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IGNORED

fori chiusi sulla moneta


Risposte migliori

Inviato

buonasera, perché alcune monete greche hanno dei fori chiusi su entrambe le faccie?

Tempo fa, su un libro di numismatica ne avevo letto le ragioni Tecniche, che ora non ricordo più.

Potete darmi la spiegazione?

Grazie. Pizza Margherita

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Inviato

altro lato


Inviato

non c è una spiegazione definitiva

alcuni suppongono siano fori centrali per far diventare tondo il tondello

fori di centratura insomma

ma ci son anche altre teorie


Inviato

Accidenti, non ho allegato la foto, Eccola

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Inviato

a parte che la moneta che alleghi è tolemaica dell egitto e non greca

comunque questi fori ci son anche sulle romane provinciali

concludo dicendo beato tuo marito

la mia invece non è margherita ma capricciosa !

molto capricciosa !!


Inviato

Grazie per la risposta. Sempre gentile.

Il nomignolo che ho scelto per Lamoneta è nato dalle battute delle mie amiche che quando dovevamo prendere una decisione (di qualsiasi genere) e io avevo sempre qualcosa da obiettare.

La loro reazione era sempre: CHE PIZZA!!! O in pizzeria quando il cameriere chiedeva quale pizza avevo scelto, tutti in coro urlavano MARGHERITA!!!

Ovviamente il mio nome di battesimo è Margherita.

PM


Supporter
Inviato

Ciao se ne è parlato molto di questo argomento, non è un foro chiuso ma un foro per la centratura del tondello, ma come dice rick2 le teorie sul perché sono varie. Se ti interessa approfondire se ne è parlato molto su la Moneta ma non ricordo più il titolo della discussione, prova con centratio dimple ma non ne sono sicuro.

Silvio


Inviato

Grazie avete affrontato la questione con professionalità!!!

PM


Supporter
Inviato

Salve

Un mio acquisto recente è il bronzo tolemaico che ho postato tra le monete di Alessandro Magno ( http://www.lamoneta.it/topic/84573-le-monete-piu-attraenti-di-alessandro-magno/page-85 #1274) perchè sul diritto è raffigurata la testa deificata del sovrano macedone con copricapo in pelle d’elefante.

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Si tratta di un AE del peso di 11,21 g e di 23 mm di diametro del sovrano egizio Tolomeo II Filadelfo, secondo re della dinastia tolemaica ellenistica dal 285 a.C., il cui nome al genitivo PTOLEMAIOU BASILEWS compare in circolo sul rovescio, attorno all’aquila a sinistra ad ali spiegate in piedi su un fulmine. Per la lettera delta maiuscola individuata da tre punti tra le zampe dell’aquila, la moneta è classificata come Svoronos 439; Weiser 34; SNG Copenhagen 162. La coniazione è della zecca di Alessandria tra ca il 266 e il 256 a.C.

Naturalmente ho cercato informazioni sulla funzione di quelle caratteristiche cavità centrali e ho trovato un’esauriente spiegazione nel saggio critico di Alessandro Cavagna dal titolo Un’indagine intorno alle cavità centrali sulle monete tolemaiche in bronzo pubblicato in RIN 108 (2007) pp. 93-120.

Nel lavoro può quindi trovare risposta la domanda di Margherita sul perché dei ‘fori chiusi’ presenti sulle facce del bronzo da lei postato, come riferirò in un post successivo.

apollonia


Supporter
Inviato

Margherita si è chiesta perché alcune monete greche hanno dei fori chiusi su entrambe le facce?

Il termine ‘cavità centrali’ nel titolo del lavoro di riferimento precedentemente citato è senz’altro più appropriato di ‘fori chiusi’, perché ‘foro’ significa un’apertura più o meno regolare di limitate dimensioni. Eventualmente si potrebbe dire ‘buco’, termine che può indicare, oltre a un’apertura, anche una piccola cavità variamente profonda. In effetti i numismatici di lingua anglosassone li chiamano ‘centration dimples’, e nella nostra lingua ‘dimple’ si traduce in ‘fossetta’ (della guancia o del mento).

Dopo la premessa che i bronzi di Tolomeo I e le serie riferite alla prima parte del regno di Tolomeo II Filadelfo non presentano traccia di cavità centrali, ma che solo dal 260 a.C. circa, in concomitanza con la riforma di Tolomeo II, le zecche tolemaiche cominciarono a battere bronzo con cavità protraendo le emissioni per circa due secoli, sino agli anni di Cleopatra VII Filopatore, l’Autore ne dà una descrizione sulla base di una diretta analisi del materiale.

Le cavità tolemaiche compaiono costantemente sia al diritto, sia al rovescio delle monete in bronzo senza distinzioni di pezzatura, peso o modulo. Esse presentano una forma semisferica, ma con diversa sezione e un diametro di circa 2 mm sui grandi bronzi e di 1,8 mm (valore medio) sui restanti; la loro profondità risulta variabile ma mai eccessiva; il posizionamento nell’esatto centro del tondello e l’assialità tra la cavità sul diritto e quella sul rovescio non sono rispettati con costanza; su alcune monete, inoltre, è osservabile la presenza di doppi o tripli incavi.

Successivamente l’Autore, dopo aver fatto presente che all’analisi ancora oggi incompleta sulla consistenza storica del fenomeno si deve aggiungere la difficoltà evidente, negli studi sulla tecnica di produzione monetale, nel trovare una risposta univoca e del tutto plausibile all’origine e alla metodica di lavorazione dei bronzi con cavità, espone le varie ipotesi sulla funzione della cavità con le teorie proposte in ordine cronologico da vari studiosi.

1. La cavità come impronta derivata dalla coniazione; 2. L’intervento di Ernest Babelon; 3. La cavità come residuo delle operazioni di lavorazione del tondello tramite tornio (3a. Da Ioannes Svoronos a Marcel Jungfleisch. 3b. ‘‘Beaucoup de donnees nouvelles sur un vieux probleme!’’: da Jeanne Condamin, Julien Guey, Maurice Picon a Richard Hazzard.); 4. La cavità come punzonatura successiva alla coniazione; 5. La cavità come residuo di un consolidamento dei conî; 6. La cavità sul prototipo.

apollonia


Inviato

Salve

Un mio acquisto recente è il bronzo tolemaico che ho postato tra le monete di Alessandro Magno ( http://www.lamoneta.it/topic/84573-le-monete-piu-attraenti-di-alessandro-magno/page-85 #1274) perchè sul diritto è raffigurata la testa deificata del sovrano macedone con copricapo in pelle d’elefante.

attachicon.gifpost-703-0-41523100-1374352033_thumb.jpgattachicon.gifpost-703-0-52588800-1374352052_thumb.jpg

Si tratta di un AE del peso di 11,21 g e di 23 mm di diametro del sovrano egizio Tolomeo II Filadelfo, secondo re della dinastia tolemaica ellenistica dal 285 a.C., il cui nome al genitivo PTOLEMAIOU BASILEWS compare in circolo sul rovescio, attorno all’aquila a sinistra ad ali spiegate in piedi su un fulmine. Per la lettera delta maiuscola individuata da tre punti tra le zampe dell’aquila, la moneta è classificata come Svoronos 439; Weiser 34; SNG Copenhagen 162. La coniazione è della zecca di Alessandria tra ca il 266 e il 256 a.C.

Naturalmente ho cercato informazioni sulla funzione di quelle caratteristiche cavità centrali e ho trovato un’esauriente spiegazione nel saggio critico di Alessandro Cavagna dal titolo Un’indagine intorno alle cavità centrali sulle monete tolemaiche in bronzo pubblicato in RIN 108 (2007) pp. 93-120.

Nel lavoro può quindi trovare risposta la domanda di Margherita sul perché dei ‘fori chiusi’ presenti sulle facce del bronzo da lei postato, come riferirò in un post successivo.

apollonia

non mi ricordo se te li ho già fatti i complimenti, bella moneta e soprattutto bella patina!!!

ciao

skuby


Supporter
Inviato

non mi ricordo se te li ho già fatti i complimenti, bella moneta e soprattutto bella patina!!!

ciao

skuby

Grazie.

Ciao

apollonia


Inviato

Nella seconda parte della discussione si parla di cavità solo nelle monete Tolemaiche.

Queste cavità le ho viste anche sulle monete greche o sono tutt'altro?

Grazie.

PizzaMargherita


Supporter
Inviato

Help! Non riesco a modificare i caratteri e la dimensione e nel messaggio immodificabile vengono eliminati gli apostrofi. Credo che dovrei modificare qualcosa in Chrome, ma non ricordo cosa. Se qualcuno mi suggerisce...

Grazie

apollonia


Supporter
Inviato

Prova dopo aver ripulito la cache.




ok




apollonia



Supporter
Inviato

@@Margherita

Nel lavoro specifico su questa monetazione citato in precedenza, la coniazione dei bronzi tolemaici con cavità centrale ebbe inizio all’incirca nel 260 a.C. e si protrasse per circa due secoli in tutte le zecche tolemaiche del territorio. Ciononostante anche altre realtà del periodo ellenistico vennero saltuariamente caratterizzate dallo stesso modo di produzione. Le prime attestazioni si riferiscono al mondo seleucidico, risalgono agli anni di Seleuco II Callinico e, in particolare, sono legate a un’officina associata alla zecca di Antiochia di Siria, già operativa negli anni tra il 246 e il 244 a.C. L’unica serie bronzea con cavità emessa è costituita da monete con il ritratto di Seleuco II sul diritto e, al rovescio, il re con lancia in resta su un cavallo al galoppo. Con Antioco III, furono zecche di Celesiria, regione riconquistata a Tolomeo V dopo Panion, a produrre monete con incavo centrale: in particolare si possono segnalare alcune serie monetali da Tyros con ritratto del sovrano e un’emissione, da zecca incerta nel sud della regione, caratterizzata da un Apollo stante sul diritto e una Nike al rovescio.

Durante il regno di Seleuco IV, il fenomeno si diffuse ulteriormente: Tyros proseguì nelle emissioni di bronzi con cavità, mostrando una continuità produttiva che, anche durante i successivi regni, non venne meno. Da un’altra zecca, cautamente identificabile con Ake, proviene, inoltre, la prima testimonianza di monete dentellate con incavo centrale. I dentellati con cavità, due aspetti probabilmente autonomi nella lavorazione monetale, continuarono a essere battuti anche durante il regno di Antioco IV a Seleucia di Pieria e ad Ake-Ptolemais. Sembra inoltre che, sempre nello stesso periodo, monete di altre zecche sarebbero state caratterizzate dalla presenza di cavità, in particolare le emissioni semi-autonome di Byblos, Berytos, Sidon, e delle serie regali di Antiochia, Tyros, Askalon e, nuovamente, Ake-Ptolemais.

Accanto alle monetazioni tolemaica e seleucidica, per l’età ellenistica è doveroso ricordare altre sporadiche attestazioni della presenza di cavità su moneta in bronzo. Così a Kyzikos nel II sec. a.C. le usuali emissioni autonome Kore/tripode e toro/fiaccola ospitarono, su alcune serie, sia al diritto sia al rovescio, l’incavo centrale. Allo stesso modo, la zecca di Soli, tra il II e il I sec. a.C., sembra aver adottato, per breve tempo, la tecnica di produzione con cavità.

(segue)

apollonia


Supporter
Inviato (modificato)

La tecnologia dei bronzi con cavità centrale è stata utilizzata in tutta la zona orientale dell’Impero romano, come principale elemento di distinzione tra Occidente ‘latino’, in cui mai venne emessa moneta con cavità, e Oriente ‘greco’. La situazione fu, comunque, differenziata per tempi e luoghi: se non si annoverano esempi provenienti dalle zecche della provincia di Siria, le officine dell’Asia Minore presentano un quadro assai eterogeneo. Dal Ponto, dalla Licaonia, dalla Licia, dalla Commagene, infatti, provengono rarissime attestazioni di bronzi con cavità, mentre molte furono le officine attive in tal senso soprattutto in Bitinia, Misia, Troade e Pisidia.

Infine, emissioni con incavo si conoscono anche per Lidia, Caria, Ionia, Frigia, Rodi e, in modo differenziato, per la restante parte dell’Asia Minore.

Anche l’area greca e balcanica fu interessata dal fenomeno: la presenza di cavità sembra emergere, innanzitutto, già dalla seconda metà del I sec. a.C., nelle emissioni di Corinto. Dalla Macedonia e dalla Tracia provengono attestazioni di un modo di produzione non continuativo, mentre ben caratterizzata sembra essere la situazione delle zecche della Mesia Inferiore: Nikopolis, Deultum, Markianopolis, Callatis e Tomis, ad esempio, si mostrarono ben attive in tal senso.

Da un punto di vista strettamente cronologico, le analisi variamente condotte hanno rimarcato il progressivo aumento degli atelier provinciali che emisero bronzi con cavità tra I e III sec. d.C., con una massima espansione, sia geografica sia quantitativa, nel periodo di Valeriano e Gallieno.

Con la chiusura delle zecche provinciali o la loro trasformazione in zecche ufficiali, al contrario, si assiste alla definitiva scomparsa di moneta così caratterizzata, delineando in tal modo la stretta relazione degli incavi con un sistema di produzione provinciale.

apollonia

Modificato da apollonia

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