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IGNORED

Denario di Cesare con Enea ed Anchise


L. Licinio Lucullo

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Nel 46 Caesare conferì piena ufficialità al culto di Venus Genitrix dedicandole un tempio nel forum Iulium, ma era già dal 48 che l'immagine della divinità, fortemente utilizzata in ambito monetale, era divenuta simbolo di Cesare stesso e dei cesariani: Hostilius Saserna, Aulus Allienus, Considius Paetus (ex pompeiano) e Cordius Rufus: costoro, per Cesare o con Cesare, omaggiarono Venere attraverso numerose emissioni.

Babelon osserva che questo denario viene spesso datato al 50, ma è più probabile che risalga almeno al 46, quando Cesare consacrò il tempio a Venere Genitrice (come antenata del Populus Romanus e della gens Iulia) dedicandole il 25 settembre come giorno festivo. Il mito di Enea può essere utilizzato quindi dalla propaganda cesariana non solo per rimarcare le nobili origini della gens Iulia ma anche per offrire un modello di pietas filiale e diventa così una figura paradigmatica di virtus romana.

Pallade era un'amica che Atena, durante una gara, uccise per errore. Il dolore fu tale che la dea, oltre ad assumerne il nome, ne fece scolpire una statua lignea (xoanon) collocata al lato del trono del padre Zeus. Un giorno tuttavia, infuriata con il padre, scagliò il simulacro, che cadde a Troia. Il Palladio, fonte di protezione divina, invincibilità e potere terreno, era privo di una gamba (a causa della caduta) e ritraeva la dea con egida, lancia nella destra e fuso nella sinistra. Secondo Omero, fu sottratto da Ulisse e Diomede, travestiti da mendicanti, per privare Troia della sua invincibilità; secondo Callistrato e Virgilio, fu invece portato seco da Enea (gli Achei si sarebbero erroneamente appropriati di una statua di Atena). Giunto a Roma fu custodito nel tempio di Vesta ove, durante un incendio, fu salvato da Metello. Dalle guerre contro Antioco e Mitridate, divenne il pignus imperii, simbolo della legittimazione romana al dominio sul mondo. Eliogabalo lo spostò nel tempio della divinità solare siriana El-Gabal, per estenderne il culto fra la popolazione. Secondo i Bizantini, Costantino lo portò a Costantinopoli, collocandolo sotto la sua Colonna; secondo i romani fu invece bruciato nel 394 d.C., dalle ultime Vestali

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Discussioni su questo denario:
http://www.lamoneta.it/topic/81163-cesare/
http://www.lamoneta.it/topic/63770-denario-di-cesare/

 

Esame di esemplari:

http://www.lamoneta.it/topic/71410-julius-caesar-denario-dargento/

 

Un curioso esemplare, forse in piombo:
http://www.lamoneta.it/topic/98087-errore-di-conio/

Modificato da L. Licinio Lucullo
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