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  1. Prendo spunto da alcune foto che ho postato nella discussione sui leoni dei lamonetiani e che riguardano la città di Cattaro, per parlare della monetazione veneziana coniata in questa città all'epoca del dogato di Francesco Foscari e successivamente, fino alla caduta della repubblica ed al successivo trattato di Campoformido. Cattaro già disponeva del diritto di conio quando, prima della sua integrazione nel dominio veneziano, era suddita del regno di Serbia (Rascia) e dopo la caduta di questa, nel 1389, tale diritto veniva mantenuto dalla città che riusciva a conquistarsi un governo autonomo, pur dovendosi barcamenare tra le mire ungheresi, albanesi, slave e turche. Finalmente, nel 1420, sotto il dogato di Tomaso Mocenigo, Venezia, dopo ben sette reiterate ed altrettante rifiutate richieste di dedizione rivoltegli dai cattarini, accettava l'atto di spontanea sottomissione, con la salvaguardia di tutti i suoi statuti e da subito, la Serenissima, per proteggere quel nuovo territorio, così strategico, ma anche vulnerabile agli attacchi nemici, soprattutto se provenienti da terra, iniziava a costruire la cinta di mura nella quale la città è tuttora racchiusa, con gran profusione di denari. Ancora oggi, a Venezia, per indicare un'amante troppo pretenziosa, si usa dire: “te me costi come i muri de Cattaro”. Oltre alla conferma dei propri statuti, e a deroga della gelosa prerogativa che Venezia aveva mantenuto sempre nei confronti di tutte le città suddite, confermava a Cattaro anche il privilegio di coniare moneta propria con le insegne della Serenissima. Non era, questa, una piccola concessione, anzi, fu una tra le pochissime fatte, se consideriamo che, solo poco tempo dopo, la medesima richiesta veniva negata alla città di Dulcigno. Erano indubbiamente monete che servivano esclusivamente all'uso nel territorio di Cattaro ed a quello limitrofo ed il cui valore corrispondeva ai 2/3 circa delle corrispondenti monete coniate a Venezia Queste monete cominciarono ad essere coniate dal 1433, sotto il dogato di Francesco Foscari e possono essere suddivise in due diverse tipologie: la prima che riguarda le monete che non riportano alcuna sigla del Conte Rettore e Provveditore che amministrava generalmente per 24 mesi la comunità per conto del governo veneziano; la seconda che le riporta, in un primo momento da sole ed in un secondo momento accompagnate dal proprio scudo aradico. Prossimamente posterò anche i tipi, ma se c'è qualche collezionista di queste monete …. ebbene, se lo desidera, può anticiparci qualche immagine e, da appassionato di queste coniazioni, può ben integrare il mio scritto con qualche considerazione. Continua... Saluti luciano
  2. Duplico qui la richiesta messa in coda a questa vecchia discussione
  3. In realtà sono dei "bronzetti ritrovati" quelli restaurati dal santuario preromano e romano di Lova (Campagna Lupia, Venezia). Furono scavati decine di anni fa, e ora sono stati restaurati all'Istituto Veneto per i Beni Culturali a Villa Pisani (Stra), per volontà della Soprindentenza per il Comune di Venezia e Laguna. Con il tempo andranno ad aggiungersi a quelli da poco in mostra nelle vetrine del municipio di Campagna Lupia, che è orgogliosa di quanto viene ritrovato nel proprio territorio, tanto da avere fatto realizzare un'opera di street art dedicata all'archeologia in paese. E, sempre in collaborazione con la Soprintendenza, sta sviluppando itinerari paesaggistico-archeologici per far conoscere quel particolare paesaggio di campi, canali, idrovore storiche (quindi archeologia industriale) e luoghi legati sia ai Veneti antichi chee alla lunga fase di romanizzazione del territorio.
  4. Buona serata Certamente medaglie e/o gettoni veneziani sono stati già postati nel forum, nelle sezioni a loro dedicate; ricordo le medaglie coniate dalle varie Scuole di Carità e Devozione che esistevano a Venezia, postate da @@giancarlone e da altri appassionati; ricordo anche i tappi plumbei dei contenitori del polifarmaco "Teriaca" al marchio delle varie spezierie veneziane, postate da @@apollonia, ma vorrei restringere in questa sede e con questa discussione, l'argomento "medaglie" alle rappresentazioni dei dogi. Oltre ai quadri e gli arazzi commissionati dalla repubblica per enfatizzare la sua storia e quella dei suoi dogi, ci sono anche le medaglie; non si possono dimenticare e se anche queste sono state quasi sempre coniate per iniziativa privata, anch'esse rappresentano una importantissima testimonianza per conoscere i volti dei dogi, così come quello delle dogaresse e dei personaggi cospicui della Serenissima, come i procuratori di San Marco, gli ammiragli ed i vari capitani, podestà e conti che si sono succeduti nei tantissimi reggimenti delle città del dominio, ma anche i patriarchi, i filosofi e i dotti. Ci sono anche splendide medaglie con le vedute di Venezia a “volo d'uccello”, dei suoi monumenti, delle sue fortezze, dei suoi possedimenti; sono anch'esse pagine di storia e cultura. Venezia, salvo le poche e conosciute eccezioni, ha sempre negato la rappresentazione veritiera del “Principe” sulle proprie monete e lo ha relegato in una immagine stereotipata che rappresentasse il potere dello stato in quanto tale e che mai potesse essere frainteso col potere personale. La medaglia, benchè commissionata da privati, è quindi testimonianza di ciò che non possiamo trovare sulle monete veneziane. Mi permetto quindi di invitare gli appassionati collezionisti di medaglie veneziane, perché ci facciano conoscere questi tesori e possibilmente di spiegarcele. Inizio io con una medaglia trovata in rete, ma che ho visto spesso, anche in "replica" venduta in siti di aste online. Personalmente la trovo affascinante nella sua eleganza. Il "corno" occupa una porzione non indifferente; sotto questo si vede appena la "rensa" senza laccetti; il colletto e la "dogalina" con i caratteristici bottoni a pera; i tessuti arabeschi che evidenziano il probabile lavoro a soprarizzo d'oro. Tutto concorre a dare un'immagine del doge sfarzosa e regale. Marc’Antonio Memmo, 1612-1615. Medaglia solo diritto 1612 opus G. Duprè in peltro. gr. 143.50 mm 89 MARCUS ANTONIUS MEMMO DUX VENETIARUM In esergo nel giro G.DIUPRE.F.1612 Busto a d. con mantello e corno dogali. Voltolina II n. 862. Buona serata luciano
  5. volevo delle informazioni riguardo i torneselli , quelli con croce / leone emessi dal 1350 al 1540 con interruzioni. volevo sapere quanto sono rari (mi pare più dei grossi) e a quanto si possono trovare in condizioni discrete. grazie. chiedo perchè ne ho comprato un lotticino , che poi posterò quando li ho in mano
  6. Ciao a tutti Ho trovato ultimamente un lotticino di tre monetine particolari, che sembrano dei grossi di dimensioni ridotte. Vi posto per un confronto ed un parere 2 foto con le 3 monete confrontate con un grosso regolare: la prima a SX è un grosso di Jacopo Tiepolo buono (diametro 20 mm, il cristo 17 mm da testa a piedi esclusa l'aureola): Lorenzo ce l'ho più brutto, ma stesso stile. La penultima a DX penso sia sicuramente un grosso molto tosato (peso 1.34) come si può dedurre dalle proporzioni delle figure. Le altre due sono due "grossetti" particolari per quel che ne so io: la seconda da SX si legge sul diritto VPL (tiepolo) DUX ben leggibile, diametro 16 mm, il cristo misura 14 e peso 1.02, segno del massaro due stelle a 5 punti, una per lato sopra il ginocchio. la terza da SX si legge chiaramente ATE.V.PL. (la prima lettera non è chiara ma credo sia L), DUX e SMV€N€TI, misura 16/16.5 mm di diametro e il cristo misura 14, peso 0.9, segno del massaro come sopra tutte e due sono perfettamente orientate come diritto e rovescio a 180°, i coni sono diversi. I segni del massaro nel corpus non vengono menzionato nè per Lorenzo nè per Jacopo Tiepolo Nel corpus, al n° 23 di Lorenzo Tiepolo viene segnalata con punto interrogativo come tipologia una moneta con queste caratteristiche: " tutto come il grosso ma dimensioni minori. Punto romboidale sopra ginocchio SX e sotto gomito DX, Asta...ect " peso 1,20, niente per Iacopo Tiepolo. Nel corpus Ranieri Zeno ha grossi con massaro con singola stella (ma non specifica il n° di punte), e Soranzo ha grossi sempre con singola stella a 5 e 6 punte. Che ne pensate? Falsi d'epoca bulgari o degli stati crociati, oppure autentiche della zecca veneziana? Grossetti o mezzi grossi fatti così in quel periodo non dovrebbero esisterne fino al mezzanino, e io non ne ho mai visti, ma più le guardo e più mi sembrano di stile corretto (proporzioni, stile, accuratezza) e pure il segno del massaro. ciao adelchi
  7. buona serata. Giocando :pleasantry: con il microscopio per il pc mi ha colpito il vessillo in questo grosso, ma non dovrebbe comparire la croce?
  8. Buongiorno a tutti gli amici. Devo dire che il 2016 è iniziato con dei veri fuochi d'artificio. L'amico Andrea ha aggiungo alla sua bella collezione, uno bel quattrino per Ravenna (R5) del Foscari. Ora questo soldino continua il filotto delle monete rarissime che raramente abbiamo il piacere di vedere. A volte le aste baia Savoca hanno delle interessanti monete, e proprio qui il fortunato acquirente ha pescato. Soldino di Giovanni Mocenigo 1478 -1485.
  9. Informo a tutti quanti di aver aperto le danze della Serenissima Buona lettura. Giorni di studio, di discussioni, di considerazione, di dubbi, non è stato facile, ma bisogna farlo. PER NOI E PER I FUTURI AMANTI DELLA SERENISSIMA Fabry.
  10. Scusate, sono ancora a chiedervi un parere sulla bontà di questa moneta.
  11. Salute mi sapreste dire quali cataloghi d'asta hanno avuto per tematica monete di Venezia? NAC 36 NAC 43 SEMENZATO se non ricordo male anche INASTA,nel 2007 o 2006 aveva postoin vendita una collezione di monete di Venezia,ma quale catalogo le pubblicava? Altri cataloghi con monete di Venezia per tematica? --Anticipatamente grazie -odjob
  12. Ebbene, chi di voi non conosce (almeno per fama) la dogaressa forse più famosa di tutte? Stiamo parlando di Morosina Morosini, alias dogaressa Grimani. Sappiamo che esistono diverse "oselle" (le virgolette non sono casuali) a suo nome, datate 1597, sia in argento sia in oro, generalmente rare e molto affascinanti. La festa per l'incoronazione della Prencipessa Moresina Moresini, moglie del presente doge Grimani, veramente fu splendidissima, ed è stata riportata da numerosi cronachisti dell'epoca - in assenza di social media ! - allo scopo di celebrare, come spesso succedeva a Venezia (ed ancora succede, vedi le nozze di un famoso attore e una famosa avvocatessa meno di un mese fa) delle figure politiche o religiose che potevano innalzare la gloria della Serenissima. Sul Sansovino, o meglio sulla edizione aggiornata nel 1663 in mio possesso, possiamo leggere una decina di pagine fitte fitte di eventi mondani che accompagnarono questa incoronazione. Al giorno d'oggi, leggere questi resoconti risulta quasi stucchevole, per la quantità impressionante di notizie per lo più inutili e ridondanti, di questo tenore: Hor publicata questa risolutione, la Prencipessa mandò tosto ad invitare, come fu fatto, 400 Gentildonne, & Cittadine, che dovessero giusta il solito accompagnarla... Il giorno adunque deliberato, fu il quarto del mese di Maggio, & giorno di domenica, correndo l'anno di Nostro Signore 1597... e via dicendo, in un turbine di informazioni ormai perse nel tempo. E poi il Bucintoro che la porta in trionfo sul Canal Grande, tutte le Arti (ovvero le corporazioni veneziane) che le rendono omaggio in Palazzo Ducale, il Cancellier Grande che la "preleva" e la porta in gloria per tutta piazza San Marco - con elenco di tutte le "fermate" davanti ai relativi monumenti- , e la città tutta d'infinito giubilo, et allegrezza ripiena, et in particolare il popolo che mostrò tanti segni di allegrezza, che non se ne videro così grandi in tutte le altre creationi di Dogi passati... Ma noi per fortuna siamo in un forum di numismatica, e volentieri vi tralascio tutte le ampollosità dello scrivere secentesco - che peraltro io adoro. Veniamo al dunque, ordunque. Nell'immagine che allego si legge che la neoeletta first lady ha donato a sette Consiglieri (nelle venti righe precedenti sono elencati i nomi e le virtù di ciascuno di questi fortunati!) "sette borse d'oro, recatile dal Cavalliere, che havevano ogn'una d'esse una medaglia d'oro con la vera suu effigie da una parte, et con queste parole: Maurocena Maurocena; E dall'altra: munus Maurocenae Grimanae Ducissae Venet. 1597. Dopo questa notizia, evidentemente molto importante da dover essere riportata in una cronaca di quasi un secolo dopo, si torna nell'elenco iperbolico delle successive fasi dell'incoronazione della dogaressa. Ora, questa "medaglia", nelle versioni d'oro e d'argento, è sempre stata elencata nell'elenco delle oselle, anche se con qualche riserva. Forse per la presenza della parola "munus", o forse per la regolarità del peso conforme alle altre oselle ufficiali dei dogi. Che ne pensate? La lasciamo per tradizione nel novero delle oselle, o forse fa parte in toto della serie di medaglie private?
  13. Buona serata Faccio seguito alla discussione relativa alle “Monete di conto nella Venezia Medioevale”, come da link che segue, per parlarvi di un'altra moneta di conto in uso a Venezia, ma in epoca più tarda; siamo alla fine del XVI° secolo. http://www.lamoneta.it/topic/122609-monete-di-conto-nella-venezia-medioevale/ Le tante congiunture economico-finanziarie avvenute nel XVI° secolo, avevano causato il fallimento di tanti banchi, come quelli dei Pisani e dei Tiepolo, ma anche la chiusura di altri che, pur riuscendo a non fallire come quello dei Garzoni, chiusero e liquidarono l'attività. Ciò creò evidentemente un grosso problema per la gestione del credito e delle transazioni commerciali, frenando oltremodo l'economia giacché i mercanti non avevano più riferimenti per il pagamento delle cambiali e delle merci ed anche per effettuare i cambi di valuta; il Governo decise quindi di istituire un banco pubblico, avente un capitale costituito da un cospicuo fondo fornito da vari creditori, garantito dallo Stato, chiamato “Banco Giro” e situato, ovviamente, nel fulcro commerciale della città, a Rialto e più precisamente in prossimità della Ruga degli Orefici, in Campo San Giacometto. e quello che ne resta oggi (e non faccio riferimento all'Osteria, ma al Sottoportego :blum: ) I conti del Banco Giro erano tenuti in Lire o Soldi o Denari, ma indicati con speciali caratteri denominati di banco (Chiamati da Giovanni Cavalà Pasini in “La scuola pratica del banco Giro” - Venezia 1741, anche figure antiche imperiali). Questa Lira di banco non è altro che la Lira di grossi, uguale a 10 Ducati, divisi in 240 Grossi, ognuno dei quali è costituito da 32 Piccoli. Il fatto che questa istituzione fosse garantita dal Governo, il pubblico cominciò a preferirla ed adottarla nelle transazioni più importanti, tanto che veniva pagata o computata ad un valore superiore a quello nominale; si creò quindi un aggio che nel tempo assunse percentuali importanti e che intimorì il Governo; certo che questo comportamento creasse una “bolla speculativa” incontrollabile, limitò l'aggio al 20% del valore nominale. (OT... allora ci pensavano, oggi .....) Sicché per molto tempo la Lira di banco, corrispondente a 10 Ducati, veniva transata a 12 Ducati di Lira corrente ed in egual misura correvano il Grosso ed il Piccolo che, nella valuta corrente, venivano computati 1/5 in più nella valuta di banco. Ma non finisce qui … saluti luciano
  14. Colgo l'occasione per iniziare una discussione per la monetazione di Candia (Creta) a seguito dell'ultimo arrivo in collezione. Soldo per Candia, asta Tintinna n.47
  15. ciao, ai più sembrerà una domanda stupida ma sono veramente molto curioso di sapere cosa si poteva comperare con lo spicciolo veneziano da 12 bagattini del XVII sec. Ho provato a cercare ovunque on line ma non riesco a trovare alcun dato. magari qualcuno di voi ha avuto l'occasione di visionare qualche vecchio documento o prezzario d'epoca. So che la curiosità non è solo mia ma nessuno riesce a trovare qualche dato. Grazie
  16. Buonasera a tutti, proseguo nella catalogazione (anche) fotografica e mi occorrerebbero maggiori informazioni su questa monetina di cui a seguire scrivo dati ponderali e posto le immagini. Dalle mie (povere) ricerche dovrebbe trattarsi di : "Venezia. Treviso. Monetazione anonima per i possedimenti di terraferma. Bagattino. D Leone in soldo. R San Liberale in piedi con spada ed asta". Se anche così fosse, mi piacerebbe conoscere il Doge/Massaro sotto cui fu battuta e soprattutto capire se, come effettivamente sembrerebbe avendola tra le mani, fosse stata rivestita in oro (una sorta di "zecchino suberato" per parafrasare i denari suberati di età romana). Al momento è sotto olio di vaselina , per vedere se riesco a renderla un poco più leggibile. Grazie a chiunque vorrà intervenire. Ad maiora! Dati ponderali: 1,36 grammi Ø massimo: 17,5 millimetri
  17. Buongiorno a tutti! Finalmente, dopo tanto cercare, sono riuscito ad aggiudicarmi un mezzanino di II tipo di Andrea Dandolo... una moneta che mi ha affascinato fin dalla prima occhiata ma che alla prima occasione mi ero lasciato sfuggire... ...e che poi ho faticato davvero a trovare, almeno in stato di conservazione soddisfacente! Sarà anche comune, come ho sentito scrivere nel forum, ma evidentemente chi ce l’ha non la cede facilmente!😅 Eccola qua: Ex Numismatica Ferrarese, asta e24 del settembre 2023... ...peso 0,76 g, diametro compreso tra 14,90 mm e 16,48 mm, orientamento degli assi di conio 0 gradi...
  18. Buonasera, proseguo con le mie richieste di aiuto, con questa moneta microscopica (8,9 mm!) che penso di poter attribuire a Venezia, ma sulla quale non ho trovato nulla... Grazie a tutti Dati ponderali: peso : 0,11 grammi Ø max : 8,9 mm Metallo: argento (mistura?)
  19. In recente asta sono riuscito ad aggiudicarmi una monetina "particolare" che mi rende estremamente felice. Si tratta di un "soldino" di Nicolo' Dona' che mi lascia dubbioso sulla sua reale originalità. Come si può notare sono molti i motivi per giudicarlo un falso ad uso dei collezionisti, in primis la mancanza di lettere chiare su punti chiave della moneta stessa ed alcune lettere a mio avviso incerte. Il soldino manca da Papadopoli e da CNI. Il Papadopoli giudicando le monete di Nicolo' Dona' (1540-1618) ritiene che alcune di esse siano coniazioni postume. E' questo il caso? L'unico riferimento in mio possesso è il Montenegro il quale pubblica una foto con una consunzione similare su un lato. Viene inoltre specificato che esistono varie falsificazioni tra cui 1 del Cigoi ( cosa che mi renderebbe ugualmente contento) e sarei grato a chiunque potesse fornire informazioni o foto su eventuali presenze e descrizioni nell'Opus In ogni caso vera o falso la moneta è giudicata di estrema rarità (r5) ed è un bel pezzo di storia veneziana. Buona domenica a tutti. Fabry
  20. Cari Amici buonasera e buon proseguimento! Condivido con voi un buon pezzo di recente entrato in mio possesso: TRE GAZZETTE Ar 2,33 gr 22mm (R3) D/+PAX TIBI MARCE EVANG•MEVS, leone di S.Marco stante a sinistra R/IVDICIVM RECTVM, la Giustizia seduta su due leoni, in esergo *III* Come al solito invito chi altro possiede la stessa moneta a condividerla qui per un confronto. Un grande saluto a tutti! Doge92
  21. Archeologia a Venezia, mille anni sotto Piazza San Marco Gli scavi in Piazzetta San Marco, diretti dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna dott. Fabrizio Magani dott.ssa Sara Bini Semper s.r.l. dott.ssa Cinzia Rampazzo dott. Paolo Marchi dott. Andrea Giommoni Si ringrazia il Comune di Venezia La pavimentazione ad altinelle e quelle precedenti
  22. Ciao a tutti, volevo una vostra opinione su questo recente acquisto, una Carzia per Cipro di Marc'Antonio ( o meglio Marcantonio) Trevisan. Vi ringrazio anticipatamente per i commenti e colgo l'occasione per fare Tanti Auguri di BUON ANNO a tutti.
  23. Scavo a Venezia. Emerge questa misteriosa struttura antica. La Soprintendenza svela cos’era La Soprintendenza ABAP per il Comune di Venezia e Laguna ha annunciato, in queste ore, di aver portato alla luce nel capoluogo, nella zona di Cannareggio, una singolare struttura antica. La scoperta è avvenuta durante uno scavo preventivo finalizzato, in vista di lavori edilizi, alla conoscenza e alla documentazione di eventuali vestigia. “Siamo a Cannaregio, in Fondamenta di Ca’ Vendramin e l’assistenza archeologica prescritta nell’ambito di una ristrutturazione dell’edificio ha permesso di mettere in luce strutture molto particolari – dice la Soprintendenza – Si tratta di un impianto per la produzione del sapone. Venezia deteneva il primato tra il medioevo e l’età moderna nell’ambito di questa attività e infatti, grazie alle fonti d’archivio, sappiamo che in questo stesso edificio già nel 1537 vi era una saoneria, gestita direttamente dai nobili Vendramin. La dott.ssa Cecilia Rossi, funzionaria archeologa, e il dott. Alberto Zandinella con i suoi collaboratori hanno individuato una possibile caldaia rialzata a base circolare in muratura di cui si riconoscono chiaramente più fasi di manutenzione. Le indagini archeologiche continuano”. I Vendramin furono ammessi alla Nobiltà Veneziana nel 1381, a seguito dei servizi resi alla Repubblica di Venezia durante la guerra di Chioggia contro i genovesi. Tra i personaggi di spicco, emerge Andrea Vendramin, Doge di Venezia dal 1476 al 1478. Politica, ma anche molto impegno imprenditoriale. Tra il XIV-XVII secolo i Vendramin si distinsero nella produzione e nella lavorazione del sapone. Da indagini storiche si è venuti a conoscenza dei principali passaggi di proprietà e dell’originaria destinazione d’uso dell’immobile in un arco temporale che spazia dal secolo XIV sino al secolo XVIII. La piastra trovata durante lo scavo serviva, probabilmente per ottenere una temperatura costante che consentisse di sciogliere i grassi animali o vegetali – in misura minore – senza bruciarli e privando del calderone di qualsiasi contatto diretto con la fiamma e il fumo che avrebbero conferito al sapone un odore sgradevole. L’atto più antico rinvenuto all’utilizzo dell’edificio come fabbrica del sapone risale – ed equivale a una sorta di atto fondativo dell’opificio di famiglia – al 24 Ottobre 1366 ed è riferito ad un passaggio di proprietà a favore di Andrea Vendramin. L’immobile era già utilizzato come fabbrica di sapone con magazzini adiacenti. La famiglia Vendramin ha posseduto gli immobili sino alla fine del 1700. https://www.stilearte.it/scavo-a-venezia-emerge-questa-misteriosa-struttura-antica-la-soprintendenza-svela-cosera/
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