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IGNORED

LA SAGA DELL'ARGENTO SPAGNOLO


Risposte migliori

Molto bello e interessante la lettura sui commerci e sulle materie prime.

Il buon vecchio doblone, gli 8 reali di Spagna, monetazione di largo modulo ma poco raffinata e precisa ma dal peso del tallero per gli scambi marittimi.

Io personalmente non credo che, ( e parlo per Firenze) la monetazione della piastra, della prima di cosimo il vecchio a partire dal 1568 sia dovuta ad un afflusso di materie prime quali l argento e l oro dalle americhe da parte degli spagnoli, ancora non erano così forti gli afflussi e parlo per l Italia da parte di navi dall americhe..

É chiaro che si andava conquistando il mondo, ma non dimentichiamo che con la polvere da sparo con la quale Cosimo il vecchio venne ferito e poi mal curato per poi morire di cancrena(che sino a poco prima non veniva utilizzata se non per i cannoni )veniva da ORIENTE come le spezie la seta e credo anche argento e oro prima dell importazione spagnola.

Poi dai primi del 600 inondò di conseguenza anche Tutta l Italia e i commerci si intensificarono per mare per tutto il Mondo.

Quello che notavo io già dalle letture che dabbene aveva postato del Cipolla, e che poi ho osservato é stata la speculazione che é venuta nel 1920/30 dove le lire hanno perso il valore del peso dell ARGENTO e ORO .

Le 5 lire nel 500 a Firenze valevano 25 grammi d argento, e lo scudo da 5 lire di Vittorio Emanuele III sino agli inizi del 900, 25 grammi delle 5 lire quadriga del 1914lo stesso si denota sulle lire Genovesi ecc..

Osservazione sempre mia, secondo me tutto é dovuto al fatto che l ORO poi non era più in abbondanza come nei secoli precedenti e da lì la svalutazione della lira e del dollaro dal quale nel 1929 avvenne il tracollo dell economia.

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Interessanti osservazioni fofo che sono benvenute tra l'altro, io penso che ci si debba concentrare su alcuni avvenimenti su cui ruota tutto poi e sono tanti perché scatenano una massa di interessi commerciali, politici, monetari mondiali :

1) la scoperta di questa immensa quantità di argento sconvolge ogni riferimento del momento, cambia in modo evidente il rapporto di scambio oro/ argento, questo è inevitabile

2) siamo nel periodo di espansione economica, l'esigenza di una moneta di grande modulo era comunque nell'aria e necessaria

3) cambiano le piazze abituali di rifornimento dei metalli, in particolare l'argento, non sono più Venezia e Milano, ma in Italia è Genova.

4) cambia il modo di fare transazioni importanti, vedi a Genova, con le lettere di cambio

5) cambiano i desideri, e come non potrebbe, di altri grandi paesi quali Francia, Inghilterra, Olanda di esplorare i continenti americani e di trovare nuove ricchezze e traffici

6) c'è anche una teoria, questa però la sottopongo a voi, che questa imprevista ricchezza che affluisce porta sempre più a fare conflitti costosi ed impegnativi, di certo l'argento e l'oro non sono solo denaro, sono anche agenti che scatenano contrasti, guerre e cambiamenti politici.

Il denaro poi come spesso accade cambia il corso degli avvenimenti politici ed economici dei paesi e la loro storia e anche in questo caso fu poi così....

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Ricordiamoci che per mare i più potenti erano gli Spagnoli, gli Inglesi e i Francesi.

Uno dei libri che per prima lessi era l isola del tesoro dove appunto si parlava del tesoro di Flint che derubava i galeoni ricchi di oro.e.argento.

Da quel che ricordo , se non ricordo male , poi i più grandi di tutti per mare furono le flotte della regina inglese che gli Spagnoli non riuscirono mai a dominare.

Se avete documenti in cui in Italia arrivarono dal 1550 dall americhe o dalla Spagna tantissimo oro e argento postatelo sul topic.

C é sempre da imparare e da appassionarsi sulle letture storiche che ci riguardano un grazie.particolare a dabbene.

Saluti

Fofo

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Le storie dei pirati, dei corsari sono affascinanti e sono anche le storie di quel periodo.

Il libro prima citato del controammiraglio Massimo Annati, appena uscito edito Mursia e così facciamo un po' di pubblicità anche qui è straordinario si chiama " All'arrembaggio, venticinque secoli di combattimenti a bordo " e ne consiglio la lettura.

Non potrò raccontarlo tutto, sono 600 pagine, ma qualcosa dirò: Annati sostiene che i padroni dei mari sono gli inglesi e gli olandesi e che olandesi, francesi, inglesi erano in costante e continuo conflitto.

La scoperta dei commerci, delle merci, ora dei metalli porta agli attacchi tra loro e al contrabbando.

Ma gli spagnoli non erano comunque affatto degli sprovveduti comunque, mentre i portoghesi portavano spezie, gli spagnoli portavano metalli e merci.

Gli spagnoli riuscirono a contenere bene gli attacchi anglo-franco-olandesi, avevano una loro tattica, partivano due volte sole all'anno quando non c'erano tempeste e partivano mai da soli, ma in convogli organizzati, la tattica funzionò.

E la stragrande parte dei convogli arrivò felicemente alla meta, superando tempeste e attacchi dei pirati.

Mi sto accorgendo che piano, piano....qui sto scrivendo un po' la storia del periodo sotto vari punti di vista.....ma come vedete tutti gli aspetti sono poi interconnessi e collegati.....

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Quando dicevo prima che i risvolti di tutto questo erano epocali e mondiali non stavo esagerando, recapitolando dal Messico e dal Perù parte una marea d'argento in direzione Spagna, da qui si sposterà per tutta l'Europa, ma il viaggio non finisce qui perché poi parte da Occidente verso Oriente per il pagamento delle merci orientali richieste dagli europei che facevano poi il cammino inverso.

E quindi dalle Americhe l'argento compie il viaggio verso la Spagna, poi per tutta l'Europa e si conclude in Oriente, Turchia, Persia, India, Cina.

Una rozza e pesante moneta d'argento il real provocò tutto questo, mise in moto tutto un commercio mondiale, e poi qualcuno dice ancora che le monete non raccontano storie.... qui più che raccontare hanno fatto la storia...., quella vera però.....

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Proprio vero, la storia é la storia.

Ecco perché nel mar dei caraibi ci sono appunto le antille Olandesi, Francesi e Inglesi, si trovano sotto Cuba e alla Giamaica dove sono andato quest ultimo anno e sono ancora presenti sui vari porticcioli dell isole a ridosso delle americhe(proprio prima del Mexico e delle coste della Colombia e del Peru) i cannoni nei fortini (mi vengono a mente anche le isole Vergini appunto in riferimento ai vari paesi europeì che divennero i colonizzatori)nelle mura nei punti strategigi dove potevano difendersi da chi arrivava dal mare!!

una bottiglia di rum la caraffa era il minimo compenso per un buon pirata al giorno!

Barili , canna da zucchero veinivano stivati a bordo dei galeoni assieme ai tesori incredibili saccheggiati o scoperti dell epoca...

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Inviato (modificato)

Mi piace riportare, non se a termine o quasi, di questa discussione che io ritengo tra le più importanti che siano state fatte in questa sezione e che ha un valore storico, economico, monetario fondamentale quanto dice in copertina C.M. Cipolla nel suo " Conquistadores, pirati, mercatanti " :

" Tra l'anno 1536 e il 1566,si verificò nelle colonie spagnuole una straordinaria sequenza di fatti stupefacenti che trasformarono la Spagna da paese di secondo o anche terzo ordine nel pase più ricco e più potente del mondo. Cosa diavolo in effetti successe ? ".

Noi abbiamo cercato di dare qualche risposta e di analizzare come abbiamo potuto, spero al meglio, con le forze che questa sezione ha attualmente la situazione, ringrazio chi ha voluto darci una mano e chi ci ha letto.

Al momento posso solo dire, ma spero sempre da inguaribile ottimista, che è stata una grande scommessa persa, una occasione che non ci siamo giocati bene, lo dico prendendomi anche le mie responsabilità e coll'amaramente dire che una discussione di questo tipo qui non si ha da fare, ormai il forum è formato da tanti forum nel forum e qui si è visto bene.....

Procederò per quanto mi riguarda da adesso in avanti con discussioni su monete singole, sulla loro catalogazione e sul loro commento, questo è quello che oggi si può fare, è inutile fare discussioni generaliste se poi non ti leggono, non ti vedono, non partecipano.....però ci perdiamo tutti, ci perde la divulgazione, perde la numismatica, ma così è... e quel famoso entusiasmo citato sopra a poco poco sparisce, io più di così non posso proprio fare, mi dispiace molto ....

Questa discussione rimarrà per la sua valenza, infatti comunque la metterò prossimamente tra le importanti, ma rimarrà come esempio anche per le problematiche evidenti che ha fatto uscire e vedere......

il curatore,

Mario

Modificato da dabbene
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Quando vado a Miami, faccio sempre una puntata a Key West e non mi stanco mai di visitare il museo di Mel Fisher, il grande cercatore americano di tesori sommersi che nel 1985, dopo una ricerca di più di 15 anni e costata molto cara con la perdita della moglie e un figlio, trovò il relitto della Nuestra Senora de Atocha affondata nel 1622.

Un solo numero per capire, 40 tonnellate tra oro e argento.....................

Un paio di foto del museo.

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Ah ho dimenticato il motto di Mel TODAY THE DAY

Modificato da Parpajola
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Grazie Tiziano di aver postato queste meravigliose immagini, chissà chi potrà vederle....mi sembra di vedere pani, lingotti, monetone, le nostre care e discusse monetone, tra l'altro questa discussione ci proietta nelle storie dei pirati, dei galeoni, degli arrembaggi, delle navi perse nelle tempeste, un mondo da sogno, ma che fu realtà e che ritorna, mi dispiace solo di una cosa che di queste bellezze anche di immagini non tutti riescano e possano usufruirne, questa è grande divulgazione, storia e anche sognare, sognare il mondo dei pirati.....dei tempi che furono.....

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Credo che sia interessante anche aggiungere questo ulteriore tassello, quello della mappa delle rotte seguite dalle navi spagnole che trasportavano l'argento, si vedono le sedi delle miniere Potosi e Zacatecas e poi le varie possibilità offerte, i viaggi terminavano tutti a Siviglia.

Per solo ed unico motivo di studio ecco la piantina da Elliot, in " Spain and its World ", che rappresenta i viaggi spagnoli dell'argento.

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Mario l' importante è impegnarsi e divulgare le conoscenze e divertirsi nel farlo. Purtroppo questo è l' andazzo del nostro paese che si è sparso come una piaga in tutti i settori, si fa qualche cosa per proprio tornaconto e non si deve partecipare nelle iniziative fatte, da altri, solo per un' ideale o per coinvolgere altre persone.

Una sola parola invidia.

Torniamo a noi con altre belle foto del museo.

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Pezzi a 8 ancora da "liberare"

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Il real, la moneta più usata nei pagamenti internazionali, la più apprezzata, chiamata anche "peso ".

Pezzo dalla diffusione incredibile e velocissima, agli inizi del 1500 lo trovi nelle Fiandre, in Francia, in Portogallo.

Verso il 1540 è dovunque in Europa, a Milano è nel 1551, in Inghilterra nel 1554, a Firenze nel 1552, a Venezia nel 1585, ad Algeri nel 1570, in Estonia nel 1579.

Un inglese ad Anversa nel 1553 commentava qui si trovano solo real spagnoli.

Nel 1600 reali da 8 sono anche a Riga, Pernau, Reval, i russi accettano pagamenti in reales, in Prussia i reales arrivano nel 1590 ed erano monete corrente dell'epoca.

Solo nel nord - Europa troviamo altre maxi-monete come i reales, i rix-dollars e i leewendaalders coniati in Olanda nel 1575, ma nel meridione Europeo i reales trionfano. Più reales andavano sul mercato e più venivano apprezzati e ricercati, chi aveva reales aveva un potere d'acquisto spendibile in ogni parte del mondo e forse queste considerazioni finali fanno capire meglio, una volta di più, a cosa eravamo di fronte, una trasformazione epocale.

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Sulla lavorazione dei reali nella zecca di Napoli, le loro caratteristiche, i numeri, i dati e le dimensioni del fenomeno, forniti attraverso documentazione inedita, segnalo recente bibliografia:

Perfetto S. 2012, La prova del metallo. L'esperienza di Vincenzo Porzio nella zecca di Napoli (1555-1587), Roma, Aracne.

con appendice numismatica curata da Fabrizi D.

Perfetto S. 2013, Il nobile Leonardo de Zocchis alias Terracina e il corpus delle sue relazioni, in Archivio Storico per le Province Napoletane, CXXXI, (Castelnuovo presso la sede della SNSP).

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Quest'ultimo intervento devo ammetterlo mi apre il cuore, primo perché apre una porta quella di Napoli in questa discussione, e ripeto le porte potrebbero essere quasi infinite, secondo perché il libro citato è nella mia libreria tra l'altro con una splendida dedica di uno dei due autori .

E il libro è fantastico per tanti motivi ma è sicuramente molto funzionale a quanto stiamo dicendo.

Intanto il periodo è quello giusto ( 1555 - 1587 ), secondo si parla di coniazioni, di metalli, di controlli in zecca e poi si parla di lui Vincenzo Porzio il mastro di prova della zecca di Napoli dell'epoca.

Non credo si offenderanno i due autori se citerò qualcosa tratto dal loro libro che può aiutare la discussione, qualche passo il più inerente :

" Nella pratica si cercava di portare in zecca metalli già affinati o manufatti di buona lega, anche se non sempre era possibile . Infatti, il dilagare dell'Impero coloniale spagnolo a partire dal XVI secolo, aumentò le quantità di metalli e di monete importanti delle nuove terre. Detti materiali non sempre giungevano nelle zecche in condizioni di purezza, a motivo dei frettolosi intenti speculativi e delle tecniche adottate in loco che dovevano ancora perfezionarsi. Pertanto, lo stato della qualità dei metalli convogliati nella zecca di Napoli mutò repentinamente in un lasso di tempo di circa quarant'anni, dal 1543 al 1584, ed anche meno ".

Nella nota si legge poi quanto dice Vilar P. " il metallo prezioso costa tanto poco agli spagnoli immigrati nelle Indie che essi accettano di pagare con grandi quantità di metallo le merci europee di cui mancano. Nelle Indie, oro a buon mercato e merci scarse. A Siviglia, afflusso di merci e aumento di prezzi. ".

Non vorrei trascrivere tutto il libro :blum:, però voglio citare ancora una ulteriore fonte bibliografica letta sullo stesso che può approfondire l'argomento : " Il mediterraneo invaso dalle monete spagnole " di Braudel e già il titolo dice molto.

Certamente il libro è poi da leggere con calma, gli spunti possono essere tanti, per il momento ringrazio per la citazione e se i due autori, presenti entrambi sul forum, volessero aggiungere qualcosa sull'argomento trattato in questa discussione non potrebbero che far piacere a tutti noi, per il momento grazie tantissime !

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Tra l'altro dimenticavo di citare l'importante parte puramente numismatica di Davide Fabrizi, con ducati, mezzi ducati.....uno più bello dell'altro, la gran parte di queste monete per inciso era stata ottenuta dall'enorme carico di argento arrivato nell'agosto del 1556 dalla Spagna.

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Qualche numero comunque ci vuole sempre, al porto di Siviglia, provenienti dalle Americhe, tra il 1503 e il 1660, arrivano circa 17 tonnellate d'oro puro e circa 17.000 tonnellate d'argento, una sostanziale differenza.

Dobbiamo poi comprendere e considerare che tra contrabbando, uscite non ufficializzate, perdite per motivi vari a queste cifre dobbiamo aggiungere circa una percentuale del 50 % in più.

Il risultato finale è però quello che abbiamo visto, una Spagna che avrebbe potuto giocare nel cinquecento il ruolo di grande potenza e che poi nel corso del seicento subisce una grave involuzione al punto di doversi trovare in una situazione come quella italiana e forse anche peggiore.

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Dabbene in questi anni ci ha abituato a discussioni sempre interessanti e coinvolgenti. Questa credo le superi tutte.

Ha affrontato un tema che, anche se bene o male noto a tutti, non è mai stato approfondito qui sul forum nonostante si possa affermare che quello dell'argento spagnolo proveniente dal "nuovo mondo", è un argomento che dovrebbe interessare tutti i numismatici. Con quell'argento si è battuto di tutto e dappertutto.

Tutta l'Europa iniziò a battere i famosi Pataco, Patacon o Patacconi che andavano ad indicare proprio le monete d'argento di grosso modulo,

Napoli, come già indicato, trovandosi sotto l'egemonia spagnola, è stata protagonista di questa importante "rivoluzione" numismatica.

Già a partire da Carlo V, nel 1552, si iniziò a battere, nella zecca partenopea il famoso 1/2 ducato in argento. Il primo "grosso" nominale in argento del nostro meridione (si esclude ovviamente il 1/2 scudo ossidionale del 1528 battuto per altre esigenze).

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da NAC 69, lotto 711

Ma è sotto il suo successore Filippo II che l'esplosione monetale in argento ha il suo apice. Ed ecco i Patacconi (ducati)

post-1880-0-99240300-1402329496_thumb.jp

da NAC 69, lotto 721

e cianfroni (1/2 ducato).

post-1880-0-53049600-1402329652_thumb.jp

da NAC 69, lotto 723

Ovviamente questa abbondante produzione è stata possibile grazie all'argento pervenuto dalla Spagna nel 1556 (a riguardo si può vedere quanto scritto da S. Perfetto in "La prova del metallo - L'esperienza di Vincenzo Porzio nella zecca di Napoli", p. 23. E, sempre S. Perfetto "Il Nobile Leonardo de Zocchis alias Terracina e il corpus delle sue relazioni" in ASPN, CXXXI, p. 226 ed in particolare il documento 3 "Relatione deli argenti dela Regia Corte Tanto deli riali quanto dele picze seu piance li quali argenti da Spagna et sono stati consignati in la Regia zeccha de Napoli" a p. 235. Invito @@mero mixtoque imperio a fornirci approfondimenti in merito.

Altro argomento poco affrontato ma meritevole di nota, forse un po' fuori tema ma sostanzialmente a riprova dell'enorme quantitativo di argento disponibile, è quello dell'attività della zecca di Napoli, ed in particolare della figura del suo mastro di Prova V. Porzio, nel battere monete per finanziare quella che poi sarebbe restata nella storia come l'ultima crociata nella battaglia di Lepanto. A riguardo consiglio vivamente di leggere quanto scritto da Perfetto nel suo "La prova del metallo - L'esperienza di Vincenzo Porzio nella zecca di Napoli", pp. 65-72.

Chiedo venia se ho citato esclusivamente queste due opere che qualche benpensante potrebbe interpretare come un'azione di parte visto che ho curato la parte numismatica di una delle due opere ma posso garantire che non è così ma la motivazione va cercata più semplicemente nel fatto che si tratta di studi che riguardano, almeno in parte, l'argomento trattato.

Poi permettetemi di ringraziare @@dabbene che per l'ennesima volta si dimostra pilastro portante di questo forum per questa interessantissima discussione.

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Caro Mario, provo a dare i numeri anch'io :) (sarà il caldo).

In A. De Maddalena "Moneta e mercato nel '500 - la rivoluzione dei prezzi", p. 12, troviamo i quantitativi di metalli preziosi (in kg) giunti nel solo porto di Siviglia:

Anni oro argento

1503 - 1510 620 0

1511 - 1520 915 0

1521 - 1530 489 15

1531 - 1540 1447 8619

1541 - 1550 2496 17757

1551 - 1560 4262 30312

1561 - 1570 1153 94286

1571 - 1580 943 111859

1581 - 1590 1210 210303

1591 - 1600 1945 270763

1601 - 1610 1176 221363

1611 - 1620 886 219226

Mi pare evidente l'enorme quantitativo d'argento importato che portano l'autore a sottolineare il graduale passaggio dalla fase dell'oro alla fase dell'argento.

Tanta ricchezza però aveva un lato oscuro... l'aumento vertiginoso dei prezzi. Ma qui passiamo all'economia... meglio restare in Numismatica :).

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Grazie Davide di essere intervenuto, ci stava un intervento così su Napoli e che monete....che uno potrebbe tra l'altro confrontare con quelle di altre zecche, Milano in primis.

La Spagna ci riguarda tutti e il suo argento ancor di più, ma non riguarda solo Napoli riguarda tutte le zecche italiche e alcune europee che potrebbero intervenire a questo punto coi propri appassionati ed esperti e dire la loro sui primi moduli comparsi nei vari stati.....

Ma questo argento non rimane solo in Europa finisce anche in Oriente, in Cina per esempio, gli europei trovano in Oriente prodotti per loro mentre nessun prodotto europeo trova sbocco in Oriente.

E finisce così che i reales finiscono anche in Cina....

Un mercante fiorentino e viaggiatore Francesco Carletti stimava che i cinesi prendevano da Spagna e Portogallo ogni anno più di un milione e mezzo di scudi, vendevano i loro prodotti e una volta che poi l'argento arrivava là, là rimaneva.....

Quindi Americhe, Spagna, Europa, Italia, Oriente.....e dite poco.....

Tra l'altro i galeoni europei si impossessarono anche dei mari d'Oriente e monopolizzarono le rotte marine anche di quei mari.....

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Abbiamo toccato anche gli aspetti economici della Spagna e mi affido ancora a un economista come Cipolla che poi in questo caso è sintetico sull'argomento :

"Il declino della Spagna nel seicento è che sostanzialmente la Spagna non si era mai sviluppata. L'afflusso massiccio d'oro e d'argento dalle Americhe e l'espansione della domanda effettiva in cui tale afflusso si tradusse avrebbe potuto stimolare un notevole sviluppo economico del Paese.

Ma la Spagna è il classico esempio per dimostrare che la domanda è un elemento necessario ma non sufficiente per attuare lo sviluppo. "

Sugli aspetti economici mi fermerei qui...., anche se poi gli aspetti economici come sempre sono parte integrante di argomenti così ampi.

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La Spagna di Filippo II nonostante tutte le materie prime che arrivavano dalle Americhe doveva far fronte ad una crisi finanziaria dovuta tra le altre cose alle spese militari della guerra contro Inghilterra e Provincie Unite (attuali Paesi Bassi) che, come un continuo circolo vizioso, portava all'emissione di monete tanto che le risorse appena sbarcate dalle colonie americane venivano subito riconvertite. Questo portò all'aumento dell'inflazione e a tutte le conseguenze che vennero dopo il siglo de oro.

E' vero quello che dice il Cipolla, ma è da approfondire nel quadro politico spagnolo ed europeo dell'epoca, in pratica si parla di impero spagnolo ma de facto era un assembramento di stati separati che conservavano ciascuno le proprie leggi e ciò portava ad un blocco a livello politico e legislativo che paralizzava lo stato centrale. Altro che potere assoluto. ;)

Modificato da Layer1986
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Awards

La Spagna.si arricchi velocemente nella.metà del 500 ma si arrichi sulle spalle degli altri uccidendo e sterminando popoli come i maya e tanti altri.mexicani, lo stesso fecero poi secoli dopo sempre.per la corsa all oro e per la terra america centro nord con l indiani gli inglesi.

Credo che l oro come l argento.come.scritto in precedenza nel 500/600/700/800 furono importati.a migliaia di tonnellate l anno e che non.ci fu crisi sui metalli preziosi, essa arrivò dopo! quando la lira o il dollaro non valevano più come il peso delle leghe preziose e quindi vennero scoperte molte vene minerarie in meno o esaurite quelle precendenti.

L ORO VALEVA MOLTO DI PIÙ E LO STESSO L ARGENTO

Le monete della.repupubblica in oro e argento erano pochissime, in oro rimanevano solo le commemorative fatte per collezionisti moderni che sanno bene che.non varranno mai più del valore del peso stesso della.lega.

Trovo molto belle le monete di filippo II che.non conoscevo...

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A proposto dei reali spagnoli ricordo il bastardello di Vincenzo Porzio, eccezionale documento d’epoca, cioè il

Quaderno de los Reales que se pusieron en Zecca sin provarse al fuego

trascritto nella suddetta prova del metallo.

Ma, volendo onorare al meglio l’invito degli amici dabbene e fedafa, nonché questa interessante discussione, trascrivo qui di seguito, due discarichi completamente inediti di Leonardo de Zocchis alias Terracina:

51 Item excipiendo come quando foro inmessi nell’anno 1556 li Reali si Spagna della Regia Corte, la verità è, et altrimente non può essere et con ogni debita reverentia, sarìa buscìa, che detti Reali fossero stati consignati in mano de detto Lonardo; solum che foro consignati al magnifico Giovan Francesco Guarino rationale della Regia Camera; et esso Giovan Francesco ne teneva le chiave, et esso Lonardo non intervenne ad lo fondere de essi Reali; et quando si mettevano ad fondere con intervento et in presentia del detto Giovan Francesco Guarino, al quale era stato dato detto carrico et tanto per detto Giovan Francesco, come per detto Lonardo, et altri, che tutti presenti l’uno vedeva l’altro quando si ponevano ad fondere detti Reali quod fuit.

52 Item excipiendo si pone come (re vera) detti Reali di Spagna non erano tutti nuovi ma c’erano mescati delli vecchi et una bonissima parte di quelli, ch’erano venuti dall’India, li quali erano tutti nigri perché erano stati annegati con una caravella venendo dall’India, essendo si diceva, et per tal causa sfraudorno et mancorno nel fondere assai, molto più di tutti l’altri Reali, quod fuit.


Li troviamo in Archivo General de Simancas, legajo 16, expediente 8, descargos 51-52.

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