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Emissioni in argento 1417 - 1823 zecca di Roma


slapdash84

Risposte migliori

Sto cercando, al fine di rendermi un pò più chiare le idee sulle varie emissioni monetarie che si sono susseguite nei secoli a Roma, di tracciare uno schema riassuntivo contenente una linea temporale completa di tutte le varie tipologie emesse per ogni pontefice.

 

È assolutamente ancora un work in progress, ci lavoro già da un pò di tempo, ma spero col vostro aiuto possa diventare un qualcosa di fruibile anche per gli altri soprattutto per riuscire con un unico colpo d'occhio ad individuare ed identificare una certa moneta in un certo periodo.

 

Mi restano molti dubbi e curiosità da soddisfare per portare a termine il lavoro, e cercherò il vostro aiuto in questa discussione.

 

Ad esempio riguardo ai bolognini: i bolognini romani (cito il Berman), ovvero i predecessori dei baiocchi dei tempi moderni, risultano essere stati coniati fin dal XIV secolo in argento, per poi passare negli ultimi periodi alla mistura. Sempre il Berman indica gli stessi bolognini romani coniati in argento addirittura fino al 1535 ma da quello che ho potuto vedere gli ultimi bolognini sono quelli di Paolo II per Roma... mi sono perso forse qualcosa? Oppure i bolognini di quegli anni altro non sono che baiocchi?

 

Mi sono chiesto a questo punto fino a quando i vecchi bolognini medievali hanno avuto corso nell'urbe, se la riforma di Giulio II li spazzò definitivamente dal panorama del circolante oppure davvero continuarono ad avere corso legale fino al '500 inoltrato. Tale pontefice coniò infatti come alcuni suoi predecessori (ad esempio Alessandro Vi, Sisto IV o Paolo II) solamente i bolognini papali, che equivalevano a bolognini romani uno e mezzo.  :crazy:

 

Non avendo mai visto immagini di queste monete questi passaggi mi risultano ostici, forse con le monete sottomano tutto diventa più chiaro.

 

Riguardo allo schema che allego attendo vostri suggerimenti, implementazioni e quant'altro. Premetto che non ci sono tutti i nominali (ad esempio ho tralasciato i ducati di Clemente VII perchè li ho ritenuti specifici del difficile periodo storico), non ci sono tutti i pontefici nella linea temporale semplicemente perchè per quelli che hanno regnato molto brevemente non avevo spazio sufficiente per inserirne il nome... magari nella prossima versione... e molte altre imperfezioni e/o inesattezze che spero vogliate segnalarmi.

 

Ho cercato di evidenziare con i colori le varie variazioni di peso subite negli anni dai vari nominali: ovviamente un colore più chiaro corrisponde ad una moneta più leggera rispetto allo standard antecedente. Sotto invece ho voluto evidenziare alcuni dati e curiosità che fanno sempre comodo sotto mano.

 

grazie a tutti coloro che vorranno darmi una mano,

 

Marco

 

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Ciao, complimenti per l'idea e per la realizzazione... lo sfondo con Concistoro non è male  :P

 

Se ho ben capito il tutto è "munto" dal Berman... se è così diventa quasi obbligatorio considerare il Muntoni, che per ciascun nominale ha una cronistoria dettagliatissima nella parte iniziale del volume 1; pontefici, riforme, zecche, denominazioni, una massa di informazioni che che nella tua ottica "moderna" potrebbe diventare un capolavoro...

 

Venendo allo specifico del bolognino romano (4 quattrini, poi 5 quattrini dal 1537), si è via via evoluto nel baiocco, dapprima in argento, poi in mistura (baiocchella, Sisto V) e infine in rame (a Roma dal 1738, coniato effettivamente nel 1740). Il Muntoni considera i due nominali come sinonimi, e ciò probabilmente perchè il bolognino era baiocco da sempre nell'uso comune.

 

Non è poi detto che a determinate riforme monetarie siano corrisposte effettive coniazioni, ci sono casi in cui si provvedeva unicamente a rivalutare il circolante e solo in seguito, magari regnante un successivo pontefice, a coniarne di nuovo secondo una certa tariffa.

 

Citi Giulio II, e il Muntoni ci viene in aiuto con una nota specifica relativa alle coniazioni dei bolognini papali, che con questo pontefice "vengono ad identificarsi con quelli romani (baiocchi)", abbiamo quindi un punto di congiunzione !  ^_^

 

Da quel che intuisco il Berman ha semplicemente riassunto le indicazioni riportate dal Muntoni, e ovviamente qualche dettaglio lo ha tralasciato. Quello che manca al Muntoni, per come è strutturata l'opera, è un corpus specifico delle riforme monetarie, e almeno per Roma credo che non esista opera migliore degli Annali della Zecca del Martinori per "compensare".

 

Dai documenti che presenta, si possono evincere anche le monete messe fuori corso, e non è affatto da escludersi che ci possano essere state monete in circolazione per decenni se non secoli...

 

Ciao, RCAMIL.

Modificato da rcamil
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Ciao @@rcamil, ti ringrazio per la gentile risposta! In effetti sono prossimo all'acquisto del Muntoni (me lo sono imposto come tappa obbligata prima di procedere con la collezione), ovviamente per ora mi devo basare su ciò che ho ed in particolare appunto il Berman e qualche altra fonte. 

 

Avevo intuito l'evoluzione da Bolognino romano in baiocco, mi dai una gradita conferma. Mi dai invece una notizia interessante circa l'equilvalenza all'epoca di Giulio II relativamente ai bolognini romani e papali, ottimo davvero! Pian piano inizio a vedere la luce in fondo al tunnel :)

 

Come giustamente dici sarebbe molto interessante avere un'idea più precisa sull'effettivo uso delle monete antiche nel corso dei decenni / secoli ed attraverso le varie riforme: le monete venivano ritirate o semplicemente pian piano sparivano dalla circolazione per tesaurizzazione o consunzione?

 

Quesito decisamente interessante...

 

Hai ragione in merito ai doppi giuli del possesso, è una mia dimenticanza che provvedo a correggere. Credo comunque di aver sicuramente commesso altri errori qua e la, come già detto è un qork in progress..

 

@@attila650 si hai ragione, il mezzo giulio è il grosso! Ma siccome nei primi decenni del XVI secolo veniva indicato come mezzo giulio (probabilmente per non confondersi con i grossi quattrocenteschi appena soppiantati dai giuli?) ho preferito mantenere tale denominazione fino a Paolo III, quando nuovamente si inizia a parlare di grossi e non più di mezzi giuli. Confondersi è molto facile quando l'arco temporale è così ampio...

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Come giustamente dici sarebbe molto interessante avere un'idea più precisa sull'effettivo uso delle monete antiche nel corso dei decenni / secoli ed attraverso le varie riforme: le monete venivano ritirate o semplicemente pian piano sparivano dalla circolazione per tesaurizzazione o consunzione?

 

Da quel che ho letto non ci sono regole standard, certo nel passaggio tra un pontefice e l'altro, le monete del precedente non erano ritirate in massa, per cui continuavano a circolare accanto alle nuove.

 

In caso di riforme monetarie il precedente circolante poteva essere svalutato, continuando a circolare, oppure ritirato entro un periodo stabilito per poi perdere corso legale.

 

Altra possibilità che mi viene in mente, legata in particolare al tumultuoso periodo che fu la fine del XVIII secolo, è il passaggio tra governo pontificio e occupazioni di varia sorta; in questi casi la moneta del regnante passato era sostituita prima possibile da quella "del nuovo corso".

 

Ciao, RCAMIL.

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