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IGNORED

Denario di Fausto Cornelio Silla con trofei d'armi


L. Licinio Lucullo

Risposte migliori

Fausto, figlio del dittatore Lucio, fu augure (probabilmente dal 57) e questore urbano nel 54.

Crawford (Belloni concorde) ritiene che questo denario, parallelamente all’emissione RRC 426/4 (http://www.lamoneta.it/topic/108231-denario-di-fausto-cornelio-silla-con-corone/), alluda a Pompeo Magno (ai cui ordini Fausto aveva prestato servizio come tribunus militum). Sappiamo che tre trofei erano sul suo anello-sigillo (Dio, XLII, 18, 3), mentre quello del dittatore Silla ne recava solo due (anche se Dione dice tre ma - si ritiene - sbagliando)

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http://www.lamoneta.it/topic/56520-la-bellezza-di-una-dea-che-ha-affascinato-roma/

http://www.lamoneta.it/topic/50803-venere-l%26%238217%3Bascesa-di-una-dea-nella-repubblica-di-roma/

Apparso sulla scena in concomitanza del rientro di Silla in Italia, Gneo Pompeo seguì senza esitazione le orme del padre Pompeo Strabone, mettendosi al servizio dell'ambizioso e "fortunato" esponente della famiglia Cornelia. Alla morte di Silla, Pompeo si autodefinì il nuovo prediletto di Venere, omaggiandola ponendo un tempio a lei dedicato alla sommità del teatro da lui fatto erigere in Roma. Mirando a dar lustro alle proprie imprese militari, fu sempre lui a tramutare il culto di Venus Felix in quello di Venus Victrix, ponendo così l'accento su quelle strabilianti doti che costituivano l'essenza stessa del suo crescente favore popolare. Il legame Pompeo-Venere emerge anche in su questa emissione del 56, curata da Fausto Cornelio Silla. Al D/ appare il busto diademato e drappeggiato di Venere, mentre al R/ compaiono tre trofei d'armi tra brocca e lituo. Proprio al verso, vi è la rappresentazione del sigillo ufficiale di Pompeo che, mediante i tre trofei, intendeva fornire un chiaro riferimento alle tre grandi vittorie militari, e relativi trionfi, che ottenne e celebrò tra l'82 ed il 61.

Ormai divenuta strumento di propaganda politica, l'iconografia monetale che caratterizza le emissioni del periodo della guerra civile, vede contrapporsi la cesariana Venere alla figura della Libertas, scelta dai conservatori quale simbolo della loro opposizione all'assolutistico potere a cui Giulio Cesare ambiva. Il capovolgimento sociopolitico è evidente, anche in campo monetale. La Libertà, in passato invocata dai popolari contro la supremazia degli ottimati, era divenuta il simbolo proprio di questi ultimi.

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