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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/03/25 in tutte le aree
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Mah! personalmente ho espresso il mio parere in base alla richiesta dell' utente,a me frega niente di quello che ci fa',le monete sono sue e in più sono anche brutte detta papale papale,mi sono permesso di consigliare come pulirle con un modo semplice e non invasivo per renderle quantomeno presentabili,che le monete non vanno mai pulite mi piacerebbe sapere chi l' ha detto,forse sarebbe più corretto dire che le monete non vanno mai pulite da chi non sa farlo, ecco,così ha più senso... Un' altro punto su cui mi soffermerei riguarda la solfa che le monete in bassa conservazione sono belle, raccontano una storia e manfrine varie,se la moneta è brutta rimane brutta e basta,se la moneta è in bassa o bassissima conservazione non offre nessuno spunto di studio proprio perché essendo in bassa conservazione ha perso buona parte del suo aspetto all' origine,per avere spunti di studio la moneta dev'essere in buona o ottima conservazione dove si può apprezzare appieno il risultato del conio e capirne le dinamiche... Infine l' unica cosa che mi ha infastidito e che l' utente che ha aperto la discussione sapeva già dall' inizio cosa fare delle monete e che prezzo appioppargli,cercava solo conferme e non consigli, perché proporre a 150 euro un' obbrobrio come la pubblica postata (anche se c'è la proposta di acquisto) è una presa per i fondelli,in quella conservazione non racconta nulla e nessuno la metterebbe in collezione,di conseguenza il suo valore è pari a 0,e non si può nemmeno usare la scusa che non ha un catalogo aggiornato perché basta fare una ricerca per venduti della moneta che interessa e si possono vedere le cifre raggiunte, questo è quello che ho fatto io riguardo ai 10 tornesi del 51 e 53,i 10/15 euro che tanto hanno fatto storcere il naso sono la cifra raggiunta da diversi esemplari della stessa data e in conservazione simile, quindi non me li sono inventati io... Spero di essere stato chiaro...4 punti
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Dopo quasi novant’anni, la credenza lignea proveniente dall’appartamento V,18 sul Decumano Massimo di Ercolano torna finalmente visibile al pubblico. Il reperto, uno dei più straordinari esempi di arredo domestico dell’antichità, è stato trasferito dall’area archeologica all’Antiquarium del Parco Archeologico di Ercolano, dove trova posto nel nuovo spazio espositivo dedicato ai legni antichi. Si conclude così un lungo percorso di tutela, studio e restauro che ha restituito vita e leggibilità a un oggetto unico nel panorama archeologico mondiale. La credenza, rinvenuta nel 1937 accanto alla Casa del Bicentenario, è un armadietto in legno carbonizzato straordinariamente conservato, ritrovato insieme al suo contenuto originale: coppe, bicchieri, brocche e pentole, testimonianza preziosa della quotidianità domestica ercolanese. Il rinvenimento, documentato con cura nei Diari di scavo, offrì già all’epoca un’istantanea eccezionale della vita privata di una famiglia del I secolo d.C., sopravvissuta nei dettagli al dramma dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Dopo la scoperta, il soprintendente Amedeo Maiuri, ideatore del progetto di “città-museo”, volle che il mobile restasse in esposizione nel suo contesto originario. Collocato al piano terra della bottega sottostante l’appartamento e protetto da una teca di vetro, divenne uno dei simboli del suo ambizioso programma di restituzione della vita quotidiana attraverso la musealizzazione in situ. Quell’allestimento, tuttavia, durò poco. Per motivi di tutela e conservazione, la credenza venne successivamente rimossa e sigillata in una cassa lignea, dove rimase per decenni, lontano dallo sguardo dei visitatori e degli studiosi. Solo nel 2022, con la riapertura della cassa, è iniziata una nuova fase della sua storia. L’operazione ha dato avvio a un articolato progetto di studio e restauro, realizzato grazie alla collaborazione tra il Parco Archeologico di Ercolano e il Drents Museum di Assen, istituzione olandese da anni impegnata nella valorizzazione dei materiali organici antichi. Il lavoro di restauro, concluso nel 2023, ha permesso di consolidare la struttura del mobile e di renderlo idoneo al trasporto e alla nuova esposizione, restituendogli stabilità e leggibilità senza alterarne la natura di reperto fragile e irripetibile. Il trasferimento della credenza dall’area archeologica all’Antiquarium è stato un momento complesso e delicato. A causa della fragilità del legno carbonizzato, l’operazione ha richiesto la partecipazione coordinata di restauratori, archeologi, tecnici e operatori specializzati. Per un’intera giornata le squadre hanno lavorato con estrema cautela, garantendo la sicurezza del reperto in ogni fase del movimento. Il trasporto, realizzato con supporti appositamente progettati e sistemi di ammortizzazione, ha rappresentato una sfida logistica e scientifica di grande rilievo. Oggi la credenza è collocata al piano ammezzato dell’Antiquarium, nel cuore del nuovo spazio espositivo che accoglie i legni antichi provenienti da Ercolano. L’allestimento è stato concepito per restituire al visitatore l’atmosfera originale dell’esposizione voluta da Maiuri negli anni Trenta, con un’attenzione particolare alla disposizione dei reperti e alla loro relazione con il contesto abitativo di provenienza. Grazie alla documentazione fotografica e scritta degli scavi del 1937, è stato possibile ricomporre fedelmente l’aspetto originario del mobile, riposizionando sulle sue superfici le stoviglie e gli oggetti domestici rinvenuti al suo interno. Il risultato è un’immagine viva e autentica della vita domestica di duemila anni fa, restituita nella sua dimensione più intima. Accanto alla credenza sono esposti una culla, simbolo della dimensione familiare, e il larario rinvenuto nello stesso vano dell’appartamento V,18, restaurato nel 2021 grazie alla XIX edizione di Restituzioni, il programma di tutela e valorizzazione del patrimonio artistico e archeologico promosso da Banca Intesa Sanpaolo. Il Parco Archeologico di Ercolano ha previsto anche un programma di visite serali per permettere al pubblico di ammirare il reperto in una cornice suggestiva. Nell’ambito dell’iniziativa Una Notte al Museo, ogni martedì e giovedì, dalle 20:30 alle 23:30 (ultimo ingresso alle 22:30), sarà possibile accedere con biglietto ridotto al Padiglione della Barca, alla mostra dei legni e a quella degli ori. Durante queste serate speciali i visitatori potranno incontrare archeologi, restauratori e architetti del Parco, che racconteranno le fasi del restauro, gli interventi conservativi e i dettagli dell’allestimento, offrendo uno sguardo diretto sul lavoro quotidiano di tutela e ricerca che anima il sito. Fonte: https://www.finestresullarte.info/archeologia/restaurata-credenza-di-ercolano-dopo-90-anni-di-silenzio Nota mia: l'incredibile reperto provenie dall’appartamento V 18 sul Decumano Massimo3 punti
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Io non ho voluto contestare nessuno, sinceramente cosa fa @Francisbolden non mi cambia nulla, l'unica cosa è che ha chiesto e noi abbiamo risposto e un po' infastidisce perché allora i nostri interventi sono stati del tutto invano. Però non è una questione di fini mondo. Buona giornata2 punti
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Cartolina illustrata VERAMENTE interessante, in perfetta tariffa per l' interno con 30c arancione segnatasse del 1934 stemma con fasci, usato per posta al posto del Francobollo in quanto la cartolina parte come scritto "da una zona sprovvista di francobolli", cosa si possibile essendo in Sicilia nel 5.6.44, e come ben detto da Dareios a Roma erano arrivati gli alleati quindi immaginiamo se pensavano a distribuire i francobolli. Il segnatasse e' annullato dal raro annullo di Jonia Marina il 5.6.44, nome che venne dato alla cittadina di Riposto nel 1942 in piena guerra e che duro' sino al 1945, per questo motivo e un annullo RARO. Abbiamo inoltre in cerchio nero il timbro ACS che sta per Allied Censorship Station, questo sicuramente è un timbro che fu apposto all' arrivo a Napoli gia' in mano agli americani in quella data.. infatti in quel periodo nel sud Italia tutta la posta veniva gestita dagli americani e tutto passava sotto la loro supervisione con l' aiuto del personale italiano, essendo bloccato il sistema postale italiano tutta la posta veniva spostata con automezzi americani.. e li fu apposto questo timbro. Cartolina affascinante anche nell' immagine e nello scritto, l' affrancatura e' quotata sui 100/120€ + l' annullo raro di Jonia Marina + il timbro ACS. Non e' una cartolina comune ma DI VALORE. Complimenti caro @dareios it te lo meriti..tienila con cura.2 punti
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Buongiorno, ieri giretto al mercatino e dentro un raccoglitore , trovo queste due banconote della Cassa Veneta dei Prestiti. Non ne avevo neanche una di questo tipo e ho deciso di prenderle: 50 centesimi e 2 lire.1 punto
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Si , un segno di riconoscimento potrebbe anche essere , nell' antica Roma esisteva anche un servizio segreto composto da speculatores e frumentarii , termini pero' in voga nell' Impero , ma cio' non toglie che potrebbero essere esistiti anche durante la Repubblica . Mi sentirei di escludere pero' una messa fuori corso della moneta . Comunque grazie per la risposta , vediamo se altri utenti competenti su questi segni ipotizzeranno altre soluzioni .1 punto
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Le monete proof sono iniziate ad essere nel 1985 in Italia, la lucentezza o lustro ,che è meglio detto, viene dato in fase di coniazione grazie al flusso di coniazione della moneta che genera micro striature che formano il lustro, in casi vicini al proof si parla di proof like come già detto, ma dal 1985 in poi.1 punto
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Tranquillo non era un rimprovero, è solo per facilitare le identificazioni 🙂1 punto
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Salve @Jacopog sarebbe il caso comunque,anche per le prossime volte di fare un post per ogni moneta con peso e diametro, specialmente per queste monete un po consumate, con foto nitide e più ravvicinate. 🙂1 punto
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Perdonate se ripropongo un argomento già affrontato precedentemente. Oggi ho ricevuto un blocco di monete che avevo acquistato in prevendita a marzo. E' veramente vergognoso che vengano proposte le confezioni in cartone di cui si è spesso parlato. Al di là dell'aspetto estetico, cosa di non secondaria importanza visti i costi ai quali siamo sottoposti, la cosa ancor più grave è l'estrema difficoltà che si riscontra nell'estrarre la custodia con relativa moneta: la maggioranza di quelle che mi sono arrivate sono incastrate e, volendole estrarre per un lecito desiderio di vedere fronte e retro del loro contenuto, la probabilità di rovinarle non è poi così limitata. Mi domando se noi tutti abbiamo la possibilità (non so in che modo) di far recedere l'IPZS da adottare questa indecente pratica.1 punto
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Salve Decio,certo entrare nella testa di chi l'ha fatto è difficile,un pò come ai giorni nostri con gli euro messi sulle rotaie o reincisi per gioco.i motivi possono essere tanti non penso solo quei due,un segno di riconoscimento o semplicemente una messa fuori corso,ogni spiegazione può essere plausibile fino a prova contraria1 punto
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Che sia chiaro,io non degrado le monete in bassa conservazione e non mi permetto di giudicare chi le vuole mettere in collezione ma bisogna prenderle per quello che sono,i 10 grani non sono da buttare ma quei due graffi sul volto di Ferdinando sono deturpanti,e questo bisogna metterlo in conto,sia economicamente sia per estetica ma proporli a 170 euro anche no...1 punto
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Ho scritto direttamente a Ute Warterberg, la quale, molto gentilmente, mi ha riferito che Price all'epoca ebbe una svista. Poco dopo la pubblicazione del suo articolo, infatti, ci si rese conto che tutte le monete presenti nel "ripostiglio" altro non erano che copie moderne per turisti. Non ricordava dove se ne fosse scritto, ma dovrebbe esistere un articolo al riguardo. Pertanto le uniche monete che presentano questa particolare iconografia sono quelle in elettro. Se ne è parlato in questa discussione, nella quale trovate citato l'articolo della Warterberg al riguardo:1 punto
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Mi perdoni non ho capito bene cosa intende😅1 punto
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Poichè è arrivata una segnalazione al CdC in merito a questa frase tengo a precisare che essa non è riferita al fatto che @Atexano giudichi la moneta autentica, quella è questione tecnica nella quale il CdC non può e non vuole entrare, ma che si sia dubitato, addirittura, che abbia incontrato l'esperto inglese ricevendone un parere favorevole, e che la persona che gli ha venduto le monete abbia, scientemente, venduto dei falsi.1 punto
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Sono stati nascosti buona parte gli ultimi post. Si poteva discutere dell'autenticità o meno della moneta anche accalorandosi (prova ne sia che ho lasciato visibili gli ultimi scambi tra @Atexano e @Tinia Numismatica), è INTOLLERABILE che, senza alcun fondamento, si sia messa in discussione la parola e l'onestà del proprietario della stessa e, anche, di chi gliel'ha venduta, persona del tutto sconosciuta al forum. Chiudo.1 punto
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Salve, segnalo : È uscito il nuovo numero di «Panorama Numismatico» (n. 421, novembre 2025). In copertina, Il carnyx di Valentia, di Alberto Mosca: la celebre tromba usata dai Celti in guerra si ritrova su un’emissione relativa alla “Colonia Iuris Latini” di Valentia. Troverete, all’interno Per le curiosità numismatiche: La fenice, simbolo di continuità eterna, di rigenerazione vitale, e come tale adottata anche dai primi cristiani quale rappresentazione della resurrezione di Cristo, compare su numerose emissioni monetali, sia antiche, sia moderne, come racconta Gianni Graziosi in Fuoco di rinascita. Per la monetazione medievale e moderna: Lorenzo Bellesia illustra Una moneta inedita di Giulio Cesare Gonzaga principe di Pomponesco e un appunto su una moneta di Gazoldo degli Ippoliti: due contraffazioni della parpaiola di Emanuele Filiberto di Savoia risalenti alla fine degli anni Ottanta del Cinquecento. Una moneta con stemma d’Aquino al rovescio, in passato considerata una tessera mercantile, è presentata da Realino Santone in Monete medievali del Regno di Napoli. Una nuova probabile “moneta locale” del periodo aragonese. La Garfagnana, terra di mezzo fra territori Modenesi e Lucchesi, fin dal 1430 dovette subire l’influenza dei marchesi d’Este. Ne parlano Claudio e Guglielmo Cassanelli in Le emissioni Estensi per la Garfagnana. Storia, documenti e materiali. Per la medaglistica: Pio VII si avvalse dell’opera di numerosi incisori per raffigurare il proprio volto sulle medaglie nelle diverse età, come illustra Alberto Castellotti in Il più “fotogenico” dei papi. Nel Settecento la riscoperta di opere antiche determinò una rinascita artistica e culturale. Le sculture antiche furono celebrate anche attraverso la coniazione di medaglie la cui diffusione contribuì a consolidare il gusto per il classico e a diffondere l’estetica neoclassica in tutta Europa. Ne parla Marco Benetello in Le sculture antiche riscoperte nel XVIII secolo: icone del Neoclassicismo e le medaglie che le celebrano. Per la Letteratura numismatica: Senza i libri le monete tacciono, intervista a Luca Lombardi, titolare di Biblionumis, una delle voci più autorevoli nel campo della letteratura numismatica, alla quale si dedica con metodo e passione. Per le Notizie dal mondo numismatico: L’anteprima delle aste nn. 22-23 di Numismatica Genevensis SA, che si terrà il 24 e 25 novembre 2025 a Ginevra. La mostra Il Medagliere si rivela: Ritratto d’artista, a cura di Paola Giovetti e Laura Marchesini, al Museo Civico Archeologico di Bologna fino al 2 febbraio 2026. Una nuova sezione numismatica al Museo Archeologico Nazionale di Arezzo. Recensioni: Debora Barbagli e Massimo De Benetti, La collezione di monete etrusche del Museo Archeologico Nazionale di Siena, All’Insegna del Giglio, Sesto Fiorentino 2024. Francesco Ferlaino, Banche e banchieri nel Mondo Antico, dai Sumeri a Roma imperiale. Lineamenti di storia, economia e diritto, Edizioni Efesto, Collana de Ortibus et Occasionibus, Roma 2024. In chiusura, il nuovo Listino prezzi fissi di Nomisma spa. Il nuovo numero di «Panorama Numismatico» è disponibile al prezzo di 6,00 euro presso la Redazione o sullo shop online.1 punto
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Spiegazioni sul sistema della posta prima dell' UPU: Per lungo tempo fra Seicento e Ottocento, quando le poste erano già state convenientemente organizzate, ma prima della rivoluzione postale provocata dall'invenzione del francobollo, chi inviava lettere doveva recarsi alla "posta" per concordare con l'addetto l'itinerario stradale del suo invio, scegliendo (se possibile) le tariffe più convenienti fra costo, celerità e certezza di consegna in funzione degli itinerari scelti (spesso le lettere importanti erano inviate in più copie e su itinerari diversi per sicurezza). In periodo prefilatelico il costo dell'invio era basato sulla distanza e sul numero dei fogli della corrispondenza. Complicazione maggiore si aveva quando la spedizione era effettuata all'estero con attraversamento di nazioni ognuna delle quali voleva essere pagata alla propria tariffa (e con propria moneta); era quindi un continuo contabilizzare e rimborsare per ogni lettera. Se gli stati attraversati dalle lettere avevano stipulato convenzioni, era possibile far pagare a destino per maggior sicurezza tutta la tariffa di consegna. Nella norma ogni stato gravava un proprio importo che addebitava allo stato di provenienza. Nel caso che in partenza non si potesse quantificare con esattezza il costo, l'alternativa era fra pagare la tariffa fino al confine lasciando a carico del destinatario il costo successivo, (questo succedeva anche per gli stati preunitari italiani gli ASI); oppure la Posta pretendeva una congrua somma in deposito per la spedizione, restituendo l'eventuale eccedenza ad invio concluso e a conti pareggiati: un metodo veramente complicato e costosissimo perchè la contabilizzazione a volte costava più del trasporto fisico della corrispondenza. Dopo l'adozione del nuovo sistema inventato da Rowland Hill, che univa l'applicazione anticipata della tassazione mediante francobolli con una tariffa uniforme su tutto il territorio nazionale, si ebbero notevolissimi risparmi e un abbassamento delle tariffe. Tale innovazione venne successivamente fatta propria da molte nazioni che aderendo all'U.P.U. (Unione Postale Universale) applicarono una tariffa uniforme anche per gli scambi internazionali. Quindi prima dell'Unione Postale Universale (UPU), le tariffe postali venivano determinate da ogni singolo paese o stato, variando spesso in base al peso e alla distanza, e non c'erano accordi internazionali per la spedizione. Il costo poteva essere pagato dal mittente all'ufficio postale o dal destinatario al momento della consegna, o meta' e meta', nel senso che il mittente pagava la tariffa fino al confine del proprio stato e dal confine in poi pagava il destinatario, le tariffe per l'estero erano spesso molto diverse e costose. L'UPU ha uniformato i sistemi postali, stabilendo tariffe internazionali più semplici e unificando i sistemi di affrancatura. Se abbiamo fatto per convenienza l' U.P.U, possiamo anche fare la pace nel mondo, ...ma quella spesso non conviene. 😳1 punto
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@SS-12 rileggi la discussione dall'inizio e lo scoprirai! (Oltre a vedere altri begli esemplari!)1 punto
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Sono alcuni anni che non partecipo più al forum, anche per un "bisticcio" che ne decretò, da parte mia l'abbandono, però tale "abbandono" fu giustificato anche da altro, e veniamo al tema di questa discussione. Nel 2017 vendetti tutta la mia collezione che fu esitata nell'asta nr 70 di Varesi. La totalità delle monete in oro ed argento papali fino a Paolo III facevano parte della mia collezione, compreso la quasi totalità delle piastre e mezze piastre, più una selezione di denari romani comuni ma di buona conservazione. Perché vendetti? Semplicemente perché di quel dato periodo rimanevano da acquistare "solo" tipologie di monete ( papali) con esborsi superiori ai 10K euro, cosa che non volevo fare, anche in considerazione di quello che avevo già investito. La vendita all'asta con Varesi andò in modo più che soddisfacente ( tutti qui conoscono la professionalità, la correttezza la competenza del Sig.Varesi). Avevo impegnato nella collezione, iniziata i primi anni '90, una cifra che per me era considerevole, (180K) quando vendetti avevo fatto due conti, se invece d'investire negli ori papali, avessi acquistato delle "misere" sterline d'oro, o dei "vituperati" marenghi comuni, l'oro negli anni '90 e primi del 2000 veleggiava tranquillamente sotto i 10K il kg, nel 2017 avrei ricavato il triplo, quotando tranquillamente oltre i 30K il kg. Anche se la vendita era andata bene, però tra andamento del mercato, commissioni, recuperai il capitale investito, mi rimaneva il piacere d'aver collezionato, ricercato, studiato un affascinante periodo della Storia papale. Però nel 2017, con la liquidità non mi riaffidai alla Numismatica, né iniziai una nuova tipologia, ma realizzai quello che non feci nei precedenti vent'anni, acquistai sterline, marenghi ecc ecc , con massima mia soddisfazione ( solo economica e non numismatica) viste le quotazioni odierne dell'oro. Questo mio breve intervento, non è per scoraggiare chi sta per entrare in questo magnifico settore del collezionismo, che è la Numismatica, ma solamente per consigliare di entrarvi con i piedi di piombo, ponderando bene le somme investite, poiché acquistare si fa molto velocemente, però nell'eventualità di uno smobilizzo, la via potrebbe presentarsi molto erta. saluti TIBERIVS1 punto
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@Silver70 Caro , buonasera! Su questo argomento hai trovato una persona che ho definito "un collezionista seriale"! Ovvero: IO! Circa un mese fa ho terminato di scrivere un libro che ho intitolato "Confesso: sono un collezionista seriale!! Ciliegie di cultura e di passioni." che molto probabilmente darò alle stampe. Nella mia vita ho sistematicamente cambiato tipi di collezioni, perchè, purtroppo per me, mi è sempre piaciuto il bello, l'interessante, il raro. Sono partito con i francobolli, per poi passare alle stampe antiche, agli orologi, ai soldatini, agli argenti antichi, alle porcellane (complice mia moglie), ai micro mosaici, alle gemme e la numismatica è stato l'ultima. @il numismatico diverso tempo fa mi ha denominato "il nonno tuttologo" (fra 18 giorni sono 78 primavere!). Effettivamente tutti questi cambiamenti sono state una occasione di nuovi studi, di nuove ricerche, entrare in mondi che non conoscevo e che, man mano che li esploravo, mi affascinavo e conquistavano, anzi mi conquistano ancora! Il mio sistema è stato quello di approfondire il più possibile la materia, per poi abbandonarla completamente ed iniziare a studiarne un'altra e così via, e tutto ciò è iniziato che avevo 12 anni! Ti posso assicurare che quando nel 2004, la mia azienda mi ha "scivolato", dopo una settimana ero già impegnato in una delle materie che più mi ha appassionato, la Gemmologia, che mi ha permesso di diventare Perito Gemmologo ed entrare in un mondo di un fascino impressionante. La Numismatica è tata un corollario, stupendo ed affascinate che mi ha permesso di entrare in un mondo che non avevo mai immaginato, e che si è affiancato professionalmente alla Gemmologia, diventando Perito Numismatico (ovviamente nel mio piccolo!). Quasi tutte le raccolte che ho costituito nel tempo, sono state esitate per avviarne altre e oramai sono rimasto senza ad eccezione dell'ultima intrapresa qualche anno fa, quella delle medaglie delle Sedi Vacanti Pontificie, ma che sto meditando di esitare anche lei. Alla fine rimane la CONOSCENZA, il resto è di passaggio, si passa ad altri per fare le stesse esperienze! Complimenti! Hai scelto una materia che ti poterà nel mondo della micro meccanica, del complicato, della moda, del lusso esagerato (dovrai studiare molto!). Personalmente sono arrivato al punto di cimentarmi nello smontaggio e rimontaggio di movimenti semplici, e così mi sono reso conto dell'incredibile manualità dei GRANDI OROLOGIAI! Buon proseguimento!!1 punto
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Sai nella vita tutto è possibile, i gusti cambiano, in età "matura" puoi cambiare la tipologia di collezione, puoi cambiare casa e puoi perfino cambiar moglie 😀. A me è successa l'ultima opzione.1 punto
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