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L'Haeberlin censisce 3 esemplari: due oggi al Museo Nazionale Romano, provenienti dal museo kirkeriano (g 1.106,6) e dalla collezione Gnecchi (g 668,54), uno al British Museum (g 652.28). Prima di lui, Garucci ne citava un altro a Pesaro (g 721), attualmente disperso.

Nel 1975 ne apparve uno in asta Münzen und Medaillen 52 (collez. Weintraub) ma, riproposto nel 1997 in asta NAC 10, fu considerato falso. Un ultimo esemplare (g 1.075) apparve solo nel 2010, in asta NAC 54, ed è stato riproposto in asta Roma Numismatics nel 2013.

Essendo stato emesso su piede trientale e quadrantale, il decussis deve aver preceduto di poco l'emissione del denario (connessa con la successiva riduzione sestantale), quando che essa sia avvenuta, e confermerebbe quindi che già si era fatta strada l'idea di una moneta da 10 assi, anche se per il resto il frazionamento dell'asse a Roma seguiva una scala duodecimale (e non decimale come nelle regioni italiche). Si tratterebbe quindi di un vero "antenato" del denario d'argento

Modificato da L. Licinio Lucullo
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