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TRECCHI E GATTESCHI


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Durante la discussione sulla riforma monetaria del 1474 di Galeazzo Maria Sforza a Milano, nel leggere Ernesto Bernareggi in " La politica monetaria e l'attività della zecca a Milano nel periodo sforzesco " mi sono imbattuto in un passo in cui si parla di queste monete, i trecchi e i gatteschi, di non facile identificazione e che mi ha incuriosito.

Monete bandite in ben 14 documenti di Ludovico il Moro dall'8 luglio 1480 al 1 giugno 1499 e nelle grida di fine 1400.

Che monete erano questi trecchi e gatteschi ?

Il Martinori alla voce " Fiorino del trecco, Trecchi, Trechi " riporta " Monete d'oro forestiere che correvano nel Ducato di Milano verso la metà del XV secolo......trecco può significare frode, inganno e perciò deduciamo che il popolo avesse dato a questa moneta scadente il nome di Trechi ".

Per i gatteschi il Martinori alla voce Katzengulden ( Fiorino del gatto ) riporta " Moneta d'oro coniata nella zecca di Ueberlingen, dopo che questa città uscì dalla confederazione delle città del lago di Costanza ( 1436 ). Il basso titolo e la brutta fama che si acquistò presto questa moneta gli fece dare per disprezzo il nome di Katzengulden cioè Fiorini del gatto scambiando il leone rampante con quel felino. Furono detti Katzenguldin i fiorini emessi da Ludovico III, Elettore del Palatinato ( 1410 - 1436 ), egualmente di basso titolo e con il leone."

Fin qui il Martinori, ma altri parlano di queste monete, Lucia Travaini in " Monete e Storia nell'Italia medievale" dice che il Lombardia dalla metà del Quattrocento sono documentati i fiorini bislachi.

" Bislacco, da beischlag, indica generalmente una imitazione, e forse si può riferire a tutti i fiorini del Reno: In una grida del marchese di Mantova del 1455 si fa menzione dei fiorini sive bislachi de la gata : i fiorini della " gatta ", Katzengulgen, sono da identificare con fiorini che raffiguravano nello stemma sul rovescio un leone rampante, come quelli di Liegi ; il leone diventa un gatto....".

Il Bernareggi sopracitato non sembra essere d'accordo con Martinori, sostiene che non ci sono vocaboli, anche nel dialetto milanese, che ci riportino a " trecco".

Essendo citate in grida evidentemente si riferivano a monete ben specifiche e note dice il Bernareggi.

Sui gatteschi sempre il Bernareggi sostiene che è difficile che il popolo potesse scambiare il leone per un gatto, difficile anche che una moneta del 1436 di Ludovico III Elettore fosse ancora in circolazione nel 1499.

Su Ueberlingen sempre il Bernareggi ritiene difficile che una piccola città riuscisse a inondare di monete un ducato come quello di Milano.

In realtà nelle grida sia i Trecchi che i Gatteschi non vengono descritti, strano nel caso di una moneta bandita, che però circolava, insomma il Bernareggi palesa molti dubbi su tutto.

Erano evidentemente ben conosciuti, se non imponevano una descrizione, dice ancora Bernareggi.

E' anche vero che sia Trecchi e Gatteschi furono famiglie nobili italiane, difficile che abbiano battuto moneta.

Gigliola Soldi Rondinini in " La moneta viscontea nella pratica e nella dottrina ( prima metà del sec. XV ), in la Zecca di Milano, RIN 1984, parla di immissione sul mercato di alcune specie forestiere ( fiorino del Reno ) per soddisfare la forte domanda.

Aggiunge inoltre che per battere il commercio veneziano, Milano aprì a queste monete dell'area renana, autentiche o false, che poi aggravarono la circolazione monetaria del periodo sforzesco.

Furono queste monete quindi i fiorini del Reno o sono giusti i dubbi del Bernareggi ? C'è qualcuno che sa qualcosa in più ? Grazie, per eventuali interventi, ovviamente,

Mario

Modificato da dabbene
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... anch'io ho subito pensato ai Fieschi e allora ho cercato un po' e ho trovato:

"194. ... 1458, novembre 30, Milano. Il duca Francesco Sforza partecipa alla consorte Bianca Maria che " de presenti sono stati bandezati li fiorini gatteschi et li grossoni genovini de soldi 5 et denari n et li novini savoyni de la nostra donna, et li fiorini se debiano spendere per tre libre.

Et a ordenato che da kalende de marzo prox. futuro inanzi li ducati non se spendano se non per ... libre et soldi ...

[Riv. numism., 1888, IV, p. 486]."

"213. 1462, aprile 10, Milano. "Decreto per il quale certe monete forestiere non si possono spendere sotto pena dell'ammenda di 50 ducati [Reg. Panig. F, 12. Belletti, mss. citati].

Nessuno riceva ne spenda moneta alchuna forestera divaluta di dinari sexe e da sexe in giuso soto penna di perdere diete monete e di pagare quatro tante cossi chi li receva corno quelo le expenderà. Non si ricevano ne si spendano gatteschi e novini di Losanna, ne novini nuovi di Savoia.

214. 1462, maggio 27, Alessandria. Lettera di Gio. Francesco Canefri al duca di Milano : " In questa citade non se spende al presente nisi danarj de Zenova tutti falsi. La S.ria Vostra meritarla grandemente a far cerchare unde

veneno [Ga~z. numismatica, 1886, n. 8, p. 64]."

Al di là della pura e semplice lettura non chiedetemi cosa significhi perchè tra errori di stampa e linguaggio antico non saprei cosa interpretare.

Posso aggiungere che il 5 maggio 1458 i Francesi sbarcano a Genova in seguito ad un accordo con il Doge Pietro Fregoso che, stretto fra i suoi nemici interni e le minacce del Re di Napoli ha pensato di salvarsi così. Ma l'iniziativa dei Francesi produce un effetto inaspettato. Entro poche settimane sia l'ex Doge che il suo eterno rivale GianFilippo Fieschi si trovano schierati contro gli occupanti, e quindi alleati fra loro e con il Re di Napoli. Nel frattempo i Fieschi continuavano ad essere in continua corrispondenza con i Milanesi soprattutto da Torriglia, ma anche da tutti gli altri possedimenti. Alla morte di GianFilippo (1459) inizia una lite fra gli altri Fieschi superstiti per la spartizione dei suoi feudi ed è fittissima la comunicazione col Duca di Milano che dura per parecchi anni, sempre dichiarano tutti assoluta fedeltà a Milano con fitto scambio di armamenti, favori, spiate, pettegolezzi ecc.. ecc..

Modificato da dizzeta
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Interessante questa possibilità, in effetti potrebbero esserci più ipotesi.

Di certo però furono monete che circolavano a Milano e anche molto, e dovevano essere ben conosciute se nelle grida del 3 giugno 1494 si dice :

" molte volte stato vetato lo uso de sti fiorini trechi et gateschi, pur niente de meno pare siano talmente nel dominio moltiplicati che vengono a creare grande abusione et maiore detrimento non solamente di tuti li suditi, ma de entrate della Camera Ducale, ultra che siano molto cative ".

Sarebbe bello provare a far luce in questa discussione su queste monete che Bernareggi definisce di difficile identificazione.

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Allora, se non disturba, continuo con il mio gioco di collegare gli anni agli avvenimenti:

1494 - Carlino Fieschi decide di rimaritarsi e comincia ad esplorare quale potrebbe essere la reazione della Corte Milanese. La reazione è molto infastidita, forse nel timore che, riavvicinandosi a Genova, Carlino possa rimettere in discussione la titolarità del feudo di Montoggio. Anche Ibleto Fieschi disobbedisce al Duca di Milano ed è immediatamente punito, il Duca infatti gli sottrae tutti i beni, quelli ecclesiastici li assegna a Gerolamo Fieschi e quelli laici, compreso Montoggio, li assegna al fratelli Gian Luigi e figli.

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Modificato da dizzeta
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Non se nulla di questa monetazione, ma facendo una ricerca veloce nel web ho trovato che i fiorini trechi dovrebbero riferirsi a monete coniate a Utrecht...

Mi autocito perchè ho dimenticato di inserire la fonte :P

Aspetti della vita economica medievale di Federigo Melis, Firenze 1985, p. 511.

Dal web è possibile visualizzare lo snippet di questa pagina.

Nel maggio, nel giugno e nell'ottobre 1481 furono banditi i « trechi », ossia la moneta coniata a Utrecht 64

Forse la nota 64 potrebbe togliere più di qualche dubbio. Se qualcuno ha il volume magari può controllare.

Modificato da fedafa
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Potrebbe trattarsi delle imitazioni che da noi hanno preso nome di Ongaro.

Ci vorrebbe l'intervento di qualcuno che so che ne sa molto di più...

Io azzardo mettendo un'immagine tratta dal Promis "Sulle monete del Piemonte - memoria settima" che riguarda le zecche di Messerano e Crevacuore.

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Questa dell'ongaro può essere una buona idea .

In effetti anche Bernareggi dice " Con Ludovico il Moro diventa moneta base, unitamente ai ducati veneziani e milanese, anche l'ongaro. Che la moneta d'oro ungherese avesse largo corso nella Milano sforzesca dell'ultimo periodo è stato testimoniato dal ripostiglio di Vigevano con ben 90 ducati ungheresi ".

E qui forse avremmo un punto a favore di questa ipotesi, per esserci c'erano gli ongari, e anche molti.

E l'ipotesi del fiorino del Reno con leone-gatto o i fiorini " della gatta " con il leone rampante come quelli di Liegi di cui parla la Travaini potrebbero essere sempre possibili ?

La Soldi Rondinini insiste sull'immissione sul mercato milanese di monete falsificate in particolare i fiorini del Reno che rispondevano alla richiesta del mercato, ci vorrebbe qualche altro intervento di conferma , vediamo....

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Sia Crippa che Arslan parlano del tesoretto di Vigevano, utile per capire il circolante di fine XV-inizio XVI secolo, abbiamo monete d'oro, le più numerose 148 di Genova a seguire 95 del'Ungheria, a scalare Milano, Firenze, papali per la zecca di Roma .

Che le monete di Genova e di Ungheria superassero in quantità quelli di Milano e Firenze è un aspetto da tenere in considerazione.

Arslan specifica la creazione di un asse che parte dall'Italia centro-meridionale, passa per la Toscana e Genova e attraverso la Lombardia finisce nell'Europa centro orientale.

Anche il tesoretto di Vigevano è da considerare come esempio della reale circolazione dell'epoca nel Ducato di Milano.

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Non so giudicare l'autentiticità ma giusto per dare un'immagine più reale di ciò che pare sia l'oggetto della discussione.

http://www.mcsearch.info/record.html?id=908788

Anonime dei Fieschi (1432-1521) - Ongaro
Fronte: la Vergine con il Bambino - Retro: l'Imperatore stante di fronte tiene un'alabarda con la mano destra e un globo crucigero con la sinistra - gr. 3,27 - Rara - Tracce di antica montatura - (C.N.I. II/396/3) (Biaggi Piem. III/939/1539)

Modificato da fra crasellame
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Allego il file del Tesoretto di Vigevano di Ermanno A. Arslan, del 1975, per gli ongari ungheresi abbiamo la tipologia con lo stemma dei leoni, quella con stemma e quella con la Madonna e Bambino.

Vediamo se arriva qualche ulteriore contributo, se no rimangono in campo le ipotesi illustrate finora.....,

http://www.ermannoarslan.eu/Contributi/1975-EAA-TesorettoVigevano.pdf

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Non so giudicare l'autentiticità ma giusto per dare un'immagine più reale di ciò che pare sia l'oggetto della discussione.

http://www.mcsearch.info/record.html?id=908788

Anonime dei Fieschi (1432-1521) - Ongaro

Fronte: la Vergine con il Bambino - Retro: l'Imperatore stante di fronte tiene un'alabarda con la mano destra e un globo crucigero con la sinistra - gr. 3,27 - Rara - Tracce di antica montatura - (C.N.I. II/396/3) (Biaggi Piem. III/939/1539)

Uhm.... Io sarei un attimo prudente. Non necessariamente sulla tipologia, ma quanto meno sull'attribuzione ai Fieschi e soprattutto sulla datazione di questo esemplare.

Molto sinteticamente, l'ongaro che ha postato fra crasellame è quasi certamente posteriore al 1521. La datazione che ne fai il Promis e che viene ripresa dal CNI è un po' empirica, non tiene conto che il tipo originale fu emesso dopo il 1490. Inoltre compare la moneta in una famosissima grida di Carlo II di Savoia del 1529. Ergo, la moneta di Messerano (o Crevacuore? la revisione documentaria su queste due zecche sta riservando sorprese...) non può essere il gatesco di cui si parla sopra già negli anni '50 del Quattrocento.

Non dimenticate poi che questa tipologia fu coniata ancora nel secondo quarto del Seicento!

Forse vi è sfuggito che in una lettera del duca di Milano del 1457 si parla di bislachi chiamati gateschi. Poi considerate che nella seconda metà del Quattrocento nel Ducato di Milano circolavano moltissimi pezzi d'oro di area tedesca, in particolare di Basilea (i pezzi con i tre stemmi disposti a triangolo) e Noerdlingen. Ci sono tantissime citazioni di fiorini del Reno.

Infine, per aggiungere un'ulteriore voce sull'interpretazione dei fiorini gateschi, ricordo quella di Massimo Rossi nel settimo volume del catalogo delle monete della Banca Agricola Mantovana dove propone per i gateschi l'individuazione coi fiorini del Reno.

E.

Modificato da eligio
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Grazie Luca del tuo intervento come sempre prezioso, un pò ci contavo, sotto, sotto, diciamo che ritorniamo un pò all'ipotesi iniziale del primo post con l'ipotesi fiorini del Reno, vediamo se ci sono comunque altri pareri, perchè il quesito è comunque, secondo me, abbastanza intrigante....

Mario

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Tutto molto interessante ...e intrigante.

Se può essere utile cito Marco Bazzini su "Le monete dei fondi imperiali liguri" dell'ultimo "Patrimonio artistico di Banca Carige" dove riporta nelle note che:

nota 42 - La citazione più antica di monete dei Fieschi sembra essere quella contenuta in un decreto milanese del 6 febbraio 1516, con il quale si bandivano scudi, testoni e cavallotti "fatti nelli dicti MArchesati di Monferrato, Saluzo et Crevarcore"

nota 44 - parlando dell'autorizzazione a battere moneta a Masserano del 1538: "è verosimile che i Fieschi si fossero avvalsi in precedenza, a pretesto della loro attività monetaria, della concessione fatta ai conti di Lavagna nel 1249 ...l'apertura da parte dei Fieschi era in effetti manifestamente illecita."

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Fiorini di Utrecht e Gand :huh:

Ottimo Teofrasto, ultime curiosità a questo punto, voi pensate che il termine gatteschi possa essere derivato dal simbolo del leone rampante sullo stemma che poi diventa gatto per accostamento e il trecchi è credibile che sia derivato dal termine frode, inganno ?

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Se non erro queste due parole si trovano in un artcolo della RIN 1895.......ma non l'ho disponibile.

.

Grazie Liutprando dell'assist, l'ho trovato in rete nel sito Incuso-altervista, è sulla RIN del 1895, Emilio Motta " Documenti - visconteo - sforzeschi " parte seconda, sono elencati i vari bandi a queste monete, i trecchi e i gatteschi e alle monete cattive e falsificate.

Per l'oro limitato ci sono anche molti riferimenti ai fiorini del Reno.

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Chiedo mille scuse per la mia insistenza ma io mi chiedo perchè avrebbero dovuto usare lo stesso aggettivo "gattesco" quando già lo stesso era notoriamente riferito alla famiglia Fieschi:

lettera del Castellano di Montoggio Ubertino Pettinari ai Duchi di Milano, 9/9/1477:

"Ill.mi Principi ...... ..... Ey in più [quello che] io intendo, ha detto che non deve obbedite a VS né al Vicario et così ci stà prete Philippo contro il mandato del Vicario, quale prete Philippo (intendo io) è Gattesco et ad ogni suo piacere, metterìa insieme ben 300 homini, la qual cosa non si conviene al prete che ha ad abitare qua.

lettera degli Spinola di Mongiardino al Duca di Milano, 5/3/1482:

Ill.me Princeps, essendo questo nostro castello di Mongiardino chiave et capo de la Val Borbera e sotto il quale è necessario, volendo venire in Val Borbera et a Garbagna, Grondona et Vargo, che li Gatteschi passino necessariamente venendo da Montoggio, Torriglia, la Croce et lochi suoi del Genovese, considerando noi quanto i Gatteschi si hanno fatto estima del nostro castello, ....

lettera di Fermo da Landriano alla Duchessa vedova di Milano, Castello di Montoggio, 8/1/1477:

"Ill.ma Principessa, ... ...Ancora avviso VS che oggi a mezzo giorno sono passati per questa valle vicono al castello 25 uomini armati di Savignone, gridando: "Gatto, Gatto!", i quali vanno a Roccatagliata per soccorso del campo [degli assediati] et hanno havuto dal Podestà e uomini di Montoggio bona accoglienza. ... ....

Modificato da dizzeta
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Chiedo mille scuse per la mia insistenza ma io mi chiedo perchè avrebbero dovuto usare lo stesso aggettivo "gattesco" quando già lo stesso era notoriamente riferito alla famiglia Fieschi:

lettera del Castellano di Montoggio Ubertino Pettinari ai Duchi di Milano, 9/9/1477:

"Ill.mi Principi ...... ..... Ey in più [quello che] io intendo, ha detto che non deve obbedite a VS né al Vicario et così ci stà prete Philippo contro il mandato del Vicario, quale prete Philippo (intendo io) è Gattesco et ad ogni suo piacere, metterìa insieme ben 300 homini, la qual cosa non si conviene al prete che ha ad abitare qua.

lettera degli Spinola di Mongiardino al Duca di Milano, 5/3/1482:

Ill.me Princeps, essendo questo nostro castello di Mongiardino chiave et capo de la Val Borbera e sotto il quale è necessario, volendo venire in Val Borbera et a Garbagna, Grondona et Vargo, che li Gatteschi passino necessariamente venendo da Montoggio, Torriglia, la Croce et lochi suoi del Genovese, considerando noi quanto i Gatteschi si hanno fatto estima del nostro castello, ....

lettera di Fermo da Landriano alla Duchessa vedova di Milano, Castello di Montoggio, 8/1/1477:

"Ill.ma Principessa, ... ...Ancora avviso VS che oggi a mezzo giorno sono passati per questa valle vicono al castello 25 uomini armati di Savignone, gridando: "Gatto, Gatto!", i quali vanno a Roccatagliata per soccorso del campo [degli assediati] et hanno havuto dal Podestà e uomini di Montoggio bona accoglienza. ... ....

Chiedo mille scuse per la mia insistenza ma io mi chiedo perchè avrebbero dovuto usare lo stesso aggettivo "gattesco" quando già lo stesso era notoriamente riferito alla famiglia Fieschi:

lettera del Castellano di Montoggio Ubertino Pettinari ai Duchi di Milano, 9/9/1477:

"Ill.mi Principi ...... ..... Ey in più [quello che] io intendo, ha detto che non deve obbedite a VS né al Vicario et così ci stà prete Philippo contro il mandato del Vicario, quale prete Philippo (intendo io) è Gattesco et ad ogni suo piacere, metterìa insieme ben 300 homini, la qual cosa non si conviene al prete che ha ad abitare qua.

lettera degli Spinola di Mongiardino al Duca di Milano, 5/3/1482:

Ill.me Princeps, essendo questo nostro castello di Mongiardino chiave et capo de la Val Borbera e sotto il quale è necessario, volendo venire in Val Borbera et a Garbagna, Grondona et Vargo, che li Gatteschi passino necessariamente venendo da Montoggio, Torriglia, la Croce et lochi suoi del Genovese, considerando noi quanto i Gatteschi si hanno fatto estima del nostro castello, ....

lettera di Fermo da Landriano alla Duchessa vedova di Milano, Castello di Montoggio, 8/1/1477:

"Ill.ma Principessa, ... ...Ancora avviso VS che oggi a mezzo giorno sono passati per questa valle vicono al castello 25 uomini armati di Savignone, gridando: "Gatto, Gatto!", i quali vanno a Roccatagliata per soccorso del campo [degli assediati] et hanno havuto dal Podestà e uomini di Montoggio bona accoglienza. ... ....

Hai fatto bene a rilanciare Daniele...., se no era già finita la discussione :blum: , vediamo se arriva ancora qualche riflessione sul tema,

Mario

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Io purtroppo mi fermo là dove ero arrivato, perché non conosco né il periodo né le monete in questione. Ma anche per me l'aggettivo "gattesco" è riferibile ai Fieschi.

Il nome deriva dall'animale araldico che i Fieschi scelsero per cimiero: un gatto, seduto, voltato a sinistra.
Nel corso dei secoli gli uomini dei Fieschi furono conosciuti (e temuti) in tutto l'Appennino Ligure, Piemontese ed Emiliano sotto il nome di "Gatteschi".

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La Travaini ricorda che in una grida del Marchese di Mantova del 1455 si fa menzione a dei fiorini bislachi de la gata ;.i fiorini de la gata la stessa li identifica con quelli con stemma sul rovescio del leone rampante.

Rivedendo ancora il Martinori alla voce Bislachi abbiamo " in Italia sono i fiorini del Reno . In Milano nel 1457 fu vietato di spendere Bislachi chiamati Gateschi ( fiorini delle Gate, forse del leone che vi era impresso ).

Anche Bislachi ci riporta ai fiorini del Reno, credo che sia determinante in base al circolante del tempo e ai ripostigli, tesoretti, capire quali fossero queste monete e poi capire dopo perché venivano chiamate così.

Per i Fieschi si può rivedere quali potessero essere queste monete d'oro che circolavano a Milano, tante e che furono poi più volte bandite e che i milanesi riconoscevano comunque bene.

Chi vuole argomentare su altro, è ovviamente benvenuto.....

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