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Cassazione, 2 decies ed altro....


Risposte migliori

Ecco qua una nuova Cassazione fresca fresca, per di più su monete !

Inviterei a leggerla molto attentamente e a commentare, mi sono fatto alcune idee, ma, prima di esporle, vorrei che venissero espressi i commenti da parte di chi se la sente...

Buon lavoro !

Enrico

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da profano per quanto attiene alla sfera giuridico-normativa, sottolineo due passaggi che "spiegano" il perché di alcuni comportamenti "sistematici" che accadono nelle vicende giudiziarie che riguardano la numismatica:

[1] Il motivo, a prescindere dall'esito del processo, del non dissequestro di tutte le monete (anche di quelle non specificatamente oggetto del provvedimento iniziale, ma comunque ritrovate nel corso della perquisizione):

questi ultimi devono essere restituiti allo stato, non soltanto, in caso di positiva verifica del loro "interesse culturale", ma anche nel caso in cui risoltasi negativamente detta verifica, il detentore non fornisca prova della legittimità della detenzione, in quanto il giudizio di infondatezza della notizia di reato non impedisce l'operatività della presunzione della loro appartenenza al patrimonio indisponibile dello Stato, ovvero al demanio pubblico

[2] direttamente collegato a questo assunto, viene meno il concetto della obbligatorietà del dichiarato interesse culturale per mettere in piedi tutta la macchina procedurale che va dall'accertamento al processo passando per il sequestro in quanto:

ove si tratti di beni appartenenti allo Stato, non è richiesto l'accertamento del cosiddetto interesse culturale (né che i medesimi siano qualificati come culturali da un provvedimento amministrativo), essendo sufficiente che la culturalità sia desumibile dalle caratteristiche del bene essendo sufficiente un interesse culturale oggettivo, derivante da tipologia, localizzazione, rarità o altri analoghi criteri, e la cui prova può desumersi o dalla testimonianza di organi della PA o da una perizia disposta dall'autorità giudiziaria

A mio modesto avviso la ESTREMA ED ELEVATISSIMA PERICOLOSITA' del tutto non è soltanto il rischio di capitare in un procedimento (per certi versi se vogliamo anche perverso e vessatorio) di natura giudiziaria nonostante un comportamento di assoluta buona fede (che a quanto pare non sempre è contemplata dal legislatore o dal giudice), quanto anche dell'assunto del tutto infondato che di quanto non sia provata (o provabile!) la legittimità del possesso di quanto sequestrato questo viene automaticamente considerato (so sola base presuntiva) di proprietà statale.

Questo assunto del tutto immotivato secondo la logica del buon senso si scontra con un altro assunto normativo che non obbliga il privato cittadino alla conservazione a vita della documentazione fiscale attestante un acquisto. Documentazione che tra l'altro nel corso degli anni può smarrirsi, deteriorarsi o, anche, non esserci mai stata perché per le circostanze (temporali e ambientali) in cui è avvenuto l'acquisto, la stessa non era in origine prevista.

Sottolineo infine che non viene, almeno qui, precisato quali siano le caratteristiche probanti la legittimità del possesso/detenzione di quanto sequestrato.

- le tanto invocate ricevute fiscali, bastano? o queste devono essere intestate al soggetto? nonostante ci sia una ricevuta fiscale questa può presentare alcune problematiche che vanno dalla generalità della stessa (che non permette la riconducibilità univoca a una data moneta) alla mancata intestazione al soggetto a cui è stata sequestrata (è un caso contemplabile?)

- un cartellino di vecchia collezione può essere sufficiente a garantire la legittimità del possesso? dubito fortemente in quanto lo stesso cartellino potrebbe essere contraffatto ad arte, non coprire un arco temporale tale da garantire la non applicabilità della norma per la tutela dei beni culturali, non fornire comunque estremi utili a determinare la legittimità del possesso (estremi del precedente proprietario e riconducibilità univoca alla moneta salvo, forse, nei casi in cui il cartellino altro non sia che una perizia numismatica sulla moneta, ma anche qui pur garantendo la riconducibilità univoca alla moneta non metterebbe al sicuro la stessa circa la legittimità del possesso)

- memorie e dichiarazioni sostitutive personali o altrui? credo abbiano poco, se non nullo, valore in quanto chiunque può dichiarare qualsiasi cosa rendendola indimostrabile se non suffragata da idonea documentazione.

e quindi?

come mettere al sicuro quelle parti (se non tutta) di collezioni che derivano da passati acquisti legittimamente fatti, ma non provabili?

...questo, a mio avviso, è attualmente il maggiore dei problemi.

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Awards

Attendendo l'intervento del carissimo Collega bizerba ,non posso che evidenziare i due passaggi che trovo più illuminanti di questa sentenza della Suprema Corte...il primo attiene alla declarata inutilità di qualunque statuizione tecnica relativa alla culturalità o meno di beni archeologici asseritamente rinvenuti nel sottosuolo; i Giudici di legittimità affermano con estrema chiarezza che i beni provenienti dal sottosuolo sono e rimangono di proprietà dello Stato a prescindere dalle loro precipue caratteristiche. Ogni considerazione in tale senso, nel caso di specie, è ininfluente.

In secondo luogo i Giudici di legittimità intervengono, seppur in modo tangente, sulla legittimità del possesso di beni archeologici nelle collezioni private osservando che esse sono al riparo solo, ed esclusivamente, nel caso in cui il legittimo proprietario riesca a provare di essere tale ovvero esibendo documenti fiscali di acquisto o dichiarazioni di provenienza a corredo di quanto in suo possesso.

Personalmente non ritengo sia strettamente necessario che il documento sia nominalmente attribuito al proprietario del bene quanto, sempre a mio giudizio, sia essenziale che il pezzo di cui a corredo sia esaustivamente descritto.

Credo poi che in assenza totale di qualsivoglia documentazione ( per i più svariati motivi) sia opportuno notificare alla Sovraintendenza competente il possesso di detti beni ed ottenere, nel caso, una dichiarazione di non culturalità ai fini del testo unico.

Circa la buona fede nel possesso quando si parla di reati contro il patrimonio o, come nel caso di specie, in tema di beni culturali ritengo che tale affermazione lasci il tempo che trova ossia che una dimostrazione in tal senso possa mettere in qualche modo al riparo il possessore da contestazioni di reato dallo stesso commesse ma ciò non eviti in alcun modo la confisca dei beni.

Purtroppo in un Paese che detiene la maggioranza assoluta dei beni archeologici a livello mondiale è naturale che la soglia di attenzione sia ai massimi livelli da parte delle Autorità e che la legislazione in merito nonché la sua applicazione non possa che essere assolutamente rigida e puntuale.

In ultimo, circa la prescrizione, credo sia pacifico che la notifica che decreto che dispone il giudizio rientri in quella serie di atti che interrompono la prescrizione.

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Awards

lasciando a chi ne capisce più di me le considerazioni tecnico-giuridiche sulla vicenda, cosa posso dire, a parte mettermi le mani nei capelli e pensare, da uomo della strada, al solito balordo drogato e ubriaco che piomba con l'auto su 15 persone in attesa alla fermata del bus e le ammazza, il quale magari non passa neanche dalla caserma ma si fa un paio di settimane ai domiciliari, mentre, molto spesso, un povero cristo che trova due monete da 15 euro nel giardino di casa, si fa 20 anni di processo. Saluti.

Modificato da Lay11
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1. Non capisco perchè i giudici devono ignorare completamente il mercato numismatico, esistente fin dai tempi del medioevo, ma forse anche prima. Credo che sia assolutamente ingiusto.

2. Ribadisco che non c'è alcuna norma che obblighi i privati a detenere una documentazione riguardante le monete. E' una cosa che è saltata fuori ultimamente nelle sentenze, ignorando completamente quanto al punto 1.

3. Non c'è nessun obbligo a notificare la propria collezione alla Sopraintendenza, come confermato da un documento pubblicato sul forum.

4. Comunque nello specifico è chiara la solita equazione ''materiale archeologico + metaldetector + vanga'' = materiale da scavo. E, personalmente, non posso non essere d'accordo con i giudici.

Arka

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lasciando a chi ne capisce più di me le considerazioni tecnico-giuridiche sulla vicenda, cosa posso dire, a parte mettermi le mani nei capelli e pensare, da uomo della strada, il solito balordo drogato e ubriaco che piomba con l'auto su 15 persone in attesa alla fermata del bus e le ammazza, non passa neanche dalla caserma ma si fa un paio di settimane ai domiciliari, mentre, il povero cristo che trova due monete da 15 euro nel giardino di casa, si fa 20 anni di processo. Come concludere, siamo cittadini di un paese ridicolo, in cui il diritto non solo non esiste, ma, quando si vuol far finta che esista, lo si usa solo per colpire miratamente qualcuno che per un motivo o per un altro debba essere colpito. Causa eleganza di questo sito e dei suoi frequentatori, non aggiungo improperi e parole sconce, ma, ve li lascio intendere. Saluti.

Appunto, meglio lasciare a chi ne capisce più di Lei, dato che il paragone con "il solito balordo drogato e ubriaco che piomba con l'auto su 15 persone in attesa alla fermata del bus" non c'entra proprio nulla e serve solo a far confusione.

Si discute di una sentenza molto importante, che afferma in modo chiaro il principio della presunzione di appartenenza al patrimonio dello stato di ogni oggetto antico del quale il privato non riesce a giustificare il possesso. In altre parole, ogni moneta priva di documentazione relativa al suo acquisto ricade necessariamente fra i beni culturali oggetto di tutela, così come definiti nel Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, articolo 10. Tale documentazione serve in primo luogo a garantire e tutelare la buona fede del collezionista, mentre non è detto che garantisca del tutto la liceità del possesso della moneta (nel caso, per esempio, si appurasse che il precedente venditore aveva acquisito il bene in modo illegittimo).

Può piacere o non piacere, ma questa è la legge e l'interpretazione che ne viene data. Ed è bene che il collezionista onesto e responsabile la conosca con precisione, per evitare spiacevoli equivoci e sorprese

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purtroppo è un principio che andrebbe sovvertito, perché ahimé, provare legittimamente il possesso di un bene numismatico, sebbene legittimamente posseduto, può essere per una stragrande maggioranza di casi un fatto non proprio così semplice e immediato...

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Awards

purtroppo è un principio che andrebbe sovvertito, perché ahimé, provare legittimamente il possesso di un bene numismatico, sebbene legittimamente posseduto, può essere per una stragrande maggioranza di casi un fatto non proprio così semplice e immediato...

Mi rendo perfettamente conto, ma purtroppo le cose non si cambiano con commenti come quello di Lay11. In primo luogo bisogna capire le leggi e rispettarle. Poi si può chiedere o auspicare miglioramenti, che è cosa ben diversa. Se si legge la discussione in corso sulla vendita di monete al Museo Capitolino, si trovano decine di messaggi in cui ci si augura un mercato scriteriato e sregolato delle monete antiche e si sostiene che per collezionarle ci si deve infischiare di ricevute e certificati. Credo che simili messaggi siano estremamente pericolosi e fuorvianti, perché rendono ancora più arduo, per il collezionista privo di un'adeguata formazione, sia comprendere la complessa legge vigente, sia - più in generale - rendersi conto almeno un po' del potenziale rilievo storico e culturale di ciascun oggetto antico (e della cautela e preparazione che sono necessarie per collezionare in modo resposabile).

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io su questa sentenza attendo il commento di bizerba e potrebbe diventare un buon materiale a corredo del documento programmatico in fase di lavorazione.

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Awards

Buona sera a tutti.

Si tratta di una sentenza "in linea" (per così dire) con il più recente e restrittivo orientamento del Giudice di legittimità.

Va detto che non conoscendo esattamente i fatti (- si parla di monete ma anche di un puntale, di un collo d'anfora, di frammenti di terracotta, di frammenti di mosaico ed altri reperti metallici -), non si capisce se un tale "corredo" possa essere il frutto di una comune collezione, creata attraverso regolari, seppur eterogenee, acquisizioni, ovvero vi sia all'interno della suddetta collezione una componente di materiale di provenienza "dubbia".

Non disponendo delle sentenze dei gradi di merito (e specialmente della sentenza di primo grado) non è possibile desumere quello che non trapela dalla decisione postata da Enrico, anche se una "doppia conforme" (ovvero due decisioni conformi di condanna nei gradi di merito) farebbe pensare ad una situazione in fatto sufficientemente compromessa.

Una cosa penso la si possa comunque dire subito e cioè che mischiare nella propria collezione reperti e frammenti vari con materiali numismatici può deporre molto negativamente ed è altamente sconsigliabile (e parliamo fin qui sempre di PREVENZIONE...!!!).

Ma direi che più che il caso concreto trattato in sentenza, ci interessano i principi enunciati dal Supremo Collegio.

A questo proposito, quello che personalmente temo di più (e che trovo più aberrante) è la prova richiesta per suffragare la legittima detenzione delle monete.

Il principio, esposto a pag. 2 della sentenza continua ad apparirmi (passatemi il termine) "mostruoso" giacchè, anche in caso di archiviazione del procedimento, "i beni di interesse artistico, storico o archeologico devono essere restituiti allo Stato, non soltanto, in caso di positiva verifica del loro "interesse culturale", ma anche, nel caso in cui risoltasi negativamente detta verifica, il detentore non fornisca prova della legittimità della detenzione, in quanto il giudizio di infondatezza della notizia di reato non impedisce l'operatività della presunzione della loro appartenenza al patrimonio dello Stato, ovvero al demanio pubblico".

Salvo che il detentore non fornisca la prova della legittimità della sua detenzione.

Se la prova da fornire fosse una prova ragionevole, potrei anche essere d'accordo con tale impostazione (anche se l'inversione di tale onere sul proprietario sovverte di per sé le comuni regole processuali); ma qui la prova richiesta è "diabolica", nel senso che diviene pressoché impossibile per il proprietario collocare la legittima acquisizione del bene, sua o dei suoi danti causa, in un momento anteriore alla Legge del 1909 e quindi prima che tali cose, rinvenute nel sottosuolo o nel fondale marino nazionali (quindi non tutti i reperti..ma solo quelle lì..si badi bene!) divenissero ope legis proprietà dello Stato.

Potrei presto trovarmi a ricorrere per Cassazione proprio in una caso come questo, ma relativo esclusivamente a monete, nel quale è attualmente in corso, dopo l'archiviazione disposta dal GIP, una verifica di culturalità (sui generis...perché sembra venga svolta informalmente...!!!) delle monete da parte della Soprintendenza.

Verifica che, a mio modestissimo parere, sia che sia negativa che positiva, non cambierebbe la situazione proprietaria delle monete.

Nel senso che se le monete sono state legittimamente acquisite dal collezionista, tale verifica potrà al più incidere sullo status di tutela delle stesse (se ne venisse riconosciuta la culturalità) ma non potrà certamente dipendere da una verifica positiva il mutamento del diritto di proprietà.

Il principio enunciato dalla Corte sembra invece sottintendere che:

- se la verifica di culturalità da esito positivo, le monete se le prende lo Stato. Punto.

- se la verifica è negativa, allora si presume che le monete sia comunque dello Stato, salvo che tu collezionista non mi dimostri il contrario.

Trovo assurda questa impostazione perché confonde l'individuazione del diritto di proprietà con lo status di bene culturale (o di bene privo di culturalità) della res.

Nel caso di cui mi sto occupando parliamo di circa 30 monete puniche, di cui 2/3 circa acquistate da casa d'aste o commercianti con regolari documenti

Il terzo residuo è stato acquistato su Ebay da un venditore che venne denunciato a suo tempo. Tuttavia è stato poi assolto e gli sono state anche restituite le monete. (Postai sul Forum la sentenza di assoluzione del Tribunale di Oristano).

Quindi il mio Cliente, la cui posizione è stata archiviata e sulle cui monete è in corso una sorta di verifica di culturalità, si trova ad aver acquisito tutte le 30 monete o da casa d'asta, o da commerciante o da venditore di Ebay già denunciato ma poi assolto con formula piena e con restituzione di tutte le monete in sequestro.

Non siete curiosi anche Voi di sapere come andrà a finire questa storia?

La culturalità su tutte le monete è già stata esclusa, in sede di indagini preliminari, dallo stesso perito del P.M., considerato il più prestigioso studioso italiano di monetazione punica.

Ma al GIP non è bastato e adesso la palla è alla locale Soprintendenza.

Mi aspetto che anche quest'ultima si pronunci conformemente al Perito del P.M. (se non altro per deferenza accademica....in realtà perché sono monete assolutamente comuni.)

Ma allora che fine faranno???

Li sto aspettando al varco.... :crazy:

Saluti.

Michele

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Caro Michele

non ho potuto trattenere il " mi piace" che ti ho affibbiato... in realtà non volevo intervenire fino a che tutti i commenti fossero stati fatti, ma tant'è...

Comunque, a mio avviso, oltre a quelle macroscopiche, che hai immediatamente individuato e segnalato con la tua solita consumata maestria, ci sono anche altre storture e brutture in questa sentenza, ma ogni cosa a suo tempo...

Coraggio e avanti! Aspetto ancora molte osservazioni (o domande) da tutti !

Enrico

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Nessuna intenzione di creare confusione. Tuttavia credo che la sentenza vada discussa.

Arka

Su questo non ci piove ! La discussione delle sentenze è doverosa e certamente molto utile sotto diversi profili.

Cordialmente,

Enrico

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Penso che quando vengono a farti una perquisizione, puoi avere tutte le fatture del mondo, ma intanto ti portano via tutto.. E le speranze di riavere quello che avevi sono poche.. In una scena di un film, (mi pare Wargames) .dicevano: " l'unico sistema per vincere è non giocare.. ".. Nel nostro caso, mi sembra che l'unico sistema per non avere guai sia "non collezionare"... Siamo considerati meno di zero... Anzi, siamo trattati come dei delinquenti comuni.. Purtroppo.

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Appunto, meglio lasciare a chi ne capisce più di Lei, dato che il paragone con "il solito balordo drogato e ubriaco che piomba con l'auto su 15 persone in attesa alla fermata del bus" non c'entra proprio nulla e serve solo a far confusione.

Si discute di una sentenza molto importante, che afferma in modo chiaro il principio della presunzione di appartenenza al patrimonio dello stato di ogni oggetto antico del quale il privato non riesce a giustificare il possesso. In altre parole, ogni moneta priva di documentazione relativa al suo acquisto ricade necessariamente fra i beni culturali oggetto di tutela, così come definiti nel Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, articolo 10. Tale documentazione serve in primo luogo a garantire e tutelare la buona fede del collezionista, mentre non è detto che garantisca del tutto la liceità del possesso della moneta (nel caso, per esempio, si appurasse che il precedente venditore aveva acquisito il bene in modo illegittimo).

Può piacere o non piacere, ma questa è la legge e l'interpretazione che ne viene data. Ed è bene che il collezionista onesto e responsabile la conosca con precisione, per evitare spiacevoli equivoci e sorprese

Gentilissimo Bartolus, non per giustificarmi al Suo cospetto, io resto della mia opinione, Le piaccia o meno. Detto questo, Le auguro una buona serata ed un buon proseguimento nella fruizione di questo forum.

Modificato da Lay11
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ad uso di tutti gli altri intervenuti in questa discussione, per quanto possano essere interessati o meno al mio modestissimo parere di persona qualunque (e come tale non depositaria di alcuna verità assoluta), spiego meglio quello che voleva essere il senso del mio messaggio delle 11,16 di oggi, che, da pochi minuti, ho a questo scopo modificato, e cioè per renderlo meno - come dice Bartolus - fuorviante - per chi lo ritenesse tale (trovate l'originale nel post di Bartolus in cui esso è stato citato):

trovo assolutamente vergognoso che , in questo Paese, gente che, colposamente o dolosamente uccide e/o causa terribili danni di qualsivoglia natura ad altra gente non sconti neanche un'ora di galera, mentre, altra gente, che magari ruba una mela, debba subire anni ed anni di processi ed eventuali sanzioni. Non entro nello specifico di questa sentenza, sia ben chiaro (ho letto solo sommariamente i documenti pubblicati da vitellio) e, nel momento in cui passerà in giudicato (o forse è già passata, trattandosi di sentenza della Cassazione? e qui "lascio a chi ne capisce più di me", purtroppo, questa è la vita, io capisco meno di qualcuno che capisce più di me in merito a qualcosa, e al contempo probabilmente quello stesso qualcuno capisce meno di me in merito a qualche altra cosa, altrimenti faremmo tutti lo stesso lavoro ed avremmo tutti la stessa formazione, cosa abbastanza inverosimile, dico bene?) non potrà non essere rispettata e riconosciuta come legittima. Resto della mia opinione però sul fatto che in questo Paese ci sarebbero comportamenti ben più gravi da punire, come omicidi, stragi, stupri, ruberie di grosso livello (e qui richiamo le "due monete da 15 euri" che ho citato prima), poi, dato che purtroppo ho una innata passione per il pensiero democratico, rispetto anche quello di chi non condivide il mio. Carissimi saluti a tutti.

Modificato da Lay11
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ad uso di tutti gli altri intervenuti in questa discussione, per quanto possano essere interessati o meno al mio modestissimo parere di persona qualunque (e come tale non depositaria di alcuna verità assoluta), spiego meglio quello che voleva essere il senso del mio messaggio delle 11,16 di oggi, che, da pochi minuti, ho a questo scopo modificato, e cioè per renderlo meno - come dice Bartolus - fuorviante - per chi lo ritenesse tale (trovate l'originale nel post di Bartolus in cui esso è stato citato):

trovo assolutamente vergognoso che , in questo Paese, gente che, colposamente o dolosamente uccide e/o causa terribili danni di qualsivoglia natura ad altra gente non sconti neanche un'ora di galera, mentre, altra gente, che magari ruba una mela, debba subire anni ed anni di processi ed eventuali sanzioni. Non entro nello specifico di questa sentenza, sia ben chiaro (ho letto solo sommariamente i documenti pubblicati da vitellio) e, nel momento in cui passerà in giudicato (o forse è già passata, trattandosi di sentenza della Cassazione? e qui "lascio a chi ne capisce più di me", purtroppo, questa è la vita, io capisco meno di qualcuno che capisce più di me in merito a qualcosa, e al contempo probabilmente quello stesso qualcuno capisce meno di me in merito a qualche altra cosa, altrimenti faremmo tutti lo stesso lavoro ed avremmo tutti la stessa formazione, cosa abbastanza inverosimile, dico bene?) non potrà non essere rispettata e riconosciuta come legittima. Resto della mia opinione però sul fatto che in questo Paese ci sarebbero comportamenti ben più gravi da punire, come omicidi, stragi, stupri, ruberie di grosso livello (e qui richiamo le "due monete da 15 euri" che ho citato prima), poi, dato che purtroppo ho una innata passione per il pensiero democratico, rispetto anche quello di chi non condivide il mio. Carissimi saluti a tutti.

Se tanto mi da tanto a questo punto, prescindendo dal mio dissenso in relazione a quanto da te esposto, dovrebbe intervenire il censore az! pardon... moderatore luke_idk che da solo, o unitamente a rapax, dovrebbe chiudere la discussione poiché i riferimenti alla politica da te compiuti sono tanto palesi quanto cesurabili a norma del regolamento... alla faccia della tua passione per il pensiero democratico. Se così non dovesse essere prenderò atto che vengono applicati due pesi e due misure. (quanto detto è in riferimento alla discussione nella sezione Agorà intitolata "...e voi pensate di uscire dalla crisi ?)

Buonanotte :lazy:

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Ciao Lay11.

Naturalmente comprendo il senso del Tuo sfogo però, poichè Tu stesso scrivi:

"poi, dato che purtroppo ho una innata passione per il pensiero democratico...."

mi permetto di ricordarTi che le Leggi che la nostra società applica, sia contro i drogati che per gli stupri che in occasione degli incidenti stradale, che per la ricettazione di monete....ecc...sono proprio quelle che scaturiscono dal "pensiero democratico" di cui hai un'innata passione.... :pleasantry:

Quindi, francamente....non ho ben capito contro chi te la stia prendendo..... :crazy:

Saluti. :hi:

Michele

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Mmh.. letta così mi sembra una cosa degna dei processi accusatori del '700: lo Stato parte col pregiudizio che tu sia colpevole.

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Supporter

Buona giornata

Sentenza aberrante, non tanto per il caso specifico, ma per le motivazioni addotte, ma è ciò che ha stabilito la Cassazione.

Domando: Una volta che la Cassazione ha dato la sua interpretazione ed ha deciso......siamo ....... "alla frutta", oppure ci sono possibilità di rivedere il suo giudizio?

Domando ulteriormente: un giudice che inverte l'onere della prova - concetto che, credo, valga sempre ed in ogni caso - commette professionalmente una colpa grave?

Grazie e saluti

luciano

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Domando: Una volta che la Cassazione ha dato la sua interpretazione ed ha deciso......siamo ....... "alla frutta", oppure ci sono possibilità di rivedere il suo giudizio?

c'è sempre la richiesta di grazia! :D

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Awards

Ciao Luciano.

"Domando: Una volta che la Cassazione ha dato la sua interpretazione ed ha deciso......siamo ....... "alla frutta", oppure ci sono possibilità di rivedere il suo giudizio?"

In questo caso, il rigetto del ricorso per Cassazione comporta il passaggio in giudicato della precedente sentenza (quella della Corte d'Appello di Palermo).

Il caso è definitivamente chiuso. Anche perchè i motivi del ricorso, che sono riepilogati nella parte iniziale della sentenza postata da Enrico (pag. 2) attengono ad asserite violazioni di legge o vizi della motivazione della sentenza impugnata che la Corte di Cassazione ha escluso.

Non siamo dunque di fronte ai quei rari casi in cui è consentita la riapertura del processo perchè, ad esempio, dopo anni e grazie all'esame del DNA che all'epoca del processo non esisteva, si scopre oggi che il condannato (con sentenza irrevocabile) è estraneo al fatto.

Nel nostro caso il discorso è chiuso definitivamente.

"Domando ulteriormente: un giudice che inverte l'onere della prova - concetto che, credo, valga sempre ed in ogni caso - commette professionalmente una colpa grave?".

Secondo questo filone giurisprudenziale non è un'inversione dell'onere della prova, in quanto si parte dal presupposto che:

a. tutti i reperti provenienti dal sottosuolo nazionale sono, per legge, di proprieta dello Stato a partire dal 1909;

b. quelli sequestrati sono reperti che il Perito di turno ha definito come provenienti dal sottosuolo nazionale;

c. ergo, io giudice ritengo che sia tutta roba di proprietà dello Stato, salvo che Tu privato mi dimostri il contario.

La presunzione di proprietà statale autorizza il giudice (secondo questa prospettazione, che peraltro non è condivisa da tutta la giurisprudenza) a richiedere al privato la prova della sua legittima detenzione, perchè quel materiale è ritenuto, ab origine e ordinariamente, dello Stato.

M.

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"c'è sempre la richiesta di grazia.."

Già. Ma anche se il Presidente della Repubblica la dovesse accogliere (e ne dubito)....le monete non si recuperano.... :crazy:

M.

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Supporter

Grazie!

:( :( :(

saluti

luciano

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