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IGNORED

Due nuovi denari?


L. Licinio Lucullo

Risposte migliori

Vi segnalo, soprattutto per lasciarne memoria nel forum, due pezzi messi in vendita da Gemini che, SE sono autentici (la stessa casa d'asta ci va cauta) e SE sono coniazioni ufficiali, anziché imitative, allora rappresentano due nuovi denari.

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Ooops ... Mi correggo ... se ritrovo il linka al catalogo, allora vi segnalo eccetera eccetera :pardon:

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Il primo è il lotto 254, peso 3,13 g: http://geminiauction...p?LotNumber=254

Se è autentico, rappresenta una nuova versione della serie 474 (monetazione di L. Valerius Acisculus).

Sul catalogo vengono evidenziati elementi a favore e contro l'autenticità, sul piano stilistico (lo stile è aderente all'epoca, Venere ad esempio richiama i tratti dell'emissione Cr. 480/1 del 44, ma la legenda al D/ è anomalmente compressa e manca la "V" finale) e tecnico (l'esame al microscopio rivela depositi minerali coerenti, però la corrosione potrebbe essere un artificio per coprire la falsificazione).

Riporto testualmente, per quando il catalogo non sarà più disponibile:

L. Valerius Acisculus. Denarius, 3.13g. (4h). Rome, 45 BC. Obv: Garlanded head of Bacchus right, ACISCVLS (sic) and pickaxe behind; all within laurel wreath. Rx: Laureate and diademed head of Venus right, L VALERIVS before. Crawford-. Sydenham-. RSC Valeria-. Sear, Imperators-. Somewhat corroded. VF.

Ex Randy Haviland Collection.

While a handful of "new" Republican quinarii have appeared in recent years, of types known previously only on denarii, it has been hundreds of years since an entirely unknown Roman Republican denarius has been discovered. The present piece is therefore a true "holy grail" of Republican numismatics, if it is authentic. We believe it is a genuine new discovery of enormous importance, but not without reservations There are many arguments in favor of this coin's authenticity. The extensive coinage of L. Valerius Acisculus is unusually varied, including representations of Apollo, Europa on bull, a human-headed owl, Sibyl, Jupiter, an anguipedic giant, Sol, Luna in biga, Victory, a pick-axe and a double cornucopia. There are five main denarius types, with a number of sub-varieties; one quinarius and two sestertii. The fractions are of considerable rarity, while the denarius with Jupiter and the giant, Crawford 474/4, is one of the classic rarities of the entire Republican series. (See lot 252 for an example of this desirable type.) Given this abundance of imagination, the addition of Bacchus and Venus to Acisculus' pantheon is hardly unexpected. The engraving style of the present piece is entirely consistent with late-Republican artistic norms; compare for example the head of Venus here to that on the famous "Sulla's Dream" denarius of L. Aemilius Buca, Crawford 480/1, struck a year later in 44 BC. This coin incorporates subtle and persuasive details such as the laurel wreath surrounding Bacchus and the double-headed pick or acisculus--a punning allusion to the moneyer's cognomen--which occur on other types of this issue. If this is a modern invention, it is a remarkably adroit and ingenious one. The physical appearance of the coin is somewhat troubling however. The overall light corrosion could, potentially, be an artifice intended to hide evidence of forgery. The obverse legend is slightly blundered--ACISCVLS rather than ACISCVLVS--and the letter forms are atypically sketchy in comparison to the "normal" types of this issue. The slight "bulge" on the face of Bacchus is difficult to explain. That said, the difficulties, while real, seem insufficient to justify condemnation of this coin out of hand. Close examination under a microscope reveals very persuasive mineral deposits and no unambiguous evidence of forgery. The same corrosion, on a coin of "normal" types, would not engender an outright declaration of forgery. Many experts have examined it, without arriving at consensus as to its authenticity. The original seller of this piece, Tom Cederlind, stated that Dr. Jonathan Williams of the British Museum had carefully examined it and believed it to be genuine. Other experts in Republican numismatics have expressed misgivings about it or condemned it unequivocally . One longtime student made the astute observation that a "discovery" piece such as this will always engender doubts if the circumstances of its discovery are unknown We urge prospective bidders to carefully examine this piece and arrive at their own conclusion as to its authenticity.

Modificato da L. Licinio Lucullo
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Il secondo è il lotto 333, in bronzo (quindi il cuore di un suberato), 2,58 g : http://geminiauction.com/details.asp?LotNumber=333

Il catalogo evidenzia che assomiglia a un denario Cr. 495/2 suberato, salvo per il fatto che, nel ritratto e nella legende, ripete Lepido sia al D/ che al R/. E' ritenuto sicuramente antico e si ipotizza che sia stato emesso da Lepido in Sicilia, appositamente per sopperire a una carenza di numerario nella provincia.

Anche qui, riporto testualmente:

Sicily. Lepidus. AE 15, 2.58g. (8h). Sicily, 42 BC. Obv: LEPIDVS PO[NT MAX III V R P C] Bare head of M. Lepidus right. Rx: [LEPIDV]S PONT MAX III V [R P C] Bare head of M. Lepidus right.. Cf. Crawford 495/2. Cf. Sydenham 1323. Cf. Sear, Imperators 140. Fine.

Ex Randy Haviland Collection.

At first glance, this fascinating piece appears to be simply the bronze core of a plated, but otherwise "normal," denarius of Lepidus and Octavian. Both portraits are that of Lepidus however, and enough of the reverse legend remains to demonstrate that both sides bear the titles of Lepidus as well. The portraits are quite refined, and were presumably copied from a denarius of the best style. There seems every reason to believe it was created intentionally and is at least quasi-official in nature, most likely as an attempt to fill a gap in small change in Lepidus' province of Sicily. Unpublished and probably unique.

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Denario di L. Valerius Asculus

Apparentemente si tratta solo di una variante di conio di Cr. 474/3a, con assenza della penultima lettera. Lo stile generale però mi lascia alquanto perplesso. La testa di Bacco presenta una capigliatura un pò difforme dai conii noti e anche la testa di Venere mi sembra un pò diversa, sempre per lo stile e tipo di acconciatura. Per il resto la moneta sembra autentica e corrosa dal tempo, con calo ponderale.

Bisognerebbe analizzare tutti i conii noti per questa emissione (credo poco più di una ventina), per assicurarsi che non sia noto almeno un conio (ad esempio del rovescio).

Non sembra suberata, ma è bene accertarsi sull'effettivo titolo del metallo argento, che mi sembra piuttosto basso.

Tutti questi elementi mi fanno pensare più a una moneta di buona imitazione, un falso d'epoca.

Bronzo di Lepidus

Questo mi sembra effettivamente l'anima di bronzo di un denario, in particolare di Cr. 495/2.

Anche il peso mi sembra compatibile per una successiva ricopertura del sottile strato di argento (e minore tasso di usura al tempo).

Ormai il mercato internazionale si impossessa anche di "rottami" di un minimo di interesse per speculare sopra un prezzo sproporzionato, sventolando grandi novità e suscitando interesse di qualche danaroso collezionista. L'ironia è che Gemini non accetta la restituzione della moneta (ossia la moneta è criticabile ma se la volete prendere, a caro prezzo, sò c..... vostri...).

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Ormai il mercato internazionale si impossessa anche di "rottami" di un minimo di interesse per speculare sopra un prezzo sproporzionato, sventolando grandi novità e suscitando interesse di qualche danaroso collezionista. L'ironia è che Gemini non accetta la restituzione della moneta (ossia la moneta è criticabile ma se la volete prendere, a caro prezzo, sò c..... vostri...).

inoltre bisogna rilevare che l'omissione di informazioni relative alla provenienza e alle circostanze del rinvenimento (pour cause, naturalmente...) getta una pesante ombra di discredito verso questa moneta (mi riferisco al denario di V. Acisculus), che difficilmente potrà essere utilizzabile in sede scientifica.

Modificato da Bartolus
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I think the Valeria is ok (genuine), and the Lepidus is the core of a plated coin. If it is a plated coin it does matter than the two sides both have Lepidus. The Valeria is an important new variation. The Lepidus is worth nothing, perpahs 50 euro.

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  • 2 mesi dopo...

Creata la scheda ed inserito questo inedito denario di L. Valerius Acisculus del 45 a.C. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G321/13

Oltre alle note del catalogo d’asta ed alle osservazioni di Acraf, si potrebbe aggiungere il dubbio di trovare due divinità importanti della religione romana sia al dritto sia al rovescio della moneta: nella monetazione repubblicana generalmente la testa della divinità compare al dritto, mentre al rovescio troviamo o la figura intera o la divinità su biga o quadriga.

Ci sono naturalmente alcune eccezioni:

- in due casi però la stessa divinità al dritto si ripete anche al rovescio: nel denario di L. Appuleius Saturninus (Cr. 317/1 con Roma / Roma) e nel rarissimo denario di Terentius Varro (Cr. 447/1b con Iuppiter Terminalis / Iuppiter Terminalis);

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nel denario di L. Cassius Longinus (Cr. 386/1) le divinità sono invece associate con Liber / Libera);

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nel denario di C. Coelius Caldus (Cr. 437/1) la testa del Sole è al rovescio in quanto il dritto è “occupato” dalla più importante testa del console C. Coelius Caldus.

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Ci sarebbe da aggiungere un denario dello stesso L. Valerius Acisculus (Cr. 474/3) con la testa di Apollo al dritto e la testa della Sibilla al rovescio: però la Sibilla è una figura mitologica, non una divinità importante della religione romana come Venere (e poi nel denario con Apollo / Sibilla le due figure sono associate in quanto le Sibille erano sacerdotesse ispirate da Apollo nel predire il futuro).

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Ho provato a fare qualche confronto sia per il dritto sia per il rovescio con emissioni contemporanee al 45 a.C., l'anno della magistratura monetaria di L. Valerius Acisculus .

Al D/ testa di Liber a destra, con corona di edera.

Il catalogo d’asta indica Bacchus: però il Crawford ha utilizzato nel suo RRC il sinonimo di Liber per indicare questa divinità (il Babelon ed il Sydenham invece erano per Bacchus).

Emissioni contemporanee con la testa di Liber c’è quella precedente di C. Vibius Pansa Caetronianus del 48 a.C. (Cr. 449/2 e 449/3) e poi quella successiva di C. Vibius Varus del 42 a.C (Cr. 494/36). Naturalmente ci possono essere denari con immagini che si avvicinano maggiormente al denario inedito.

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Al R/ testa di Venere a destra con diadema.

Il catalogo d’asta indica che Venere è anche laureata: non mi pare di vedere questa corona d’alloro.

Inoltre viene indicata una similitudine con le emissioni di L. Aemilius Buca del 44 a.C. (RRC 480/1). Trovo invece una maggiore somiglianza con il denario di Mn. Cordius Rufus del 46 a.C. (RRC 463/3), coniato cioè l’anno precedente alle emissioni di L. Valerius Acisculus oppure con il denario di L. Flaminius Chilo del 43 a.C. (RRC 485/2), di due anni più tardi. Da notare la presenza del cordoncino di perle sulla testa.

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Modificato da legionario
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Il catalogo d’asta indica Bacchus: però il Crawford ha utilizzato nel suo RRC il sinonimo di Liber per indicare questa divinità (il Babelon ed il Sydenham invece erano per Bacchus)

Ricordo che su differenze e similitudini fra le due divinità abbiamo discorso qui: http://www.lamoneta.it/topic/90356-tra-liber-e-dioniso/

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