogo delle monete di Lucera, Alfonso de Troia, 1911.". So far I can see there are copies in

- Harvard

- Getty Museum

- British School at Rome

- Paris (not sure where)

- London (not sure where)

So it is a very rare book. It is not in the library of the American Numismatic Society. I will find a copy eventually. But perhaps someone who has seen the book could describe it for me in more detail. I would appreciate a detailed description (what coins does it cover, how many plates, are they of good quality, is there an arrangement suggested) etc.

thanks

Andrew McCabe

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Condivido la richiesta di Andrew per reperire una copia, magari scansionata (visto che non esistono più diritti di copyright), del catalogo di Alfonso de Troia sulle monete di Luceria.

Egli fu direttore dal 1906 del Museo di Luceria e dal 1922 anche della locale biblioteca comunale, credo fino alla sua morte, nel 1930. Quindi nella sua lunga carriera sicuramente vide in loco non pochi esemplari lucerini e questo costitusce un interessante dato, che va poi confrontato con l'attuale giacenza nel Museo Civico "Giuseppe Fiorelli" (che fu anche un grande studioso numismatico!). Non conosco la situazione attuale del Museo.

Come già accennato, purtroppo sono inoltre scarsi i ripostigli noti con monete di Luceria. Anzi credo che esista uno solo, rinvenuto nel 1854 a Campo Laurelli (IGCH 2046).

Sono d'accordo con Maria (MAP) che bisogna dare il giusto risalto alle conoscenze acquisite e pubblicate, ma, come giustamente evidenziato da Enzo (Dracma), bisogna anche ormai pianificare ulteriori studi sull'argomento, possibilmente anche con adeguato scambio di informazioni e notizie.

I dati di La Notte sono molto interessanti, ma mi permetto di dissentire che siano veramente conclusivi. Purtroppo, e forse questa non è la sede più appropriata, c'è da affrontare ancora lo spinoso problema del corretto contesto in cui collocare le numerose emissioni di Luceria, che sono anche intrecciate con altre emissioni per la presenza di conii in comune.

In altre parole, resta ancora da stabilire l'esatto contesto nel quale sono state prodotte queste monete. Esiste anche una spinta "revisionista" contro la consolidata teoria di emissioni coniate nel corso della seconda guerra punica, che però deve essere suffragata da ulteriori elementi.

Non basta più il parziale quadro offerto dal Crawford e nemmeno l'interessante alternativa offerta da La Notte: bisogna ormai procedere con ulteriori approfondimenti che devono avere la struttura di un vero Corpus.

So che sono studi molto onerosi, ma ormai necessari (e i tempi sono anche maturi).....

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Condivido la richiesta di Andrew per reperire una copia, magari scansionata (visto che non esistono più diritti di copyright), del catalogo di Alfonso de Troia sulle monete di Luceria.

I have scans of the second and third volumes of Bahrfeldt's Nachtrage (including the plates which cannot be found in the free online versions), so if anyone was able to scan the de Troia they might wish to have that in exchange. In fact the Bahrfeldt is available to anyone who wants it - just please send me a private message.

In altre parole, resta ancora da stabilire l'esatto contesto nel quale sono state prodotte queste monete. Esiste anche una spinta "revisionista" contro la consolidata teoria di emissioni coniate nel corso della seconda guerra punica, che però deve essere suffragata da ulteriori elementi.

Non basta più il parziale quadro offerto dal Crawford e nemmeno l'interessante alternativa offerta da La Notte: bisogna ormai procedere con ulteriori approfondimenti che devono avere la struttura di un vero Corpus.

So che sono studi molto onerosi, ma ormai necessari (e i tempi sono anche maturi).....

I have no new theory. I do not wish to revise Crawford's views (if they are correct), but only if they are wrong. But I do want to understand the bronze coinage of Luceria. For that it is important to look for, for all the issues of Apulia (not just Luceria)

- die matches

- matches in engraving styles

- matches between anonymous and mintmarked pieces

- matches in flan manufacture / size / fabric / minting technology

- hoard and site-find evidence

- data on frequency, weights and so on, which requires a lot of coins

I am just looking at these coins for personal interest. I am not sure I will ever write about them. Only if it is useful. At the end, perhaps I might conclude that Crawford is 99% correct! But even in that case it's valuable to publish new coin types. I certainly know of many new types that are not yet published.

In RRC, Crawford lists (from memory) 83 coin types between RRC 43,97,98,99,100. I agree with about 79 of the 83 coins. The others are, in my view non-existent types. For example RRC 97/23 dextans does not exist. But even Crawford agrees with that - he wrote in "Coinage and Money under the Roman Republic" that 97/23 does not exist. Additionally, I know about 15 new coin types. But my main interest is in the arrangement of the coins - mints, and relationships between RRC 43,97,98,99,100, and relationships with RRC 84,85,86,87.

Andrew

Modificato da ahala
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For example RRC 97/23 dextans does not exist. But even Crawford agrees with that - he wrote in "Coinage and Money under the Roman Republic" that 97/23 does not exist.

So, what is the coin shown at British Museum? A RRC 97/16 dextans?

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I dati di La Notte sono molto interessanti, ma mi permetto di dissentire che siano veramente conclusivi.

Ma nessuno ha parlato di dati definitivi. La natura stessa di un corpus prevede la possibilità di aggiornamento, con la scoperta di nuovi dati, l'emersione di depositi di soprintendenza, non di meno l'effettiva possibilità data dai musei di studiare il materiale.

Tuttavia, è preferibile un'opera scientifica che tenga conto di una certa quantità di esemplari censiti(e non sono pochi)alla totale assenza.

Fino agli inizi del 2011 non esisteva un'opera specifica e scientifica sull'argomento, si viaggiava nel vuoto o in scritti ottocentesci; ora per fortuna c'è. Poi si potranno fare migliorie, aumentare i dati, ma un punto saldo e di partenza sull'argomento è stato creato.

Meglio un'opera reale che conta un ottimo censimento, seppur parziale, che un'opera immaginaria che dovrebbe contenere tutti gli esemplari. Finora anche in altri ambiti numismatici non esiste un volume del genere. E comunque sia dovrebbe essere sempre aggiornato e non sarebbe mai definitivo.

Si parla di dati, ma il volume del dottor La Notte non è solo quello.

Per esempio, l'aspetto bibliografico. Lì si che ci deve essere completezza. E questo libro da tale punto di vista appare impeccabile. 30 pagine di bibliografia per un'argomento così specifico, non erano mai state prodotte.

Per non dimenticare l'analisi del materiale che ha portato l'eliminazione di alcune monete mai esistite e erronaemente sedimentate.

La falsa dracma di Tiati. Il falso obolo argenteo di Arpi. Una ridefinizione della serie fusa di Ascoli.

Punti su cui la numismatica precedente, anche di eccellenza, non aveva posto attenzione incorrendo anche in grossolani errori.

Non bisogna dimenticare la rimodulazione delle emissioni romane su piede ponderale duodecimale e non decimale, che ha accolto il consenso unanime e stupefatto della critica specialistica.

Sull'argomento, sicuramente, tale volume rappresenterà un punto fermo. Si potrà ampliare, migliorare, ma non ignorarlo, seguendo ancora opere ottocentesche come Riccio, Garrucci, D'Ailly, Grueber o del novecento come Crawford, Buttrey o Rutter.

Se la critica specialistica italiana e anche estera ha mostrato apprezzamento e ha fatto i commenti sopra riportati, è evidente che un notevole lavoro è stato compiuto. Un distacco fra quello che c'era prima e quello che c'è oggi.

Si potrà ampliare i dati conosciuti? Condivisibile. Si potranno affinare e dettagliare le cronologie delle varie serie? Probabile.

Si potrà ignorare tale volume? Impensabile.

Maria A.

Modificato da MAP
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varie emissioni e non solo con L, ma anche con H, Q, monogramma ROMA e pure alcuni simboli, come mosca (fly) che appunto presentano vari conii di diritto in comune fra loro e con altre emissioni senza lettera/simbolo (le cosiddette emissioni anonime)

Ma la serie 159 (quella colla mosca, appunto), non è successiva alle serie 84, 85 e 86, ovvero a quelle col monogramma, la lettera H e la lettera Q? Se non sbaglio, Crawford data la serie 159 al 197-190 a.C., le altre al 211-210 a.C..

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Mi sono astenuto finora dal fare commenti.

Essendo un pervicace idealista, mi ispiro nel mio lavoro a quello che diceva il mio Maestro, tale Attilio Stazio.

"Ricordatevi, voi tutti. Chiunque si occupa di ricerca dovrà risponderne a un solo giudice, a un solo tribunale supremo, quello della Storia."

Quindi aldilà delle critiche positive(per fortuna finora)o future e possibili critiche negative, a giudicare il libro "La Monetazione della Daunia" sarà il Tempo che stabilirà se si è trattato di un volume con gloria vana e momentanea o effettivamente "rivoluzionario" come è stato definito.

Nell'attesa che il Tempo decida, io personalmente proseguo negli studi intrapresi, certo che il metodo adottato sia quello giusto.

Disponibile ad ascoltare chiunque abbia qualcosa da dire e soprattutto da scrivere.

Non è da uomo di scienza temere il sapere altrui. Si pubblichi, poi si vedrà e si faranno paragoni, analisi, critiche ecc. ecc.

Due sottolineature, invece, prettamente numismatiche:

1)La necessità di creare Corpora, in ogni ramo della numismatica(ma anche di altre discipline) è fondamentale ed è innegabile.

Anzi più volte da me auspicato.

Ma il metodo scientifico impone di procedere per gradi. Per ora vi sono censiti circa 2000 esemplari, fino a ieri, nulla vi era sull'argomento.

Poi ve ne saranno 4000, poi 8000 e così via.

Anche perchè poniamo il caso che esistano 20.000 esemplari. Si censiscono, si pubblicano. Il mese successivo vengono ritrovati altri 200 esemplari. Il Corpus sarà ancora incompleto. Ma è nella natura dell'essere Corpus l'incompletezza e il dovere di aggiornamento.

Mommsen ha scritto il CIL, come tutti sapete. Ora è in fase di continuo aggiornamento. Ma non è sottoposta a critica l'opera dell'Immane Tedesco, che costituisce un punto cardine, fermo, unico e differente rispetto a tutti quelli che l'hanno proceduto. Sarebbe stato impossibile ignorarlo.

Discorso ben diverso la bibliografia e l'analisi della produzione.

Sulla prima, non vi sono dubbi che debba mirare all'assoluta completezza. Sulla seconda essa deve seguire un metodo scientifico in base ai dati fino ad allora disponibili. Se c'è il metodo e la Scienza, il passo verso la completezza(o futuri aggiornamenti) è breve. Se manca il metodo, si possono censire anche 200.000 esemplari, ma rimarranno sterili e inefficaci.

Da questo punto di vista, credo che sulla Daunia, ora, si sia sulla buona strada.

2)Il secondo punto numismatico che vorrei sottolineare e non nascondo che mi ha fatto anche sorridere, è il notare l'esistenza un pò diffusa di "più realisti del Re". Si difende l'opera Crawfordiana, più di quanto Crawford faccia con se stesso.

Lo stesso studioso inglese ha dichiarato e scritto, che il suo volume è in parte superato soprattutto per quanto concerne le parti relative all'Apulia, alla Sicilia, alla Sardegna.

Esempio banale: la didracma argentea di Arpi Cerere/Cavallo ed epigrafe DAIOY(presunto collegamento storico con tale Dasius Arpano, rivelatosi infondato, come dimostrato) venne attribuita in prima istanza alla Seconda Guerra Punica. Dopo la scoperta di un ripostiglio a Minervino, venne datata ad un periodo anteriore al 270 a.C..

Lo stesso Crawford si ravvise, ma non i Crawfordiani. Più realisti del re...appunto.

Saluti e buona continuazione.

Vincenzo.

Modifico, perchè dovevo una risposta ad Andrew.

Il volume di Alfonso de Troia, da te citato, ha due edizioni 1911, incompleta e una seconda del 1925(che ti consiglio di consultare), che censisce in maniera precisa(ma senza foto) tutti gli esemplari lucerini presenti nel Museo Civico Fiorelli.

I dati di De Troia sono presenti nel volume "La monetazione della Daunia", ma se vuoi consultare il volume direttamente devi cercare sull'ICCU la biblioteca più vicina che lo ha. La Provinciale di Foggia lo ha sicuramente.

Non lo troverai su internet, perchè la legge prevede 70 anni per la perdita deii diritti cartacei e 90 anni per quelli telematici(cioè possibilità di inserimento).

1925 + 90= 2015. Non credo tu voglia attendere.

Ti saluto.

Modificato da Vincenzo
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