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Tetradracma di Morgantina


Risposte migliori

acraf ci dice, giustamente, che è coniata con una unica coppia di coni,però sarà la luce diversa ma a me pare che il conio gorny sia stato ritoccato.

in particolare il ciuffo di capelli che è vicino alla coda dell'occhio è più lungo .la luce non permette di vedere bene l'interno orecchio che pare diverso.il collo più tozzo.......

Sarà solo un ritocco del conio? ...a me quell'espressione così altera e quei tratti "duri" non convincono stilisticamente e non mi sembrano coerenti con gli usuali ritratti ed espressioni della monetazione magno greca ....quel collo tozzo, quell'orecchio poco scavato, i capelli della tempia incongrui anche anatomicamente...sarà mica che hanno realizzato un bel conio falso copiando qualche moneta originale?...a pensar male...con quel che segue...

Modificato da numizmo
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Sarà solo un ritocco del conio? ...a me quell'espressione così altera e quei tratti "duri" non convincono stilisticamente e non mi sembrano coerenti con gli usuali ritratti ed espressioni della monetazione magno greca ....quel collo tozzo, quell'orecchio poco scavato, i capelli della tempia incongrui anche anatomicamente...sarà mica che hanno realizzato un bel conio falso copiando qualche moneta originale?...a pensar male...con quel che segue...

la perlinatura dietro la testa del gorny sembra avvalorare questa ipotesi.

Modificato da dux-sab
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Ho trovato tutto il materiale, ma devo aspettare un pò in quanto oggi ho tutta la famiglia e parentato a casa mia e poi il libro su Morgantina credo di averlo da qualche parte....

Un pò di pazienza e poi cercheremo di sbrogliare questa interessante matassa..........

Qualche notizia sulla provenienza del tetradramma ex Pennisi ( riporto sinteticamente i dati che sono più ampiamente sviluppati nella monografia " Morgantina a 50 anni dall'inizio delle ricerche, Caltanissetta, 2009 ).

Intorno al 1830 la moneta confluisce nella collezione dei baroni Pennisi di Acireale ; ne da notizia il numismatico ennese Canonico G, Alessi, amico dei Pennisi, che descrive l'esemplare in un breve saggio ( cfr. Illustrazione di una medaglia dell'antica città di Morganzio in "Giornale di Scienze, Lettere ed Arti di Sicilia ", 110, 1832 ), Nel 1946 il grande G. E, Rizzo riportò la rara emissione sulle bellissime tavole della sua opera. Nel 1963, alla morte del senatore A.Pennisi la collezione che constava di 30000 pezzi venne smembrata ( solo 1200 andarono alla Regione Sicilia ) e dispersa e con essa, naturalmente, il famoso tetradramma. La moneta appare nel 1981 sul Catalogo X della NFA (lotto 42); dopo sette anni, nel 1988, la ritroviamo sul catalogo della mostra di cui al Catalogo Antikenmuseum und Sammlung Ludwig - Basilea. Nel 1998 l'esemplare in questione venne proposto dalla NAC Zurigo e fu proprio in tale occasione che la moneta venne sequestrata.

Modificato da diodoro
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Interessante l'esemplare Gorny 2011 . Confrontando con i due che sono pubblicati , non mi ispira fiducia. Sembra uno stile barbarico. Ho il catalogo Nac 13 (ex Pennisi) coll. Moretti ed il Nac di maggio 2007 ,ex Nac 2004.Questi ultimi due ,non hanno niente a che vedere con il Gorny. post-38813-0-42509100-1385944914_thumb.jpost-38813-0-87957200-1385944935_thumb.j

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- Basilea. Nel 1998 l'esemplare in questione venne proposto dalla NAC Zurigo e fu proprio in tale occasione che la moneta venne sequestrata.

Grazie delle ulteriori informazioni Diodoro. E' proprio questo che non ricordo: perché le monete ex Pennisi vennero sequestrate e poi in seguito rilasciate con salvacondotto per essere vendute liberamente come avvenne successivamente ?

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Grazie delle ulteriori informazioni Diodoro. E' proprio questo che non ricordo: perché le monete ex Pennisi vennero sequestrate e poi in seguito rilasciate con salvacondotto per essere vendute liberamente come avvenne successivamen

Non sono informato ma posso trascrivere integralmente la motivazione che viene riportata a pagina 64 della Monografia da me citata : " dieci anni di aria svizzera gli avevano fatto perdere il diritto di rientrare a casa".

Modificato da diodoro
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Scusate, inizio a capirci poco...

La moneta oggetto di sequestro è quella effettivamente esitata da gorny?

La stessa moneta era quella venduta da nac ed ex Moretti?

Grazie

Skuby

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Scusate, inizio a capirci poco...

La moneta oggetto di sequestro è quella effettivamente esitata da gorny?

La stessa moneta era quella venduta da nac ed ex Moretti?

Grazie

Skuby

No, stiamo parlando di due monete. Una è la Gorny 2011 senza alcun pedigree, l'altra è l'ex Pennisi-Moretti-NAC proposta nel lontano 1998 e poi recuperata.

Oltre chiaramente agli altri pezzi citati da Acraf

Modificato da diodoro
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Stiamo parlando di tre monete ben distinte:

La moneta oggetto di sequestro e della discussion iniziale (v. 'articolo di giornale riportato da Augustus ad inizio discussione) è la moneta esistata da Gorny nel 2011 senza pedigree

La moneta del Ludwigsammlung di Basilea è la ex Pennisi poi MOretti, acquisita da NFA 10, 1981, e pubblicata per la prima volta nel 1832 da Alessi (Illustrayione di una medaglia dell'antica città di Morganyio) e successivamente da MIrone, Sambon e Rizzo. Questo pezzo è stato venduto nella NAC 13 lotto 374 stimata 15.000CHF (non conosco il realizzo)

Infine vi è un secondo esemplare certamente autentico passato nelle seguenti aste:

Leu 72/1988, n. 82 poi NAC 27/2004, n. 94 e successivamente NAC 40/2007, n. 235 g. 17,34 dove ha realizzato 28000CHF

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A scanso di equivoci, i tetra di Morgantina sono 3 . Il primo ex coll. Pennisi -Nac 13 e pubblicato dal Rizzo. Il secondo Nac 2007 ex 2004 ,dallo stesso conio,come si puo' vedere dalle foto. Il terzo ,comparso da un uovo di Pasqua ....... Gorny 2011. Che ha le stesse caratteristiche ....ma non dello stile fine dei primi due. Penso che è un rifacimento moderno con correzioni al fine di far pensare che si tratti di un'altro conio. La spigolature dei bordi è troppo fresca in base all'usure del dritto e del rovescio. Nessuna traccia di ossidazione ,al rovescio ,davanti ai cavalli ,il flan sembra scodellare.post-38813-0-27939700-1385983330_thumb.j

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A scanso di equivoci, i tetra di Morgantina sono 3 . Il primo ex coll. Pennisi -Nac 13 e pubblicato dal Rizzo. Il secondo Nac 2007 ex 2004 ,dallo stesso conio,come si puo' vedere dalle foto. Il terzo ,comparso da un uovo di Pasqua ....... Gorny 2011. Che ha le stesse caratteristiche ....ma non dello stile fine dei primi due. Penso che è un rifacimento moderno con correzioni al fine di far pensare che si tratti di un'altro conio. La spigolature dei bordi è troppo fresca in base all'usure del dritto e del rovescio. Nessuna traccia di ossidazione ,al rovescio ,davanti ai cavalli ,il flan sembra scodellare.attachicon.gif4 ex coll. Pennisi NAC 13.JPG

Mi permetto di far osservare che all'elenco va aggiunto il pezzo del British Museum pubblicato da F. Hill nel 1924 in Greek Coins acquired by the British Museum in 1923

Modificato da diodoro
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TETRADRAMMA DI MORGANTINA

Adesso che ho un po’ di tempo libero, come promesso provvedo a mettere un po’ di ordine e a ricostruire la storia e le immagini dei vari esemplari noti del rarissimo tetradramma di Morgantina, che si ispira alla nota testa di Euainetos di Siracusa, ma che dovrebbe essere stato coniato verso la fine del IV secolo a.C., quindi al tempo di Agatocle.

Confermo che allo stato attuale sono noti finora 5 esemplari, che elencherò in ordine di comparsa sul mercato numismatico.

1) ex coll. Pennisi (Rizzo tav. LX, n. 6) = NFA X/1981, n. 42 = NAC 13/1998, n. 374 g. 17,16

post-7204-0-95746000-1385990381_thumb.jp

Questo esemplare ha una storia che può essere definita romanzesca e che merita di essere raccontata nei dettagli, molti dei quali sono desumibili dall’interessante articolo di Silvio Raffiotta, già citato nel post # 13.:

Raffiotta S., Il lungo viaggio del tetradramma di Morgantina, in “Morgantina, a cinquant’anni dall’inizio delle ricerche sistematiche” (Atti dell’Incontro di Studi, Aidone, 10 dicembre 2005)

Non disponibile su internet, se non a pagamento (5 euro) (al sito di Torrossa).

Fu acquistata dal barone Pasquale Pennisi, intorno al 1830. Questo grande collezionista era anche molto ricco, grazie alle sue terre e soprattutto miniere di zolfo di Floristella, nell’ennese. Se è stato trovato nella zona di Morgantina, non era lontano dai suoi possedimenti e quindi non stupisce che sia stato rapidamente da lui acquistato.

L’unicità e l’importanza di questa moneta non sfuggì a un emerito studioso ennese di antichità, che frequentava i Pennisi ed era pure lui un collezionista. Si tratta del canonico Giuseppe Alessi (1774-1837), che firmò nel 1832 un articolo su questo tetradramma, pubblicato in lingua latina su una rivista catanese dell’epoca:

G. Alessi, Illustrazione di una medaglia dell’antica città di Morganzio, in “Giornale di Scienze, Lettere ed Arti per la Sicilia, 110, 1832, p. 166-180

Reperibile su internet:

http://books.google.it/books?id=IJwEAAAAQAAJ&pg=PA166&lpg=PA166&dq=Alessi+antica+città+di+Morganzio&source=bl&ots=Gd0MoPWQlo&sig=Vu_Ke7ARH0ewKxOlrpAvzl_xuCw&hl=it&sa=X&ei=o7qbUszHG4uv7Qat9IC4Bg&sqi=2&ved=0CDEQ6AEwAA#v=onepage&q=Alessi%20antica%20città%20di%20Morganzio&f=false

Ecco il disegno che ne fece Alessi (non proprio accurato):

post-7204-0-79992200-1385990407_thumb.pn

Egli ha segnalato già la somiglianza con gli esemplari firmati da Euainetos e ha intuito l’importanza dell’antica Morganzio, del quale allora non si conosceva l’ubicazione.

Successivamente se ne occupò il Mirone nel 1918 a segnalare la singolarità della moneta, che era allora ancora un esemplare unico:

S. Mirone, Un rare tetradrachme de Morgantine, in “Revue Numismatique”, ser. 4, vol. 21 (1917-1918), p. 113-121.

Si tratta di un volume molto corposo e apparentemente non disponibile online.

La definitiva consacrazione di questo esemplare avvenne nel 1946 con la grande opera del Rizzo sulle Monete Greche della Sicilia, a tavola 60, n. 6. Egli ha ampiamente utilizzato la grande collezione Pennisi per la sua opera (e le stesse fotografie furono fatte da Agostino Pennisi, l’ultimo collezionista della famiglia, che era anche un finissimo fotografo). Basta controllare la tavola del Rizzo per rendersi conto che in effetti la moneta è sempre la stessa….. (io erroneamente in precedenza avevo ritenuto che la moneta illustrata dal Rizzo fosse quella di Londra, la seconda ad essere nota….).

L’importanza della collezione Pennisi era tale che già nel 22 dicembre 1948 il Ministero della Pubblica Istruzione impose con urgenza un vincolo per “importante interesse”, delegando all’allora Soprintendente di Siracusa, Luigi Bernabò Brea la compilazione dell’elenco dettagliato di questa collezione.

Tuttavia l’elenco non fu mai compilato (e l’intera collezione alla fine ammontava a circa 30.000 esemplari). I motivi sono rimasti oscuri e in ogni caso si può parlare di una grave (e forse interessata) negligenza da parte della Soprintendenza.

Quando nel 1963 morì Agostino Pennisi, i suoi eredi, per vari e urgenti necessità, decisero di smembrare la collezione, incuranti del vincolo imposto quindici anni prima…..

Quindi molti esemplari della collezione Pennisi, grazie anche all’assenza di un vero catalogo, presero il volo e per la maggior parte emigrarono negli Stati Uniti.

Alla fine di quella collezione erano rimasti solo quasi 1600 pezzi (dei quali solo circa 300 molto importanti), che furono acquistati dalla Regione Sicilia negli ultimi anni ’70 e confluiti nella collezione numismatica del Museo Orsi di Siracusa, con un relativo elenco (ma mai con un completo catalogo illustrato). Alcuni dettagli sono rilevabili in una vecchia discussione di questo forum:

http://www.lamoneta.it/topic/29070-i-grandi-della-numismatica/

Non si sa quando esattamente e a chi finì questo esemplare ex Pennisi.

Si dovette attendere il 17 settembre 1981, quando a Beverly Hills, la città dei divi di Hollywood, fu battuto dalla casa di aste Numismatica Fine Arts (che poi sarebbe fallita anni dopo), che lo definisce pezzo unico, citando il Rizzo e la vecchia bibliografia, ma senza esplicitare che proveniva dalla collezione Pennisi.

La stima era di 22.000 dollari e fu aggiudicato a 25.000 dollari al noto collezionista italo-svizzero, Athos Moretti, che era ricchissimo proprietario della casa farmaceutica Roussel&Maestretti (che fece soldi a palate grazie ad alcuni prodotti di basso costo, come la fortunata Citrosodina).

La moneta quindi entrò nella sua grande raccolta a Milano, che comprendeva anche diversi pezzi dell’originaria collezione Pennisi.

Ma solo pochi anni dopo il ricco collezionista passò a migliore vita e una selezione della sua raccolta, di concerto con i suoi eredi, fu depositata in Svizzera, nel museo di Basilea per una mostra:

Cahn H.A., Mildenberg L., Russo R., Voegtli H., Griechische Münze aus Grossgriechenland und Sizilien, Basel (Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig), 1988.

nel quale viene specificato per la prima volta che l’esemplare proveniva dalla collezione Pennisi.

Non era ufficialmente noto il nome del possessore della collezione, ma si trattò di un’abile mossa. Nel mercato antiquario è diffuso l’uso, per reperti di cui si teme una possibile rivendicazione da parte dello Stato d’origine, di metterli in mostra per qualche tempo, prima di farli sparire in qualche collezione privata.

Così ad esempio fece il J. Paul Getty Museum, di Malibù, in USA, quando nello stesso anno 1988 avviò le trattative per acquistare un vero e proprio tesoro, di acròliti, proveniente da Morgantina dal re dei diamanti, Maurice Tempelsman. Il museo li prese in prestito e li collocò in una vetrina, restando in attesa degli eventi. Se nessuno li reclamava, si poteva procedere poi alla loro acquisizione.

Invece, grazie a una spiata fatta da un tombarolo “pentito”, la magistratura di Enna ne venne a conoscenza appena un anno dopo. Il materiale era ormai “bruciato” e il museo non volle più perfezionare l’acquisto e li restituì al proprietario, il quale naturalmente rifiutò di restituirle all’Italia, con un contenzioso durato diversi anni (e il materiale era stato nel frattempo, nel 2003, venduto alla Virginia University) e risolto a favore dello Stato italiano solo pochissimi anni fa, con relativa restituzione (assieme alla famosa statua di Venere, proveniente direttamente dal Getty Museum).

Invece per il tetradramma acquistato da Moretti ed esposto a Basilea non si mosse nessuno, forse perché sfuggito ai vari responsabili dell’autorità italiana….

Finalmente nell’8 ottobre 1998 ebbe luogo la famosa asta presso la Numismatica Ars Classica a Zurigo, con un prezzo di stima di 15.000 franchi svizzeri:

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Circa una settimana prima dell’asta il giornale Centonove di Messina pubblicò un articolo molto scandalistico sulla provenienza di alcuni esemplari della collezione Moretti in quell’asta.

La Procura della Repubblica di Enna avviò una immediata indagine preliminare, con il P.M. dr. Salvo Raffiotta (proprio l’autore dell’articolo menzionato all’inizio) n, 226/98 (“contro Ignoti sull’esportazione illegale di parte delle monete della collezione Pennisi”), chiedendo il sequestro immediato del pezzo, in quanto comunque esportato dall’Italia senza autorizzazione. I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico (TPA) arrivarono a Zurigo con il provvedimento in mano la stessa sera dell’asta. L’unicum venne momentaneamente sequestrato e tolto dall’asta, ma pochi giorni dopo la magistratura svizzera stoppò la restituzione all’Italia: dieci anni di aria svizzera gli avevano fatto perdere il diritto di rientrare a casa…..

Al tempo della pubblicazione dell’articolo di Raffiotta, nel 2008 (ma gli Atti del Convegno su Morgantina si svolsero nel 2005), la magistratura italiana non aveva più avuto notizie del reperto.

Onestamente non ne avevo più avuto notizie nemmeno io e ora salta fuori la testimonianza (post # 6 e 15) che attualmente si trova nel medagliere del Museo Orsi di Siracusa.

Evidentemente, senza grandi clamori, questo tetradramma era stato nel frattempo e recentemente restituito all’Italia.

Sarebbe utile una definitiva conferma di questo importante dettaglio.

(continua)

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Ora passiamo al secondo esemplare noto.

2) Londra, British Museum 1923, 1015.1 g. 17,32

Non ho reperibile l’immagine digitale di questa moneta e riporto solo l’immagine scansionata da una vecchia tavola fotografica in positivo che si poteva acquistare al museo (solo per suo personale)

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Questa moneta, con tondello piuttosto irregolare, comparve per la prima volta nel 1923, quando il British Museum l’acquistò direttamente da Spink & Son Ltd.

Non si sa come e da chi Spink l’aveva acquistato, molto probabilmente a seguito di uno dei numerosi ritrovamenti avvenuti in Sicilia nei primi anni ’20.

Per la verità qualcuno pensò che questo secondo esemplare potesse essere un falso, prendendo come modello proprio l’esemplare di Pennisi.

Attualmente il parere prevalente è che sia invece autentico.

(continua)

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e ora il terzo esemplare

3) Leu 72/1988, n. 82 = NAC 27/2004, n. 94 = NAC 40/2007, n. 235 g. 17,34

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Contemporaneamente alla mostra di Basilea, nel 1988 comparve anche il terzo esemplare noto, a cura della nota casa di asta Leu, di Zurigo, con stima di 15.000 CHF (non ho il prezzo di realizzo).

post-7204-0-02466700-1385990707_thumb.jp

La stessa moneta è poi passata due volte in aste della Numismatica Ars Classica, nel 2004 e nel 2007. Nell’ultima asta, la stima era 20.000 CHF, realizzo 28.000 CHF.

(continua)

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e il quarto esemplare

4) Gorny 58/1992, n. 85 g. 16,54

post-7204-0-51923800-1385990845_thumb.jp

Nel 1992 comparve un quarto esemplare, erroneamente riportato nel catalogo come terzo pezzo noto.

La stima era di 16.000 DM, realizzo di 18.000 DM-

La centratura appare ottima, con il diritto in buon stato di conservazione (SPL), ma il rovescio con tracce di corrosione.

Il peso risulta piuttosto cedente.

(continua)

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e l'ultimo esemplare noto

5) Gorny & Mosch 199/2011, n. 75 g. 17,09

post-7204-0-39239400-1385991007_thumb.jp

L’ultimo esemplare comparso è questo, senza alcun pedigree (come il precedente)….

Stima 16.000 euro, realizzo 30.000 euro.

All’inizio di questa discussione era emerso che probabilmente su quest’ultimo esemplare è in corso un interessamento dell’autorità italiana, mirante al suo recupero, credo per la solita carenza di documentazione sull’effettiva provenienza, che sembra recente e senza regolare procedura di esportazione.

(continua)

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Ma le monete comparese più recentemente sono realmente autentiche o meno, anche alla luce delle recenti falsificazioni su monete importanti?

Provo intanto a postare i diritti (la numerazione è quella riportata nella suddetta lista):

post-7204-0-09818600-1385991108_thumb.jp

(continua)

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e i rovesci

post-7204-0-29999000-1385991185_thumb.jp

Che dire?

E’ difficile giudicare dalle foto, anche se appare abbastanza evidente come almeno i primi tre esemplari sono di evidente autenticità.

Restano i due esemplari Gorny, che destano alcune perplessità.

Il pezzo n. 4 sembra abbastanza conforme ma noto il monogramma sotto il collo piuttosto abnorme e la sensazione offerta dalla foto è di grande "freddezza", ma è un criterio poco plausibile per un più valido giudizio di autenticità. Il rovescio appare leggermente corroso, ma non si capisce se per via naturale. Poi il peso è molto cedente....

Il pezzo n. 5 fornisce le maggiori perplessità, soprattutto per evidenti difformità di rilievi specialmente al diritto, con decadimenti di stile…..

In ogni caso ambedue gli esemplari ex Gorny devono essere esaminati con grande attenzione, specialmente proprio l'ultimo e sarebbe una bella beffa se lo Stato italiano si stia sforzando di ricuperare un esemplare magari non autentico !!!

Ai posteri l’ardua sentenza….

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In ogni caso ambedue gli esemplari ex Gorny devono essere esaminati con grande attenzione, specialmente proprio l'ultimo e sarebbe una bella beffa se lo Stato italiano si stia sforzando di ricuperare un esemplare magari non autentico !!!

Ai posteri l’ardua sentenza….

E non sarebbe, a quanto pare, neanche la prima "volta"...(leggi : "Akragas")

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Grazie per i post acraf, ora finalmente abbiamo una precisa ricostruzione su questa particolare emissione.

Riguardo alla esemplare in discussione,da notare le solite infrazioni sul bordo e la carenza di particolari nei rilievi.

Al R/ guardate con attenzione le zampe dei cavalli..... O la Nike priva di ali, dubito causa usura...

L esemplare va decisamente valutato dal vivo con estrema attenzione

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L'evidenza della difformità stilistica è impressionante...

In realtà anche la <nike del 5 esemplare ha le ali ma solo come contorno appena abbozzato, il resto parla da solo..

Al recente convegno su "L'eredità salvata" era stato messo in evidenza la carenza di funzionari "numismatici", esperti che potessero aiutare il Ministero/le istituzioni a tutelare e valorizzare i beni numismatici. Credo che di tali competenze si senta prepotentemente la necessità oggi (anche per casi come questo).

Grazie Acraf per la puntuale e utilissima ricostruzione degli esemplari noti e loro provenienze.

PS

la LEU 72 è del 1998 (non 1988)

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e i rovesci

attachicon.gifConfronti Rovescio rid.jpg

Che dire?

E’ difficile giudicare dalle foto, anche se appare abbastanza evidente come almeno i primi tre esemplari sono di evidente autenticità.

Restano i due esemplari Gorny, che destano alcune perplessità.

Il pezzo n. 4 sembra abbastanza conforme ma noto il monogramma sotto il collo piuttosto abnorme e la sensazione offerta dalla foto è di grande "freddezza", ma è un criterio poco plausibile per un più valido giudizio di autenticità. Il rovescio appare leggermente corroso, ma non si capisce se per via naturale. Poi il peso è molto cedente....

Il pezzo n. 5 fornisce le maggiori perplessità, soprattutto per evidenti difformità di rilievi specialmente al diritto, con decadimenti di stile…..

In ogni caso ambedue gli esemplari ex Gorny devono essere esaminati con grande attenzione, specialmente proprio l'ultimo e sarebbe una bella beffa se lo Stato italiano si stia sforzando di ricuperare un esemplare magari non autentico !!!

Ai posteri l’ardua sentenz

Ai 5 postati bisogna aggiungere il sesto esemplare noto proposto da Artemide nel 2003: lotto 40 del 4-11-03. Il curatore della scheda lo definisce il migliore tra i 4 pezzi allora conosciuti !

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Modificato da diodoro
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